In memoria di Primo Levi

L’11 aprile 1987 Primo Levi compiva il suo ultimo tragico volo. Vent’anni dopo, la magnifica Lina lo ricorda pubblicando sul suo blog un colloquio fra lei medesima e il grande alchimista della letteratura italiana. Una chicca da non perdere.

Per parte mia ricordo che il libro Chiacchiere di bottega di Philip Roth (Einaudi 2004) contiene una conversazione con Primo Levi datata settembre 1986, che da sola vale l’acquisto del volumetto. Quindi, o mio transeunte lettore, fila subito in libreria, compra e leggi, in memoria di questo grande ebreo italiano del secolo scorso.

19 Responses to “In memoria di Primo Levi”

  1. maria strofa says:

    sottoscrivo tutto: anche la mia sottoscrizione.

  2. a chiunque è capitato di uscire da un momento nerissimo aggrappato ad un libro. per me quel libro è stato La chiave a stella, forse un paio d’anni dopo la sua uscita.

    grazie per la segnalazione

  3. letturalenta says:

    Maria, hai appena inventato l’hyper-quoting.

    Grazie a te per la testimonianza, Mauro.

  4. Effe says:

    io ho un senso di appartenenza, di egoismo, di possesso, verso gli scrittori di questa terra.
    Levi, Fenoglio, la Ginzburg.
    Per i loro luoghi, quelio calpestati e visti.
    Grazie alla Sua lenta lettura, non è sfuggita questa pagina interessante (mi sono appropriato anche di quella, è ovvio)

  5. letturalenta says:

    Non vorrei suscitare la sua gelosia, Herr, ma sappia che tengo moglie torinese, con ascendenti mandrogni per parte di padre e con madre nata e cresciuta nella provincia granda, come Fenoglio, come Pavese.

  6. ipazia says:

    lettura: cosa non ci si inventa pur di occultare ascendenze ferraresi :-D

  7. michele says:

    questo grande uomo Italiano, grazie. (spero che si comprenda il mio sottinteso)

  8. letturalenta says:

    Ipa, non ho mai nascosto le mie ascendenze ferraresi (in realtà centesi, che è un caso un po’ particolare, essendo Cento sì in provincia di FE, ma molto più vicina a BO che a FE), ma dubito che l’esimio Effe ne sia geloso :-)

    michele, se il tuo sottinteso è che Levi era ebreo, non lo capisco, dato che l’italianità non comporta necessariamente l’ebraicità. Ci sono italiani ebrei e italiani non ebrei. Primo Levi era un italiano ebreo.

  9. La biografia delle edizioni Einaudi dice, con eleganza che sconfina nella menzogna: 1987, muore nella sua casa di Torino.

  10. michele says:

    Mio figlio è un delizioso bambino italiano, non un delizioso ebreo italiano.

  11. michele says:

    nel senso che mio figlio pur essendo ebreo, è un delizioso bambino e non un delizioso bambino ebreo italiano.

  12. stefania says:

    Grazie per la segnalazione. A proposito di Fenoglio mi piacerebbe se ne parlasse. Ho avuto un approccio a dir poco strano. E non riesco a paragonarlo a Pavese.
    Un caro saluto

  13. Effe says:

    (diverso, diverso Fenoglio da Pavese)

    Lettor lento, lei ha quindi cercato di guadagnare a sé la cittadinanza di Langa con il sotterfugio dello sposalizio.
    Vedremo come se la cava con il dialetto.

  14. letturalenta says:

    EliaSpallanzani (!) non sono molto aggiornato sulle cause della morte di Levi. Mi sembra di ricordare che l’ipotesi del suicidio non sia mai stata provata definitivamente, ma forse ricordo male.

    Michele, sono certo che tuo figlio è un bambino delizioso, ma anche che non è Primo Levi. Secondo me l’ebraicità di Levi è un dato centrale della sua vicenda umana e letteraria, e credo che sarebbe sbagliato ometterla, parlando di lui.

    Ste, ho messo assieme Pavese e Fenoglio solo per le comuni origini langarole. Altri paragoni li lascio agli esperti, che io non sono mica capace.

    Effe, il dialetto delle langhe un po’ lo capisco, ma non mi azzarderei mai a parlarlo. E dato che la langa è vasta, preciso: Dogliani e zone limitrofe. Però a bere dolcetto, nebbiolo, barolo e barbaresco me la cavo egregiamente.

  15. stefania says:

    Ma non era una critica. E’ che spesso sento fare questo paragone. E , al di là di quel che dice Bocca, c’é un approccio con Fenoglio che non mi torna. fatto personale, altro argomento….
    Spero se ne parli un giorno
    Ciao

  16. letturalenta says:

    Ste, mo mi hai messo curiosità. Ne parleremo alla prima occasione davanti a una bella boccia di rosso langarolo.

  17. Effe says:

    Intorno a Dogliani anch’io.
    Stia accorto, la prossima volta che ci torna.

    (ah, per Levi: mi sembra avesse detto che l’essere ebreo non aveva valore particolare, per lui, e che questo valore gliel’aveva successivamente imposto la sua esperienza concentrazionaria)

  18. michele says:

    La centralità “ebraica” di Primo Levi, è centralità umana e come tale, non ha bisogno di distinguo. Essa è patrimonio e non ha bisogno di nessun distinguo. Espressione totalizzante, l’essere uomini. Mio figlio è Primo Levi, altrimenti non saprei proprio da dove iniziare. (spero che si vorrà cogliere questo dato concreto)

  19. elioslibri says:

    ho conosciuto Primo Levi nel 1980; ne parlo su http://blog.libero.it/elioslibri

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