Maestra di morale o prostituta dei porti?

Pierre-Daniel Huet, tratto da http://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Daniel_Huet(Continua da qui)

Il Trattato è un libro che parla di letteratura senza usare mai la parola letteratura, che all’epoca non esisteva o non aveva il significato che le diamo oggi. In mancanza di una parola precisa, Huet è costretto a usare perifrasi, e così facendo arriva talvolta a coniare definizioni bellissime.

I Persiani non hanno punto ceduto agli Arabi nell’arte di mentire piacevolmente; mentre ancorché la menzogna fosse loro in altri tempi molto odiosa nell’uso della vita, e non proibissero altro con tanta severità a’ loro Figliuoli, nulladimeno, piaceva loro infinitamente ne’ loro Libri, e nel commerzio delle Lettere; se pure le finzioni debbonsi chiamar menzogne. (pag. 15)


Chi ha letto qualche libro di Giorgio Manganelli – l’autore di La letteratura come menzogna – non può restare insensibile di fronte a una locuzione come «arte di mentire piacevolmente», né può fare a meno di notare le numerose occasioni in cui Huet si sofferma sull’aspetto menzognero (oggi diremmo forse finzionale) della letteratura.

[Le Istorie] sono vere nella maggior parte, ma false solamente in qualcheduna: i Romanzi al contrario, sono veri in qualche parte, e falsi quasi in tutto. Quelle sono verità mescolate con qualche falsità, queste sono falsità mescolate con qualche verità. (pag 10)

Va da sé che anche per questo aspetto non è il caso di forzare il paragone. Manganelli scriveva trecento anni dopo Huet, e la sua idea di menzogna letteraria era molto diversa da quella dell’erudito francese, ma quello che mi interessa sottolineare non è tanto l’esistenza di improbabili discendenti diretti del Trattato, quanto le numerose assonanze con temi ancora attuali a distanza di secoli. In altre parole, leggendo questo libro si ha la netta sensazione che il discorso sulla letteratura, pur ramificandosi e facendosi sempre più articolato, ruoti da sempre attorno ad alcuni cardini ben oliati, uno dei quali è certamente il rapporto complesso fra verità e menzogna nella finzione letteraria.

Un altro, già che dal cilindro magico delle evocazioni è saltato fuori Manganelli, è la funzione pedagogica della letteratura, ovvero la sua capacità di impartire insegnamenti morali e civili. È possibile che a Manganelli sarebbe piaciuta la definizione di letteratura come «arte di mentire piacevolmente», ma è quasi certo che sarebbe inorridito di fronte a una frase come questa:

Non vi è cosa che tanto dirozzi lo spirito, e giovi tanto a incivilirlo e a renderlo proprio per lo mondo, quanto la lettura de’ buoni Romanzi. Questi sono precettori muti, che succedono a quelli del Collegio, e che insegnano a parlare e a vivere d’un metodo più istruttivo, e molto più persuasivo del loro, e del quale puossi dire quel che Orazio diceva dell’Iliade di Omero, ch’ella insegna la morale più fortemente, e meglio che i Filosofi più dotti. (pag. 63)

Contro questa idea della letteratura come maestra di vita Manganelli ha scritto pagine memorabili, fra le quali proprio il saggio La letteratura come menzogna, dove – dopo aver definito la letteratura immorale e cinica, prosegue così:

Taluno – tra i quali non rari grandi scrittori – meditò di togliere di mezzo la letteratura. Deliziosa lite con le proprie entragne. Altri, liberale e umanista, volle e vuole rieducarla. Periodicamente, taluno sogna un definitivo Ottimo Pastore ove addottrinati gentiluomini con voce nasale educheranno la letteratura a nobili missioni. Oppure, con avvocatesco fervore e astuzia da casista, scoprono che dopo tutto la letteratura collabora alle migliori sorti dell’uomo. (…) Ma essa, cortigiana di vocazione, rifiuta di farsi moglie virtuosa, onesta e schietta compagna. Vanamente la insidiano a farsi educatrice di figli sani ed eterosessuali, consorte indaffarata ed elegante. Da cortigiana si farà prostituta dei porti, puttana da camionisti.

Il Trattato ha più di trecento anni, il saggio di Manganelli quasi quaranta, eppure i problemi che affrontano sono tutt’altro che chiusi e risolti, perché la letteratura – a dispetto delle sinistre profezie che la danno periodicamente per morta e sepolta – continua a interrogare gli uomini, a sedurli, a ingannarli con menzogne piacevoli, e a farsi beffe di qualunque tentativo di impartirle compiti e doveri. Decidere se sia prostituta o maestra sarebbe un vano esercizio bizantino, dato che può indossare gli abiti dell’una e dell’altra a suo piacimento, con pari disinvoltura ed eleganza. Mentendo piacevolmente educa a riconoscere le menzogne spiacevoli, quelle dei potenti che si travestono da paladini, dei banditi che si spacciano per galantuomini, degli sfruttatori che straparlano di giustizia. E non lo fa per dovere o per missione, ma per il gusto di farlo.

Conclusioni
No, non concludo, non avrebbe senso concludere dopo aver martellato l’onesto e improvvido mio lettore con l’idea che il discorso aperto da Huet prosegue ancora oggi. Se prosegue, come penso, lo lascerò proseguire. Non sarò certo io, il lettore, colui che dai testi scritti trae diletto e nutrimento, a mettere un punto fermo.

(Fine)

4 Responses to “Maestra di morale o prostituta dei porti?”

  1. zop says:

    Manganelli era un grande.
    Tu non scherzi affatto.
    E io ti ringrazio!
    zop

  2. Gabriella says:

    Approvo incondizionatamente. In particolare, se c’è una cosa che mi fa venire immediatamente l’orticaria, è l’idea di “letteratura pedagogica” o quella secondo cui il romanzo dovrebbe essere edificante. E credo di non esser la sola ad aver questo tipo di reazioni ;-)

  3. letturalenta says:

    Gabriella, la tua orticaria è anche la mia, giuro!

    zop, Manganelli è vivo e lotta insieme a noi. Anche Huet, rapportato ai suoi tempi, è stato grande, Uno dei primi a cogliere le peculiarità del romanzo e a definirlo come genere autonomo.

    Spero di riuscire a pubblicare discorsi altrui sul suo Trattato nelle prossime settimane.

  4. Gabriella says:

    Attenderò con la stessa trepidazione con cui i lettori di Dickens si accalcavano nei porti aspettando frementi e sgomitanti la nave che avrebbe scaricato l’ultima puntata del loro feuilletton preferito ;->

    Questa lettura guidata-supportata-accompagnata-chiosata-spiegata nonchè dispiegata di Huet è una vera goduria. Alè!

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