Libreschi rovelli

Là fuori, fuori dalle pagine e dalle copertine dei libri, ci sono cumuli di spazzatura ai bordi delle strade, mensilità insufficienti a procurarsi il necessario, rinunce forzate a desideri vitali, sensi di colpa per colpe mai commesse, dolore, sconforto, frustrazione e altre infelicità. Davanti a un simile tracollo dell’umano, un elementare senso di misura e di pudore dovrebbe suggerire a chiunque di astenersi da libreschi rovelli. Ma il lettore, si sa, è cocciuto e tetragono:

Lettore: non hai l’aria felice, fratello, che cosa ti turba?
Padre di famiglia: costringere i miei bambini ad astenersi dalla carne fino alla prossima busta paga, ecco cosa. E tu? Ho visto un’ombra attraversare il tuo bel sembiante. Qual è dunque il tuo cruccio?
L: Eh… problemi grossi, mio dolce amico…
PdF: Parla, orsù, apri il tuo cuore a chi ti vuol bene!
L: Non so…
PdF: Non temere, lascia che la tua angoscia sgorghi fino al mio orecchio.
L: Dicevo, non so se leggere l’ultimo libro di Giuseppe Genna, Hitler, oppure no. Vedi il punto dolente è che…
PdF: Lettore…
L: …c’è chi ne tesse le laudi e chi lo stronca, e io…
PdF: Lettore!
L: …non ho ancora deciso se… Ah, scusami, non ho inteso subito il tuo richia…
PdF: Lettore: ma vaffanculo, va’.

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