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Una risposta pienamente condivisibile

Friday, December 17th, 2010

Una risposta pienamente condivisibile all’articolo francamente miserello di Roberto Saviano sui moti di piazza del 14 dicembre.

“Questo governo in difficoltà cercherà con ogni mezzo di delegittimare chi scende in strada”, “ci sarà la volontà di mostrare che chi sfila è violento”, dice Saviano, troppo giovane per sapere che è sempre stato così. Da sempre i potenti sanno che dipingere il dissenso come minaccia al quieto vivere è una tattica vincente. Non c’è niente di nuovo in questo, e non è mai stata una buona ragione per smettere di protestare. Certamente non è una buona ragione per accodarsi agli slogan dei potenti.

Il 14 dicembre a Roma ci sono stati eccessi sia da parte dei manifestanti che da parte delle forze dell’ordine. Spetta alla magistratura stabilire se questi eccessi sono penalmente rilevanti. Il dato politico che Saviano mostra di non cogliere è che in Italia, all’altezza cronologica del 14 dicembre 2010, ci sono migliaia di persone a cui resta solo la piazza per manifestare il loro disagio. Il tasso di violenza di queste persone è politicamente (non penalmente) irrilevante. Quando migliaia di persone urlano a squarciagola che non ce la fanno più a campare, il compito dei politici e degli intellettuali non è quello di giudicare il loro tono di voce o la loro dotazione di spranghe e di molotov, ma è quello di restituire a queste persone buoni motivi per vivere pacificamente.

Mele

Wednesday, June 30th, 2010

Renetta, tratto da winecountry.it/assets/besideWine/frutta/renetta.jpgSul quotidiano «Trentino» del 7 giugno scorso un articolo riportava una dichiarazione piuttosto forte di Roberto Saviano a proposito di mele e criminalità organizzata:

«Esponenti della ’Ndrangheta con la complicità di mediatori trentini si sono dati da fare per gestire la distribuzione delle vostre mele». Davanti a quasi mille persone che gremivano l’auditorium Santa Chiara lo scrittore anticamorra ha dato un esempio della pervasività delle mafie. Citando atti di un’inchiesta calabrese ha rivelato che il prodotto più tipico del Trentino stava per finire sotto il controllo del crimine organizzato.

Ieri, sullo stesso quotidiano, un altro articolo ha rivelato che Roberto Saviano, interrogato telefonicamente dai carabinieri a proposito di quella dichiarazione, se l’è rimangiata:

L’autore di «Gomorra» ha spiegato che le sue dichiarazioni «volevano avere un effetto choc di sensibilizzazione e allarme rispetto al significato prettamente documentale e giornalistico offerto l’indomani dalla stampa locale che, fra l’altro, titolava “I mafiosi sono qui tra le mele del Trentino”». Lo scrittore, insomma, non aveva elementi concreti per dire che l’invasione malavitosa era già in atto.

Lo stesso articolo ci informa che già l’8 giugno «la Procura di Reggio Calabria aveva negato che fosse in corso alcuna indagine o inchiesta», contrariamente a quanto affermato da Saviano.

Domande:
1. È lecito pensare e scrivere che in questa occasione Saviano ha preso una cantonata? (risposta mia: sì).
2. È lecito pensare e scrivere che Saviano non ha fatto una verifica accurata delle fonti quando ha citato un’inchiesta giudiziaria poi rivelatasi inesistente? (risposta mia: sì).
3. È lecito — dopo aver risposto sì alle prime due domande — concludere che con le sue dichiarazioni Roberto Saviano aveva intenzione di assalire gli onesti distributori di mele trentine “ricorrendo ai più bassi trucchi del mestiere — omissioni, falsificazioni, uso scorretto delle fonti, vere e proprie menzogne”? (risposta mia: no).

Il virgolettato dell’ultima domanda è tratto da questo articolo comparso su Carmilla il 22 giugno scorso, una dura e argomentata critica al libro Eroi di Carta di Alessandro Dal Lago, purtroppo rovinata da quella stoccata finale ad hominem e da una conclusione che puzza lontano un miglio di character assassination:

Ecco chi è l’uomo che sparò all’autore di Gomorra: un ego ipertrofico, esorbitante. Ci si potrebbe chiedere, alla maniera del vecchio Kant, cosa c’è nell’animo di un tale esorbitante individuo. O almeno, qual è l’odore che esorbita da un simile animo quando ironizza sul «Siamo tutti Saviano».

Il malcostume di sfruttare la critica a un testo per insultare l’autore è più diffuso di quanto si sia generalmente disposti ad ammettere.

Compito per le vacanze (da me a me medesimo assegnato, beninteso): rileggere molto, molto attentamente Contro Sainte-Beuve di Proust.

Dichiarazione spontanea

Monday, May 10th, 2010

Non vorrei sembrare scortese e sprezzante, ma ci tengo a informare l’universo mondo che di tutto quello che dice, pensa o fa Emilio Fede non me ne potrebbe fregare di meno.