Archive for October, 2009

Bisognerebbe scrivere un libro

Wednesday, October 28th, 2009

Bisognerebbe scrivere un libro in cui non succede mai niente di importante.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui due signori si incrociano per strada. «Ciao» dice il primo «saranno trent’anni che non ci vediamo». «Proprio vero. Allora ciao» dice l’altro, e corre via.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui un uomo e una donna sono seduti al tavolino di un bar. Lei dice «sei carino», lui dice «sei carina», allora lei si alza, va alla cassa e dice «cappuccio e cornetto», la cassiera risponde «due e dieci», lei paga, esce dal bar e prende a destra, poi lui si alza, va alla cassa e dice «cappuccio e cornetto», la cassiera risponde «due e dieci», lui paga, esce dal bar e prende a sinistra.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui sono vietate le descrizioni generiche.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui invece di scrivere «la stanza è spaziosa» si scriverebbe «il pavimento contiene ventisette piastrelle venti per venti da est a ovest e trentatrè piastrelle venti per venti da nord a sud, quindi la stanza misura cinque metri e quaranta per sei e sessanta, che fanno trentacinque virgola sessantaquattro metri quadri: ne ho viste di più piccole».

Bisognerebbe scrivere un libro in cui invece di scrivere «portava un maglione amaranto» si scriverebbe «portava un indumento che gli avvolgeva il busto dal collo alla cintura e le braccia dalle spalle ai polsi, di un colore che a occhio e croce poteva essere un RGB 195,30,30».

Bisognerebbe scrivere un libro di critica spietata alle idee ricevute.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui un insegnante di geografia delle medie entra in classe il primo giorno di scuola e dice «ragazzi, vi avranno detto non so quante volte che Roma è in Italia, che l’Italia è in Europa, che l’Europa è nell’emisfero boreale, che l’emisfero boreale è nel pianeta Terra e che il pianeta Terra è nel sistema solare. Sono tutte cazzate».

Bisognerebbe scrivere un libro in cui un teologo incontra un altro teologo e gli chiede «Dio esiste?» e l’altro risponde «dipende».

Bisognerebbe scrivere un libro, ma mica oggi.

E il negazionismo fa male al portafoglio

Friday, October 23rd, 2009

AmEx ha tolto a David Irving la possibilità di accettare carte American Express da chi vuole acquistare la sua paccottiglia negazionista, e con una motivazione inequivocabile: “The materials that he sells on his website are not consistent with the brand policies that we have in our merchant agreement” (in altre parole, non vogliamo essere associati a gente che vende schifezze).

David Irving nel 2000 citò Deborah Lipstadt per diffamazione davanti a una corte inglese, e perse la causa. Nelle motivazioni della sentenza il giudice lo definì negazionista, antisemita e vicino ad ambienti di estrema destra e neonazisti.

Auguro di tutto cuore a David Irving che tutti gli istituti finanziari seguano l’esempio di American Express, che egli si riduca a vendere i suoi libri porta a porta in cambio di una ciotola di riso, e che riceva come risposta standard sonore raffiche di pedate nel culo.

Potrebbe sostituire quel «Mi assumo la responsabilità» che sa tanto di «La ragazza ha fatto una cazzata ma io che ho le spalle larghe la copro» con un più consono «Il servizio l’ha firmato l’ultimo anello della catena alimentare ma ovviamente era rivisto aggettivo per aggettivo da me, ché qui magari ogni tanto ne sbagliamo una ma mica affidiamo i pestaggi a una ragazzina, dai, su, per chi ci avete preso»? Così, per non aver l’aria di quello che scarica il guaio sull’ultima povera crista che ha fatto i compiti richiesti

Wednesday, October 21st, 2009

Questa è la prima delle nove domande non particolarmente giornalistiche che Guia Soncini ha rivolto a Claudio Brachino in seguito alla toppa penosa con cui il Brachino medesimo tentò maldestramente di coprire quella gran porcata che fu il pestaggio mediatico del giudice Mesiano trasmesso da una rete televisiva controllata dal soggetto condannato da quello stesso giudice a sborsare settecentocinquanta milioni di euro di danni. Nove domande tutte da leggere (via Distanti saluti).

Giornalismo di qualità

Monday, October 19th, 2009

Shockdom sul killeraggio mediatico del giudice Mesiano

Albo su Shockdom, via Pensieri spettinati.

La vera novità ha nome Pizzuto

Monday, October 19th, 2009

Si apre oggi pomeriggio a Bagheria il convegno La vera novità ha nome Pizzuto, dedicato al mitico e qui molto apprezzato scrittore siciliano. Nei tre giorni del convegno interverranno studiosi di rango e di lunghe frequentazioni pizzutiane, come Gualberto Alvino, Walter Pedullà e Rosalba Galvagno, nonché giovani promettenti come Benedetta Panieri e Salvo Butera.

Qui la presentazione del convegno sul sito del comune di Bagheria.
Qui il pratico pieghevole con utili informazioni e il programma completo.

Cattive domande

Thursday, October 15th, 2009

In questo articolo del Giornale a firma Renato Farina — ex-giornalista e oggi parlamentare del PdL — si legge:

Per me uccidere una persona è il delitto peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?

Farina si riferisce alla legge sull’omofobia presentata dalla deputata PD Anna Paola Concia e respinta ieri dalla Camera, dove con i voti di PdL (con una decina di eccezioni), dell’UdC e di Paola Binetti del PD è passata la pregiudiziale di incostituzionalità. (L’articolo è del 12 ottobre, il giorno prima della bocciatura, ma si riferisce esplicitamente a quella proposta di legge).

La frase di Farina è un ottimo esempio dei meccanismi di rimozione e negazione ai quali ricorrono i razzisti di ogni specie, inclusi gli omofobi, per rendere accettabile a sé medesimi l’odio che nutrono verso i loro simili.
(more…)

La geniale politica di marketing di Paravia

Tuesday, October 13th, 2009

tratto da: http://old.demauroparavia.itOrmai tutti sanno che il buon vecchio De Mauro online, il dizionario italiano più cliccato della rete, non è più disponibile. L’editore Paravia spiega laconicamente che l’opera non è più in linea “perché è fuori catalogo”.

Bella cazzata.

Chiudendo il sito l’editore ha fatto fuori una risorsa pubblicitaria gratuita e formidabile: molte persone in tutto il mondo sanno che Paravia è un editore solo perché usano il dizionario online. Senza contare che, grazie alla lungimiranza di Paravia, chi ha bisogno di consultare un vocabolario italiano in rete si rivolgerà inevitabilmente alla concorrenza.

Quindi, per premiare la geniale politica di marketing di Paravia, ecco nome e indirizzo di qualche valido concorrente:

Garzanti Linguistica (previa registrazione gratuita)
Treccani Online
Sabatini Coletti, Gruppo RCS
Aldo Gabrielli, Hoepli

In rete si può firmare una petizione per il ripristino del De Mauro. L’editore non se lo merita, ma io ho firmato.

Quel che disse John Locke sulla bocciatura del lodo Alfano e sulle conseguenti rosicate isteriche di tutto il circo Silvio

Thursday, October 8th, 2009

Qui John Locke aveva manifestato la sua opinione su quel pateracchio incostituzionale noto sotto il nome improprio di Lodo Alfano.

John Locke, Secondo trattato sul governo, 1689.

163. (…) Il popolo non ha tolto al principe nulla che gli spettasse di diritto, ma ha solo dichiarato che quel potere che esso ha lasciato nelle sue mani, o nelle mani dei suoi antenati senza fissarne i limiti perché fosse esercitato per il loro bene, non era una cosa che si intendeva fosse usata in altro modo. Poiché il fine del governo è il bene della comunità, qualunque cambiamento sia introdotto in vista di quel fine non può essere un’usurpazione nei confronti di alcuno: nessuno infatti nel governo può avere un diritto che tenda ad altro fine. Sono usurpazioni solo quelle che pregiudicano o ostacolano il bene pubblico. Chi dice altrimenti parla come se il principe avesse un interesse distinto e separato dal bene della comunità, e non fosse istituito in vista di esso, il che è la fonte e la radice dalla quale sorgono quasi tutti i mali e i disordini che affliggono i governi monarchici. E, invero, se le cose stanno così, il popolo sotto il suo governo non è una società di creature razionali entrate in comunità per il loro reciproco bene: non sono uomini che hanno posto dei governanti sopra di sé per salvaguardare e promuovere il bene comune, ma devono essere considerati come un gregge di creature inferiori sotto il dominio di un padrone, che le tiene e le sfrutta per il proprio piacere e profitto. Se gli uomini fossero così privi di ragione e così bruti da entrare in società a tali condizioni, la prerogativa potrebbe essere ciò che alcuni uomini vorrebbero che fosse: un potere arbitrario di fare cose dannose per il popolo.

[Tratto da: Jonh Locke, Due trattati sul governo, a cura di Brunella Casalini, Pisa 2006]

Surrealismo burocratico

Tuesday, October 6th, 2009

una domanda del questionario ESTA, tratto da: https://esta.cbp.dhs.gov/esta/esta.htmlCome tutti sanno, ma forse anche no, per entrare negli Stati Uniti d’America bisogna compilare un questionario in cui si susseguono a ritmo incalzante domande del tipo «Ha mai fatto abuso di droghe o è mai stato tossicodipendente?», «Ha mai trattenuto o detenuto un minore, sottraendolo alla custodia di un cittadino statunitense al quale il bambino era stato affidato legalmente?», «È stato in passato, o è ora, coinvolto in attività di spionaggio o sabotaggio, o in azioni terroristiche?». A ciascuna domanda la mente e il corpo del malcapitato turista producono il seguente blocco simultaneo di pensiero e azione:

A) Rispondere meccanicamente NO, pur non cogliendo appieno il significato della questione;
B) Chiedersi con isterica ilarità chi è il genio che ha partorito un simile capolavoro di surrealismo burocratico;
C) Provare la netta sensazione che qualcuno lo stia trattando da perfetto idiota e
D) Domandarsi, non senza un intimo ghigno beffardo, cosa succederebbe a rispondere SÌ a una o più domande.

Quanto alla D), la propensione USA al grottesco amministrativo, peraltro candidamente pubblicato in rete, consente di formulare una cauta ipotesi.

Nel dipartimento del tesoro statunitense c’è un ufficio, l’OFAC, che secondo la breve presentazione del suo sito «amministra e attua le sanzioni economiche e commerciali basate su obbiettivi di politica internazionale e di sicurezza degli Stati Uniti contro specifici regimi e stati stranieri, terroristi, trafficanti internazionali di droga, persone coinvolte in attività collegate alla proliferazione di armi di distruzione di massa, e altre minacce alla sicurezza nazionale, alla politica estera o all’economia degli Stati Uniti».

Ecco, chissà, forse chi per disperazione o per divertimento risponde di essere un feroce terrorista o un fanatico delle sostanze psicotrope finisce negli elenchi dei sanzionati dell’OFAC, fra società cubane di import/export, organizzazioni diversamente umanitarie e privati cittadini, ma anche, per non farsi mancare proprio niente, in compagnia della «’NDRANGHETA ORGANIZATION, Italy» citata in questa lista, chissà perché senza indirizzo e codice fiscale, dati argutamemte omessi, suppongo, da quel boss distratto ma prudente che una volta, in vista di un viaggio d’affari a Chicago o a Los Angeles, a domanda rispose «SÌ, certo che sto cercando di entrare negli Stati Uniti per partecipare ad attività immorali o criminali», e aggiunse con malcelata irritazione «Perché, non si vede? E allora che me lo chiedi a fare?»