Lettura e scrittura, come dicevo un paio di post fa, sono vizi confratelli. A riprova di questo, dalla blogosfera italica nascono con sospetta simultaneità due iniziative – l’una scrittoria, l’altra lettoria – separate quanto a comitato organizzatore, ma strettamente legate da eversivi lacciuoli sotterranei.
Sul fronte della scrittura, fervono i preparativi per le Scritture di strada, animate da volontari che metteranno carta e penna a disposizione di passanti desiderosi di lasciare una labile traccia scritta del loro passaggio terreno. Recita il bando: Domenica 7 Maggio andremo nelle vie e nelle piazze, ci fermeremo nelle perifierie o nei centri distratti, fermeremo la gente per strada, e daremo consapevolezza a chi forse diversamente non l’avrebbe, o l’ha smarrita e barattata, di avere cose da dire e da scrivere, e della necessità di farlo subito, con urgenza perfetta, proprio in quel luogo tra asfalto e cielo.
Lato lettura, invece, spunta dal tronco di Vibrisse un nuovo ramo intitolato per l’appunto Bottega di lettura, dove altri volontari – non paghi d’aver sottratto all’incremento del PIL ore preziose per dedicarle ai libri – doneranno alla congrega dei leggenti altro tempo speso a compilare accurate recensioni ricche di commenti mercuriali, irriverenti note a margine, chiose scaltre e glosse capziose. La bottega di lettura s’avvia a diventare silloge, epitome, centone e regesto nazionale del vizio di leggere.
Entrambe le iniziative sono aperte a nuove adesioni. Gli aspiranti estorsori di scritture e contrabbandieri di letture possono rivolgersi ai siti sopra linkati per informazioni.
è nata prima la scrittura o la lettura (del mondo)?
Si veda a tal proposito il saggio “Una sola pagina nera” del callido prof. Letturalenta.
prima la lettura, son d’accordo anch’io.
Nel post sottostante da lei citato ho ritenuto, come atto di giustizia, di lasciare un imprescindibile contributo
Lieto dell’accordo sulla successione cronologica. D’altronde ancora oggi permangono tracce della maggiore vetustà della lettura rispetto alla scrittura. Espressioni come “leggere i segni dei tempi” si riferiscono con tutta evidenza a esperienze archetipiche di lettura in assenza di codici pittografici, ieroglifici o alfabetici.
Al di là della successione storico cronologica penso sia difficilissimo scindere le due attività: leggere è riscrivere e scrivere è rileggere.