Archive for October, 2008

Hilarotragoedia

Monday, October 27th, 2008

Giorgio Manganelli, HilarotragoediaSono il primo a dire che ciò che conta di un libro è l’apparato verbale in esso contenuto, ovvero la serie di parole, spazi bianchi e segni d’interpunzione che univocamente lo identifica. La veste tipografica in cui questo ordigno retorico si presenta nulla aggiunge e nulla toglie al suo valore intrinseco.

E tuttavia.

E tuttavia, dico, portarsi a casa la prima edizione di Hilarotragoedia, Feltrinelli 1964, opera prima di Giorgio Manganelli completa di sovracopertina e cartolina editoriale, portarsi a casa cotanto cimelio non è cosa di poco momento. Non ho parole adeguate per descrivere la gioia che provo nel leggere l’apparentemente arido e burocratico colophon Finito di stampare nel mese di aprile 1964 dalla Edigraf – Milano. È una gioia non priva di un tocco di demenza o ebbrezza infantile, una gioia non dissimile da quella che provai di fronte alla mia prima confezione magnum di Nutella, qualche decennio fa, una gioia affine a quella di un indimenticabile amico.

Dio benedica le librerie antiquarie, e i loro titolari, e i commessi, e i loro discendenti fino alla milionesima generazione.

Sono un uomo felice, e per festeggiare il ritrovamento del proto-Manganelli deposito qui un pizzico di testo e paratesto dell’opera in questione.

Incipit
Se ogni discorso muove da un presupposto, un postulato indomostrabile e indimostrando, in quello chiuso come embrione in tuorlo e tuorlo in ovo, sia, di quel che ora si inaugura, prenatale assioma il seguente: CHE L’UOMO HA NATURA DISCENDITIVA. Intendo e chioso: l’omo è agito da forza non umana, da voglia, o amore, o occulta intenzione, che si inlàtebra in muscolo e nerbo, che egli non sceglie, né intende; che egli disarma e disvuole, che gli instà, lo adopera, invade e governa; la quale abbia nome potestà o volontà discenditiva.

Quarta di copertina
Prima opera di uno scrittore quarantenne, l’Hilarotragoedia non è opera facile a definirsi: non è un romanzo, sebbene includa vaste parti narrative; non è un saggio, sebbene simuli la struttura saggistica, ed anzi ambisca all’articolazione capziosa del trattato; potremmo dirla un monologo — non una confessione — ma il monologo di un fool, pronto a cogliere innumerevoli voci, e a scomporsi in queste, destinate poi a confluire in un unico discorso, perplesso ma nettamente articolato. La lingua vorrebbe adattarsi a questa scomposizione e ricomposizione: è ricca di vari umori, fittizia, irta di frammenti di cultura, analogica, metaforica. Come dice il titolo, che ripete il nome di una antica rappresentazione eroicomica, una ilarità demenziale percorre le strutture di questo libro colmo di materiale tragico, anche apertamente sinistro: una buffoneria sacra, l’orrenda gaiezza che cogliamo nel discorso oscuramente significante dei dementi.

E prontamente la realtà supera la fantasia

Thursday, October 23rd, 2008

Chissà, forse i carabinieri di Cosenza e il senatore Francesco Cossiga leggono letturalenta…

Dal sito di Repubblica
12:26 Studenti cosentini sospendono proteste dopo arrivo carabinieri.
Gli studenti degli istituti superiori di Fagnano Castello, San Marco Argentano e Roggiano, nel cosentino, hanno sospeso lo stato di agitazione in atto da due giorni dopo una visita di carabinieri e polizia. I rappresentanti delle forze dell’ordine, secondo quanto si è appreso, hanno spiegato agli studenti in stato di agitazione che le manifestazioni in atto sono configurabili come un reato penalmente perseguibile in quanto presuppongono il reato di interruzione di pubblico servizio. Gli studenti hanno posto fine all’agitazione riservandosi di intraprendere altre forme di protesta. Tutti gli striscioni che erano stati apposti all’entrata degli istituti sono stati rimossi.

Estratto dall’intervento in aula della senatrice Poretti (PD), che cita un’intervista rilasciata da Francesco Cossiga al «Quotidiano Nazionale»

Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’interno.

Ossia?
In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…

Gli universitari, invece?
Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. (..) Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.

Nel senso che…
Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.

Anche i docenti?
Soprattutto i docenti.

Presidente, il suo è un paradosso, no?
Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!

Scoop! Le dettagliate istruzioni di Berlusconi a Maroni

Wednesday, October 22nd, 2008

Ordini al Viminale. “Convocherò oggi — prosegue Berlusconi — il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo [l’occupazione delle università, ndr] possa succedere”.

In anteprima mondiale per i lettori di letturalenta, ecco il resoconto stenografico dell’incontro.

Silvio: Allora, Roberto, voglio trecento agenti in tenuta antisommossa davanti a tutte le aule univeristarie, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno.
Roberto: Capo, veramente non abbiamo abbastanza agenti per…
S.: Non interrompermi! Sai che non lo sopporto!
R.: Sì, Ca…
S.: Se non hai abbastanza agenti, chiama Ignazio. Quello là dieci o dodicimila fantaccini te li rimedia sempre.
R.: Ma Capo, i militari sono quasi tutti in Campania e in Afgh…
S.: Me ne frego! Di’ pure a Ignazio che se serve ripristino la leva obbligatoria. Che ci vuole?
R.: Ok, Capo.
S.: E a Milano, Roma e Napoli ci metti anche sei o sette carri armati per ateneo, che non si sa mai.
R.: Capo, la polizia di stato non ha i car…
S.: Ah, ma allora sei proprio tonto! Ignazio! Ripeti con me: I-g-n-a-z-i-o!
R.: I-g-n-a-…
S.: Bene, fin qui ci siamo. Passiamo alle regole di ingaggio.
R.: I-n-g-a-…
S.: Roberto, piantala!
R.: Scusa C…
S.: Allora, regole di ingaggio. Prendi appunti. Per assembramenti di studenti superiori alle tre unità, manganellate a pioggia e denuncia per interruzione di pubblico servizio.
R.: …z-i-o.
S.: Prendi appunti IN SILENZIO!
R.: Sc…
S.: Per cortei, autorizzati e non, idranti e proiettili di gomma ad altezza d’uomo, nonché denuncia per attentato alla sicurezza pubblica.
R.:
S.: In caso di occupazione di aule o altri edifici universitari, attacco all’arma bianca e — in caso di resistenza — fuoco di artiglieria. E a chi devi chiedere per l’artiglieria?
R.: A Ignazio!
S.: Bravo Robertino! Vedi che se stai attento poi i risultati arrivano?
R.: Grazie Capo!
S.: Bene. Adesso vai là fuori e spiega ai giornalisti che sono stato frainteso, che la storia della polizia all’università è un’invenzione dei comunisti, che è tutto sotto controllo, eccetera.
R.: Agli ordini Capo! Solo un chiarimento, se posso.
S.: Spara!
R.: Se sei stato frainteso e questa storia è un’invenzione dei comunisti, Ignazio non lo chiamo, giusto?
S.:

Kundera

Friday, October 17th, 2008

Nei giorni scorsi i giornali di tutto il mondo hanno riportato questa notizia: nel 1950 lo scrittore ceco Milan Kundera avrebbe denunciato alla polizia segreta comunista il fuoriuscito Miroslav Dvorácek, provocandone l’arresto e la successiva condanna ai lavori forzati.

Sul settimanale praghese Respekt si può leggere, in inglese, il lungo articolo che ha aperto la questione. L’autore Adam Hradilek è ricercatore presso l’Istituto per lo Studio dei Regimi Totalitari, un organismo statale ceco, e che ha fra i suoi scopi statutari lo studio e la salvaguardia dei documenti relativi al periodo comunista.

Sul sito dell’Istituto si può leggere, sempre in inglese, un profilo di Miroslav Dvorácek all’interno del quale è pubblicato il rapporto di polizia in cui compare il nome di Milan Kundera.

In svariati siti di informazione, per esempio qui, si può leggere la secca smentita di Milan Kundera.

Fin qui i fatti. Il resto sono considerazioni mie, che infliggerò solo al lettore così ardito da proseguire di sua spontanea volontà.
(more…)

Proporzioni

Monday, October 13th, 2008

Per abbattere Hitler ci sono voluti aeroplani carri armati e cannoni fabbricati in mezzo mondo.

Per abbattere Haider è bastata un’automobile.

Figli impegnativi

Friday, October 10th, 2008

Non si può essere contemporaneamente un buon sindaco a Bologna e un padre presente a Genova, dice Sergio “In Fase Di Manutenzione” Cofferati. Essendo che come sindaco di Bologna non è che si ammazzi di lavoro, suppongo che abbia un figlio molto più impegnativo della media.

Le Clézio

Thursday, October 9th, 2008

Parafrasando Scheiwiller, non l’ho letto e non mi dispiace.

Ho come il sospetto di non essere l’unico italiano a essere caduto dalle nuvole all’annuncio del Nobel per la letteratura 2008. Renderò dunque felici le moltitudini blogosferiche connazionali elencando alcuni libri di Jean-Marie Gustave Le Clézio tradotti in italiano.

— Il verbale, Torino 1965, Einaudi, traduzione di Gioia Zannino Angiolillo
— Terra amata, Milano 1969, Rizzoli, traduzione di A. Giacomini
— Estasi e materia, Milano 1969, Rizzoli, traduzione di M. Binazzi e M. Maglia
— Le fughe, Milano 1971, Rizzoli, traduzione di G. Bogliolo
— Deserto, Milano 1985, Rizzoli, traduzione di Dianella Selvatico Estense
— Verso gli icebergs, Bologna 1985, Il cavaliere azzurro, traduzione di Sandra Nocciolini
— Cronache francesi – Le Clezio … et al.!, Ancona 1989, Transeuropa, a cura di Renzo Paris
— Il cercatore d’oro, Milano 1990, Rizzoli, traduzione di Dianella Selvatico Estense
— Il sogno messicano, Milano 1990, Serra e Riva, traduzione di Elena Baggi Regard
— Onitsha, Milano 1992, Rizzoli, traduzione di Romana Petri
— Diego e Frida, Milano 1997, Il Saggiatore, traduzione di Armando Marchi
— Le due vite di Laila, Milano 1999, Il Saggiatore, traduzione di Massimo Caviglione
— Stella errante, Milano 2000, Il Saggiatore, traduzione di Ela Assetta
— Il verbale, Palermo 2005, Due Punti, traduzione di Silvia Baroni e Francesca Belviso
— L’africano, Torino 2007, Instar Libri
— Il continente invisibile, Torino 2008, Instar Libri, traduzione di Luciana Fasano et al.

(senza alcuna pretesa di esaustività, va senza dire)
(fonti: opac-sbn und maremagnum)

Letteratura e vita

Monday, October 6th, 2008

Fa un certo effetto immergerti nella lettura di Infinite Jest — capo d’opera di D.F. Wallace (R.i.P.) — e scoprire tuo malgrado che il circolo di tennis dietro casa — lo stesso presso il quale ti recavi da bambino al solo scopo di fregare le palline fiondate oltre la recinzione da racchette non troppo professioniste — si fregia del reboante titolo di Bologna Tennis Academy.

Una riforma molto innovativa

Wednesday, October 1st, 2008

Norman Rockwell, First day of school, tratto da www.thecitadelle.orgIl primo ottobre di quarant’anni fa il titolare di questo blog iniziava la sua avventura scolastica assieme a coloro che all’epoca venivano chiamati remigini, gli scolari di prima elementare.

Ricordo bene alcuni tratti salienti delle elementari di allora. Per esempio:

– Gli scolari dovevano indossare un grembiule.
– C’era un solo maestro (più spesso maestra) per classe.
– Non c’era il tempo pieno.

Oggi, a quarant’anni di distanza, la ministra della Pubblica Istruzione ha in mente una riforma della scuola elementare molto innovativa, dice lei, tanto innovativa che:

– Gli scolari dovranno indossare un grembiule.
– Ci sarà un solo maestro (più spesso maestra) per classe.
– Non ci sarà il tempo pieno.

Sono sicuro che la ministra della Pubblica Istruzione apprezzerà i miei suggerimenti per riformare la scuola in senso ancora più drasticamente innovativo, suggerimenti che vado lesto a elencare:

– Obbligo di tenere le mani dietro la schiena mentre la maestra spiega.
– Recita di una preghierina (cattolica, ovvio) all’inizio delle lezioni.
– Abolizione dell’insegnamento di qualsivoglia lingua straniera.
– Uso obbligatorio di penna e calamaio.
– Abolizione dei quaderni a fogli mobili.

Altri suggerimenti?