Archive for the ‘tempi moderni’ Category

Il razzismo fa male alla salute

Tuesday, September 15th, 2009

Da «Il Mattino di Padova»: «Non voglio che i negri mi tocchino. Tutti a casa. Bossi ha ragione». Livio Strumendo, 56 anni, di Portogruaro, ha aggredito così un’infermiera di colore. È successo venerdì notte al Centro Ustioni, al quinto piano del policlinico.

Se fosse morto in seguito alla sua brillante iniziativa, costui sarebbe stato un candidato ideale al Darwin Award, ma purtroppo la stupidità talvolta perdona più di quanto dovrebbe. Tuttavia pare che il tizio, in segno di civile protesta contro il colore delle infermiere, si sia tolto le bende, quindi resta la speranza che possa peggiorare o quanto meno soffrire molto più di prima.

È questo l’aspetto consolante dell’episodio: mentre la dissennata xenofobia della Lega e del governo mette a rischio la vita altrui, in questo caso il razzismo fa male alla salute di chi lo pratica. C’è solo da augurarsi che succeda più spesso.

Campagna per l’edificazione spirituale del ministro Brunetta

Monday, September 14th, 2009

Disse: «un certo culturame parassitario, che ha vissuto sempre e solo di risorse pubbliche, e che è lo stesso che si vede in questi giorni alla Mostra di Venezia».

Strano tipo, il Brunetta, sempre a caccia di parassiti e di fannulloni. Brunetta è un adoratore del dio dell’efficienza, un sacerdote preposto a ungere col sacro olio di Stachanov gli ingranaggi del sistema. Nemico giurato del riposo, della distrazione, dell’ozio e della flânerie, egli sogna una società tutta votata alla produzione incessante di merci e servizi sotto lo sguardo benigno del Mercato (l’altra divinità a cui Brunetta offre sacrifici).

È inevitabile che in questa visione del mondo la cultura, ovvero la produzione e la circolazione delle idee e delle conoscenze, giochi il ruolo del parassita, del nemico interno che sottrae risorse al sistema distraendolo dalla sua missione di produttività, e dunque bando alle ciance: lo stato chiuda i rubinetti dei finanziamenti e il “culturame parassitario” vada a lavorare e a piazzare la sua merce come tutti. Sopravviverà chi vende, gli altri si fottano.

Lavoro e Mercato, ovvero il mondo come centro commerciale. Lavorare, produrre, vendere, comprare, mangiare, dormire, lavorare. Contro questa prospettiva di vita mortificante (e noiosa) che il bieco Brunetta vorrebbe rifilarci, lancio una modesta proposta rivoluzionaria: le giornate del fancazzismo.

Convocate con campagne in rete e nei social network, senza una pianificazione prestabilita, ma sempre in giorni feriali, le giornate del fancazzismo avrebbero un programma molto semplice: fare tutto quel che si vuole, tranne lavorare a pagamento, comprare e vendere. Si potranno leggere libri presi in prestito, guardare film scaricati dal mulo, dormire tutto il giorno, passeggiare a naso in su, comporre poemetti epici, praticare qualsiasi attività che non implichi scambio di denaro.

Al termine della giornata i partecipanti redigeranno un resoconto e lo invieranno per posta ordinaria al ministro Brunetta, a titolo di gratuito contributo alla sua edificazione spirituale. Non è detto che funzioni — anzi, dato il soggetto, le speranze di successo sono minime — ma sarebbe immorale non provarci.

8 settembre 1943

Tuesday, September 8th, 2009

[dall’articolo Avere coraggio, di Leone Ginzburg, pubblicato su «L’Italia libera» il 15 settembre 1943. Leone Ginzburg morì il 5 febbraio 1944 per le torture subite dai nazisti nel carcere romano di Regina Coeli]

E così i tedeschi hanno potuto aggiungere il nome di Roma al lungo elenco di capitali europee dove hanno fatto il loro ingresso durante questa guerra. (…) Molte parole amare sono salite alle labbra, di quelle che il nostro popolo rivolge a se stesso senza parsimonia, quando ha qualche ragione di malcontento. Non diciamo che queste parole amare siano ingiustificate; ma è bene non fermarcisi troppo. «Non bisogna scoraggiarsi», dicevamo su questo nostro giornale, incitando alla resistenza; e lo ripetiamo oggi, a ragion veduta. Roma è senza dubbio l’ultima capitale europea dove i tedeschi siano entrati da padroni. La loro sorte è segnata. E la presa di Roma non è un successo militare, ma una piccola vincita che non riesce a restaurare le finanze di un giocatore dissestato.

(…) Il regime di transizione inaugurato il 25 luglio esce disfatto da questa esperienza. Il tentativo di conservare l’impalcatura fascista mutando solamente alcuni uomini e alcune formule si è rivelato a tutti per quel che era: un esempio di scandalosa e miope complicità morale, una prova insigne d’incapacità politica. La monarchia e il governo che hanno deliberatamente lasciato che la difesa della rinascente libertà italiana rimanesse affidata alla quinta colonna, cioè a comandanti e funzionari che tutti sapevano fascisti, sono apparsi agli italiani di ogni partito nella loro vera luce di manutengoli del fascismo e del nazismo. Oggi ci dànno finalmente ragione i moderati e i possibilisti di ieri, che predicavano la libertà a detrimento della giustizia. E forse qualcuno di loro avrà capito che tutto il passato ha da essere snidato e distrutto nelle nostre istituzioni politiche e sociali, e non soltanto l’aggettivo «fascista» sulle targhe e i frontoni dei palazzi, per far sì che l’Italia si ricongiunga di nuovo alla civiltà europea. Non sappiamo se al seguito del generale Eisenhower vedremo rientrare a Roma la dinastia spergiura e i marescialli che invece di combattere hanno seguitato a farsi la forca: certo, gli italiani che nutrono sensi di dignità e di onore non ammetteranno più che l’una o gli altri dispongano ancora dei destini della nazione o parlino in suo nome.

La presa di Roma condurrà dunque a una chiarificazione del problema istituzionale, che sarebbe stato difficile ottenere altrimenti. Ma le conseguenze dell’atto di forza tedesco contro le nostre città saranno non meno importanti su un piano generale. Si è creata, in questi primi giorni di occupazione tedesca, una profonda solidarietà tra italiani, dalla quale solo i delinquenti delle squadre d’azione e i traditori della quinta colonna si sono esclusi. (…) Dopo aver tanto parlato, durante il regime Badoglio, del modo come si dovevano trattare i fascisti e delle relative indispensabili discriminazioni, abbiamo finalmente dinanzi a noi un criterio di giudizio di sicura validità: coloro che sono con noi e contro i tedeschi in questo momento, vanno trattati da uomini, coloro che sono per i tedeschi e contro di noi, vanno invece spietatamente respinti da qualsiasi consorzio civile come adoratori delle violenze e profittatori della schiavitù.

***
Questo per ricordare che l’armistizio dell’8 settembre 1943 tracciò definitivamente la linea di demarcazione fra chi combatteva per una causa giusta e chi lo faceva per la dittatura nazifascista. E anche per ricordare all’onorevole Alessandra Mussolini — una tizia che vorrebbe cambiare nome a Piazzale Loreto — che prima di invocare la pacificazione e la concordia nazionale è necessario riconoscere senza mezzi termini che il fascismo non ha meriti né eroi degni di essere ricordati.

Un vaccino efficace

Monday, August 31st, 2009

Oggi sono in vena di profezie, quindi profetizzo a colpo sicuro che nei prossimi mesi si intensificherà di molto la pratica dello sport preferito degli italiani: il complottismo.

Sarà tutto un fiorire di “esperti” che spiegheranno (ahimè, credendoci) che l’influenza A H1N1 in realtà non esiste, che i vaccini fanno male e che è tutta una congiura ordita dalle case farmaceutiche, ovviamente in combutta con le potenti lobby giudaiche omosessuali e massoniche coordinate dalla CIA e dal Mossad con la partecipazione straordinaria dei rettiliani.

Ma non c’è motivo di preoccuparsi: la lettura lenta e continuativa di questo ottimo articolo sul blog L’orologiaio miope è indubbiamente un vaccino efficace contro la supprofetizzata pandemia di stupidità.

Ministri

Friday, August 21st, 2009

Non ho alcuna simpatia per il regime iraniano, sentimento, questo, che aumenta il senso di frustrazione nel constatare che la nostra classe dirigente prende punti anche da quella dell’Iran. Dice infatti Ali Larijani, presidente del parlamento, criticando i ministri scelti dal presidente Ahmadinejad:

Le personalità nominate dal presidente della Repubblica per gli incarichi governativi debbono possedere perizia ed esperienza sufficienti, altrimenti sarebbero sprecate troppe delle energie del Paese. Un dicastero non è posto dove fare apprendistato.

E mentre rileggo queste semplici verità, penso che in Italia il ministro dei beni culturali è Sandro Bondi, e che è ministro pure Roberto Calderoli…

Uno due sei nove!

Saturday, August 15th, 2009

Noi sbarbini bolognesi ascoltavamo gli Skiantos, trent’anni fa…

L’uomo che odiava il punto e virgola

Thursday, June 25th, 2009

Dario FranceschiniL’8 maggio 2006 Dario Franceschini rispose al commento di un lettore del suo romanzo Nelle vene quell’acqua d’argento con queste precise parole:

«Non c’è neanche un punto e virgola. Per scelta. Non ho mai capito quella via di mezzo che non lascia la pausa giusta e mi pare anche esteticamente non bello da vedere sulla pagina».

Orpo!

Va be’ che — in perfetto stile democristiano — s’affrettò ad aggiungere «Ma chissà. Forse invecchiando mi riconcilierò anche con loro», però questa idiosincrasia interpuntoria mi ha sorpreso per diverse ragioni.

Salta agli occhi in primo luogo il contrasto fra la rilassatezza grammaticale della frase sopra citata e il rigore etico dell’enunciato. Per esempio, “quella via di mezzo” riceve poco dopo l’attributo “non bello”, alla faccia della concordanza di genere; poi l’autore dichiara una probabile futura riconciliazione con “loro”, mandando allegramente a ramengo anche quella di numero. Beninteso, non ho alcuna intenzione di cruscheggiare, è solo che non riesco a conciliare il programmatico annientamento del povero punto e virgola con un periodare così disinvolto.

Il secondo motivo di sorpresa nasce da un altro contrasto, quello fra il centrismo politico dell’uomo e il suo estremismo ortografico. Sarò all’antica, ma che un democristiano di lungo corso dichiari guerra alle vie di mezzo mi lascia basito, e mi chiedo: non è che dietro la maschera di uomo politico mite e moderato il Franceschini mi nasconde uno spirito ribelle, pugnace, insurrezionalista? Non dico che la cosa mi dispiacerebbe, sia chiaro, specialmente in un politico che si candida a guidare il primo partito di opposizione, e tuttavia resto spiazzato.

Mi ha sorpreso infine proprio l’oggetto del contendere, il punto e virgola, che mi sembra avviato da anni a una spontanea e irreversibile estinzione. Prendere posizione contro il punto e virgola è un po’ l’equivalente ortografico di una campagna contro il panda o la foca monaca, soggetti per cui sarebbe molto più sensata un’azione di salvaguardia.

E qui la questione diventa immediatamente politica: scegliere bene gli obbiettivi e i mezzi per raggiungerli mi sembra una dote indispensabile per un politico che si candida al governo del paese. Poniamo per assurdo che Franceschini diventi segretario del PD, che il PD vinca le prossime elezioni politiche e che Franceschini diventi presidente del consiglio. Non è che invece di risolvere i problemi italiani — mafie, evasione fiscale, corruzione, debito pubblico, ecc. — il Dario mi piazza in cima all’agenda, che so, il rilancio turistico del Polesine o la derattizzazione di palazzo Chigi?

Chi vivrà vedrà. Nel frattempo suggerirei a Franceschini di leggere il dattiloscritto originale di Terra matta, la straordinaria autobiografia di Vincenzo Rabito. In quelle mille sudatissime pagine troverà il significato ultimo del punto e virgola e tutta la sua struggente bellezza;

Intercettazioni

Wednesday, June 17th, 2009

Giulio Mozzi fa notare al nostro festevole primo ministro che la legge sulle intercettazioni può e deve essere migliorata.

Continua a mancarmi

Wednesday, June 10th, 2009

Carlo maria strofa Berselli è morto un anno fa, all’improvviso, senza avvisare.

Quando ho ricevuto la notizia ho creduto che fosse uno scherzo, e so di non essere stato il solo a crederlo. L’incredulità che accompagna la morte improvvisa di una persona cara dev’essere una protezione istintiva contro un dolore troppo forte per poter essere affrontato tutto e subito, in piena coscienza. È come se la mente si concedesse una pausa dilatoria, come se si ritirasse un poco per raccogliere le forze necessarie a parare il colpo.

Sul perché e il percome Carlo sia stato per me una persona cara, forse un giorno scriverò un trattatello apologetico che darò alle fiamme subito dopo averlo terminato, perché ci sono parole private che possono essere dette in pubblico, ma ce ne sono altre che devono restare private.

Qui dico solo che — fatta la tara di un anno intero di forzata separazione — Carlo continua a mancarmi. In un certo senso è come se mi ostinassi a credere che la notizia della sua morte sia stata davvero uno scherzo. E qui mi fermo per sopravvenuto magone.

Invece c’ero

Tuesday, May 26th, 2009

Catalogo B&NIl 21 maggio sono andato alla serata finale e premiale di Blog&Nuvole, serata che mi ha dato molte occasioni di allegria e un rammarico, quello di non aver conosciuto Squaz, colui che traghettò il mio gatto ai lidi fumettistici. Credevo non ci fosse, invece c’era e ha pure scattato qualche foto (dove io non compaio, perché secondo me lui credeva che io non ci fossi, invece c’ero).

Fra le cose allegre cito:

— Il sorriso da un orecchio all’altro di entrambe le organizzatrici — Lucia e Cristina — orgogliose del loro lavoro e forse anche sollevate dalla sua imminente conclusione.
— L’aver finalmente posto una faccia sul nickname del mitico Herzog, che mi ha pure fatto l’onore di ricordare lì per lì un mio post di due anni fa.
— L’incontro e la compagnia a cena del non meno mitico Melpunk, che mi ha addirittura regalato un libro eccentrico.
— La compagnia della famiglia di maria strofa al gran completo.
— L’impresa epica dell’esuberante Nena: ottenere dal bravissimo Carlo Ambrosini un ritratto a penna di Arthur Schopenhauer, realizzato all’impronta da un’immagine scovata in google e visualizzata sul minischermo di un palmare.

Ricordo al lettore di passaggio che il catalogo di Blog&Nuvole — desiderabile non foss’altro che per la splendida copertina di Mattotti — è in vendita a soli 14 euro su Unilibro.

La realtà come barzelletta

Wednesday, May 13th, 2009

Ecco, uno azzarda appena un tocco di bonaria ironia sul realismo, e subito arriva la realtà in persona a metterlo in panchina, al grido di «fuori tu, che di realtà non capisci un’ostrega». E ha ragione la realtà, perché io mica lo sapevo che la realtà è in realtà una gigantesca barzelletta.

– Ci sono un italiano, un inglese e un tedesco al bar.
– Sì.
– L’italiano fa: ho candidato Silvio Berlusconi al Nobel per la pace.
– E poi?
– Ecché, c’è bisogno d’altro per ridere?

Se ce ne fosse bisogno, basta chiedere. Fra le motivazioni addotte dal preclaro comitato dei silvioproponenti c’è la «storica firma del trattato di amicizia e di cooperazione con la Libia». E se il lettore ha ancora la forza di leggere fra uno scoppio di risa e l’altro, sappia che l’Università di Sassari propone di conferire la laurea honoris causa in giurisprudenza a Gheddafi.

Un civile e moderato appello agli elettori italiani di centrodestra

Wednesday, May 6th, 2009

berlusconi evapora
 
Se davvero gli volete un mare di bene (cit.), per favore, toglietecelo dalle palle!

Contrordine compagni

Friday, May 1st, 2009

1° maggio secondo gabryella

by senzaqualita

e come darle torto?

I segni dei tempi

Monday, April 27th, 2009

Tratto da www.repubblica.it
 
dalla home page di repubblica.it

(Faccio umilmente notare che Cofferati è capolista PD alle europee nella circoscrizione nord–ovest. Poi dicono che la ggente si butta a destra…)

Celebrazioni

Wednesday, April 22nd, 2009

Quest’ultima decade di aprile è caratterizzata da diverse celebrazioni, alcune ricorrenti altre uniche. Fra le ultime cito soltanto i due centenari illustri del 22 aprile: quello di Rita Levi Montalcini, che ha la fortuna di celebrarlo in prima persona, e quello di Indro Montanelli, che lo festeggia altrove.

Fra le celebrazioni ricorrenti menzionerò l’anniversario della fondazione di Roma, che cade il 21 aprile ed è giunto all’incirca alla sua duemilasettecentosessantaduesima edizione (auguri a tutti i romani di passaggio) e l’anniversario della morte del celebre scrittore peruviano Garcilaso de la Vega, che abbandonò davvero questa valle di lacrime il 23 aprile 1616, a differenza di quei burloni di Cervantes e Shakespeare.

E naturalmente ricordo che il 25 aprile cadrà l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Pare che quest’anno, accanto alle cerimonie abituali, le istituzioni inaugureranno un gustoso siparietto di avanspettacolo: un comico molto noto per le sue irresistibili barzellette sui campi di sterminio nazisti e i suoi cachinni sul confino politico ai tempi del fascio terrà un discorso commemorativo ufficiale.