Archive for the ‘pizzuto’ Category

Un film su Antonio Pizzuto

Tuesday, June 8th, 2010

Martedì 8 giugno 2010, ore 16, sala Burcardo, via del Sudario 44, Roma

Fondazione Antonio Pizzuto
SIAE
Sindacato nazionale scrittori

Invitano all’anteprima della proiezione del docufilm

Antonio Pizzuto — Sur le pont d’Avignon
di Nosrat Panahi Nejad

Interverranno:
Maria Pizzuto, presidente della fondazione Antonio Pizzuto
Antonio Pane, curatore di molte opere di Pizzuto
Nosrat Panahi Nejad, autore del film e curatore dei “Quaderni pizzutiani”

Coordina: Gian Maria Molli

Madeleine Santschi

Tuesday, January 5th, 2010

Poco fa ho saputo che Madeleine Santschi è morta il 3 gennaio. Si è spenta serenamente, dice l’email, che ho ricevuto, credo, perché tre anni fa ho dedicato qualche post ad Antonio Pizzuto, uno degli autori italiani che questa letterata elegante ha traghettato in lingua francese.

In rete non si trovano molte notizie su di lei. Sul sito di Leonardo libri c’è un suo breve profilo biografico. Poi Una bibliografia che rende conto del suo lavoro di traduzione dall’italiano: Dario Niccodemi, Antonio Pizzuto, Albino Pierro, Grazia Deledda, Laura Betti.

Infine un video in cui parla della sua esperienza con Antonio Pizzuto, che ricorda così: Era molto esigente, molto fraterno, direi dolce, ma nello stesso tempo di una densità infracassabile, dunque non si poteva spaccarlo. Era lì.

Di Pizzuto Madeleine Santschi ha tradotto la parte terminale dell’opera, Pagelle e Ultime, la parte più ardua e aerea, ostica per molti lettori italiani, anche fra quelli più attrezzati, ma non per questa signora delle lettere. Riposi in pace.

La vera novità ha nome Pizzuto

Monday, October 19th, 2009

Si apre oggi pomeriggio a Bagheria il convegno La vera novità ha nome Pizzuto, dedicato al mitico e qui molto apprezzato scrittore siciliano. Nei tre giorni del convegno interverranno studiosi di rango e di lunghe frequentazioni pizzutiane, come Gualberto Alvino, Walter Pedullà e Rosalba Galvagno, nonché giovani promettenti come Benedetta Panieri e Salvo Butera.

Qui la presentazione del convegno sul sito del comune di Bagheria.
Qui il pratico pieghevole con utili informazioni e il programma completo.

Presentazione dei carteggi di Antonio Pizzuto

Wednesday, November 21st, 2007

Fondazione Antonio Pizzuto, Siae, Sindacato Nazionale Scrittori, invitano alla presentazione dei

Carteggi di Antonio Pizzuto
con
Alberto Mondadori, Giovanni Nencioni, Gianfranco e Margaret Contini, Lucio Piccolo, Salvatore Spinelli, Carlo Betocchi, Vanni Scheiwiller.

Interverranno:

Maria Pizzuto, presidente della Fondazione Antonio Pizzuto
Gualberto Alvino, filologo e critico letterario
Antonio Pane, critico letterario
Felice Paniconi, poeta e studioso di Pizzuto

Coordinatore: Gian Maria Molli, giornalista Rai
Lettori: Donatella Ferrara e Gabriele Villa

Giovedì 22 novembre ore 17,00
sala Burcardo, via del Sudario 44, Roma

Un film su Antonio Pizzuto

Monday, April 16th, 2007

Giovedì 19 aprile 2007, ore 17, sala Burcardo, via del Sudario 44, Roma

Fondazione Antonio Pizzuto
SIAE
Sindacato Nazionale Scrittori

invitano alla proiezione del film

Antonio Pizzuto 1893 – 1976
di Nosrat Panahi Nejad

a conclusione delle celebrazioni del 30° anniversario della scomparsa dello scrittore.

Interverranno:

Maria Pizzuto, presidente della Fondazione Antonio Pizzuto
Nosrat Panahi Nejad, curatore della rivista Quaderni Pizzutiani
Gian Maria Molli, giornalista Rai

(Se qualcuno ci farà un salto e avrà voglia di raccontarmi com’è andata, lo ringrazio fin d’ora)

Aggiornamento:
Oggi Armando Adolgiso segnala la proiezione del documentario, qui, aggiungendo notizie su Nejad e Molli, nonché un profilo di Pizzuto curato dal Molli medesimo.

Armando chiude l’articolo con una domanda-appello: Riusciremo mai a vedere questo documentario trasmesso da qualche network Tv? Disperare è legittimo, sperare è lecito. Accolgo e rilancio: Riusciremo mai a vedere questo documentario su YouTube? Magari!

Gualberto Alvino legge Pizzuto

Wednesday, February 14th, 2007

Ennesima chicca pizzutiana donata dal maestro Gualberto Alvino: egli medesimo legge un brano tratto da Pagelle, opera del Pizzuto estremo, quello che financo i meglio addestrati filologi faticarono a seguire. Buon ascolto.

XXVI
Vento

Invisibile posse favoleggiato indotto, concluso, altrove sempre, estrosa conchiglia suggeritore che mai séguiti: un frangersi onda al largo addosso massiccio lacustre fusto emersone con l’arborea sua chioma; pur offensivo in arena sperte elicopidi mostre di una recitante, o fomite per tegnenze rotulee mutui passo passo contro le prore aerotome dianzi incignate. Fola su fola effetti sconvolti estolti poi ritolti, come le spirituali clausole sotto ricorrenti angosce dell’altrui bene, intanto valangheggiando incendiarie arbitrio mistero: un divieto insolito, reticenze, ambigui esiti, da disciplinato precludersi verità prepostera, o ad attentarvi palindroma. Germinali magici tappeti; sottesso, spiri guida a sàlide mucche, queste di atterramenti fortunosi per strenuo pilota, centine sconce, avvoltoio su un esiguo prato. Messaggero da torridi viperai, tundre gelide, a enfie vele robusto; ora mulinante scavando imo vortice ergersene in attorte colonne diaspre il mare. Tale consapevoli, arresi a villaggio, apparsivi di tra selve in cristallo, daini e cerbiatti, ecco nel ciclone pie serpere pantere cobra. Dissipati furori, pronubo il ritorno da zefiro entro corolle e per arnie, in mille papille sugli stagni dove saettosi girini di pattuglia, condomine le gambusie voraci o muovere, dileticante, sericea canizie all’assopito, cenere lì lì orlo sigaro, contrastare formica avversa. Nel tutto di continuo pervasone, mantenerlo in perennità desto sua vicenda a rincorrersi onde inesauribile alimento l’anelare: informe il soggetto, protea sua formativa e per cielo e terra, e speranze e sbaragli consustanziali.

Frammento d’autore

Wednesday, December 20th, 2006

A.Pizzuto - Pagelle

 

(cliccare l’immagine per ingrandirla)

Didascalia 1: era incalzato dalla necessità di scrivere con estenuante lentezza (Gianfranco Contini)

Didascalia 2: foto di una pagina manoscritta di Pagelle, precisamente l’incipit dell’Uomo dal berrettino bianco. Questa preziosa istantanea della scrittura pizzutiana è dono di Gualberto Alvino (grazie!), che proprio su questa opera di Antonio Pizzuto ha fondato il suo progetto di ricerca all’università La Sapienza. Allego anche una chiosa del donatore: Vedrai che bellezza! Il massacro… l’incontentabilità… la pagina come spazio simbolico e vitale al tempo stesso… Saprei spiegare meglio di così questo frammento d’autore? Credo proprio di no, quindi mi taccio.

Sul ponte di Avignone

Monday, December 4th, 2006

Oggi ulteriore arricchimento della già ricca dotazione di firme della pizzuteide. È la volta di Rosalba Galvagno, da anni una delle più attente studiose di Antonio Pizzuto. L’articolo qui proposto è già apparso sulla rivista «Il caffè illustrato» (n.24, anno V, maggio-giugno 2005) all’interno di un dossier su Pizzuto curato da Gualberto Alvino.

«Se Seguirai tua stella…»
Sul ponte di Avignone e l’illusione della scrittura

di Rosalba Galvagno

Nel romanzo Sul ponte di Avignone[1] si dispiega una delle più significative configurazioni moderne[2] del tema dell’illusione.

La configurazione letteraria del tema sfrutta spesso la scena teatrale, reale o metaforica (si tratta propriamente di scena fantasmatica), nella quale entrano in gioco il soggetto che si illude o che illude, l’oggetto dell’illusione generalmente idealizzato, l’al di là di questo oggetto che si rivela essere ‘niente’ o ‘assente’ e, infine, il velo, che fa da interposizione tra il soggetto e l’oggetto e sul quale quest’ultimo viene immaginariamente proiettato.[3]
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Dello scrivere Pizzuto

Thursday, November 30th, 2006

DELLO SCRIVERE PIZZUTO. Alla ricerca delle radici
di Felice Paniconi

Panormitano, siculo della Magna Grecia. Mediterraneo, solare, abituato al bianco delle case e a scrutare il mare avendo i piedi fermi sulla terra. A Pizzuto, da generazioni di voci o meglio di scritti, le parole sono giunte portando la loro storia tramite Omero, Alceo, Saffo, Virgilio, Petrarca…

Parole corrose a forza di raccontare e raccontarsi, che nel tempo hanno perduto valore, snaturandosi: pietre nei ruscelli di montagna, ormai arrotondate e dimentiche della primitiva forma, a forza di correre, rotolarsi, cozzare, seguire la corrente. Al contrario di molti scrittori (“e mi domando, tirando i remi nella barca, se non sarebbe stato meglio, invece che un’ardua elaborazione di modi miei personali, seguire quelli in uso, scrivere sulla falsariga offertami da tanti e ben migliori, maggiori artisti, prendendoli a modello…”), Pizzuto non volle usare quelle parole, quei vestiti logori e desueti.
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Roma ricorda Antonio Pizzuto

Wednesday, November 29th, 2006

Trascrivo qui l’articolo inserito nei commenti al post precedente dal prode melpunk. Colgo l’occasione per confermare che domani sarò al convegno sotto citato.

Roma ricorda Antonio Pizzuto, il più originale scrittore del Novecento

Firenze, 28/11/2006 – Giovedì 30 novembre alle 17 presso la Sala Burcardo (via del Sudario 44, Roma) avrà luogo un convegno in memoria di Antonio Pizzuto a 30 anni dalla sua scomparsa (Roma, 23 novembre 1976). Gian Maria Molli, giornalista e scrittore, coordinerà l’incontro a cui parteciperanno Maria Pizzuto, presidente della «Fondazione Antonio Pizzuto», Mario Lunetta, scrittore e presidente del Sindacato Scrittori, Salvatore Bufera, giornalista, Benedetta Panieri e l’editore Mauro Pagliai. L’attore Gianni Musy leggerà alcuni brani tratti dalle opere e dai carteggi del celebrato scrittore.
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Pizzuto al Gr3!

Monday, November 27th, 2006

Sabato 25 novembre alle ore 18:45, il conduttore Gian Maria Molli – noto fedele pizzutiano – con laudabile piglio da commando ha inserito nella pagina culturale del Gr3 un ricordo del trentennale della morte di Antonio Pizzuto. Ecco la trascrizione del brano:

Trent’anni fa moriva a Roma Antonio Pizzuto, autore di romanzi e racconti fra i maggiori del Novecento. La capitale, dove Pizzuto ha scritto tutti i suoi capolavori – da Signorina Rosina a Si riparano bambole a Ravenna – lo ricorderà con la prima commemorazione fra una settimana giovedì 30 novembre alla sala Burcardo (partecipate numerosi! (NdR)), a cui interverranno la figlia di Pizzuto, Maria, presidente della fondazione intitolata a suo padre, e il presidente del sindacato nazionale scrittori Mario Lunetta. Il Gr3 lo ricorda oggi, con un frammento di Signorina Rosina, il romanzo che fece conoscere a metà degli anni Cinquanta il questore in pensione Antonio Pizzuto. La magistrale lettura è di Carmelo Bene. Si tratta del diciottesimo capitolo di Signorina Rosina. Il protagonista, il geometra Bibi, è inviato dal suo implacabile capufficio a compiere improbabili lavori in un cimitero.

Bravo Molli! Era ora che il grandissimo Antonio Pizzuto salisse agli onori delle pagine culturali nazionali di mamma RAI. Il brano può anche essere ascoltato qui, edizione delle 18:45, attorno al minuto 13:30.

Un grande amatore della vita

Thursday, November 23rd, 2006

Questo commosso (e per me commovente) articolo del grande critico e filologo Gianfranco Contini apparve sul quotidiano La Repubblica a tre giorni dalla morte di Antonio Pizzuto, avvenuta a Roma il 23 novembre 1976, ed è stato ripubblicato come introduzione a Si riparano bambole, Sellerio 2001. Lo ripropongo a trent’anni esatti dalla morte di Pizzuto, nell’ambito della pizzuteide.

Con Antonio Pizzuto è scomparso il primo dei nostri grandi «giovani scrittori». Questo coetaneo esatto di Carlo Emilio Gadda finito a Roma da Palermo come lui da Milano, uscito in pubblico nel 1956 e autore di libri sempre più arrampicati nell’arduo, sembrò essere il fratello maggiore della «nuova avanguardia». Ma poi questi fievoli e involontari legami si scissero, e Pizzuto seguitò impavidamente a scavare per proprio conto, lucidamente coercendo la grammatica e la ragione, solo. Questo fino a qualche mese fa, quando il morso della malattia gli impedì di continuare a scrivere.

I suoi ultimi libri stampati è come se fossero inediti; letteralmente inediti sono ancora parecchi: anche noi, suoi inadeguati fedeli, nel tentare di accompagnare per la salita questo Joyce italiano, lo seguivamo a fatica in quell’aria troppo ossigenata delle grandi vette, andine o tibetane. Però Pizzuto ha tutto il futuro innanzi a sé: lui era incalzato dalla necessità di scrivere con estenuante lentezza; la sua fama – o la sua gloria – lo aspetta sicura.

Ma nel momento della sua morte io penso all’amico, all’uomo sobrio, modestamente vissuto nella sua solitudine troppo ascetica per essere chiamata piccolo-borghese, fuori d’ogni società letteraria, in una non illustre periferia romana dove, praticamente prigioniero delle gravi fratture di alcuni incidenti, dell’artrosi e soprattutto dell’agorafobia, spiava il primo allungarsi delle ombre il 21 di giugno e con ansia attendeva che si accorciassero, tornassero alla vita, per Natale. Perché Pizzuto era un grande amatore della vita, quest’uomo eccessivo nel riso, eccessivo nel pianto, eccessivo nell’amore, eccessivo nell’amicizia. Era un mio amico. Consentitemi di non dire altro.

Gianfranco Contini

Pizzuto a Roma il 30 novembre

Tuesday, November 14th, 2006

Giovedì 30 novembre, ore 17, sala Burcardo, via del Sudario 44, Roma

 

Conferenza su
Antonio Pizzuto a 30 anni dalla scomparsa

 

Interverranno:

Maria Pizzuto, presidente della Fondazione Antonio Pizzuto
Mario Lunetta, scrittore, presidente del Sindacato Scrittori
la dottoressa Benedetta Panieri
il giornalista Salvatore Bufera
l’editore Antonio Pagliai

Moderatore Gian Maria Molli
L’attore Gianni Musy leggerà brani tratti dalle opere e dai carteggi.

Beckett e Pirandello, via Pizzuto

Tuesday, November 7th, 2006

Antonio Pizzuto e Andrea CamilleriQuesta testimonianza di Andrea Camilleri su Antonio Pizzuto è stata pubblicata nell’edizione di Ravenna uscita per i tipi di Polistampa nel 2002 a cura di Antonio Pane. La ripropongo qui per gentile concessione dell’editore. Questo brano di Andrea Camilleri non può essere riprodotto senza l’esplicita autorizzazione di Polistampa.

Due debiti con Pizzuto

di Andrea Camilleri

Di e su Antonio Pizzuto si è detto e discusso tanto che oggi uno storico della letteratura italiana del ‘900 non può che ripercorrere sentieri già battuti, è costretto a riproporre un misto di luoghi comuni (lo scarto tra il tardivo esordio e l’assoluta novità della proposta, ad esempio) e di acutezze continiane. Non essendo né un recensore né uno storico, qui mi piace dire in tutta libertà del mio personale rapporto di lettore. E di debitore. Debitore non in quanto scrittore, ma in quanto uomo di teatro.

Ebbi la fortuna d’imbattermi nella prima edizione di “Signorina Rosina” nel 1956 in una libreria di Roma. Ne sfogliai qualche pagina, le odorai, sapevano di buono, andai alla cassa. Non sempre capita che sia tu a comprare un libro, certe volte succede che il libro si faccia comprare da te. Nei giorni seguenti lessi il romanzo almeno tre volte, sempre più preso e divertito, ricordo persino che a un certo momento mi provai (cosa che prima non avevo mai fatto) a munirmi di penna e matita per tracciare una sorta di, per dirla con Ruggero Jacobbi, minima statistica delle presenze della signorina Rosina nel suo continuo apparire e sparire da fiume carsico, nel suo ripresentarsi di volta in volta trasformata, altra (zingara, asina, cuoca, ecc.). Questo certosino esercizio, se non mi fornì del tutto la mappa del labirinto, mi mise almeno in grado di conoscere l’elemento principale del labirinto stesso, vale a dire la mancanza del senso del tempo come viene comunemente e rassicurantemente inteso anche in narrativa, dove l’azzardo è il flash-back, l’alterazione sequenziale, il monologo interiore. Qui è diverso. È infatti praticamente impossibile rispondere a questa pur semplice domanda: in quale arco temporale si può racchiudere la vicenda del romanzo? Pochi anni? Dieci anni? Una vita? Oppure si tratta, cito ancora Jacobbi, di una atemporalità che è il significato immanente di un’attesa perpetua?
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La presa della corrente

Wednesday, October 25th, 2006

In questa puntata della pizzuteide Maurizio Sperati ci racconta di quando andò per riparare una presa della corrente e fu preso nella corrente vitale e produttiva di Maria Pizzuto, artefice di una cultura davvero universale.

La presa della corrente
di Maurizio Sperati

Girando su internet alla ricerca di buone nuove su Antonio Pizzuto, ho trovato, su letturalenta.net, un interessantissimo blog. Nello scorrere gli articoli, ho notato gli interventi di Maria Pizzuto e altri estimatori, conosciuti e non. Allora anche io voglio dire la mia.

Mi chiamo Maurizio Sperati e sono, se così si può dire, un appartenente “povero” del popolo degli estimatori di Antonio Pizzuto, cioè non uno di quelli che contano e che hanno studiato la letteratura italiana all’università, insomma, l’unica letteratura che conosco si ferma davanti al portone di una scuola professionale indirizzo tecnico elettronico, capirete che quella che s’impara lì è la cultura generale, forse troppo generale, generalissima, diciamo che grazie a quella si possono quasi concludere le parole crociate. A voi che leggete questo articolo, e che provenite da tali studi (non ve la prendete) non voglio dire che siamo studenti di serie B, voglio solo dire che la vera letteratura è un’ALTRA.
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