Volta la carta la ze finia

Libera nos a maloNon sapevamo più cosa dirci. Sopra di noi c’era una lampadina di vecchio stile, l’unica rimasta col suo piatto di banda, tra i lampioncini nuovi. «Bisogna darle una buona probabilità» ho detto io. «Solo un sasso per ciascuno, piccolo, e stando seduti». Ho tirato io, un po’ a destra, poi Mino, un po’ a sinistra. Poi ha tirato Nino e c’è stato un piccolo boato e pareva che fosse scoppiato un globo di buio. Abbiamo riso a lungo imbarazzati, e poi siamo andati via. Volta la carta la ze finia.

Sono le ultime parole di Libera nos a Malo di Luigi Meneghello, che altre parole, ahinoi, non ne potrà scrivere più.

6 Responses to “Volta la carta la ze finia”

  1. kalle says:

    Ho letto di Meneghello poche cose e sparse. Recentemente le sue note sulla “Domenica” del Sole 24 Ore e anche parte delle sue Carte. Ma avrei voluto e vorrei dedicare piu’ attenzione al suo lavoro. Grazie per averlo ricordato.
    K.

  2. ho avuto la fortuna di conoscerlo e di passare del tempo con lui nove anni fa. quel tempo si era incasellato da sé nella parte del cuore nella quale stanno le esperienze belle della vita. quelle che non prendono mai la polvere.
    in qualche modo oggi mi sembra che siamo in parecchi a sentirci un po’ più orfani.

    grazie dell’ospitalità, non mi riusciva di farne un post, da me.

  3. letturalenta says:

    kalle, di Meneghello bastano poche gocce! Era un maestro vero, di quelli che non hanno bisogno di tirarla tanto per le lunghe. Su Nazione Indiana trovi una sua bellissima dissertazione sulla parola “Jura”.

    Mauro, secondo me il tuo commento è già un ottimo post. Fossi in te lo copincollerei sul blog, dico davvero.

  4. MAMA, COSSA GHE ZÉ

    HAMLET: Now, mother, what’s the matter?
    QUEEN: Hamlet, thou hast thy father much offended.
    HAMLET: Mother, you have my father much offended.
    QUEEN: Come, come, you answer with an idle tongue…

    AMLETO: Mama, cossa ghe zé, cossa gavìo?
    REGINA: Ucio, te ghe ofendesto to popà.
    AMLETO: Mami, gavì ofendesto me popà.
    REGINA: Dai, dai, ste cuà le zé risposte ossiose…

    Eccetera.

    (Luigi Meneghello, “Trapianti”, Rizzoli)

  5. […] p.s. pubblicato dopo aver letto questo post […]

  6. Devo smetterla di comprare romanzi molto commerciali e decidermi a leggere cose di maggior spessore…..

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