Archive for the ‘DTFN’ Category

[dtfn] VII – Critica

Friday, November 24th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/[Ma tu guarda cosa deve fare un povero racconto per campare: commentarsi da sé! Ma io dico, giustocielo, almeno un trafiletto in un giornale di provincia, che so, una citazione distratta del risvolto di copertina, una menzione di sfuggita in un convegno semideserto. Macché! Niente di niente!]

Ah, scusa, non potevo immaginare che tu fossi ancora lì. Stavo chiacchierando del mio quinto capitolo con un collega. Oddio, collega… un raccontino smilzo apparso due mesi fa su una rivista letteraria di limitatissima tiratura, ma tanto è bastato a riempirlo di un tale sussiego…
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[dtfn] VI – Novella prima

Wednesday, November 8th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Noto in te sintomi di perplessità: un sopracciglio inarcato, un leggero segno di diniego accompagnato da un ghigno ironico, una mano raccolta a imbuto che ripetutamente oscilla dalle parti del mento. Forse ti sembra che il mio discorso si stia facendo oscuro? Credi che la mia autocoscienza vacilli? Pensi che io stia divagando? No, davvero, su questo voglio rassicurarti: il mio percorso narrativo è sotto controllo, la mia trama si sta sviluppando secondo il progetto originario, e tutte le intenzioni e le promesse verranno mantenute. Però non hai tutti i torti a rilevare una piccola deriva sibillina. Capisco che ti turbi e ti perplima. Tenterò di rimediare portando a sostegno delle mie teorie poetiche l’esempio di un racconto non ancora trascritto, ma che qui da noi è già un best-seller.

[Senti, è inutile che tu continui a tormentarmi con questa solfa del diritto di prelazione, cosa inaudita che suppongo tu abbia inventato per l’occasione. Me ne frego se è giapponese, è chiaro? Una storia è una storia è una storia è una storia, ed è patrimonio di tutti, nessuno escluso! Se ti va di scriverla, scrivila come ti pare, ma piantala di assillarmi con queste baggianate!]
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[dtfn] V – Commento primo

Monday, October 30th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/A conclusione del mio secondo capitolo compare questa frase (un po’ elegiaca, invero, probabilmente a causa di qualche civetta di passaggio): Quando mi abbandonerete, o immagini viventi di qualsivoglia racconto, quando non avrete più nulla da raccontarmi, allora i segni sparsi sulle mie pagine cadranno per sempre nell’oblìo: dimentichi di tutto, analfabeti, insignificanti.

Ho verso questa mia frase un debito esegetico che non voglio lasciare insoluto. Essa racchiude il non troppo velato timore che un giorno abbia a verificarsi una catastrofe: quando mi abbandonerete, dissi, dando quasi per certo che la minaccia prima o poi prenderà corpo e slancio per abbattersi su di me. Per un racconto sarebbe letale essere abbandonato da coloro di cui si nutre. (Stavolta l’ho acchiappata io, la civetta, una metafora che ha fatto di tutto per non lasciarsi catturare. Perché son bastarde, eh!, bastarde bastarde bastarde! S’infilano dappertutto a tradimento, ma quando ne cerchi una, via che corrono a nascondersi). Nutrimento spirituale, beninteso, non vorrei allarmarti. Il racconto morirebbe d’inedia, simile a un infante abbandonato dalla madre, a un maestro senza allievi, a un seme senza terra, a un operaio lasciato privo di rappresentanza sindacale, a un motore disseccato di carburante, a un ubriaco a cui si nega il vino.
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[dtfn] IV – Promemoria

Thursday, October 19th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Ricordami per cortesia che devo parlarti di dizionari e comodini. Potrei farlo qui, ma c’è una questione importante che devo trattare quanto prima.

[dtfn] III – Sociologia

Monday, October 16th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Noi racconti esistiamo tutti simultaneamente, da sempre. Alcuni hanno avuto la fortuna di essere trascritti su adeguati supporti, altri no; alcuni hanno dimenticato come si leggono gli uomini, o si sono stancati di farlo, mentre altri continuano infaticabili da migliaia di anni; ci sono racconti altezzosi che schifano determinate letture, e quelli più alla mano, che leggono di tutto; una volta ne ho incontrato uno timidissimo: affermava di preferire di gran lunga andare eternamente alla deriva, piuttosto che scrutare le intimità della gente. Ci conosciamo più o meno tutti e viviamo in società, anche se non di rado càpita che si formino combriccole e circoli esclusivi. Non mancano le antipatie, alcune personali, altre di partito: le tragedie, ad esempio, mal sopportano la compagnia dei poemi cavallereschi, da esse ritenuti dispersivi e poco profondi; le novelle carnascialesche accusano le commedie di moralismo e bigotteria, e sono da queste a loro volta giudicate frivole e inaffidabili; i romanzi psicologici non vedono di buon occhio quelli naturalistici, e raramente un racconto poliziesco frequenta un racconto fantastico. Va detto però, a onor del vero, che le differenze e i contrasti non ci impediscono di formare una comunità tutto sommato pacifica e coesa, e tutti ci impegnamo a preservarne le tradizioni e a difenderla dalle insidie.
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[dtfn] II – Ontologia

Tuesday, October 10th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/C’era dunque un tale che abitava al numero dieci di Strawberry Lane, verosimilmente attorno al 1912. A giudicare dall’indirizzo doveva essere un distinto signore inglese, proprietario di una villetta a due piani circondata da un giardino molto ben curato. Le rose spandevano nell’aria un profumo delicato e pungente a un tempo, quindi non sarebbe azzardato supporre che questa storia abbia inizio in una stagione ragionevolmente primaverile. Quel tale aveva consumato un pranzo pesante, ma non sapendo nulla della cucina inglese del 1912 dovrò accontentarmi di una descrizione sommaria di quel desinare, dicendo ad esempio che egli mangiò un’abbondante porzione di porridge seguita da una grossa beef steak circondata da numerose patate al forno. Non mentirei riferendo che sul tavolo c’era un generoso boccale di birra scura irlandese, e se dicessi che alla fine del pranzo quel signore aveva trangugiato un molesto bicchierino di sherry, passerei indenne attraverso le maglie e i magli dei più severi critici.

Tuttavia di questo non posso parlarti.
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[dtfn] I – Presentazione

Wednesday, October 4th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Incipit – Io sono un racconto, ma non c’è racconto ove non sia stato accuratamente predisposto un piano ingegnoso, un cominciamento repentino e arguti cartelli segnaletici capaci di indicare un esito di sicuro scioglimento e completa agnizione.

Si dà quindi, fin dal mio principio, un problema di identità, che i più riconosceranno connaturato a qualsivoglia nascita, inizio o creazione letteraria e non letteraria. Il nascituro, infatti, il non ancora uscito dalla tenebra, il preludio che accenna senza dire, è per sua natura qualcosa di non identificato, incerto e sfuggente, inadatto a recepire non tanto un nome o un aggettivo, ma anche soltanto un rapido pronome. Del non nato non si può dire io o tu. Men che meno si dirà di codesto ente indefinito cosa o essere o, come nel mio caso, racconto. Tuttavia non mentivo quando affermai: io sono un racconto, e nel corso di queste poche righe che finora mi compongono il prudente lettore non avrà mancato di trovare tracce di sia pur tenebrosi significati, risonanze di parole usate o ignote, l’usta di una trama, il presentimento di una catastrofe, l’indicazione (ancora labile, ma non per questo assente) di un dignitoso finale.
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De te fabula narratur

Wednesday, September 27th, 2006

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/S’intenda il presente post come introduzione, prologo, prefazione, preludio, antefatto, capostipite di una serie di altri che da lui discendono. Come i lettori meno portati allo zapping blògghico e più attenti ai dettagli avranno notato, infatti, questo post inaugura una categoria nuova di zecca denominata DTFN, dove lui e i suoi simili saranno custoditi per sempre (limitatamente alla fault tolerance del server che ospita letturalenta, si capisce).

L’illustrazione qui sopra esiste in modo del tutto indipendente dal contenuto del post. È la copertina di un libro creato nel 1999 dall’artista finlandese Saku Paasilahti e conservato nella biblioteca Rikhardinkatu di Helsinki, la cui galleria Web merita ripetute visite.
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