Archive for August, 2009

Un vaccino efficace

Monday, August 31st, 2009

Oggi sono in vena di profezie, quindi profetizzo a colpo sicuro che nei prossimi mesi si intensificherà di molto la pratica dello sport preferito degli italiani: il complottismo.

Sarà tutto un fiorire di “esperti” che spiegheranno (ahimè, credendoci) che l’influenza A H1N1 in realtà non esiste, che i vaccini fanno male e che è tutta una congiura ordita dalle case farmaceutiche, ovviamente in combutta con le potenti lobby giudaiche omosessuali e massoniche coordinate dalla CIA e dal Mossad con la partecipazione straordinaria dei rettiliani.

Ma non c’è motivo di preoccuparsi: la lettura lenta e continuativa di questo ottimo articolo sul blog L’orologiaio miope è indubbiamente un vaccino efficace contro la supprofetizzata pandemia di stupidità.

Ministri

Friday, August 21st, 2009

Non ho alcuna simpatia per il regime iraniano, sentimento, questo, che aumenta il senso di frustrazione nel constatare che la nostra classe dirigente prende punti anche da quella dell’Iran. Dice infatti Ali Larijani, presidente del parlamento, criticando i ministri scelti dal presidente Ahmadinejad:

Le personalità nominate dal presidente della Repubblica per gli incarichi governativi debbono possedere perizia ed esperienza sufficienti, altrimenti sarebbero sprecate troppe delle energie del Paese. Un dicastero non è posto dove fare apprendistato.

E mentre rileggo queste semplici verità, penso che in Italia il ministro dei beni culturali è Sandro Bondi, e che è ministro pure Roberto Calderoli…

Una buona lettura

Thursday, August 20th, 2009

Agostino, un bel racconto di Luigi Weber (bello anche se evoca Moravia :-))

Uno due sei nove!

Saturday, August 15th, 2009

Noi sbarbini bolognesi ascoltavamo gli Skiantos, trent’anni fa…

Congedo

Friday, August 7th, 2009

(dedicato a f.c.)

Vedi, amore mio, quanto sono occupato? Guarda quante carte ci sono su questo tavolo, quanti plichi sugli scaffali, quanti ninnoli tutto intorno, e matite scorciate, biglietti da visita sconosciuti, boccette di inchiostri polverizzati. E gli armadi? Se tu vedessi! Quanti abiti larghi, quante calze sfondate, quanti polsini lisi e colletti consunti! Ora capisci perché se mi chiami non rispondo? Capisci perché allontano la tua mano quando cerca i miei capelli?

Devi lasciarmi in pace, vita mia, perché ho troppe cose da buttare, troppe macerie da rimuovere e non ho tempo per farmi consolare. Ho un’ultima cosa da fare, e la voglio fare bene: lasciare tutto pulito, vuoto, in ordine, perché, vedi, ora che devo andarmene non potrei mai perdonarmi di aver lasciato un segno anche minimo del mio esserci stato. Sai quante lacrime scorrerebbero, se il destinatario di questa lettera mai spedita la leggesse? Sai quanto dolore assalirebbe chi mi ha amato, se si rigirasse tra le mani questo pupazzetto di gomma pensando a quanto gli ero affezionato?

E i libri? Hai idea di quanta tristezza potrebbero scatenare questi fastelli di carta inchiostrata? Via, via anche loro, fuori di qui! Mi hanno accompagnato per troppo tempo, sono troppo segnati dall’impronta delle mie mani e dei miei occhi, sono pericolosi per chi da domani dovrà iniziare a dimenticarmi.

Se potessi, tesoro mio adorato, racchiuderei le tue guance fra le mani, come facevo quando eri piccolo, e attirerei il tuo viso al mio fino a farci toccare le fronti e i nasi, e ti guarderei dritto negli occhi, che da così vicino diventano uno solo, e tu guarderesti dritto nel mio, e in quel momento pronuncerei la formula magica per cancellare da te ogni mia traccia. Lo farei, se potessi, per risparmiarti i tormenti del ricordo e della nostalgia.

È arrivato, figlio mio, è arrivato il giorno in cui bisogna che io mi faccia piccolo fino a sparire, perché tu possa diventare grande. Vorrei dirti le cose che si dicono in questi momenti, quelle frasi di circostanza fatte apposta per addolcire i distacchi, ma non sono abbastanza egoista per farlo. Lascia a me il dolore e la tristezza e prenditi la vita. Ama senza aspettare di essere amato e senza rimpiangere di esserlo stato.