Dice che c’è la crisi, che bisogna risparmiare, che non è tempo di darsi alla pazza gioia. Uno ci prova, tira la cinghia, fa esercizi di astinenza, arriva perfino a congratularsi con sé medesimo per l’insospettata forza di volontà con cui rinuncia allo scialo e ai bagordi, poi arriva l’editore perfido che ti pubblica un libro così:
Album fotografico di Giorgio Manganelli, Racconto biografico di Lietta Manganelli, a cura di Ermanno Cavazzoni, Quodlibet 2010, 14 euro.
Come si fa a non comprarlo? Sappi, o perfido editore, che hai sulla coscienza il fallimento di un’ascesi penitenziale ormai prossima alla perfetta indifferenza ai piaceri del mondo.
Dato che il libro non ce l’ho ancora (ma l’avrò, oh se l’avrò, devo averlo!) rubo la citazione dal sito di Paolo Nori:
69. Foto diabolica di mio padre. A Bologna non ha preso l’insegnamento al Dams perché a Bologna si mangia male, diceva, è un posto di patate lesse e di riso in bianco. Era stato chiamato al Dams con i buoni auspici di Luciano Anceschi, a cui scrive, poverino: «grazie, ma non ce la faccio, non ce la faccio proprio, non posso, non chiedermi questo, si mangia troppo male». E gli scrive poi anche in un’altra lettera «e tu voglioso gourmet, ti stai ancora strafogando di patate lesse e di riso in bianco?». Come per dire: mangiati tu ’sta roba. [pag. 72-73]
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grazie mille!
Il colpevole
Io mi tranquillizzerei, perché diceva Vassalli (lo scrittore, non il giurista) che in tempi di crisi si legge di più. Vorrai mica contraddirlo? Va’ e compra felice.
Orpo! S’è appalesato il perfido editore in persona!
Isa, figurati se mi metto a contraddire Vassalli. Certo che si legge di più in tempi di crisi: lettere di licenziamento, clausole contrattuali in caso di morosità nei pagamenti, ingiunzioni di sfratto, istruzioni per la fabbricazione artigianale di ordigni esplosivi, eccetera. Comunque sì, vado e compro felice, alla faccia di Tremonti, dell’euro debole e di tutto quanto.
E’ bellissimo. E anche Manganelli è un grande.