La stessa Lietta, lamenta giustamente in un suo intervento (…) che se l’apparato pubblico s’è dimostrato tanto distratto, non è venuta da parte dei privati troppa partecipazione. E conclude — comprensibilmente sfiduciata — che questo potrebbe in parte dare ragioni agli amministratori tanto dimentichi. Elegante pensiero, ma le cose non stanno così. I soggetti privati “possono” prestare ascolto, i soggetti pubblici “devono”.
(Tratto da una nota di Armando Adolgiso sulla smemoratezza delle istituzioni culturali nel ventesimo anniversario della morte di Giorgio Manganelli. Da leggere.)
La stessa Lietta virgola lamenta? (No, sorry, OK, I understand)
E buon anno anche a te! :-D
Non credo d’essere studioso ma lettore attento si. Come lettore, mi vien l’orticaria a pensar che, studi, studiosi di studi e di testi non studiati e magari vergini di stampa, s’incontrino per studiare con i sopra citati studi e varie, in un centro a loro dedicato, per produrre producendo altri studi all’infinito. Chissà quale palude scandaglieranno (al condizionale). Ma è sicuro che questa sia la strada della letteratura, altrimenti rimarrà solo di Manganelli menzogna incompresa?
michele, secondo me stabilire un centro studi dedicato a un oggetto X non comporta necessariamente imbalsamare gli studi su X, legandoli a filo doppio a quel che si muove in quel centro studi. Un centro studi può essere semplicemente un punto da cui si irradiano ennuplici e laudabili iniziative volte a ricordare al volgo e (soprattutto) ai custodi istituzionali dei beni culturali che X è per l’appunto un bene culturale, e che conservarlo e renderlo disponibile a una platea più vasta dei sette o otto cretini che da anni lo cullano come un fantolino prezioso è causa degna di attenzione da parte della pubblica amministrazione.
Poi va da sé che il valore di Manganelli sta in quello che ha scritto e non dipende certo dal successo di potenziali fondazioni a lui intitolate. Epperò, perdio, riconosciamolo apertamente questo valore e spendiamo qualche misurata bestemmia contro chi non lo riconosce. (e qui aggiungerei un ecchecazzo, ma sarei ridondante).