Archive for the ‘tempi moderni’ Category

Terremoto

Wednesday, April 8th, 2009

Il giorno dopo, avendo trovato qualche po’ di provvisioni con ficcarsi tramezzo alle rovine, si rinfrancarono un po’ di forze, quindi si posero come gli altri a lavorare per sollievo degli abitanti ch’erano scampati alla morte. Alcuni cittadini sovvenuti da essi gli diedero da desinare qual poteva apprestarsi in tanta sciagura. Era il pranzo veramente assai tristo, bagnando i convitati il loro pane di lacrime, ma Pangloss li consolava assicurandoli, che le cose non potevano andare altrimenti; perchè, diceva egli, tutto quel che è, è ottimo, imperocchè se vi è un vulcano a Lisbona non poteva essere altrove non essendo possibile che le cose non sieno dove sono; perchè ogni cosa è bene. [Voltaire, Candido, o l’ottimismo, cap V]

Dedicato ai deficienti che ci governano, quelli che ripetono a paperella quel che loro più conviene: che i terremoti sono imprevedibili, che questo d’Abruzzo è senza precedenti (crassa menzogna), che i soccorsi sono impeccabili, che la vita è bella e che lo stato c’è. Che vadano cordialmente affanculo.

Tumulti

Thursday, March 26th, 2009

Leggo che un dirigente d’azienda è stato sequestrato nei suoi uffici in Francia; è stata assaltata la villa di un banchiere scozzese; negli Stati Uniti cresce la rabbia contro i bonus riconosciuti a manager fallimentari.

Episodi non privi di inquietanti affinità con il Tumulto dei Ciompi.

Blog & Nuvole — Ecco i vincitori

Tuesday, March 10th, 2009

blog&nuvole

Sul sito del concorso che fonde scrittura in rete e fumetto sono stati pubblicati i nomi dei vincitori. Non avrei voluto essere nei panni dei giurati, perché scegliere solo sei dei 35 lavori finalisti — tutti di ottimo livello — non dev’essere stato facile.

Anche se il concorso è finito, non perdete di vista il sito di Blog & Nuvole, che fino al 21 maggio — giorno della premiazione — pubblicherà materiale fuori concorso.

Quel che disse John Locke sul lodo Alfano

Sunday, March 1st, 2009

John Locke, Secondo trattato sul governo, 1689.

91. Infatti, poiché si suppone che [il prìncipe assoluto] abbia in sé solo tutti i poteri, sia quello legislativo sia quello esecutivo, non c’è giudice, non c’è possibilità di appello a nessuno che possa decidere in modo equo, imparziale, e con autorità, e dalla cui decisione ci si possa attendere sostegno e riparazione per qualsiasi offesa o danno che si possa aver subìto ad opera del principe o per suo ordine. Così quest’uomo, quale che sia il suo titolo, zar o sultano, o come volete, si trova nei confronti di coloro che sono sotto il suo dominio così come verso il resto dell’umanità nello stato di natura. Ovunque, infatti, si trovino due uomini che non possano appellarsi a una legge certa e a un giudice comune sulla terra per la determinazione delle controversie di diritto tra loro, in quel caso ci si trova ancora nello stato di natura e sottoposti a tutti gli inconvenienti dello stesso, con questa sola infelice differenza per il suddito, o piuttosto per lo schiavo, di un principe assoluto: che mentre nel comune stato di natura, egli ha la libertà di giudicare del suo diritto, e di difenderlo secondo quanto è in suo potere; ora, quando la sua proprietà è violata per volontà o per ordine del suo monarca, egli non solo non ha a chi appellarsi, come coloro che si trovano in società dovrebbero avere, ma, come se fosse stato degradato dallo stato proprio di creature ragionevoli, gli viene negata la libertà di giudicare e di difendere il suo diritto, ed è perciò esposto a tutte le miserie e gli inconvenienti che un uomo può temere da un altro, che, oltre a trovarsi in uno stato di natura privo di limiti, è per di più corrotto dall’adulazione e armato del potere.

[Tratto da: Jonh Locke, Due trattati sul governo, a cura di Brunella Casalini, Pisa 2006]

Una mutanda a fiorellini rossi

Wednesday, February 11th, 2009

“E se, ora che Eluana è morta e nessuna urgenza incombe sui lavori parlamentari, potessero tutti pensar meglio al significato delle parole, forse si potrebbe provare davvero a scrivere una legge più umana, figlia non della cultura della vita o della cultura della morte, ma, più semplicemente, della cultura”. [Massimo Adinolfi su Left Wing. Articolo da leggere per intero.]

E a proposito di cultura democratica traggo dallo stesso blog un altro pensiero su cui meditare. Questo: “Con lo stesso argomento, disponendo di una maggioranza, si potrebbe fare una legge che obblighi a maggioranza Luigi Amicone a girare per strada con una mutanda a fiorellini rossi”.

Da meditare sotto due aspetti. Il primo di tipo meramente linguistico, giusto per tenere a mente che democrazia e dittatura della maggioranza non sono sinonimi. Dovrebbe essere ovvio per chiunque ma evidentemente non lo è, e non solo per Luigi Amicone.

L’altro aspetto è di tipo pratico, e a mio avviso ogni legislatore dovrebbe stamparselo in fronte a rovescio, in modo da ricordarselo ogni volta che sta davanti a uno specchio: quando si legifera sulla sfera privata, e in particolare sulla vita delle persone, la prudenza che si usa per altre materie va moltiplicata per cento. Una legge sulla fine della vita non può permettersi il lusso di essere una cattiva legge. Mai come in questa materia deve essere garantita l’eguaglianza di tutti davanti alla legge.

E l’unico modo per dare questa garanzia, mi pare, è considerare inviolabile la volontà del singolo individuo. Una legge che obbligasse una persona a nutrirsi contro la sua volontà non sarebbe una buona legge, esattamente per le stesse ragioni per cui non lo sarebbe una legge che obbligasse una persona a spararsi se colpita da una malattia incurabile. In uno stato di diritto il modo di vivere e il modo di morire non possono essere stabiliti per legge, proprio come gli indumenti da indossare quando si gira per strada.

Fivme

Tuesday, February 10th, 2009

Francobollo dell'impresa di Fiume. Tratto da upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/97/Stamp_Fiume_1920_25c_Annunzio.jpg/L’ardito Carlo Giovanardi forse vorrebbe ristampare il francobollo qui a fianco con il suo bel faccione in posa augustea al posto di quello ormai datato di D’Annunzio. Infatti il Carlone nazionale oggi ha lanciato la sua personale impresa di Fiume, intimando alle autorità croate di aggiungere al timbro postale di Rijeka il nome italiano della città.

”Non voglio eliminare il nome croato, ma pretendo e chiedo che nel timbro postale di quella citta’ non ci sia solo il nome croato ma anche quello italiano”.

Una frase perfetta… come battuta di Antonio La Trippa da Roccasecca.

Non c’è prete, vescovo o papa

Monday, February 9th, 2009

L’altro giorno parlavo del caso di Eluana Englaro con un prete, un prete cattolico e neanche tanto progressista, per quel che vale applicare alla religione le categorie della politica. Mi ha detto, cito a memoria:

«Non c’è prete, vescovo o papa che possa dire una parola definitiva su un caso così estremo. Non c’è alcuna norma morale infallibile sulla fine della vita. Di fronte a una tragedia come questa tutto è demandato alla coscienza, che è sovrana: non c’è prete, vescovo o papa che abbia il potere morale o il diritto di obbligare una persona ad agire contro la propria coscienza».

Confesso che sono rimasto sorpreso. Dopo aver ascoltato le dichiarazioni bellicose e violente di tanti ecclesiastici, tutti d’accordo nel dare implicitamente dell’assassino al padre di Eluana, non potevo nemmeno immaginare che esistesse un prete così assennato. E la sorpresa è raddoppiata quando ha aggiunto: «Quanto a me, prego solo che il buon Dio se la prenda in fretta».

Che Dio lo benedica e abbia pietà, se può, degli sciacalli che si accaniscono sul corpo esausto di Eluana Englaro per i loro bassi interessi politici ed elettorali.

Baccelliere

Wednesday, February 4th, 2009

Tocco. Tratto da www.monzacappelli.com/Oggi mi ha telefonato un istituto di sondaggi.

«Buonasera» ha detto la signorina dell’istituto di sondaggi «Il mio istituto di sondaggi mi ha incaricato di farle alcune domande relative alle prossime elezioni amministrative. Accetta di rispondere?»
«E come no!»
«Quanti anni ha?»
«Quarantasei»

«Qual è il suo titolo di studio?» ha domandato la signorina dell’istituto di sondaggi.
«Baccelliere» ho risposto.

«…» ha replicato la signorina.

«La prossima domanda?» ho interloquito.
«Niente» mi fa «La quota di interviste corrispondente al suo profilo è già completa. Grazie per la sua disponibilità». E ha messo giù.

Io, rispondere baccelliere ai sondaggi telefonici, poi non ti rompono più i maroni.

Virus

Friday, January 30th, 2009

Fonti anonime, probabilmente implicate nel Grande Complotto Pippoplutomassogiudaico, mi informano che un mio post del 27 gennaio 2009 intitolato Smemorati è stato brutalmente copiato dai seguenti blogger:

equilibrio dinamico
ipazia
Filosofo Austro-Ungarico
Hari Seldon
.mau.
gallodidio

Grazie!

Smemorati

Tuesday, January 27th, 2009

Prima furono individuati, catalogati, schedati. Poi la propaganda di regime cominciò a dipingerli come causa di tutti i mali, esseri spregevoli, cancro da rimuovere. Poi furono privati dei beni, del lavoro, dei diritti civili. Poi usarono il ricavato delle espropriazioni per finanziare un meccanismo burocratico finalizzato ad espellerli una volta per tutte.

Gli ebrei furono trattati così dai nazisti e dai fascisti, molti anni fa.

Mai più!

Mai più? Come vengono trattati oggi — oggi, dico — come vengono trattati i rom, i sinti, gli immigrati? Quanti di noi sono rabbrividiti ascoltando un ministro della repubblica italiana dire che gli immigrati regolari devono pagare un tributo per finanziare l’espulsione degli irregolari? Chi di noi ha avuto paura — per sé stesso, dico, per i propri figli — quando quello stesso ministro chiamava “censimento” la schedatura di migliaia di rom e di sinti?

In quegli anni lontani, quando a partire dal 1933 gli ebrei furono ridotti in miseria e chiusi nei ghetti, i bravi cittadini applaudirono. Poi, il 27 gennaio 1945, fu loro mostrato l’orrore dei campi di sterminio. I bravi cittadini dissero: noi non lo sapevamo, noi siamo innocenti.

Cala il tramonto sull’ennesima giornata della memoria, sull’ennesimo coro di mai più! intonato da bravi cittadini che per il resto dell’anno applaudono chi si accanisce sulla miseria degli ultimi. I bravi cittadini che per tutto l’anno equiparano immigrati e “zingari” a un cancro da estirpare.

E gli ebrei?

Che senso ha commemorare sei milioni di ebrei morti per poi vomitare quotidianamente veleno su quelli vivi? Quanto sono smemorati quelli che versano una lacrimuccia annuale sulla Shoah e dedicano il resto dell’anno a bruciare bandiere israeliane, imbrattare sinagoghe e cimiteri ebraici, accostare il Maghen David alla svastica, negare a Israele il diritto di esistere come stato ebraico?

Anche oggi, come già un anno fa, il presidente Giorgio Napolitano ha ricordato che l’antisionismo è una nuova forma di antisemitismo e che occorre vigilare perché questo virus non faccia presa sulla società italiana. Qualcuno si ricorderà delle sue parole da qui al prossimo 27 gennaio?

Chi avesse ancora dei dubbi sull’identità fra antisionismo e antisemitismo potrà trarre giovamento dalla lettura di questa notizia che ho appreso dal blog di Deborah Lipstadt, la studiosa che ha segnato l’inizio della fine per il negazionista David Irving.

La notizia, in breve, è che uno dei maggiori negazionisti della Shoah ha deciso di cambiare mestiere, consapevole del fatto che il negazionismo ha perso la sua battaglia contro gli storici autentici. E che mestiere ha deciso di intraprendere questo negazionista frustrato dall’insuccesso? Semplice: farà l’antisionista. E, come commenta la Lipstadt, è tristemente facile prevedere che la sua nuova carriera sarà più gratificante.

I primi risultati di Blog & Nuvole

Thursday, January 22nd, 2009

muito romantico da blog & nuvoleBlog & Nuvole è un concorso di cui avevo già parlato qui e qui. In breve, si tratta di un esperimento di fusione fra scrittura in rete e fumetto. Come ho già detto qualche mese fa, una delle cose meno rilevanti dell’iniziativa è che anch’io partecipo con un racconto.

Molto rilevanti, invece, sono i primi risultati visibili dell’esperimento. La prima storia illustrata pubblicata su B&N è semplicemente straordinaria. Vedere per credere.

il gatto da blog & nuvolee oggi, 23 gennaio, è comparso Il gatto. Sono commosso.

Meglio D’Alema

Tuesday, January 20th, 2009

Mille volte meglio di Silvio Berlusconi, uno che per far ridere i suoi lacchè riduce i campi di sterminio a barzelletta. (via incidenze)

L’impatto internazionale

Friday, January 16th, 2009

Per misurare (ovviamente a spanne) l’impatto internazionale delle opinioni di Massimo D’Alema sul medio oriente, ho fatto qualche ricerca nella versione inglese di Google News:

israel gaza: 304.062 risultati
massimo d’alema israel gaza: 16 risultati

Mantenendo il confronto in ambito italiano, posso confermare che D’Alema non se lo fuma praticamente nessuno (non che gli altri se li fumino in tanti, ma lo scarso peso internazionale dell’Italia non è una novità):

giorgio napolitano israel gaza: 36 risultati
silvio berlusconi israel gaza: 77 risultati
franco frattini israel gaza: 190 risultati

A parziale consolazione per cotanta indifferenza mondiale, Massimo D’Alema ha incassato il plauso degli ambasciatori della Lega Araba.

L’incorreggibile Massimo

Wednesday, December 31st, 2008

Massimo D’Alema qualche tempo fa predicava la “equivicinanza” ai contendenti del conflitto israelo-palestinese. Secondo questa raffinata teoria, la politica estera italiana ed europea dovrebbe trattare alla pari Israele — uno stato democratico e membro dell’Onu — e Hamas — un’organizzazione di fanatici razzisti che ha come programma “politico” la distruzione di Israele o, per meglio dire, la cacciata degli ebrei dal sacro suolo di Palestina.

Ma l’incorreggibile Massimo pare non accorgersi di quanto sia stramba e improponibile la sua amata teoria. Ancora ieri ha ribadito che secondo lui bisogna coinvolgere Hamas nella soluzione della crisi di Gaza perché Hamas — dice D’Alema — è stata eletta democraticamente dal popolo palestinese al governo di Gaza.

Bel ragionamento.

D’Alema, questa vignetta di Stefano Disegni (via ipazia) secondo me non l’ha ancora vista, ma gli farebbe tanto bene mandarla a memoria.

Maurizio Sacconi, un ministro incapace e incivile

Wednesday, December 17th, 2008

Da un lato c’è una sentenza della corte di Cassazione che dichiara legale l’interruzione dell’alimentazione forzata per Eluana Englaro.

Dall’altro lato c’è un atto di indirizzo di un ministro che dichiara la stessa cosa illegale in base a documenti privi di forza di legge: “Il documento rinvia alla Convenzione sui diritti delle persone disabili approvata dall’Onu il 13 dicembre 2008 e al parere del 30 settembre 2005 del Comitato nazionale di bioetica”.

Secondo il ministro Maurizio Sacconi una convenzione Onu e il parere di un comitato nazionale hanno forza di legge, addirittura forza maggiore della sentenza di una corte d’Appello confermata in Cassazione.

Secondo me un ministro così palesemente incapace di stabilire la legalità di una procedura medica è un pericolo rilevante per la salute e la vita dei cittadini che si affidano al servizio sanitario nazionale.

Senza contare la bassezza morale del suo gesto, inutile crudeltà ed ennesimo atto di arroganza del potere politico contro un cittadino che da anni si batte con rara dignità e compostezza per vedere riconosciuti i diritti della figlia. Maurizio Sacconi non ignora soltanto la legge, ma anche le basi della civiltà.

Aggiornamento del 18 dicembre: il ministro Sacconi passa dagli atti di indirizzo alle minacce. Cito:

Sacconi non si dà per vinto, e aprendo uno scontro senza precedenti con l’ordine giudiziario ha ribadito che andrà dritto per la sua strada, ovvero quella di sanzionare duramente la clinica di Udine in caso di applicazione dell’ordinanza confermata dalla Cassazione. “Certi comportamenti difformi da quei principi — ha minacciato il ministro — determinerebbero inadempienze con conseguenze immaginabili”.

Minacce velate, oltretutto. Il ministro Maurizio Sacconi non ha nemmeno il coraggio di dichiarare esplicitamente come intende punire la clinica di Udine dove verrà eseguita l’interruzione dell’alimentazione forzata di Eluana Englaro. E visto che dobbiamo immaginare, immagino all’unisono con il neurologo Carlo Alberto Defanti:

“Mi aspettavo manifestazioni di piazza, presidi, ma non un atto così subdolo e sottile — ha commentato — hanno individuato l’anello debole di tutta la catena, la clinica, attuando una minaccia concreta che potrebbe far presumere il venir meno del finanziamento”. “Sembra di essere tornati indietro ai tempi di Montesquieu – ha detto ancora il neurologo – è come non essere più in uno Stato di diritto”.

Sono completamente d’accordo, anche se “subdolo e sottile” mi sembrano aggettivi troppo blandi per questo nuovo gesto del prode Sacconi. Infingardo, meschino e viscido mi sembrano più appropriati.