Le statistiche ufficiali sul mercato librario italiano classificano come lettori forti coloro che leggono almeno 12 libri in un anno. Forse questa cifra farà sorridere i lettori a ripetizione – quelli capaci di ingurgitare 3-4 romanzi die pur di tenere il passo di uscita delle novità – eppure è così: un libro al mese basta e avanza per entrare nel gotha della società lettoria nazionale.
Non v’è chi non veda (suppongo) che, a causa dell’ineludibile propensione della mente umana alla logica binaria, la definizione di lettore forte genera automaticamente, per opposizione, quella di lettore debole. Dal punto di vista delle statistiche il lettore debole è colui che legge meno di dodici libri all’anno, ma qui, in questo luogo di liete divagazioni, possiamo permetterci di prescindere dalle crude cifre e modificare a piacimento le definizioni.
Dirò dunque lettore forte colui che può a buon diritto affermare d’aver letto tutti i libri importanti dell’epoca sua, e lettore debole colui che, per pigrizia o per impedimenti oggettivi, è ancora assai lontano dal traguardo della perfetta erudizione.
Un giorno, or son tre anni e più, un autorevole frequentatore di it.cultura.libri così parlò:
Non ultima menda dei contributori a ICL è quella di non aver letto tutti i libri.
(ICL, sia detto a beneficio del lettore che ignora l’esistenza di Usenet, è la sigla di it.cultura.libri)
Risposi, a mo’ di chiosa, con la seguente apologia del lettore debole.
Mi consenta di ergermi a fiero rappresentante di codesta schiera di peccatori, signore. Non per polemizzare con lei, che brilla per cortese ironia, ma per il gusto di chiosare.
Noi lettori deboli siamo preda costante di un kafkiano senso di colpa: non aver letto abbastanza. Sappiamo che prima o poi questa manchevolezza verrà scoperta, e che il tribunale della lettura universale ci recapiterà un giorno l’ingiunzione a comparire.
Nondimeno, gentile signore, noi ci sforziamo di emendarci, quando il tempo e le cure del giorno ce lo consentono. Noi sappiamo di essere in colpa e non vogliamo mancare due volte, restando oblomovianamente inattivi nella nostra ignoranza.
Leggiamo più che possiamo, e al solo scopo di preparare per tempo la nostra difesa, sapendo che i messi del tribunale della lettura universale non tarderanno ad arrivare.
Tuttavia, lei capirà, il giorno è breve e gli scrittori sono dannatamente tanti. Così siamo costretti nostro malgrado a operare delle scelte. Non potendo guarire del tutto la nostra ignoranza, ci accontentiamo di lenirla, costruendo lentamente la nostra piccola biblioteca, riconoscibile più per le grandi (e colpevoli) mancanze che per le poche presenze.
Non chiediamo un generico perdono, signore, e non intendiamo sottrarci al giudizio, ma a volte non possiamo fare a meno di rammaricarci della supponenza con cui veniamo trattati dai lettori forti, che formeranno la giuria il giorno del processo. Ci evitano con disgusto o al più ci riservano battutine e lazzi da caserma, per manifestare il loro disprezzo.
Sappiamo che loro sono nel giusto e che i colpevoli siamo noi lettori deboli, ma non capiamo il motivo di tanta arroganza. Forse non si rendono conto che leggere è un privilegio, e che farsi forti dei propri privilegi è un segno di debolezza.
Tags: apologia, lettore debole, lettura, Libri
Ho visto solo ora che hai cambiato casa, perciò ti rispondo qui.
“Le statistiche ufficiali sul mercato librario italiano classificano come lettori forti coloro che leggono almeno 12 libri in un anno.”
Allora sono fortissima!
“Dirò dunque lettore forte colui che può a buon diritto affermare d’aver letto tutti i libri importanti dell’epoca sua, e lettore debole colui che, per pigrizia o per impedimenti oggettivi, è ancora assai lontano dal traguardo della perfetta erudizione.”
Allora sono debole!
Mamma mia, sono in crisi!!! Che lettrice sono?
Questa lacerazione identitaria è il dramma del lettore contemporaneo, Maura: anche mettendosi d’impegno, come si fa a leggere tutti i libri? Hai voglia a impilare tomi sul comodino, ma leggerli è impresa superiore alle nostre forze: o ci si trasforma in deplorevoli lettori veloci, oppure ci si rassegna a restare lettori deboli. Quanto a me, la mia natura di lettore lento non mi dà scelta: sarò lettore debole a vita. E tutto sommato, ti dirò, la cosa non è priva di aspetti positivi.
Si, sono d’accordo.
Io, poi, non riesco neanche ad operare delle scelte. Quando inizio a leggere un libro deve crearsi un’alchimia tra me e il libro stesso, per cui va a finire che non riesco mai a leggere quello che razionalmente vorrei. Probabilmente è un bene.
io invece mi trasformo in lettore debole o forte secondo le fasi della vita, la mia salute fisica e mentale, i libri che mi sono procurata e altre mille ragioni credo. per lunghi o brevi periodi resto immobile su di un romanzo, un fumetto, un saggio o qualsiasi altra cosa e mi sembra di non uscirne più e già mi vedo vecchia e curva alle prese con le ultime pagine di un libro mai finito veramente. altre invece non faccio nemmeno in tempo ad affezionarmi ai personaggi, ai disegni, ai dialoghi che sono catapultata in un mondo diverso e mi ci trovo meravigliosamente e inaspettatamente bene. beh, scherzi a parte è davvero così nel mio caso, oscillo tra debole e forte, non rispetto alle statistiche, ma rispetto ai miei ritmi, e non sempre ciò dipende interamente da me.