Il soprannome di Mario era Busone. Se qualcuno lo salutava con un ciao Mario, quasi si offendeva. Mario non aveva mai nascosto la propria omosessualità, anzi, ci teneva molto a far sapere in giro che gli piacevano i maschi, perché, diceva, già si fa fatica a trovarne, figùrati se pensano che mi piacciono le donne. Passata la sessantina, ricordando gli amori eroici della gioventù, concludeva: eh, alla mia età, con il cuore che comincia a perdere colpi, i bocchini è meglio farli che farseli fare.
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Rigorosamente in 499 caratteri, ecco il mio commento e “augurio” ;)
All’anagrafe fu registrato come Luca Tassinari, ma i più lo conobbero come Tassinari Driver. Solo chiacchiere e… chiacchiere! Era solito “manganellare” a destra e a manca chi non rispettasse interpunzione, semantica e sintassi. Leggeva molto, molto, molto lentamente. Un giorno, che forse era già notte, iniziò a scrivere “istantanee” letterarie, diapositive in parole, 499 caratteri l’una. Ne scrisse in totale 499. E, tutte, le pubblicò in un libro: “Cinquecenturia, meno uno”. Questo è il titolo.
ho creato un mostro :-)
(grazie!)