Olé

Gualberto Alvino, Là comincia il Messico, PolistampaCe l’ha fatta, alla faccia di qualche tentativo andato a vuoto, uno dei quali mi vide tristo protagonista. Là comincia il Messico è un gran libro, siore e siori: andate, comprate (col 20% di sconto al sullodato link), leggete. Parola mia, non ve ne pentirete. La scrittura di Gualberto Alvino, tagliente e chirurgicamente esattissima, basta da sola al piacere della lettura. La storia narrata è di quelle che non si lasciano dimenticare. Ho detto.

Dalla quarta di copertina:
La solitudine, la rivolta contro il destino, la ferocia di Dio, l’inettitudine, la malattia, la morte, attraverso la storia di un intellettuale colpito da uno dei sintomi psichiatrici più spaventosi: le allucinazioni uditive. La voce narrante è la voce stessa della follia: quindi non prima, non terza, ma seconda persona; un basso continuo che distrugge gradualmente i pilastri su cui poggia la vita del protagonista, filologo e critico letterario di fama, il quale si trasformerà da dissettore di libri a scalco di corpi. Un processo di bestializzazione che riesce a essere una metafora dei nostri tempi. “Là comincia il Messico” è la frase che pronunciavano i banditi dei film western quando erano vicini al confine, oltre il quale nessuno avrebbe potuto acciuffarli. Qui indica il salto, l’orrenda metamorfosi che il personaggio si accinge a compiere.

4 Responses to “Olé”

  1. Effe says:

    si libi nei lieti calici

  2. letturalenta says:

    Si libi e si libri, perdiana.

  3. Scusa, la collana è “I neo-barocchi”?

  4. massimo says:

    Son contento. E ancora mi scuso.

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