Qualche post fa ho usato un libro per descrivere le subdole arti seduttive mercé le quali i libri acquistano i lettori nelle librerie. Quel libro era Zadig, deliziosa fiabuccia volterriana, sì insomma, di Voltaire. Ieri stavo sbirciando questo blog, e precisamente un post intitolato Contro il letteraturismo, definito dalla padrona di casa «convinzione che tutto sia ormai stato scritto, che il grande romanzo sia finito e che non ci siano più gli scrittori di una volta». Si tratta della nota posizione espressa ciclicamente – per lo più nei mesi estivi, ma senza disdegnare qualche puntata fuori stagione – da vecchie glorie delle patrie lettere ormai in stato di giubilazione (o mummificazione che dir si voglia).
Che c’entra? ti chiederai, o rapido e distratto lettore. Cos’è che coincide qui? E aspetta, no? non ho ancora finito. Hai fretta? c’è qualcuno che ti corre dietro? sei mica Casati che deve prendere l’autobus, no?
Prosegue la blogger: «Chi dice che non c’è più niente da scrivere, secondo me, ha semplicemente disimparato ad osservare e non si rende conto della quantità di cose che non sono ancora state raccontate.» Questa faccenda del tutto è già scritto quindi non c’è più niente da scrivere mi ricordava qualcosa, ma lì per lì non mi è venuto in mente cosa. Ero quasi sicuro che si trattava di qualcosa che avevo scritto da qualche parte, quindi sono andato qui e ho fatto l’opportuna ricerca. E vualà, eccolo lì: un pezzullo su Zadig di Voltaire, che contiene questa frase: «sebbene tutto sia già stato scritto, tutto deve essere riscritto». Ma non è finita.
Sempre ieri, mentre girovagavo nel vicinato blogghico, sono capitato da questa signora qui, maestra indiscussa di verbiludio, e l’ho sorpresa nell’atto per lei abituale di giocare con le parole. Ebbene, mentre lei parlava di un uomo senza faccia, a pochi passi da lì un altro signore che conosco parlava di un uomo di fumo! Non può essere un caso che due uomini così immaginari e sospetti si aggirino per la blogosfera in tempi così ravvicinati. Ci dev’essere un nesso. Un nesso ci dovrà pur essere. Ma non è finita.
Faccio ancora due passi e mi trovo davanti al blog/opificio di sperimentazione letteraria e scopro che il titolare ha appena fondato un movimento letterario denominato DADIsmo, con tanto di manifesto stile avanguardia storica. Niente di strano, conoscendo un po’ il blogger in questione, se non che poche ore dopo il post, ma prima di leggerlo, avrei immaginato uno pseudo-movimento letterario chiamato lentismo. Due movimenti letterari nati a poche ore di distanza! Anche questo non può essere un caso.
E non sarebbe finita ancora, ma tanto basta a rendere l’idea dei legami più o meno visibili tra le cose. Idea antichissima, niente affatto nuova, scritta e riscritta decine e decine di volte. L’idea che tutto si tiene, che quando muore un uomo muore l’umanità, che un battito d’ali di farfalla può provocare un terremoto agli antipodi, che effetti e cause sono una catena percorribile all’indietro fino alla causa prima, che a un’azione corrisponde una reazione, eccetera eccetera. Cose già scritte che devono essere continuamente riscritte, pena la fine della grande commedia umana. E con questo si torna all’inizio del post, che quindi richiede anche un link a sé medesimo.
uh, quanti link! meno male che vedo cosa sono senza cliccarli (ma non per chiarowebgenza), ché sennò ci sarebbe voluto troppo _tempo_.
Un po’ come le fiabe che percorrono fiumi sotterranei e spuntano qua e là con magiche somiglianze.
Che dici, forse un po’ tutti ci assomigliamo?
Bart
anche io son passato da quel post[o] proprio ieri, e proprio appena prima di te!!! ma solo perché tu sei un po’ più lento! ciò ormai mi è manifesto! e comunque anche io – coincidenza nelle coincidenze – avevo scritto qualcosa a proposito del fatto se c’è ancora qualcosa da scrivere… e cercando in google l’ho trovato: http://www.zop.splinder.com/1118909326#5048911 (non l’avrà già scritto anche qualcun altro mi domando?) bah…
PS il manifesto della lettura lenta è bello! non si capisce niente però! è scritto in inglese! z
” l’idea dei legami più o meno visibili”, con gli esempi che hai fatto, qui capita spessissimo: è una sottile “liason” che collega i pensieri e le idee.
Una “corrispondenza di bloggosi sensi” :-)
Benef, you’ve perfectly got the point.
Bart, sì, siamo tutti un po’ carsici.
zop, maddài, e con tanto di link circolare! Ogni volta che ci incrociamo scatta l’analogia, a partire da rosencranz e guildestern sono morti. Un giorno andremo a mangiarci una pizza nello stesso posto, naturalmente senza essercelo detto prima.
è già successa la cosa della pizza! solo che non lo sappiamo! z
eeh, generoso lentore, lei m’imbarazza alquanto linkandomi così, a sorpresa mentre, coi bigodini in testa, sono tutt’intenta a manducare rigatoni&motti, le mani collose per il troppo pasticciare biscotti..
ecco, lo vede? ora ho l’ego che svolazza a venti metri da terra (talché credo che mi tocchi zavorrarne l’esigua consistenza a più ferrate e solide ciabatte)
PlacidaSignora è un nick oltremodo appropriato in un contesto lentista. Anche questa coincidenza è sicuramente parte della sottile liason tutt’altro che dangereuse.
zop, cavolo, è vero! avevo completamente dimenticato di non saperlo!
esimia gabryella, oramai, dopo questa mia riprovevole irruzione nell’intimità del tuo blog possiamo darci del tu (chiedendo permesso, va da sé).
(Mistero: io posto un commento, torno un’ora dopo e ne trovo uno postato prima del mio, ma che un’ora prima non c’era. Indagherò)
Che strano essere citata come “la blogger”!
d’accordissimo per il “tu”, un po’ meno per l’esimia – ché, altrimenti, come potrei sostenere d’essere “senza qualità”?! (pur avendo qualche difficoltà a negare che l’assenza di qualità costituisca a tutti gli effetti una qualità, sebbene parecchio privativa)
p.s. come graziosamente messaggiato all’utenza intiera (150mila animeinansia), pare che da alcuni giorni splinder “stia lavorando..”
Maura, àbbi coscienza della tua nuova identità: tu sei blogger, e su quel blog spenderai la tua esistenza (virtuale, s’intende).
Splinder sta lavorando? ommammasanta…
e di sicuro il lentismo non puo’ essere che uno pseudo-movimento – un movimento difatti lento, lentissimo. Detto da uno staticissimo simpatizzante lentista e vicinista(*).
(*) che’, se mi posso permettere, mi sembra appunto il lentismo non possa fare a meno del vicinismo. Consistente nel guardare il testo a distanza breve, brevissima. Di periodo, di frase, di parola. Oserei dire di lettera, di virgola e punto. Di tratto ascendente e discendente, di occhiello.
(del vicinismo sano e morale, sia ben chiaro. Perche’ mi rendo ben conto di come esso si possa subdolamente mutare in eresia vicinistica, se raggiunge l’esatta piattezza della pagina, il confine inesistente dell’inchiostro – che’ i confini, come noto, a guardarli da vicino si fanno vaghi. Non sia mai…)
ehilà kalle, son contento di vederti anche di qua. ‘spetta che ti presento. Siore e siori, kalle è iciellino d’antica data, nonché colui che mi ha segnalato l’intervista lentista di Carlo Ginzburg, che è una nostra comune passione.
E sì, la lettura lenta implica la lettura ravvicinata, fino al corpo (tipografico) a corpo (umano).
Permettimi, Luca, di salutare anch’io Kalle Blonquist, in ricordo di tempi già un po’ lontani.
Bart
Bravo tato Luca. Carino l’accenno a Dio (causa prima):-)
Ecco, in obbedienza al verbo lentista, buona ultima, tartaruga tallonata d’Achille, vi leggo e mi rigiro tra i link. Concordo sul fatto che non ci sono più le mezze stagioni, che il romanzo è morto e che una volta i treni arrivavano in orario (ora sono incontestabilmente più lenti)(incontestabil-lenti?). E che troveremo sempre un modo, un altro modo, per dirlo. Siamo specie modale, come tutti sanno. Quanto ai legami tra le cose, è ovviamente tutto un infinito link (le cellule cerebrali sono un ottimo esempio, e il web una fenomenologia attuale, ma null’altro).
Venite qualche volta a trovarci alla nostra
Socièté des cartographes fous!
http://societe.splinder.com/
C’è un tema che potrebbe interessare i blogghisti
Scrivere sull’acqua
la combinazione di questo post con quello di Maura qui citato, sono già in sintesi un manifesto che mi sento di sottoscrivere.
Lucio, colgo l’occasione per dichiarare che questo blog è opera di fantasia, e che l’accenno a Dio è puramente casuale. Non vorrei mai incappare nelle ire di Marcello Pera.
Bart, saluto te che saluti kalle, che invito a ricambiare i saluti in una rutilante e gioconda giostra salutista.
manginobrioches, grazie per la lentezza con cui sopraggiungi: lo considero un graditissimo omaggio.
mauro, hai letto anche le parti scritte bianco su bianco in corpo 1, prima di sottoscrivere?
Bene Luca, allora io saluto te che saluti Bart che saluta me. E poi risaluto Bart che ho gia’ salutato per mio conto. E gia’ che ci sono saluto anche Lucio. E tutti quelli che mi conoscono, come dicevano nelle radio private. E pure quelli che non mi conoscono. E le forme di vita aliene di alpha centauri.
(ma volevo anche rassicurarti, per un po’ non mi faccio piu’ sentire :-) )
mi spingo in un commento, ardito nell’atteggiamento e un pò gaglioffo nel lanciarmi senza riflettere troppo sulle tue righe (mea culpa se non sarà gradito).
il concetto di chiusura dei tempi letterari, delle epoche, del “è già stato scritto tutto ” credo sia da imputare alla paura dovuta alla nostra finitezza (taglio subito ogni ragionamento puntando all’origine di una simile riflessione, conscia o inconscia che sia). è rassicurante il pensiero stesso che ormai noi abbiamo già potuto conoscere tutto l’interessabile, forti del passato e della storia. in realtà la natura è cinica ed indifferente, continua il suo ciclo, di vita di morte e di idee.
non c’è un filone che ha inizio e fine, ma un percorso che è partito moolto tempo fà e che non conosce fine grazie al circolo delle idee, potrebbero esserci riferimenti al passato nei nuovi movimenti, verissimo.
ma lo si fa perchè, a volte, fra il “da dove veniamo” e “dove andiamo”, è assai più rassicuarnte la prima ipotesi, poichè non ha varianti.
Kalle! resta con noi, non ci lasciar! (nei limiti del tuo libero arbitrio, s’intende).
Joseph, per dirti quanto sono d’accordo, pensa che da Maura, blogger qui citata e sopra commentante, ho depositato a mia volta il seguente commento: «la letteratura mondiale di tutti i tempi non è altro che un insieme di variazioni sul tema: “l’essere umano sa di dover morire e ‘sta cosa gli dispiace parecchio”».