Archive for July, 2007

Misteri della rete

Monday, July 30th, 2007

Il 13 marzo 2006 ho scritto un post intitolato Attenzione: blog comunista!, credo in occasione di una delle molte cretinate sparate in campagna elettorale dall’allora presidente del consiglio. Il mistero della rete è che questo post continua a raccogliere commenti da oltre un anno. L’ultimo è arrivato il 26 luglio scorso, in esplicita risposta al commento precedente, datato 2 luglio.

Sembra insomma che questo innocentissimo post abbia creato una specie di “comunità virtuale” estemporanea, che lo usa come terreno di scambio di opinioni (e anche di fesserie, ci mancherebbe) su comunismo e zone limitrofe. Immagino che il “medium” di questi incontri quasi fantasmatici sia Google, ma non ho né il tempo né la voglia di cercare conferme.

Qualora qualche sociologo di passaggio fosse interessato al fenomeno, può seguirlo in diretta qui.

Un libro come tutti gli altri

Friday, July 27th, 2007

fettaIeri sul Corriere della Sera è uscito un articolo di Luigi Ferrarella dedicato alla presenza delle vittime del terrorismo in molti libri usciti di recente. Nell’articolo viene citato anche Una tragedia negata, che – come anche le suocere dei giornalisti sanno – è un saggio di Demetrio Paolin pubblicato da vibrisselibri.

Oggi Giulio Mozzi, dalla quiete del suo buen retiro vulcaniano, nota che l’articolo di Ferrarella «Cita il libro del Paolin come se fosse un libro qualunque. Un libro come un altro. Un libro che non ha bisogno di precisazioni. Un libro, in somma. Fatto e finito. Come tutti gli altri».

Ecco, anche questo è un risultato concreto dell’attività di vibrisselibri, un risultato in linea con quello che dicevo qualche giorno fa, cioè questo: là fuori, nel vasto mondo malato di velocità, qualcuno ogni tanto si ferma a leggere i libri che noi parsimoniosamente mettiamo in circolazione. Li legge, li commenta, li cita di striscio in un articolo di giornale, e poi – chessò – magari li consiglia ad amici e parenti, li salva su una chiavetta USB per portarseli nella casetta di campagna, li gira per email alla mamma o alla suocera, ecc.

Son soddisfazioni.

[dtfn] XXII – Margini

Tuesday, July 24th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Sempre nuove insidie sorgono a minacciare la salutare e necessaria comunione fra umanità e letteratura, e non è facile far fronte a tutte con pari efficacia, ammesso che sia possibile anche solo individuarle. Il commento tenta di rubarci letture smontandoci a pezzi e circondando il nostro testo di una tal mole di parole dotte e ragionevoli da renderlo di fatto inaccessibile. I banditi che fanno carta straccia delle nostre tradizioni morali in cambio di grandi tirature riducono l’arte del racconto all’imitazione piatta e volgare degli aspetti più superficiali della vita umana, rinunciando a cercare cupe o luminose assonanze con le angosce più ineffabili, i piaceri più inconfessabili, il dolore più inesprimibile, la gioia più afasica.

L’uno e gli altri blandiscono l’umanità con false promesse di significati comprensibili e rimedi efficaci contro le incertezze e la precarietà dell’esistenza. Venite a me, dice il commento, fidatevi! Io vi rivelerò tutti i segreti del racconto, anche i più riposti. Seguitemi fiduciosi e capirete! State con noi, aggiungono i banditi. Noi abbiamo le storie che desiderate, quelle che parlano di voi, della vostra vita di tutti i giorni! Accostatevi a noi senza timore, e vi mostreremo come superare qualsiasi dolore e come conquistare la felicità qui e ora! Spudorate menzogne! Eppure non sono questi gli unici pericoli, e forse non sono nemmeno i più temibili. Hai ben visto come noi racconti siamo capaci di difenderci dalle interpretazioni, e puoi giurare che anche i banditi non hanno gioco facile: cercano in tutti i modi di costringerci ai margini della nostra società per indebolirci e ridurci al silenzio, ma non sanno che i margini sono il nostro habitat naturale, e che le rotte periferiche sono le nostre preferite.
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La cinquina

Friday, July 20th, 2007

Ovvero i cinque libri pubblicati da vibrisselibri negli otto mesi trascorsi dalla fondazione a oggi. Succede che là fuori qualcuno ne parla, segno che qualcuno li legge, segno che non furono pubblicati invano.

Elena F.Ricciardi su Appuntamento con il notaio di Alessio Paša.
Gianna Morselli su Tana per la bambina con i capelli a ombrellone di Monica Viola.
Antonella Pizzo su Nenio di Eugenio De Medio.
Intervista di Michele Trotta a Demetrio Paolin, autore di Una tragedia negata.
E infine Ramona Corrado e Pino D’Emilio su L’organigramma di Andrea Comotti.

Di L’organigramma deposito qui il celebre frammento dedicato alla cerimonia del tè freddo alla pesca, degna risposta brianzola ad analoghi riti nipponici.

Il sole cossigava a picco e anche la sete di Nicotrain picconava apicalmente da non poter dilazionare oltre il rendez-vous col bicchiere mezzo litro di tè freddo alla pesca, che si era preparato sue proprie mani la mattina. Tè persicato, rècipe. Mettere a bollire il pentolone per rigatoni alla truppa e tuffarvi, pena che le bolle pigliano furiosamente ad aggallare, le fesine di quattro pesche gialle mature, col gialdone che trapassa ormai nel marrone, debitamente depilate e fatte opportunamente raggiungere, dopo che la broda ha preso a sprigionare il persico aroma, da quattro bustine di tè, sacrosantamente twining’s earl grey. (Da neppur carezzare la malpensata di un succedaneo.) Dar la mossa al cronografo, attendere il quinto passaggio a ore dodici, rimuovere le bustine smunte, con debita strizzatina ultima inferta dal mestolo di legno di ciliegio contro il cilindro d’acciaio, e dipoi cascatellare a pioggia lo zucchero q.b. (minimo sei cugiarate robuste a schiena d’asino), indi canonicamente rugare col predetto mestolo ligneo in moto alterno destrorso e sinistrorso per agevolarne il totale vivifico scioglimento. Una sgocciolata bondante di limone (da un minimo di uno a un massimo di due frutti, evitare le mezze misure) e di un’arancia gialla (rossa guai!), con somma cura che il beverone non si contamini di un’inseminata (all’uopo ricorrere al provvidenziale colino), darà il tocco finale del capolavoro. Penultimo tocco, pardon: il finale voglion le teiche divinità che appannaggio sia della gradazione pack primaverile del frigo.

La pizza e il mugiko

Tuesday, July 17th, 2007

fettaLa calura, si sa, favorisce l’evaporazione dell’acqua e degli umani, che in gran parte d’acqua sono composti. A questa osservazione naturalistica se ne aggiunga una d’ordine poetico: calura fa rima con clausura. Da codesti assiomi si evince che un individuo appartenente alla specie umana esposto a temperature elevate cercherà di ostacolare l’evaporazione di sé medesimo, imponendosi uno stile di vita claustrale.

Gli effetti del suddetto comportamento – dettato forse dal comune istinto di sopravvivenza, forse dalle superiori doti intellettuali dell’umano genere – sono le più disparate: stanchezza, indolenza, attacchi improvvisi di misantropia, sublimi onanismi mentali, visioni mistiche di campi innevati, e un generico rilassamento morale, che nei casi più acuti può spingere alle azioni più inconsulte, come seguire con interesse un talk show d’argomento socio-politico.

Questo, in sintesi, è quello che ho risposto a Fabio, che giusto ieri mi mandava un’email per invitarmi a mangiare una pizza, lui Mario e io. «Scusa neh» ha risposto Fabio quasi subito «ma non facevi prima a dire che non ne hai voglia?». Al che, lo confesso, mi sono risentito, ma mi sono armato di pazienza e ho risposto a mia volta:
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[dtfn] XXI – Autodifesa

Thursday, July 12th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/So che potrebbe sembrarti strano, se non presuntuoso, che io mi commenti da me. L’ho fatto nel mio capitolo quinto, l’ho rifatto nel vigesimo e non posso prometterti che non lo rifarò.

Se io fossi, poniamo, un racconto naturalistico, uno di quei racconti che erigono solidissimi recinti verbali attorno al loro intreccio e a tal punto lo cingono e lo circoscrivono da renderlo affatto indistinguibile dall’artifizio retorico che lo esprime, probabilmente non avrei bisogno di commentarmi: il monumento delle mie caratteristiche grammaticali e sintattiche coinciderebbe con ogni possibile interpretazione. Anche se fossi un dialogo filosofico ben congegnato, uno di quelli che procedono ordinatamente all’esposizione del proprio tema, dando conto di ogni argomento favorevole e contrario e tutti discutendoli per arrivare a una conclusione ineccepibile, non avrei motivo di fermarmi di tanto in tanto a commentarmi: il mio stesso procedimento dialettico, infatti, darebbe spazio a tutte le ragioni e a tutte le obiezioni.
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Notiziole sparse

Monday, July 9th, 2007

Negli ultimi giorni è successo che:

1. Sono stato eletto nel consiglio direttivo di vibrisselibri assieme a Gaja Cenciarelli.
2. Sono entrato nella redazione di La poesia e lo spirito assieme a Gaja Cenciarelli.

Il giorno prima di entrare nella redazione di La poesia e lo spirito, il medesimo blog aveva ospitato una mia intervista a Gaja Cenciarelli. Morale della storia: è tutta una conventicola!

3. Giulio Mozzi è stato eletto presidente e tesoriere di vibrisselibri.

Dato che vibrisselibri non ha una lira, Giulio Mozzi sarà il tesoriere più disoccupato della nazione, quindi il più felice.

4. C’è stato il Premio Strega, bisognerà pur dire qualche cosa, no?

Certamente, apposta ho letto diversi post a riguardo su svariati blog, e il vincitore assoluto è Antonio Pagliaro.

Gelo d’assenza, inverno triste e morto

Wednesday, July 4th, 2007

Ancora Shakespeare vs. severino cimitero (che ancora non si manifesta, l’infingardo!)

LIV
Quanto più bella appare una bellezza
quando s’adorna di una vita piena:
bella è la rosa, e più bella s’apprezza
per quel dolce profumo onde s’invena.

Rosa canina ha fiamma di ugual fuoco
quant’è nel fior di vaso, più odoroso:
pari le spine, pari il lieto gioco
d’alito estivo al bocciolo ritroso.

Rosa di campo è bella, né pregiata:
vien disamata in boccio, umile in fiore,
sfiorisce a sé. Ma rosa coltivata
morte ha soave e più soave odore.

Così di te, giovane e bella amica,
sfiorito il boccio, la poesia ridica.

LVI
Amore, fatti forte. Mordi, amore.
Mordi la carne come morde fame,
fatti nutrire, cedi al tuo languore
poi torna ad affilare le tue lame.

Divora, amore, sazia quel tuo sguardo,
sàziati adesso, inèbriati, e domani
ancora tendi l’arco, incocca il dardo,
fa che i tuoi strali gungano lontani.

L’assenza ci sommerge nei suoi flutti
e le tue sponde dalle mie separa.
Quando i marosi si faranno asciutti
ritornerò alla riva a me più cara.

Gelo d’assenza, inverno triste e morto
verrà l’estate, e porterà conforto.

Gaja

Tuesday, July 3rd, 2007

Oggi una mia intervista a Gaja Cenciarelli è stata pubblicata su La poesia e lo spirito.

Contro quel giorno che t’avrò straniera

Monday, July 2nd, 2007

Come per le puntate precedenti, i sonetti sono di Shakespeare, la traduzione è dell’inafferabile severino cimitero.

XLIX
Contro quel giorno, ove quel giorno giunga
che ti vedrò adirata alzarmi il ciglio
e amor recare la sua somma lunga,
mosso a bilancio da miglior consiglio;

contro quel giorno che t’avrò straniera,
passante senza il bene d’un saluto,
ché amore non ricordi più com’era,
severa d’un pensiero grave e muto;

contro quel giorno è questa apologia,
scritta in coscienza dalla mia pochezza:
che la mia mano mi condanni, e sia
tutrice del diritto che mi spezza.

Legge ti toglie a me con dure armi,
che non diedi moventi per amarmi.

L
Quant’è gravoso accingersi a viaggiare,
quando la triste meta dell’andata
non offre altro conforto che contare
le miglia dall’amata.

Il mio cavallo, dal dolore vinto
che mi fa greve, va con la sua ambascia
come sarebbe il misero, d’istinto,
che non corre chi lascia.

Morso di sprone non gli rende lena
benché confitto pur con rabbia al fianco;
più che ferisca lui, a me dà pena
il suo lamento stanco.

Mi mette in cuore quel lamento tetro
che innanzi la tristezza, e gioia indietro.