Disse Dario Franceschini, vicesegretario del Partito Democris…, ehm, Democratico:
L’Italia può diventare uno dei paesi vincenti nella globalizzazione se saprà far fruttare i suoi innumerevoli talenti. Naturalmente ha bisogno di un sistema istituzionale che sia veloce come quello degli altri paesi che competono con noi. L’opposto di ciò che noi trasmettiamo adesso, cioè lentezza. Un sistema in cui è quasi tutto bloccato, in cui ci vogliono due anni per una decisione che un altro paese adotta in tre mesi.
Questa frase è un inno alla visione aziendalista dello politica che fino a pochi anni fa era appannaggio esclusivo di Berlusconi, che almeno ha l’attenuante di sostenerla in continuità con il suo retroterra da piazzista di sceneggiati TV: il mondo trasformato in un gigantesco mercato in cui l’Italia SpA entra in competizione con altri Stati SpA per conquistare posizioni dominanti. Partendo da questa impostazione, è naturale concludere che lo scopo principale dello Stato è stare sul mercato e che per farlo servono amministratori delegati con le palle, capaci di prendere rapidamente le decisioni giuste: perché perdere tempo ad ascoltare pareri diversi, mediare interessi contrastanti, risolvere conflitti? Meglio decidere presto e bene, altrimenti si rischia di avvantaggiare la concorrenza, che diamine!
E quindi via a proporre il “modello presidenzialista alla francese”, che non solo sembra un slogan per capi d’abbigliamento, ma è anche del tutto inapplicabile in Italia. E non tanto per questioni eminentemente politiche o istituzionali, quanto per una banale mancanza di materia prima. Chi ci mettiamo, in Italia, a fare i Presidente Decisionista? Ci mettiamo Veltroni, gran conciliatore di cavoli e merende, oppure Berlusconi, esperto negoziatore di attrici in cambio di senatori? Fini, perennemente in bilico fra la carota al popolo e il bastone agli extracomunitari, o Bertinotti, che ancora non ha deciso se era meglio Stalin o Gandhi? Potremmo eleggere Casini, va’, così convinto del valore supremo della famiglia da farsene un paio, o magari Bossi, che tra la secessione del Nord e la pensione da parlamentare non è mica facile scegliere, neh!
Ma cosa vuoi mai che decidano questi qui? Piuttosto la Binetti, che almeno per prendere le sue decisioni andrebbe a colpo sicuro: una bella telefonata al cardinal Ruini e via. Vuoi mettere l’efficienza e la rapidità? Guarda, Franceschini, meglio lasciar perdere, da’ retta. Teniamoci il nostro bel sistema parlamentare all’italiana, che sarà anche lento, ma almeno fa ridere.