Archive for the ‘libri e dintorni’ Category

Intorno a Huet

Friday, December 15th, 2006

Pierre-Daniel Huet, tratto da http://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Daniel_HuetAnche lui, porello, ho dovuto metterlo in un angolino. Non ci rinuncio, no, ma sono costretto a dirgli di portare pazienza. Altri libri inesistenti, vissuti fin qui nella tenebra di un cassetto o di un hard-disk, premono per conquistare un posticino al sole delle vetrine librarie. Ma tornerà il suo tempo, oh se tornerà!

Nell’attesa, o lettore, ascolta attentamente ciò che Francesco Muzzioli elabora a partire dalla lettura del Trattato di Huet. Qui non si tratta più delle ondivagazioni di un lettore dilettante come me, ma del pensiero in atto di un maestro .

Intorno a Huet
di Francesco Muzzioli

L’origine dei romanzi: innanzitutto, mi chiedo, perché l’origine? Il romanzo esiste, il romanzo si scrive, il romanzo piace. Che bisogno ha di rifarsi al passato? Ha bisogno di un pedigree?

Mi rispondo: è la storia della borghesia. La borghesia è la classe “nuova”. La borghesia ha il denaro, ma la nobiltà ha l’origine. Di qui un’esigenza borghese di “nobilitarsi” che forse non è finita del tutto nemmeno oggi, nel capitalismo compiuto, nella società “senza classe”. Ora, se il romanzo è il genere per eccellenza borghese, che nasce con la borghesia, ecco la risposta alla domanda “perché l’origine?”; si tratta di nobilitare il romanzo.

Il romanzo non fa parte della teoria classica dei generi, bisogna farglielo entrare, un po’ come il borghese che si affaccia nel salotto della nobiltà e non consoce l’etichetta. Occorre far vedere che ha le carte in regola. E poiché i paradigmi della “poetica” ufficiale sono Aristotele e Orazio, è da lì che deve passare il romanzo, per acquisire il diritto di cittadinanza letteraria.
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La nascita del mostro librario

Friday, November 17th, 2006

vibrisselibriCronisti più diligenti e coscienziosi di me redigeranno resoconti puntuali e particolareggiati della presentazione ufficiale di vibrisselibri, che si è tenuta ieri a Roma. Quanto a me, cercherò di restare terra terra, propinando tal quale all’incauto lettore il groviglio di impressioni e sensazioni che da ieri mattina cresce indisturbato nelle ampie sale vuote della mia coscienza. In questo post non c’è un nome che sia uno, men che meno il mio, perché dimenticarne anche uno solo sarebbe un delitto orrendo.

Tanta gente, ma tanta proprio, e la saletta a offrire le sue misure contenute per amplificare l’effetto folla. Cinquanta persone assiepate, parte in piedi parte a sedere, con appendici tardive accalcate sull’uscio, per assistere al debutto della mostruosa creatura genitrice predestinata di mostri libreschi.
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La carta non è tutto (ma aiuta)

Tuesday, November 14th, 2006

vibrisselibriCom’è, come non è, dopo mesi e mesi di paziente gestazione vibrisselibri sta per fare il suo ingresso ufficiale nel mondo tutt’altro che magico dell’editoria italiana. Creatura mostruosa essa stessa – metà casa editrice e metà agenzia letteraria – vibrisselibri si prefigge fin dalla nascita lo scopo di dar vita a libri mostruosi, libri che le case editrici normali e deplorevolmente prive di deformità non si peritano di abortire.

I prossimi appuntamenti (ai quali tutti i lettori di letturalenta sono naturalmente invitati):

Roma, 16 novembre 2006
Il 16 novembre 2006, alle ore 11.30, a Roma presso il Caffè Fandango (Piazza di Pietra 32/33), si svolgerà la conferenza stampa di presentazione di vibrisselibri. Partecipano: Lucio Angelini, responsabile del Comitato di lettura; Gaja Cenciarelli, responsabile della redazione; Giulio Mozzi, ideatore di vibrisselibri; Demetrio Paolin, autore del saggio Una tragedia negata pubblicato da vibrisselibri; Filippo La Porta, critico letterario; Loredana Lipperini, giornalista.

Milano, 12 dicembre 2006
Il 12 dicembre 2006, alle ore 18, a Milano presso la Libreria Feltrinelli di Via Manzoni, si svolgerà la presentazione dei primi libri pubblicati da vibrisselibri: L’organigramma di Andrea Comotti e Una tragedia negata di Demetrio Paolin. Parteciperanno, oltre agli autori: Giulio Mozzi, ideatore di vibrisselibri; Margherita Trotta, redattrice.

Per saperne di più:
Tutto su vibrisselibri
Il manifesto di vibrisselibri
I libri di vibrisselibri

Maestra di morale o prostituta dei porti?

Monday, November 13th, 2006

Pierre-Daniel Huet, tratto da http://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Daniel_Huet(Continua da qui)

Il Trattato è un libro che parla di letteratura senza usare mai la parola letteratura, che all’epoca non esisteva o non aveva il significato che le diamo oggi. In mancanza di una parola precisa, Huet è costretto a usare perifrasi, e così facendo arriva talvolta a coniare definizioni bellissime.

I Persiani non hanno punto ceduto agli Arabi nell’arte di mentire piacevolmente; mentre ancorché la menzogna fosse loro in altri tempi molto odiosa nell’uso della vita, e non proibissero altro con tanta severità a’ loro Figliuoli, nulladimeno, piaceva loro infinitamente ne’ loro Libri, e nel commerzio delle Lettere; se pure le finzioni debbonsi chiamar menzogne. (pag. 15)

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Da Huet ad Auerbach a Genette

Sunday, November 5th, 2006

Frontespizio del Trattato sull'origine dei romanzi di Pierre-Daniel Huet, tratto da http://vibrissebollettino.net(continua da qui)

I lettori dilettanti – schiera alla quale appartengo – hanno un vantaggio impagabile sui lettori di professione: possono leggere quello che vogliono. Il programma di lettura del lettore professionista è dettato da scadenze editoriali, impegni culturali, necessità di aggiornamento e altre consimili urgenze di lavoro, mentre quello del lettore dilettante si determina quasi da solo, di lettura in lettura: ogni libro chiama il successivo senza rispettare percorsi obbligati. Il lettore dilettante può decidere, per esempio, di compulsare l’opera completa di un autore, oppure di esplorare la produzione di un secolo di suo gradimento, semplicemente perché in quel dato momento gli va di farlo. Ecco perché nella mia libreria arlecchinesca – fra romanzi d’ogni colore, guide turistiche, novelle, manuali di cucina, cantiche, epistolari e biografie – è possibile trovare libri come Mimesis di Erich Auerbach (1946) o Figure III di Genette (1972), pilastri rispettivamente della critica stilistica e della narratologia: mi andava di leggerli e li ho letti e, avendoli letti, non ho potuto evitare che la lettura del Trattato li evocasse fin dalle prime righe:
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Paolo Giovio, Elogi degli uomini illustri

Wednesday, November 1st, 2006

Paolo Giovio, Elogi degli uomini illustriÈ uscito uno dei più bei libri italiani di sempre, anche se è scritto in latino. Trattasi degli Elogia veris clarorum virorum imaginibus apposita, quae in Musaeo Ioviano Comi spectantur (Venezia 1546), che uniti agli Elogia virorum bellica virtute illustrium (Firenze 1551) formano il volumone Elogi degli uomini illustri curato da Franco Minonzio per i «Millenni» di Einaudi. È la prima traduzione integrale dei celebri Elogia o Ritratti di Paolo Giovio, gran libro la cui unica menda visibile è il non modico prezzo di 90 euro, ma pazienza.

Paolo Giovio (1483-1552) era un tipo alquanto eccentrico: medico, filosofo, vescovo, finissimo letterato e umanista, ma soprattutto grande amante e praticante del pettegolezzo più sfrenato. Nel 1538 iniziò la costruzione di una magnifica villa sul lago di Como, che nelle sue intenzioni doveva diventare Museo, ovvero luogo dedicato alle muse, aperto alla visita di amici e conoscenti. La villa comprendeva una galleria in cui erano esposti circa duecentocinquanta ritratti di celebrità antiche e moderne collezionati da Giovio nell’arco di tutta la vita. Gli Elogia furono inizialmente concepiti come cartigli destinati a illustrare questi ritratti.
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Questo piacevole trattenimento delle persone sfaccendate

Monday, October 23rd, 2006

Pierre-Daniel Huet, tratto da http://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Daniel_HuetCome dicevo più di un mese fa, sto cercando di occuparmi di un libro che non esiste, e per occuparmene ho interpellato una schiera di dotti in svariate materie letterarie. Confesso che prendere la parola fra loro mi intimorisce non poco. In quel consesso di esseri pensanti radunati attorno al Trattato sull’origine dei romanzi di Pierre Daniel Huet, infatti, siedono scrittori, poeti, critici, filosofi e intellettuali che quanto a titoli e competenza mi sopravanzano di svariate misure. Me ne starei volentieri zitto in un angolo ad ascoltare quello che loro hanno da dire, ma – essendo io in qualche modo la causa di quel medesimo simposio – non posso sottrarmi al dovere di partecipare. D’altronde è il testo stesso che autorizza gli ignoranti a prendere la parola sulla letteratura, laddove dice:

Due strade affatto opposte, che sono l’ignoranza e l’erudizione, la rozzezza e la pulizia, conducono sovente gli Uomini ad un medesimo fine, che è lo studio delle finzioni, delle favole e de’ Romanzi. (pag 54)

Il mio unico titolo letterario è il cumulo disordinato e abnorme di letture che ha popolato e popola la mia mente da quarant’anni a questa parte. Per dirla in breve, sono un lettore. Il mio discorso, dunque, non sarà un discorso dotto, competente, tecnicamente ineccepibile, ma una chiacchierata informale da lettore a lettori sul fascino che il Trattato esercita su di me. Non parlerò dunque di teorie, di paradigmi, di concetti, di forma e di sostanza, ma solo di segni, di indizi, di impressioni.
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Paolo Nori, Noi la farem vendetta

Wednesday, October 18th, 2006

Paolo Nori, Noi la farem vendettaL’ultimo libro di Paolo Nori si intitola Noi la farem vendetta che è anche un verso di una canzone anarchica che si intitola Figli dell’officina. Il protagonista del libro di Paolo Nori, Paolo Nori, verso la fine del libro canta questa canzone a sua figlia Irma per addormentarla. Il testo della canzone Figli dell’officina è questo:

Figli dell’officina
o figli della terra
già l’ora s’avvicina
della più giusta guerra
la guerra proletaria
guerra senza frontiere
innalzeremo al vento
bandiere rosse e nere
avanti siam ribelli
fieri vendicator
un mondo di fratelli
di pace e di lavor
dai monti e dalle valli
giù giù scendiamo in fretta
con queste man dai calli
noi la farem vendetta

Prima di cantarla a sua figlia per addormentarla, Paolo Nori racconta di aver fatto ascoltare la stessa canzone a sua madre, molto tempo prima che la figlia nascesse:
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Gomorra

Tuesday, October 17th, 2006

Roberto Saviano, GomorraCome non di rado succede da queste parti, affronto in ritardo un argomento di attualità. Anche se questa volta, lo dico a mio disdoro, si tratta di un ritardo di appena quattro giorni: risibile.

Ho meditato a lungo sull’opportunità di questo post. Motivi per non farlo ne avrei a bizzeffe, e qui mi limito a citare i principali:

1. Non ho letto il libro di Roberto Saviano, perché i libri che hanno rapporti stretti con la cronaca – e in particolare con la cronaca criminale – non sono mai stati nelle mie corde.
2. Sono allergico agli appelli, alle campagne di solidarietà, alle chiamate a raccolta, ai bandi, ai manifesti, alle petizioni.
3. Non sopporto i riflettori e la gente che fa calca per entrare nel cono di luce.

Ma queste sane norme igieniche, che continuerò a praticare per l’ordinario, in questo caso non valgono. Non vale in particolare la prima, perché quello di Gomorra non è più il caso di un libro che si occupa di criminalità, ma un caso di criminalità che si occupa di un libro, e lo fa minacciando di morte il suo autore. Questo è inaccettabile, specialmente per chi ama la scrittura, i libri, la lettura.

Per questo oggi ho comprato Gomorra e chiedo ai miei lettori di blog di comprarlo e di farlo comprare ai loro lettori di blog, nonché ad amici, parenti, colleghi, sodali, compagni, mogli, mariti e amanti. Odiate gli appelli? Fregàtevene. Questa cosa vi fa tanto catena di S.Antonio? Non fateci caso. Vi scoccia dar soldi alla Mondadori che è di Berlusconi? Non pensateci. Perché qualcosa mi dice che, ancor più del contenuto, quello che dà fastidio ai camorristi è che il libro arrivi nelle case di tante, tantissime persone, molte più persone di quelle che loro possono controllare, intimidire, far fuori. Ed è bene che sappiano che con le loro minacce non fermeranno Gomorra e non riusciranno a isolare Roberto Saviano.

Le minacce camorriste a Roberto Saviano.
Una lettera di solidarietà a Roberto Saviano.

I diari di Luciano Anceschi

Saturday, October 7th, 2006

Luciano Anceschi. Tratto da www.unipa.itLuciano Anceschi è uno dei numi tutelari di letturalenta, e della lettura lenta in generale. Il suo contributo alla cultura letteraria italiana non è riassumibile in poche righe, ma ci sono alcuni aspetti del suo metodo critico – o per meglio dire del suo stile critico – che forse vale la pena ricordare: l’avversione per il dogmatismo, per il pessimismo integrale e le grida apocalittiche; la proposta continua e paziente di un umanesimo disilluso, consapevole dei problemi ma anche convinto della possibilità di affrontarli e superarli; l’estetica fenomenologica fondata sui fatti artistici, libera da pregiudizi ideologici.

Anceschi fondò la rivista «il verri» cinquant’anni fa, e la rivista ricorda ora il fondatore pubblicando un’ampia selezione dei suoi diari. Il numero di luglio ha ospitato il periodo 1986-1990, mentre quello di ottobre ospiterà il periodo 1991-1995.
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Opere complete di Learco Pignagnoli

Saturday, September 30th, 2006

Opere complete di Learco PignagnoliÈ uscito questo libro, Opere complete di Learco Pignagnoli, pubblicato dall’editore Aliberti. La prima cosa che ho pensato guardando il libro in libreria è che sulla copertina c’è scritto Daniele Benati, e poi sotto Opere complete di Learco Pignagnoli, come se l’autore del libro fosse Daniele Benati, non Learco Pignagnoli. Questa ipotesi all’inizio mi ha un po’ spiazzato, perché a dire il vero io speravo proprio di leggere le opere di Learco Pignagnoli, non un libro di Daniele Benati, anche se naturalmente non ho niente di personale contro i libri di Daniele Benati.

Ho dato un’occhiata veloce al libro, per vedere un po’ com’era fatto, e ho visto che ha quattro sezioni. La principale si chiama Opere, ed è la più corposa, poi c’è un’appendice suddivisa in tre parti:
– Giacomo, romanzo autobiografico di Learco Pignagnoli
– Poesie, di Learco Pignagnoli
– Opera teatrale, di Learco Pignagnoli

Però!, ho pensato, che autore poliedrico, questo Pignagnoli.
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L’arte di mentire piacevolmente

Thursday, September 21st, 2006

Pierre-Daniel Huet, tratto da http://en.wikipedia.org/wiki/Pierre_Daniel_HuetDal mio rientro a oggi non ho scritto molto qui, e di questo naturalmente mi pento e mi dolgo, ma con misura e senza eccessi di contrizione. Il motivo principale di questa afasia settembrina è che ultimamente mi sto occupando di libri che non esistono e, come tutti sanno, le cose che non esistono sono molto più esigenti di quelle che esistono in termini di tempo, attenzione, cure. E poi bisogna parlare con molta prudenza delle cose che non esistono, per non correre il rischio di farle esistere anzitempo e bruciarle.

Uno di questi libri che non esistono di cui mi sto occupando, a dire il vero, un poco esiste già, tanto che chiunque lo desideri può trovarlo in questo punto esatto della grande rete. A me però piacerebbe che questo libro esistesse in modo diverso da come esiste adesso. Mi piacerebbe che le parole di questo libro generassero altre parole, e che queste parole nuove, scritte oggi, avvolgessero il testo originale come la carta avvolge il cioccolatino. La carta che avvolge il cioccolatino lascia intendere che al di là di lei medesima c’è un cioccolatino, e invita il goloso a sbarazzarsi di lei, se vuole mangiarsi il cioccolatino.
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Libri Di Merda

Thursday, July 6th, 2006

Paolo Nori - Marco Raffaini, Storia della Russia e dell'Italia, tratto da www.fernandel.itCirca tre anni fa l’editore Fernandel lanciò una collana rivoluzionaria intitolata LDM, che sta per Libri Di Merda, diretta da Paolo Nori. Purtroppo, non so se per mancanza di materia prima o per altri motivi, questo splendido monumento alla vocazione scatologica della letteratura terminò dopo appena due uscite, entrambe da me recensite su it.cultura.libri. Ripropongo qui la recensione al primo titolo, nella speranza che Giorgio Pozzi e Paolo Nori la leggano e magari, un poco commossi da cotanto omaggio, rilancino questa iniziativa così necessaria.

Storia della Russia e dell’Italia
A fronte di milioni di aspiranti scrittori che fanno di tutto per pubblicare i loro libri nel cassetto, ci sono due scrittori che riescono a pubblicare un Libro Di Merda: Paolo Nori e Marco Raffaini. Storia della Russia e dell’Italia (Fernandel 2003, collana LDM, appunto) è il primo libro dichiaratamente di merda pubblicato in Italia. Ai lettori attenti alle evoluzioni del mercato editoriale nostrano non sarà certo sfuggita la portata rivoluzionaria di questo evento.
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Marco Palasciano – Prove tecniche di romanzo storico

Monday, June 19th, 2006

Marco Palasciano, Prove tecniche di romanzo storicoProve tecniche di romanzo storico è il secondo libro della collana Arno della giovanissima casa editrice Lavieri. Lo precede nella stessa collana Dalla vita di un Fauno di Arno Schmidt, nell’ottima traduzione di Domenico Pinto. Un precedente davvero impegnativo per il “giovane” Marco Palasciano, che si trova involontariamente spalla a spalla con un mostro sacro della letteratura tedesca del Novecento. Dico “giovane” fra virgolette, perché Palasciano, classe 1968, ha scritto questo libro nel 1992, a soli ventiquattro anni.

A dispetto della giovane età dell’autore, però, in questo romanzo non c’è traccia di giovanilismo. C’è piuttosto una carica notevole di esuberanza giovanile, ma tutta espressa nella giocosità dell’impianto narrativo e del divertimento linguistico. Più che un romanzo, infatti, il libro di Palasciano è uno spettacolare divertissement, una parodia continua di stili e di forme narrative che l’autore bistratta e tritura finemente, fino a ridurle a farsa, a melodramma, a commedia dell’arte. E l’incipit – Un carnevale di tamburelli che stacciano coriandoli – a fine lettura suona come una promessa mantenuta.
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Gualberto Alvino – Là comincia il Messico

Wednesday, June 7th, 2006

David Kampmann, Rio Grande, 1997, tratto da www.davidkampmann.comLà comincia il Messico è un libro in cerca di editore. Alcuni capitoli sono apparsi su diverse riviste negli anni passati e alcuni lettori hanno avuto il piacere di leggerlo integralmente. Fra questi happy few sono capitato anch’io, per una di quelle combinazioni solo parzialmente riconducibili a cause razionali che spesso accadono nei sotterranei della metropoli lettoria.

L’autore di questo romanzo, infatti, è Gualberto Alvino, che qui è già apparso due volte nella sua veste più nota di infaticabile esegeta e curatore di Antonio Pizzuto. Dopo i primi contatti molto formali, che sono sfociati nei suoi importanti contributi alla mia pizzuteide, Gualberto e io ci siamo lasciati un po’ andare, le formalità si sono allentate e si è creato un clima di reciproca simpatia. Solo a questo punto Gualberto mi ha “confessato” di aver scritto Là comincia il Messico e me lo ha affidato.

Durante e dopo la lettura ho mandato all’autore alcune impressioni e note che mi fa piacere condividere qui, tali e quali, con i lettori di letturalenta, che alla fine di questo post troveranno anche un link al capitolo finale del libro.
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