Sull’ignobile discorso del ministro La Russa — uno secondo il quale i fascisti di Salò meriterebbero rispetto — invito a leggere l’ineccepibile intervento di Massimo Adinolfi.
Archive for the ‘tempi moderni’ Category
La lezione della storia
Wednesday, September 10th, 2008La verità storica
Tuesday, September 9th, 2008Disse il ministro della difesa La Russa: “Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell’esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria”.
Il ministro La Russa ha voluto informare gli italiani che i repubblichini erano dei perfetti imbecilli, incapaci di capire da che parte bisognava combattere per difendere davvero la patria. Con il suo discorso il ministro La Russa ha finalmente ristabilito la verità storica, chiarendo una volta per tutte che se i fascisti hanno concluso la loro avventura prendendo sonore bastonate un motivo c’è: erano idioti, completamente idioti.
Prendere quei bambini e portarli via
Friday, August 8th, 2008Domanda: Cosa ha visto oggi al campo nomadi di Tor de’ Cenci?
Risposta di Mara Carfagna: «Mi ha molto turbato. L’impulso che ho avuto è prendere quei bambini e portarli via di lì. Credo che in alcuni casi siano necessarie misure drastiche come la revoca della patria potestà per i genitori che usano i loro bambini per l’accattonaggio».
Allucinante.
Piste
Monday, August 4th, 2008Disneyland, 4 agosto 2008 — Dopo le pesanti critiche ricevute dal PD (“fanfaroncello!”, gli avrebbe detto un Veltroni al colmo dell’indignazione) Francesco Cossiga ha ammesso di essersi sbagliato. «Nessuna pista palestinese, no, dico davvero» — ha dichiarato l’ottuagenario comico sardo all’Eco di Topolinia. «L’attentato fu opera di un ramo deviato della Banda Bassotti, finanziato da Rockerduck per distogliere l’attenzione della magistratura dal suo tentativo fraudolento di impossessarsi del pacchetto di maggioranza della Miniere del Klondike SpA». Secondo il caratterista ex-democristiano non è escluso che Archimede Pitagorico abbia fornito consulenza tecnica per far esplodere l’ordigno a distanza.
Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini ha preso atto dell’ennesimo cambiamento di versione del presidente emerito, e ha aggiunto: «Questo dimostra che le zone d’ombra di cui ho parlato nei giorni scorsi esistono e non vanno sottovalutate. La pista paperopolese merita di essere seguita fino al completo accertamento della verità».
Di agriturismi e di pesci
Saturday, August 2nd, 2008Giornale radio sulla rete 2 della RAI, ore 12:30. Sarà il caldo, sarà lo svacco agostano, non lo so. Fatto sta che nel giro di cinque minuti si susseguono due perle degne di essere consegnate alla memoria perenne della grande rete.
Prima perla: secondo la solerte conduttrice in studio del notiziario, in Italia ci sarebbero diciotto milioni di agriturismi. Ora, la mia mente non è particolarmente allenata in campo matematico, ma un rapido calcolo mentale sono ancora in grado di farlo. La popolazione italiana ammonta a poco meno di sessanta milioni di abitanti. Un agriturismo ogni tre abitanti mi sembra francamente troppo. Possibile che nessun dipendente della RAI — dalla conduttrice al direttore di rete — si accorga di una castroneria simile?
Seconda perla: la medesima solerte conduttrice annuncia un servizio su “una delle più simpatiche specie di pesci” reperibili alle nostre latitudini. Parte il servizio, e si scopre che codesti pesci simpaticissimi sono i delfini. La mia competenza zoologica non arriva certo alle vette di questa staordinaria specialista, epperò mi ricordo che in terza o quarta elementare mi hanno spiegato che i delfini mica son pesci, noooo, son mammiferi! Scopano più o meno come noi, crescono i figli nel grembo della mamma (mica fanno le uova, neh, giammai!), allattano, eccetera.
Vabbè, commenterà il fugace lettore, ma a te chi te lo fa fare di ascoltare il GR2 delle dodici e trenta di un caldissimo due agosto duemilaotto? Non sai che al giorno d’oggi, se vuoi avere notizie decenti, devi girare per blogs, fare ricerche in gugol o consultare vichipidia? Ok, fugace lettore, ok. Ma lasciami dire che l’idea che in questa data del due agosto duemilaotto l’intiera catena informativa della RAI radiotelevisione italiana — dal presidente megagalattico di rete all’umile conduttrice agostana — sia in queste condizioni di ignoranza ossessivo-compulsiva, non mi lascia per niente tranquillo.
In miniera!
Wednesday, July 30th, 2008Se in Italia ci fosse un’opposizione seria, avrebbe già preteso la rimozione dall’incarico di questo emerito incapace, che sta facendo a fette il nostro prestigio internazionale.
Grazie all’incredibile inadeguatezza del ministro Roberto Maroni, stiamo dando al mondo intero — e all’Europa in particolare — uno dei più tristi spettacoli di razzismo, xenofobia e chiusura culturale mai visti in occidente negli ultimi sessant’anni.
Non solo è incapace di agire, ma anche di difendere con un minimo di credibilità le sue stesse azioni. Io voglio, pretendo, esigo un Ministro degli Interni migliore di questo.
Per le ragioni di questa richiesta rimando agli ottimi post di kalle e paolo beneforti.
Cloache
Sunday, July 20th, 2008Temendo che la componente burina della mente di Maurizio Gasparri sia così estesa da impedirgli la comprensione di qualsivoglia discorso pacato e argomentato, vado a esprimergli il mio rammarico per la sua più recente dimostrazione di volgarità nell’unico modo che ritengo alla sua portata:
A Gaspa’, cloaca ce sarai te, li mortacci tuoi e tutti gli inquilini dàa palazzina tua!
(chiedo venia ai romani per eventuali mende ortografiche).
Sul tema in oggetto, si veda anche l’impeccabile Gasparri rap di senzaqualita.
Chi sta col culo su un bel salotto
Friday, July 18th, 2008Sulla vicenda di Eluana Englaro tutti, suppongo, hanno un’opinione, ma a causa della vaticanizzazione esasperata del nostro bel paese solo le opinioni di vescovi e bacchettoni di ogni risma conquistano l’attenzione dei media. Anche l’informazione più imbavagliata e baciapile, tuttavia, non è immune da errori di sistema e distrazioni. Così ogni tanto può capitare di sentire voci davvero fuori dal coro.
Come quella di Marina Garaventa, una donna che da cinque anni vive grazie a un respiratore artificiale, e che sulla sua storia ha scritto un libro.
L’articolo completo si trova qui. Segue un assaggio, ma consiglio caldamente la versione integrale.
Parliamoci chiaro: i malati come me, come Welby ed Eluana, sono già morti! Sono morti il giorno in cui il loro corpo ha «deciso» di smettere di funzionare e hanno ricevuto dalla tecnologia, che io ringrazio sentitamente, l’abbuono, il regalo di un prolungamento dell’esistenza. Ma come tutti i regali, anche questo vuol essere contraccambiato con merce altrettanto preziosa: una sofferenza fisica e morale che solo una grande forza di volontà può sopportare. Nel momento in cui il gioco non vale più la candela il paziente deve poter decidere quando e come staccare la spina.
Lo Stato deve garantire la miglior vita possibile a questi malati, tramite assistenza, supporti tecnologici e contributi ma non può arrogarsi il diritto di decidere della loro vita sulla base di astratti principi etici, molto validi per chi sta col culo su un bel salotto, ma che diventano assai stucchevoli quando si sta nel piscio. Eluana non può più decidere ma chi le è stato vicino, nella gioia e nella sofferenza, chi l’ha conosciuta e amata non può dunque decidere per lei, mentre possono farlo persone che, fino a ieri, non sapevano neppure che esistesse?
Ci è o ci fa?
Friday, July 11th, 2008C’è qualche anima pia disposta a portare conforto a un povero ministro derelitto?
Sì, lo so, nelle ultime settimane sono alquanto monotematico, ma non dipende da me, giuro. Non è colpa mia se Maroni infila corbellerie una via l’altra, come fossero perline colorate.
Peraltro, oltre a una mentalità ottusa e xenofoba, quest’uomo sta mostrando un’incompetenza decisamente preoccupante: non è in grado di distinguere una schedatura da un censimento; non si rende conto della quantità di norme che le sue iniziative balzane vanno a violare; non riesce a impedire che uno sconosciuto ma zelante funzionario inserisca nei moduli del “censimento” la richiesta di religione ed etnia, in perfetta emulazione di analoghi “censimenti” promossi da suoi pessimi predecessori. E, nel frattempo, non ha niente da dire se il suo governo punta a bloccare migliaia di processi o a ridurre drasticamente le risorse destinate alle forze di polizia.
In tutta sincerità, credo che la mia sicurezza sia molto più minacciata da un ministro degli interni somaro che dalle torme di extracomunitari delinquenti reali e potenziali che affollano la sua immaginazione.
Impronte
Thursday, July 3rd, 2008(Fonte: sucardrom.blogspot.com)
Aggiornamento del 7 luglio. Poco fa ho aperto la console amministrativa del blog, che tra le altre cose fornisce un elenco degli ultimi link pervenuti. Proprio da questo elenco ho scoperto che l’immagine qui sopra sta facendo il giro della rete. È stata ripresa da decine di blog, tumblr e altri ordigni telematici. Il tutto senza alcun invito esplicito a farla circolare da parte mia o della fonte da cui l’ho prelevata. È uno di quei misteri della rete difficili da comprendere fino in fondo. Grazie a tutti. lt.
Minorenni
Tuesday, July 1st, 2008Verona. Arrestati otto rom croati accusati di sfruttamento, maltrattamento e abbandono di minori. «Gli arrestati — appartenenti ad una famiglia di rom croati — avrebbero utilizzato i bambini, sfruttando il loro status di minori non imputabili, per compiere furti in una serie di appartamenti in diverse regioni del nord Italia».
Il commento del ministro Roberto Maroni:
«La notizia dell’arresto di otto nomadi croati che sfruttavano i loro figli per mandarli e rubare e li disconoscevano quando venivano presi dalla polizia dimostra inequivocabilmente che la nostra iniziativa di procedere al censimento di chi vive nei campi nomadi, adulti o minori che siano, è ineludibile».
Milano. Traffico di cocaina a Quarto Oggiaro, 29 arrestati, alcuni minorenni. «Un mercato di cocaina a cielo aperto, grazie a un organizzato sistema di ‘cavallini’ e vedette, spesso minorenni, capaci sia di smerciare ingenti quantitativi di droga, sia di controllare, in modo capillare, il territorio».
Anticipo qui l’atteso commento del ministro Roberto Maroni:
«La notizia dell’arresto di ventinove abitanti di Quarto Oggiaro che sfruttavano minorenni per spacciare droga dimostra inequivocabilmente che la nostra iniziativa di procedere al censimento di chi vive a Quarto Oggiaro, adulti o minori che siano, è ineludibile».
Anche in questo caso il ministro Maroni — noto per la robustezza logica delle sue argomentazioni — puntualizzerà:
«La nostra iniziativa del censimento è soprattutto e in primo luogo a tutela dei minori e la notizia di questa mattina dimostra che questa è l’unica strada possibile per tutelare i minori».
L’ultimo saluto
Saturday, June 14th, 2008Giovedì sono andato a salutare per l’ultima volta Carlo “maria strofa” Berselli. Vado di resoconto, ma prima vorrei che il lettore desse un’occhiata qui, dove troverà l’elenco dei link più recenti al blog di Carlo. Impressionante, vero? Sono tanti, davvero tanti a ricordarlo. E c’è anche Remo Bassini, che sta pazientemente collezionando i link ai post di saluto: (o)pera [*] benemerita.
[*] Correzione richiesta dal diretto interessato nei commenti.
Sono arrivato in anticipo alla stazione di Carpi, dove noi blogger in transumanza pro-strofa ci eravamo dati appuntamento, e ho approfittato dei minuti a disposizione per fare colazione al bar di fronte, dove ho trovato una copia del Gazzettino di Carpi che ho iniziato a sfogliare tra un sorso di cappuccino e l’altro. Nelle pagine locali c’era un riquadro di annunci vari, tra cui un elenco di carpigiani defunti che si apriva così: Carlo Berselli, di anni 54.
Carlo, gli ho detto fra me e me, sei riuscito a primeggiare anche in questo, ti rendi conto? Sei il primo della lista! Ma vaffanculo, maria strofa, va’!
Mi sono trasferito davanti all’ingresso della stazione e dopo un po’ il cellulare ha squillato: “Ciao, sono Lucia“, ho sentito dire quando ho risposto. Però, che strano, l’ho sentito sia con l’orecchio sinistro (io per le telefonate sono mancino) sia con il destro. Ma che figata!, ho pensato, ciò il cellulare stereo! Poi mi sono voltato e ho visto alla mia destra una distinta stangona che parlava anche lei al cellulare, dicendo proprio le stesse cose che sentivo al mio. Anche lei si è voltata, ci siamo guardati in faccia e siamo scoppiati a ridere per la gag involontaria. Con Lucia c’era Cristina. Sono partite da città diverse, accomunate dalla levataccia che hanno dovuto fare per arrivare in orario.
Devono aver visto un’alba romagnola anche Andrea “contenebbia” e Paolo Ferrucci, che ci hanno raggiunti di lì a poco. Quasi assieme a loro è spuntata Serena, vestita di nero e affranta, ma anche circondata da amici: una piccola schiera di ventenni che quasi la soffocavano di abbracci e parole di conforto. Presentazioni, facce lunghe, lacrime, tentativi di sdrammatizzare, qualche sorriso. Si parte.
Davanti alla camera ardente, Serena ci ha presentato la mamma Tiziana e la nonna Alba, due donne che basta guardarle per pensare “la signora dev’essere tosta”, ipotesi che l’esperienza non avrebbe tardato a confermare. Da lì ci siamo trasferiti in macchina all’autostazione, punto di partenza per il corteo funebre, che è poi stata una passeggiata di dieci minuti durante la quale la piccola blog-pattuglia ha avuto tempo e agio di scambiare quattro chiacchiere per approfondire la reciproca conoscenza.
All’ingresso del cimitero i presenti, un centinaio di persone, si sono disposti a semicerchio davanti alla bara, e Serena ha letto il ricordo di suo padre, strappando lacrime anche alle tempre più posate e meno emotive, come me medesimo o il Conte. A Silvia qualche anima buona ha procurato una sedia, perché non ce la faceva a reggersi in piedi. Poi Serena ha recitato a memoria il breve e famosissimo monologo tratto da Blade Runner (ho visto cose che voi umani…) che ha imparato da suo padre alla tenera età di quattro anni. Quando ha pronunciato l’ultima frase, “è tempo di morire”, gli astanti hanno taciuto all’unisono per qualche secondo: un segno di cordoglio unanime che mi ha procurato un brivido di commozione.
Durante la sepoltura il silenzio era rotto con discrezione da brevi conversari: il Conte apprezza la scelta della sepoltura in terra, e io non perdo l’occasione per fare una considerazione idiota sulla prossimità semantica tra inumare e umanità, roba che, se Carlo mi sentisse, mi abbatterebbe sul posto con un mazzolone etimologico su humus e zone limitrofe. Alla fine, un grande cuscino di rose rosse è stato posato sul tumulo. Prima di uscire, Serena ci ha invitati a visitare la tomba di Pietro, il mitico papà del suo papà, sul quale Carlo non molto tempo fa ha prodotto l’unico suo testo pubblico di argomento intimo che io conosca.
Ci siamo incamminati verso le auto in compagnia di nonna Alba e mamma Tiziana, scambiandoci notizie, ricordi e aneddoti su Carlo e notando una curiosa convergenza fra i loro racconti e quelli di noi amici di tastiera. Una conferma indiretta della schiettezza con cui maria strofa stava in rete, riuscendo a essere sempre pienamente sé stesso, a dispetto dei numerosi travestimenti. Tiziana ha guidato il piccolo corteo, di nuovo motorizzato, fino a casa sua, dove ha riservato a una ventina di invitati, fra cui l’intiera rappresentanza blogosferica, un’accoglienza a dir poco imperiale, accompagnata da una familiarità di cui ancora adesso faccio fatica a capacitarmi: un osservatore esterno avrebbe giurato che ci conoscevamo tutti da trent’anni almeno.
Abbiamo parlato per ore. Di Carlo, certo, ma anche ciascuno di un pezzetto di sé, tanto che Tiziana e Paolo, per esempio, hanno scoperto comuni origini molisane. Tiziana ci ha raccontato che nella sua famiglia c’è da sempre l’usanza di fare convivio quando qualcuno muore, per mitigare il dolore con l’allegria, mescolando lacrime e risate. E abbiamo riso, oh se abbiamo riso, ascoltando gli aneddoti familiari raccontati dalle donne di Carlo: Alba, Tiziana, Serena, Silvia. Il Conte ha già riportato la frase-mito della giornata, by nonna Alba: la minigonna definita “mantovana della figa”. Un genio.
Siamo andati via alle otto di sera, con la promessa di rivederci ancora, e sai mai che non ci riusciamo davvero. Ho accompagnato Paolo e Andrea in stazione e ho puntato il muso dell’auto verso sud. Radio spenta, per lasciare la mente libera di ripercorrere le immagini e le parole di una giornata speciale, dove lutto e condivisione, riso e pianto, dolore e allegria si sono dati il cambio continuamente, quasi a imitare l’umore variabilissimo del compianto-festeggiato. Addio Carlomaria, e grazie per tutto quello che ci hai lasciato: l’amore per i libri, i tuoi libri, le tue ineguagliabili performance cibernetiche, le tue splendide donne.
Ciao Carlo
Wednesday, June 11th, 2008Carlo Berselli non c’è più. Era una persona straordinaria, un uomo generosissimo, eccessivo in tutti i sentimenti, come solo i grandi sanno essere. Spero che nel luogo in cui andrà a stabilirsi ci sia una biblioteca sconfinata, aperta notte e giorno. Ci rivediamo là, Maria Strofa.
Il prossimo decreto Maroni
Tuesday, June 10th, 2008Romeno ucciso per l’assicurazione. Arrestata coppia di italiani
VERONA – L’hanno ucciso per incassare un milione di euro dall’assicurazione. Con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere, è finita in cella una coppia trentenne di Verona. Era lei la beneficiaria dell’assicurazione.
Immagino già il prossimo decreto a firma Roberto Maroni, così articolato:
1. Istituzione di un Commissario Speciale per i veronesi.
2. Censimento e schedatura di tutti i veronesi, in quanto individui potenzialmente pericolosi per l’ordine e la sicurezza.
Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani
Friday, June 6th, 2008«Il primo atto ufficiale del commissario per i rom di Milano è proprio il monitoraggio della famiglia Bezzecchi, Rogoredo, Milano. “Sono arrivati alle cinque e mezzo – racconta Giorgio – hanno circondato il campo, lo hanno illuminato, sono venuti casa per casa, roulotte per roulotte, ci hanno svegliato, ci hanno fatto uscire, hanno fotografato le case e poi i nostri documenti. Hanno finito intorno alle sette e mezzo. Io credo – aggiunge Bezzecchi – che tutti debbano sapere e capire cosa sta succedendo: sono italiano, sono cristiano e sono stato schedato in base alla mia razza. Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani” (…) “Mio nonno fu portato a Birkenau ed è uscito dal camino… Mio padre fu portato a Tossicia ed è tornato indietro. Stamani lo hanno svegliato all’alba e lo hanno messo in fila. Io oggi, italiano e sinti, dico vergogna”» [articolo di Claudia Fusani su Repubblica].
Succede in Italia, oggi, settant’anni dopo le leggi razziali. Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.
Aggiornamento: Domani 8 giugno, a Roma, c’è una manifestazione antirazzista promossa da intellettuali e organizzazioni rom (c’è anche quel pirla di Vattimo, ma non stiamo a sottilizzare).
Per approfondimenti e aggiornamenti sulla situazione di rom e sinti, in Italia e non solo, c’è il blog dell’associazione Sucar Drom.
Aggiornamento 2: Breve resoconto della manifestazione di ieri a Roma sul blog di Sucar Drom. Il discorso di Alexian Santino Spinelli e altri interessanti articoli su NO(b)LOGO.
Faccio mio l’invito di Kalle, nei commenti, a manifestare solidarietà a Giorgio Bezzecchi. Il suo indirizzo email è reperibile sul sito dell’opera nomadi di Milano: http://www.operanomadimilano.org/chi/chi.htm