(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)
L’intenso e fecondo rapporto fra letteratura e umanità non è perfettamente simmetrico. Avrai notato, credo, che nella nostra conversazione l’iniziativa è nelle mie mani: sono io che decido sia i tempi sia i contenuti del nostro amichevole dialogo, mentre tu non hai il potere di cambiarli o di proporre i tuoi. Questa situazione non dipende da protervia mia o da tua debolezza. È un aspetto naturale del rapporto fra uomini e racconti, e né tu né io abbiamo il potere di modificare la natura delle cose.
Il nostro campo d’azione è assai limitato, a ben pensarci. I racconti non possono fare altro che impastare parole attorno a un’emozione o a un pensiero umano mentre gli uomini non possono fare altro che reagire a quell’impasto con nuovi pensieri e nuove emozioni. E se gli uomini non possono modificare le parole dei racconti, è pur vero che i racconti non possono cambiare le emozioni e i pensieri degli uomini. Se io mi lascio prendere talvolta dal timore di annoiarti o di perderti, è proprio perché non posso intervenire sulle sensazioni che si affollano in te man mano che ti leggo. Certo, posso notare un momento di perplessità o di sconcerto, una pausa di riflessione o un moto di ilarità, ma non ho mai un quadro completo e preciso delle tue reazioni. Analogamente, credo, tu non hai una comprensione chiara e totale delle mie parole, ed è questo che alla fin fine ti convince che non sarebbe giusto modificarle, anche se di tanto in tanto qualcuna di loro ti infastidisce o ti irrita.
(more…)