Archive for the ‘tempi moderni’ Category

Una porcata immonda

Thursday, March 13th, 2008

Dedico questo post a Silvio Berlusconi, un tale che guida una formazione politica che per le prossime elezioni ha candidato al Senato un tizio che si dichiara apertamente fascista. Questo Berlusconi Silvio ha dichiarato che per lui il fascista in questione è un candidato come un altro, e che non è il caso di scandalizzarsi per la sua candidatura. Si tratta dello stesso Silvio Berlusconi che qualche anno fa dichiarò che Mussolini non ha mai ammazzato nessuno e che si limitava a mandare gli oppositori in vacanza al confino.

La lettera che segue è tratta da Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Einaudi 1955. Il volume raccoglie più di duecento lettere, inviate a familiari e amici da altrettanti italiani impegnati nella Resistenza e messi a morte dai fascisti fra il settembre 1943 e l’aprile 1945. Nella nota al testo dei curatori si legge che «a questi esempi non può fare riscontro che la cifra complessiva degli italiani caduti nella Guerra di Liberazione: 80.000 circa (le cifre ufficiali sono a tutt’oggi incomplete) fra partigiani, militari e civili».

Già, perché quei cani dei repubblichini, quelli che riconoscevano come loro capo indiscusso Benito Mussolini, che secondo Silvio Berlusconi non ha mai ammazzato nessuno, non ammazzavano soltanto militari nemici e partigiani, ma anche civili, come per esempio – dicono ancora i curatori – «i 560 di Sant’Anna di Stazzema o i 1830 trucidati a Marzabotto». Ne deriva, o Silvio, che candidare uno che si dichiara nostalgico dei porci assassini fascisti non è una normale azione politica, ma una porcata immonda.

Ignoto (Antonio Fossati)
(dall’archivio di Milano del Corpo Volontari Libertà)

Carissima Anna,
eccomi a te con questo mio ultimo scritto prima di partire per la mia condanna. Io muoio contento d’aver fatto il mio dovere di Vero Patriota. Mia cara sii forte che dal cielo pregherò per te, che tu per me sei sempre stata l’unica consolazione in questi momenti di grande dolore mi confortavo solo con te.
(more…)

Noi abbiamo 52 posti vacanti nel Suo Paese, vorremmo invitarLa in questo circolo scelto.

Tuesday, March 11th, 2008

Buongiorno a tutti!
Buongiorno!
I nostri sondaggi hanno mostrato che l`81% delle persone della Sua eta
Dite proprio a me? solo io fra i ‘tutti’ sopra salutati? sono lusingato!
non sono contente delle proprie entrate mensili e desiderano aumentarle.
NOTIZIONA!
Percio noi vorremmo offrirLe la possibilita di un lavoro a tempo parziale. Per avere 133-427 euro alla settimana Lei dovra spendere 1-4 ore la settimana.
In altre parole, più uno lavora meno lo pagate. Geniale…
Le occorrera un telefono di contatto preferibilmente cellulare, un computer ed una email. Se Lei legge queste righe, significa che Lei ha gia tutto per cominciare a lavorare.
Ok, quindi il telefono non serve.
Il reclutamento avverra fino a fine mese, per ora ci sono rimasti 82 posti vacanti nalla sua citta.
E pensare che nel titolo erano 52 in tutto il Paese. Che culo!
Questo non e un lavoro difficile, richiede attenzione e precisione.
Eh, ma io sono notoriamente distratto e approssimativo.
Noi le offriremo la formazione e tutto il necessario per la collaborazione. Da parte Sua non sono richiesti investimenti.
E meno male, anche perché investire sugli sciroccati porta male.
Noi saremo felici di fornirle personalmente informazioni aggiuntive.
Mi piacerebbe sapere rispetto a cosa sarebbero aggiuntive, queste informazioni, ma lasciamo perdere.
Noi non utilizziamo programmi di risposta automatizzati ed ogni lettera la leggiamo e rispondiamo a stesso.
E questo signor ‘stesso’ poi risponde a me. Chiaro.
Per velocizzare la risposta, per favore scriva al mio email: Spammer Rincoglionito@gmail.com.
Abbia l`accortezza di scrivere i seguenti Suoi dati:
1. Nome
2. Eta
3. Paese
Ok, ho capito: il telefono non serve proprio.
Devo avvisarLa che la risposta potra seguire dopo qualche giorno per l`intasamento dei nostri server di posta,
I vostri server di posta? con un indirizzo gmail? WOW!
ma stia sicuro che la Sua lettera sara letta e otterra risposta.
Le dirò, non vedo l’ora.
Asspetiamo con impazianza una

Manager personale.
sì sì, certo certo…

sq

Monday, March 10th, 2008

Credevo che facesse la lap-dancer in un night club. E invece…

Donne

Saturday, March 8th, 2008

Tina Lagostena Bassi…

Wednesday, March 5th, 2008

…(ieri c’era).
Oggi non più.

Trent’anni fa ha insegnato agli italiani che le donne sono persone (non si stupiscano le giovini lettrici: a quei tempi l’equazione donna=persona non era opinione comune).

È bene avere in sospetto tutti i profeti

Tuesday, February 26th, 2008

Tutti devono sapere, o ricordare, che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dèi. Erano «capi carismatici», possedevano un segreto potere di seduzione che non procedeva dalla credibilità o dalla giustezza delle cose che dicevano, ma dal modo suggestivo in cui le dicevano. (…) Occorre dunque essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia con i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare ad altri il nostro giudizio e la nostra volontà. Poiché è difficile distinguere i profeti veri dai falsi, è bene avere in sospetto tutti i profeti. [Primo Levi, Appendice a Se questo è un uomo, novembre 1976]

(Non si tratta di paragonare i leader attuali ai mostri del nazifascismo, sia chiaro, ma in queste parole di Primo Levi vedo una possibile indicazione di voto. Né Veltroni, né Berlusconi: avanti a sinistra, contro gli opposti centrismi. Poi penso che a sinistra c’è anche un rottame del calibro di Diliberto, e allora addio certezze).

Buràn 4, Il Cibo

Tuesday, February 19th, 2008

«[C’è un] passo dell’Apocalisse, del libro della Rivelazione, in cui lo Spirito ordina all’apostolo di mangiarsi un libro [Ap 10, 9]. Quando un libro è cosa viva bisogna mangiarselo, e chi se lo mangia, se a sua volta è vivente, se è davvero vivo, rivive di quel cibo». [M. De Unamuno, Come si fa un romanzo, Ibis 1994, pag. 48]

Càpita a fagiolo (ente edibile) la citazione, per annunciare a chi ha fame di storie giunte a maturazione in diversi luoghi del pianeta che è arrivato il quarto numero di Buràn, la rivista che nutre i suoi lettori di parole pronunciate altrove: 53 storie da 26 paesi in rappresentanza di tutti i continenti. Il tema di questo numero è Il Cibo.

Cliccate e mangiate, dunque, ma con prudenza e accortezza, perché almeno uno di questi racconti sembra scritto apposta per inghiottire il lettore incauto.

Moratoria

Monday, February 18th, 2008

«Chiederemo il mandato elettorale per difendere (…) le donne lasciate sole e private del diritto di non abortire». [Giuliano Ferrara]

Il diritto di non abortire… Quasi quasi fondo un partito in difesa del fondamentale diritto di non aprire un negozio di frutta e verdura, diritto vergognosamente negato dalle leggi che consentono di aprirlo. Vuoi che non trovi qualche migliaio di persone disposte a votarmi?

Anzi no, ho deciso, niente partito. Fonderò un gruppo di pressione con un solo punto programmatico: far approvare all’ONU una moratoria delle fesserie.

Antipolitica

Thursday, February 14th, 2008

Giuliano Ferrara presenta una sua lista e, non contento, vuole candidare Susanna Tamaro. Poi si meravigliano se uno si butta nell’antipolitica.

Il campanaro e il prencipe

Monday, February 11th, 2008

Si ringraziano: messer Matteo Bandello per il lessico, la sintassi e gli interi periodi rapinati alle sue Novelle; madonna senzaqualità per le illustrazioni.

Dirò adunque una novella, la quale appresi, or non è guari, da un di que’ menestrelli che per cittadi e castella sogliono andare, rinovellando gesta antiche e nuove imprese cantando.

Dovete sapere che in quei giorni era governatore d’Italia il prencipe Romano, della casata de’ Prodi da Bologna, uomo assai prudente e saggio, più ricco di virtù che di fortuna. Da due anni sbrigava gli affari di governo senza lodi soverchie e senza infamia, chiamando al servizio di ministri e consiglieri i capi di molte picciole e grandi fazioni, così che per contentare l’uno doveva giocoforza un altro rattristare, e molto più tempo spendeva a comporre liti che non a promulgare buone leggi. Cotesti suoi sodali erano notabili d’ogni parte d’Italia: il conte Lamberto Dini da Firenze, il giudice Antonino di Pietro da Montenero, il vassallo di Russia Olliviero de’ Liberti, le famiglie romane de’ Rutelli e de’ Veltroni, il cavaliere milanese Fausto Bertinotti, e millanta altri che a nominarli uno a uno troppo lunga istoria sarebbe.

Ma su un di questi conviene che un poco mi soffermi, un tal Clemente, mastro campanaro in quel di Ceppaloni, uomo ambizioso e ottimo oratore. Pur di bassa condizione e povero de’ beni di fortuna, con gran pazienza aveva radunato sotto le sue insegne una schiera picciola ma bellicosa di signorotti e notabili suoi compaesani, e con questi fece e brigò in modo tale e con tanta perizia, che la sua fama crebbe in tutto il beneventano, e con quella le provigioni che nobili e duchi gli facevano per i suoi molti servigi. Egli ebbe per moglie la baronessa Alessandra de’ Lonardi, donna eccellentissima e d’ogni virtù ornata, la quale ad altro non attendeva, che onorare e intertenere tutti coloro che ella giudicava utili ad accrescere la fama e i beni di fortuna del marito.
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Vite di uomini illustri

Friday, February 8th, 2008

«Secondo Diogene Laerzio, quando in una discussione entrava Socrate, spesso finiva in rissa; lo prendevano a pugni, a calci, a sputi. Quando parlava lui, la gente perdeva il lume della ragione, non capiva più nulla e avrebbe fatto qualunque cosa per farlo tacere. [un po’ come oggi quando parla Calderoli insomma]».

Il resto qui. Esilarante, come tutte le Pillole per niubbi di Ipazia.

Non tutti i giorni esistono

Thursday, February 7th, 2008

Il 29 febbraio 2008, e solo in quel giorno, disvelerà il suo contenuto l’ennepiunesimo blog, per risprofondare il giorno appresso nell’abisso dell’inesistenza. Ulteriori dettagli da Herzog. Trovo questa iniziativa ineccepibile, perché mi sembra evidente che il 29 febbraio è un giorno che non esiste, o che almeno vive un’esistenza ambigua.

È una fermata supplementare, una sosta necessaria per recuperare le ventiquattro ore sbadatamente smarrite dai calendari dei quattro anni precedenti. Converrà l’acuto lettore che sostare, fermarsi per recuperare tempo perduto è un’azione alquanto innaturale, come di uno che, sapendo di essere in ritardo a un appuntamento, temporeggiasse anziché affrettarsi.

Le ore che compongono questo giorno immaginario sono ore sospette. Difficile dire se seguono il normale corso del tempo o se piuttosto non lo precedano, perché diversamente dal solito esse non indicano solo quanto tempo è trascorso da un punto convenzionale della storia umana, ma anche quanto ne manca alla correzione di un errore di misura. Laddove ogni altro giorno è un atto di ordinaria cronomensura, il 29 febbraio è un conto alla rovescia.

Essendo il 29 febbraio un giorno fortemente indiziato di non esistere, ed essendo la letteratura tradizionalmente attratta da ciò che non esiste, non sorprende che in un libro di Michele Mari, Io venìa pien d’angoscia a rimirarti, sia indicato un 29 febbraio davvero inesistente. Il libro narra in forma di diario le avventure di un ragazzino chiamato Tardegardo, sotto le cui spoglie fittizie non è difficile riconoscere un Giacomo Leopardi ossessionato dalla luna e in odore di licantropia. Ebbene, nella successione diaristica del racconto, alla pagina del 28 febbraio segue appunto quella del 29. Niente di strano, se non fosse che l’anno in questione è il 1813, notoriamente non bisestile.

Quel 29 febbraio, aggiunto surrettiziamente al calendario nella finzione letteraria, ripaga in parte noi mortali dei tanti che la tirannia dei calcoli astronomici ci impone, senza peraltro fornirci rassicurazioni sugli eventuali danni che vivere in giorni inesistenti potrebbe arrecare ai nostri equilibri psichici.

E se già il 29 suscita dubbi e perplessità esistenziali, che dire del 30 febbraio?

Antisemitismo a sinistra

Tuesday, February 5th, 2008

Gadi Luzzatto Voghera, Antisemitismo a sinistra, EinaudiDicevo appunto, appena un post fa, che una memoria selettiva, che ricorda i campi di sterminio dimenticando l’antisemitismo che li ha resi possibili, è una memoria poco efficace. Una prova indiretta di questo dato di fatto la stanno dando in questi giorni parecchi “intellettuali” di sinistra che sostengono il boicottaggio della Fiera del libro di Torino, rea di aver invitato Israele come paese ospite.

Questi intellettuali considerano Israele uno stato-canaglia, unico responsabile delle sofferenze dei palestinesi, e così facendo riproducono, senza sforzi apparenti né alcun barlume di consapevolezza, uno degli stereotipi antisemiti più duri a morire, quello che assegna agli ebrei il ruolo di carnefici: da uccisori di Cristo e dei bambini cristiani a sterminatori dei palestinesi.

Inutile ricordare a costoro che paragonare la condizione dei palestinesi a qualcosa di anche solo lontanamente simile alla Shoah è un’aberrazione. Inutile ricordare che da sessant’anni a questa parte Israele deve difendersi quotidianamente da attacchi militari e terroristici; inutile sottolineare che Gaza è amministrata da una classe dirigente sorda a qualsivoglia tentativo di dialogo. Niente da fare: colpa di Israele.

E così l’intellettuale Gianni Vattimo se ne esce tranquillamente con sconcezze come questa:

Chi boicotta non vuole affatto impedire agli scrittori israeliani di parlare ed essere ascoltati. Non vuole che essi vengano come rappresentanti ufficiali di uno Stato che celebra i suoi sessant’anni di vita festeggiando l’anniversario con il blocco di Gaza, la riduzione dei palestinesi in una miriade di zone isolate le une dalle altre (per le quali si è giustamente adoperato il termine di bantustan nel triste ricordo dell’apartheid sudafricana), una politica di continua espansione delle colonie che può solo comprendersi come un vero e proprio processo di pulizia etnica.

Apartheid, imperialismo, pulizia etnica, ecco le nuove colpe dei perfidi giudei secondo Vattimo. Il quale certamente non accuserà l’Egitto di apartheid per aver costruito un muro al confine con la striscia di Gaza; né diversi paesi arabi di pulizia etnica per aver espulso ottocentomila ebrei dopo il 1948. Che diamine, è antisionista, lui, mica antisemita!

Chissà se Vattimo o i vari comunisti italiani che gridano al boicottaggio di Israele hanno letto L’antisemitismo a sinistra, di Gadi Luzzatto Voghera. Temo di no, ma dovrebbero farlo. Sarebbe almeno un tentativo di prendere coscienza di un problema che esiste da parecchio tempo e che purtroppo non accenna a ridimensionarsi.

E chissà cosa faranno Vattimo e soci quando le loro minacce cadranno giustamente nel vuoto, e gli scrittori israeliani porteranno a Torino i loro libri, le loro idee, la cultura del loro paese. Boicotteranno anche i libri? Inciteranno le folle a bruciarli in piazza?

Pseudo-tumblr 2

Wednesday, January 16th, 2008

“Tolleranza per tolleranza, propongo di mandare Margherita Hack a inaugurare l’anno liturgico”. (qui)

Il laico secondo Scurati

Thursday, January 10th, 2008

Un raro esemplare di laico materialista, tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Idra_di_LernaIn un articolo su La Stampa di qualche giorno fa, Antonio Scurati si è prodotto in un’insolita difesa della laicità sul tema dell’aborto, con prosa prodiga di slanci onirici e non avara di ambiguità, ingenuità e sprazzi di fantapolitica. Per non farla troppo lunga, glisso sulla presenza nell’articolo di una vera e propria creatura mitologica, una legge 194 che secondo l’autore «scaturì 27 anni or sono» dal «grande pronunciamento democratico del referendum»: un indizio preciso del disamore di Scurati per i dati di fatto.

C’è innanzitutto una questione di indirizzo. A chi dovrebbe ragionevolmente rivolgersi una perorazione della laicità? A tutti i cittadini, secondo me, ma non secondo Scurati. Lui si rivolge ai cattolici, con piglio professorale, per impartire loro una lezione di laicità e, già che c’è, anche una di cattolicesimo. I cattolici italiani sono a suo dire incapaci di cogliere il loro stesso ineludibile declino: «L’Italia non è un Paese cattolico. Le chiese sono vuote, le vocazioni estinte, i testi sacri ignorati. Soprattutto, le scelte di vita fondamentali degli italiani non sono ispirate ai precetti della Chiesa». Frasi probabilmente tratte di peso da qualche discorso pubblico del papa, ma non è questo il punto.
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