A fine anno usa fare buoni propositi per l’anno venturo, un’usanza che come tutte quelle dettate dal calendario ha effetti pratici molto prossimi allo zero, cosa che me le rende assai simpatiche. Ciò nonostante, e dopo aver vagliato a lungo e con cura il mio ruolo attuale nella grande commedia umana, posso concludere, non senza gioia, di non avere un buon proposito che è uno per l’anno nuovo, se non quello un po’ capzioso di continuare a non avere buoni propositi per molti anni ancora.
Cosa che, va da sé, non equivale a non avere speranze, desideri o illusioni più o meno consapevoli. Come tutti i bipedi miei consimili, infatti, subisco il fascino del non ancora accaduto, del non ancora vissuto, del non ancora, ma so che i miei buoni propositi, se mai ne avessi, non potrebbero modificare di un millimetro il corso degli eventi.
Avanti tutta, dunque, come sempre, senza preoccuparsi troppo dei numeri che mutano sui datari. A tutti quelli che passano di qua per caso o per scelta, auguro un 2011 privo di buone intenzioni e ricco di ottime, impreviste e casuali letizie.
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Grazie mille, ricambio.
Ad altri cento anni di Letturalenta ;-)
E adesso non fare come quelli che si toccano gli zebedei per scaramanzia… ehehehe :P
Facciamo centodue, va’, giusto per arrivare a celebrare il mio centocinquantesimo compleanno.
anche se in ritardo, auguri a te di un 2011 ricco di ottime, impreviste e casuali letizie
Gli auguri son sempre in tempo. Grazie.