L’ex-ministro Castelli

Ieri sera ho guardato Annozero, la trasmissione di Santoro. Tra gli ospiti c’era l’ex-ministro Roberto Castelli della Lega Nord. Uno dei servizi della puntata riguardava i lavoratori di un call center che da mesi non ricevono lo stipendio e che per avere notizie dalla direzione dell’azienda, che si rifiutava di parlare con loro, hanno chiuso le uscite del posto di lavoro e hanno detto ai dirigenti: uscite pure, ma prima di uscire ascoltateci e diteci che fine hanno fatto i notri soldi.

L’ex-ministro Castelli ha voluto dire la sua sulla questione e quindi ha detto, rivolto ai lavoratori: ragazzi, attenzione che il sequestro di persona è reato.

Ora, io non so se l’ex-ministro Castelli ha qualche problema di percezione della realtà, ma dal servizio risultava chiaramente che nessuno aveva sequestrato nessuno e che i lavoratori avevano solo alzato un po’ la voce per farsi ascoltare dalla direzione. Tant’è che uno dei portavoce di questi lavoratori avrà detto almeno tre volte che per risolvere la questione sono intervenute le forze dell’ordine, e che le forze dell’ordine non hanno denunciato nessuno per sequestro di persona, ma anzi hanno consigliato ai dirigenti di ascoltare le ragioni dei lavoratori e di dar loro qualche risposta.

Cazzo c’entra il sequestro di persona, o stolido ex-ministro Castelli?

Ma non è tutto. Verso la fine della trasmissione è stata data la parola a una signora siciliana di trentasei anni, se non ricordo male, insegnante precaria in Sicilia. Questa signora ha raccontato in modo molto civile cosa significa essere precari della scuola a trentasei anni, criticando le scelte del governo in materia scolastica e soffermandosi in particolare sul problema dell’affollamento: classi di trenta alunni, diceva, sono un problema serio.

L’ex-ministro Castelli ha voluto dire la sua anche su questo, purtroppo, e non ha trovato niente di meglio da dire se non raccontare che lui ha fatto il liceo assieme a Formigoni, e che in classe erano quarantaquattro, e che lui e Formigoni non sono mica stati lì a lamentarsi, ma si sono rimboccati le maniche e adesso guarda dove sono arrivati, e che la signora insegnante precaria, invece di lamentarsi di classi di appena trenta alunni, doveva anche lei rimboccarsi le maniche, essere ottimista, lavorare sodo e guadagnarsi la michetta come fecero quegli sfigati che hanno fatto il liceo in classi da quarantaquattro (sfigati, a onor del vero, lo dico io, perché per Castelli la sfiga di aver fatto il liceo in condizioni così indecenti sembrava un punto d’onore).

Ora, l’ex-ministro Castelli è nato nel 1946, quindi ha iniziato il liceo nel 1960 (salvo bocciature), cioè cinquant’anni fa. Io vorrei fare qualche domanda all’ex-ministro Castelli: credi tu, ex-ministro Castelli, che ci siano buone ragioni perché la scuola di oggi ripeta gli errori della scuola di cinquant’anni fa? Credi davvero, ex-ministro Castelli, che oggi, nel 2010, sia un atto decente insultare un’insegnate precaria dicendole che dovrebbe lavorare anziché lamentarsi dello sfascio della scuola pubblica? Credi davvero che avere avuto la sfiga di frequentare una classe affollatissima ti dia il diritto di prendere per il culo una civile insegnante precaria siciliana che si rifiuta di veder ripiombare la scuola pubblica ai livelli di cinquant’anni fa?

Io capisco che frequentare il liceo in quelle condizioni, oltretutto con Formigoni come compagno di classe, possa lasciare segni indelebili nella psiche di chiunque, ma farsi vanto delle proprie miserie è un gesto abietto e meschino. Le persone intelligenti e sensibili lottano per impedire che le proprie miserie si ripetano. Le persone decenti non rispondono ai problemi di oggi sbandierando i propri di cinquant’anni fa, o indecente ex-ministro Castelli.

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7 Responses to “L’ex-ministro Castelli”

  1. Dani says:

    Non avrei potuto descrivere meglio il profondo sentimento di vergogna e di sdegno che ho provato ascoltando Castelli alle prese con la precaria di AnnoZero. Anch’io sono insegnante precaria, e tutti i giorni risento di questo marciume, di questo disprezzo per la cultura, di questo non rispetto per gli altri. Cosa sa Castelli della vita personale e professionale di quella precaria per ergersi ad esempio? Non gli viene il dubbio che possa essere una persona valida che non ha potuto avere quello che merita? Come si permette di parlare in quel modo ad una persona che freme di rabbia perchè le è negato il futuro? Eppure, pensavo amaramente, forse i precari non sono abbastanza, o non sono abbastanza informati. Altrimenti questi cialtroni non sarebbero al governo.

  2. luigi weber says:

    Indecente. La parola che ci vuole. Indecente.

  3. Elisabetta says:

    E’ stato pure vergognoso, ignobile, penoso e, quel che è peggio, immune alla realtà di un’Italia malridotta e scalcagnata che, nonostante tutto e nonostante lui&i suoi degni accoliti, vuole, cerca e deve sopravvivere.

  4. Elisabetta says:

    Vi segnalo ‘Castelli di rabbia’, sul blog di Silvia Ferreri http://www.unovirgoladue.com/blog/?p=250

  5. Alberto says:

    Impeccabili e sicure le parole della sig.ra Barbara Evola. Ero ragazzo ai tempi di De Gasperi, posso assicurare che allora la vita era molto più dura che ai giorni nostri, ma nessuno avrebbe avuto il diritto di ricordare ad un politico: Lei intanto ha un mensile da 20-30.000 €. (potrebbe essere la causa del mio precariato).
    Questa è la risposta che la sig.ra Evola si è dimenticata di dare alle penose affermazioni dell’on. R. Casstelli.
    Alberto

  6. letturalenta says:

    Rabbia, vergogna, sdegno: mi fa piacere che ci sia ancora un limite oltre il quale questi sentimenti rifioriscono. Grazie a tutti.

  7. Aurelio says:

    Segnalo che sull’onda dello sdegno provocato dal comportamento di Castelli è nato su Facebook questo gruppo (molto serio e organizzato):

    http://www.facebook.com/group.php?gid=254207197696

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