Nel blog della Graphe.it Edizioni è apparsa un’intervista a un tale che porta il mio stesso nome, cura questo medesimo blog e a quanto pare abita nella mia stessa città, è nato nell’anno in cui io stesso sono nato e ha due figli maschi, proprio come me. E il di lui ritratto mi rassomiglia in modo a dir poco inquietante. Al di là di queste sgomentevoli coincidenze, uno degli aspetti più interessanti dell’intervista è l’intervistatrice, una persona che riesce a essere gentilissima e a trasmettere simpatia anche per posta elettronica, dote invero non comune.
Archive for April, 2008
Intervista
Wednesday, April 30th, 2008Corrispondenza di libreschi sensi
Thursday, April 24th, 2008Appena ho visto il pacco misterioso di maria strofa mi sono incuriosito, e ancora di più quando ho visto la didascalia: Lo aspettavo da così tanti anni che non so se avrò mai il coraggio di aprire il pacco. Curiosità se possibile accresciuta dal primo parziale disvelamento del contenuto.
Sorbole! mi son detto. Un libro atteso da vent’anni e mancato per un soffio appena un anno fa. Sta’ a vedere che ha beccato la biografia dell’Ariosto in due volumi di Michele Catalano, Olschki 1930, assolutamente introvabile. Poi, guardando meglio la figura, il doppio tomo ritrovato mi è sembrato stranamente familiare.
Allora ho chiesto a maria strofa “Sarà mica quel libro lì?” e lei ha risposto così: Georges Feydeau, Teatro, Adelphi 1970. Sì, era proprio quel libro lì, ospite da poco più di un anno della mia lacunosa libreria, come da foto.
E quindi? – chiederà il lettore avido di trame complesse, intrecci arditi, stuporose agnizioni e morali della favola. Quindi niente. Questa è la storia e io l’ho raccontata. E questo è Georges Feydeau.
Morti presunte
Wednesday, April 23rd, 2008Il memorioso puntomaupunto ricorda a noi lettori distratti che oggi si celebra la Giornata mondiale del Libro indetta dall’Unesco. La data del 23 aprile fu scelta dai sagaci fondatori dell’iniziativa perché coincide con l’anniversario della morte di Shakespeare e Cervantes, ma – come lo stesso .mau. precisa nel post – la coincidenza delle date è illusoria. Vado di autocitazione da un post dell’anno scorso:
Oggi è il compleanno di William Shakespeare, ma è anche l’anniversario della morte sua e di Miguel de Cervantes. Come tutti sanno, in realtà di Shakespeare conosciamo solo la data di battesimo, il 26 aprile 1564, mentre la data di nascita non è accertabile. Pazienza: per un mostro sacro della letteratura mondiale di tutti i tempi un po’ di leggenda non guasta. Come forse non tutti sanno, poi, Shakespeare morì dieci giorni dopo Cervantes. In Spagna vigeva infatti il calendario gregoriano, in Inghilterra quello giuliano. Quando Cervantes morì a Madrid, il 23 aprile 1616, a Stratford-upon-Avon lunari e almanacchi segnavano il 13 dello stesso mese.
Anche questa coincidenza puramente convenzionale di decessi, però, non è del tutto certa. Nei commenti al mio post di un anno fa, infatti, l’illustre maria strofa disse di ricordare che la discrepanza fra le date di morte dei due autori era citata in una nota di Amleto e Don Chisciotte, libro di Turgenev in edizione Melangolo. Un rapido controllo confermò l’ipotesi: nella nota 19 a pagina 64, infatti, il traduttore Mario Alessandro Curletto avvisa che le fonti più accreditate datano al 22 aprile la morte di Cervantes.
Stando così le cose, si capisce che il 23 aprile 1616 fu meno funesto per la letteratura di quanto la vulgata faccia intendere. In quel giorno, alla fine dei conti, morì davvero soltanto lo scrittore peruviano Garcilaso de la Vega.
Dalla rete all’impianto stereo
Tuesday, April 22nd, 2008L’organigramma di Andrea Comotti è stato pubblicato in rete da vibrisselibri nell’ormai lontano novembre 2006, e a breve uscirà come audiolibro, a cura della GoodMood Edizioni Sonore. Si tratta di una versione drammatizzata del libro, recitata a più voci da attori professionisti e basata su un adattamento del testo a cura di Lucio Angelini. Qui e qui tutto quello che avreste voluto sapere sull’audioedizione in questione, compreso un assaggio di un minuto circa.
Salvo precedenti a me ignoti questo è il primo caso di libro pubblicato soltanto su media non cartacei. Un passaggio dal bit al bit insomma, dal pdf all’mp3, dalla rete all’impianto stereo o altro ordigno per la riproduzione del suono. Non posso prevedere se questo libro privo di carta ma dotato di voce sia il capostipite di una nuova tendenza o un caso isolato. Per ora noto soltanto una curiosa affinità con quanto accadde in tempi remoti.
Quando quel debosciato di Agostino vide gli occhi del pio Ambrogio vagare sulle pagine di un libro, senza che dalla sua bocca uscisse una sola parola del testo, rimase di stucco per la meraviglia, poiché a quei tempi era usanza comune farsi leggere i libri ad alta voce, o declamarli per sé stessi o per un piccolo pubblico. Con l’audiocomotti si torna dunque all’antico mediante la tecnologia del tempo presente.
Pertanto, o lettore, quando quest’estate chiederai a un tizio spaparanzato al sole con le mani dietro la nuca a far da cuscino «Che fai di bello?», ed egli ti risponderà «Sto leggendo L’organigramma di Andrea Comotti» non ti sgomenterai come l’Agostino del tempo che fu. Saprai già, infatti, che un libro può essere letto in molti e svariati modi e che non tutti richiedono il dono della vista o la spoliazione di innocenti foreste tropicali.
Luglio
Thursday, April 17th, 2008Zitto in camera mia, e dormire fino a quando lei non sortirà dal pisolino, giunone adagiata su lenzuola bianche, nero e lustro il testile impiallacciato, lustra e nera la sottoveste di nailon, scuri accostati per tenere fuori il caldo e le mosche. Evadere è necessario, questo è chiaro, ma con accortezza. Se si sveglia sono guai. Se la sveglio fa la faccia cattiva fino a sera e grida, e ogni parola che dico merita scherno, e castigo ogni cosa che faccio.
Muoversi con prudenza, quindi. Ricorda: calibrare bene la forza applicata alla maniglia, che in questo caso non serve per aprire la porta (è solo accostata), ma per alzarla di qualche millimetro da terra. Spalancare velocissimo e poi accompagnare piano, in modo che ricada con dolcezza sui cardini. Combinando il lieve sollevamento con la rapidità d’esecuzione della manovra, si ottiene un’apertura silenziosa, esente da perniciosi cigolii e sfregamenti.
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Per rinfrancar lo spirito…
Tuesday, April 15th, 2008…tra un vaffanculo e l’altro:
Scoop! Hanno vinto i comunisti!
Monday, April 14th, 2008“I maoisti avrebbero ottenuto 61 seggi sui 108 già assegnati. E il trend si annuncia identico in tutte le circoscrizioni”.
Il resto qui.
Vota Consalvo! Vota Consalvo!
Saturday, April 12th, 2008Proprio vero che la letteratura imita la vita, magari con qualche decennio o qualche secolo di anticipo. Quando Federico De Roberto fece tenere a un personaggio de I Vicerè il comizio elettorale di cui riporto un breve estratto, non poteva immaginare che a più di cent’anni di distanza sarebbe stato in gran parte riutilizzabile dai candidati alle prossime elezioni politiche. Lascio al lettore il piacere di decidere quali candidati odierni meglio incarnano l’inconsistenza e la farraginosità del programma presentato dal principe Consalvo. Il testo è tratto dalla versione integrale de I Vicerè disponibile sul sito della benemerita associazione Liber Liber
Grandi cartelloni multicolori incollati per tutta la città annunziarono l’avvenimento: «MEETING ELETTORALE. Cittadini: Domenica, 8 ottobre 1882, alle ore 12 meridiane, nella Palestra Ginnastica (ex convento dei PP. Benedettini) il Principe di Francalanza esporrà il suo programma politico agli elettori del 1° Collegio.» Seguivano le firme del comitato: un presidente, vecchio magistrato a riposo, ben visto da tutti i partiti e perciò messo a quel posto da Consalvo; poi sei vicepresidenti, più di cinquecento membri, otto segretari, ventiquattro vicesegretari.
Consalvo, con una mano sul velluto della balaustrata, voltato di fianco, aspettava. Ad un cenno del presidente, si volse alla folla:
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Al voto! Al voto!
Friday, April 11th, 2008Premesso che:
a. Andrò a votare
b. Non voterò scheda bianca
c. Non annullerò le schede
d. Voterò a sinistra del centro
faccio umilmente notare a chi in questi giorni, specialmente in area PD, sta lanciando campagne moralistiche contro chi ha deciso di non votare o di annullare le schede che:
1. Se vincerà il centrodestra non sarà perché una minoranza di elettori non ha votato, ma perché la maggioranza relativa dei votanti ha votato per il centrodestra.
2. La responsabilità di una sconfitta elettorale è di chi non è riuscito a farsi votare, non di chi non l’ha votato.
3. Se nessun partito rappresenta gli interessi di un elettore, quell’elettore ha tutto il diritto di non votare.
Il succo delle campagne antiastensioniste in corso è più o meno questo: “Se ti astieni e Berlusconi vince sarai tu il colpevole del disastro della nazione”. Questa frase è molto, troppo simile a quest’altra: “Se ti masturbi fai piangere Gesù”. Attenti a non soccombere al fattore Binetti, compagni.
L’ottavo
Thursday, April 10th, 2008È arrivato l’ottavo vibrisselibro. L’autore è Carlo Cannella, il titolo è Tutto deve crollare, il contenuto non è meno apocalittico del titolo, l’immagine di copertina è di Marco Cannella, che in barba al familismo amorale non è parente dell’autore. Il resto ognuno può scoprirlo da sé. Basta seguire il link alla pagina di presentazione dalla quale, volendo, si può anche scaricare gratuitamente il libro.
La signorina Notte
Wednesday, April 9th, 2008di Luigi Weber
BENEDETTO BENEDETTI – La signorina Notte (Guaraldi, Rimini, 2007), postfazione di Giampaolo Proni
Benedetto Benedetti è, come si usa dire spesso ma spesso a sproposito, una forza della natura. Qui lo dico con cognizione di causa. Io lo conosco da poco meno di dieci anni, ossia da quando, giovane redattore delle pagine culturali di un quotidiano della provincia di Rimini, ebbi la fortuna di leggere e recensire due suoi racconti, L’invornita e La buona sposa, (poi confluiti in questo bellissimo La signorina notte, uscito a dicembre 2007 per i tipi di Guaraldi grazie alla sottoscrizione di venticinque esponenti della cultura romagnola, tra cui Sergio Zavoli, Paolo Fabbri, Piero Meldini, Giampaolo Proni, e molti altri), e di conquistare per il nostro foglio alcuni straordinari pezzi-ritratto di Pasolini e di Fellini, cose degne di ben più alta sede, che lui distribuiva con somma noncuranza, come un vero aristocratico dello spirito che proprio non riesce ad avere pensiero per l’accumulazione, il risparmio, e persino per l’oculatezza.
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Nel fustino del Dash
Friday, April 4th, 2008In questi giorni la cassetta della posta (no, non l’email, proprio la cara vecchia buca delle lettere) trabocca allegramente di pubblicità elettorale: depliant, cartoline, brossurette incellofanate, volantini e altra carta sottratta a più nobili usi per imbrattarla di messaggi del tipo vota questo, vota quest’altro, cambiamo l’Italia, facciamo la rivoluzione, diopatriafamiglia e altre amenità estratte a sorte dal deposito millenario della propaganda politica.
Ma non manca chi ci tiene a distinguersi dalla massa.
Così ieri sera, quando ho sgravato la cassetta, mi è caduto l’occhio su una cartolina che mostrava un bel primo piano di Walter Veltroni. Non una fotografia, ma un disegno, una caricatura che lì per lì mi ha ricordato quelle che faceva una volta un altro Walter – Molino – su Grandhotel. Poi, mentre stavo per buttarla nella pattumiera, ho notato che sulla cartolina non c’era più la caricatura di Walter Veltroni, ma una di Romano Prodi.
Ma tu guarda che diavoleria, ho pensato.
E son rimasto per buoni tre o quattro secondi a muovere un po’ la cartolina. Inclinandola leggermente da un lato la faccia di Veltroni diventava quella di Prodi, mentre se la inclinavo dall’altro Prodi ridiventava Veltroni. Gira di qua: Veltroni; gira di là: Prodi Che divertente! Così son rimasto altri dieci o quindici secondi a baloccarmi col giochino: Prodi-Veltroni-Prodi, Veltroni-Prodi-Veltroni, poi ho dovuto smettere perché c’era da apparecchiare la tavola.
Dopo cena, chiacchierando con mia moglie, le ho raccontato del giochino Prodi-Veltroni-Prodi-Veltroni eccetera, perché mi era rimasto impresso. «Simpatici questi del Partito Democratico» le ho detto «che almeno fanno un po’ di autoironia a mandare le caricature di Prodi e Veltroni». Poi ho preso la cartolina – che per il fatto che c’era la tavola da apparecchiare mi ero dimenticato di buttarla nella spazzatura – gliel’ho messa davanti agli occhi e ho cominciato a muoverla per far divertire un po’ anche lei.
Ed è stato lì che, per far vedere a lei i disegni, io ho visto per la prima volta il retro della cartolina, e mi sono accorto che il mittente non era il Partito Democratico ma un altro partito che adesso non ricordo. Me ne sono accorto perché sul retro della cartolina c’era il simbolo di questo partito che non ricordo, non quello del Partito Democratico.
Allora ho pensato che se un partito che non è il Partito Democratico manda una pubblicità elettorale fatta in modo che il potenziale elettore – dopo averla guardata e maneggiata a più riprese – si ricorda solo di Prodi, di Veltroni e del Partito Democratico, e magari scrive anche un post in cui il nome di quel partito che ha mandato la cartolina non compare nemmeno una volta, ho pensato, dicevo, che il responsabile della propaganda di quel partito devono averlo trovato nel fustino del Dash.