Flotte

November 13th, 2009

La compagnia aerea inglese British Airways e la spagnola Iberia uniscono le flotte.

Ma tu pensa. Sembra ieri, poco più di quattrocento anni fa, quando l’Invincibile Armata spagnola veniva pazientemente sbaragliata dalla flotta inglese (e da qualche tempesta). Filippo secondo, Elisabetta prima: il risultato era già scritto nei nomi.

Il nome

November 11th, 2009

Rutelli fonda un nuovo partito (proprio una cosa di cui si sentiva la mancanza) e lo chiama Alleanza per l’Italia.

Il nome sembra una fusione di Alleanza Nazionale e Forza Italia. Che sia un modo diabolicamente astuto per suggerire la rotta e l’approdo del nuovo soggetto politico?

(Aggiornamento. Astutissimo davvero, il francescone. Apprendo, via Pensieri spettinati che lo apprende da Ideas Repository, che a quel nome qualcuno ci aveva già pensato: Gianfranco Fini).

Invettiva contro un improvvido laudator di giorni

November 11th, 2009

tratto da: http://www.waco-texas.com/city_depts/fire/images/tornado.JPGImprovvido laudator di giorni: «Oh, che bella giornata!»

Inveito interlocutore: «Innanzitutto, mio giocondo inavvertito esclamatore, considera che sono le sette di mattina, un po’ presto per esprimere un giudizio estetico su un’entità — la giornata, appunto — che ha ancora davanti a sé la maggior parte della sua esistenza, e dunque tempo sufficiente per mutar registro e prendere direzioni inopinate fino a guastarsi in via definitiva. Non che io speri che la tua mente infiacchita sia in grado di reggere il peso di un paragone, ma che diresti se di fronte a un neonato qualcuno esclamasse “oh, che bell’uomo! che bel carattere! quanta rettitudine nei suoi atti e quanta grazia nei suoi ragionamenti!”?: non ti sembrerebbero prematuri codesti giudizi, e prossimo alla demenza colui che li esprime? Ma ammettiamo pure, per amor di discussione, che quel tuo fiato esclamativo rappresentasse ellitticamente non un giudizio su un fatto compiuto, bensì un auspicio sul suo divenire, e che presa nella sua interezza la frase suonasse piuttosto “oh, come si preannunzia bella questa giornata!”, ebbene, non avresti ancora detto alcunché di sensato, perché marcato come sei da una superficialità degna di un canotto, ti sei accontentato di un raggio di sole che rischiara l’oriente per abbandonarti all’ottimismo, mentre basterebbe anche solo un’occhiata distratta laggiù, a ovest, per capire che quella striscia nera in avvicinamento promette pioggia a martello.

Ma una giornata, mi dirai tentando di cambiare discorso, può essere bella sotto altri aspetti, anche se grigia e piovosa sul piano meteorologico. Ma bene… ma bravo… ma che innata simpatia… Maramaldo! Possibile che il mondo, la realtà, le cose, le materialissime, durissime, taglienti cose, al tuo cospetto si trasformino in uno svolazzo di farfalle che a mala pena ti sfiora? Possibile che niente, e dico niente di quel che succede qui, ora, a un palmo da te, abbia la capacità di attirare la tua attenzione, di accendere in te la luce del pensiero — e ci si accontenterebbe di un lumino votivo, neh, mica si pretende un faro — e di farti pronunciare parole che lascino intuire anche solo vagamente di essere il frutto di un ragionamento, dell’elaborazione mentale di dati di realtà, di una riflessione magari non profondissima e originale, ma sufficiente a presupporre un encefalogramma non piatto?

Allora è bene che tu sappia che oggi scade la bolletta della luce, che il conto è in rosso da una settimana, che il mio stipendio, se arriva, arriva fra quindici giorni, che c’è lo sciopero degli autobus e arriverò tardi in ufficio e che — unica notizia positiva — la lampadina del tinello è ancora fulminata, così almeno risparmiamo corrente, ma soprattutto è bene che tu sappia, o inutile scarto del creato, che, da qualunque lato la si guardi, questa ha tutte le carte in regola per diventare una vera, inappellabile e paradigmatica giornata di merda».

Sia lode a Mara Carfagna

November 10th, 2009

Quando ci vuole ci vuole.

Mara Carfagna, ministro per le pari opportunità, ha lanciato la campagna istituzionale contro l’omofobia, iniziativa da lodare senza se e senza ma. Per chi come me vota a sinistra da oltre un quarto di secolo è un po’ triste vedere a destra tanto coraggio e determinazione nel perseguire un obbiettivo che dovrebbe essere un cavallo di battaglia della sinistra, una sinistra che non ha avuto la forza di liberarsi una volta per tutte della Binetti quando ha votato contro la proposta di legge Concia. Una sinistra che di fronte a temi vaticanamente sensibili preferisce invocare la libertà di coscienza, anziché difendere a spada tratta i princìpi di laicità e di civiltà che dovrebbero costituire l’asse portante della sua politica.

Ho avuto il piacere di ascoltare in radio la conferenza stampa che ha accompagnato l’iniziativa. Mara Carfagna non si è limitata a sostenerla genericamente, né ha tentato di nascondersi dietro a un dito quando le è stato fatto notare che una campagna di opinione non può essere un succedaneo della legislazione. Ha riconosciuto che questo è solo un primo passo, che c’è ancora molto da fare per sradicare i pregiudizi omofobici e transfobici, e si è impegnata a riportare la questione in Parlamento. Spero sinceramente che quando questo accadrà, il PD abbia il coraggio di schierarsi senza timore dalla parte dello stato di diritto, senza tentare ridicoli compromessi con le sue ali clericaleggianti.

Avercene di Carfagna, nel PD.

Mara Carfagna ha il coraggio di andare contro una mentalità diffusa nella sua stessa parte politica dove, va ricordato, militano personaggini come Renato Farina — quello che si chiedeva se sia più grave uccidere un omosessuale o un padre di famiglia — e Carlo Giovanardi — l’ominicchio secondo cui Stefano Cucchi è morto perché è un drogato.

Mara Carfagna ce l’ha questo coraggio e lo dimostra sul campo. Spero sinceramente che il placido Bersani la prenda come modello.

Anima russa

November 5th, 2009

Il rituale ortodosso con la solennità dei suoi gesti, con il calore dei suoi canti, con l’intensa calma passione delle sue icone, è frutto dell’anima russa, di nient’altro che del popolo russo. [Ida Magli]

Questa affermazione di Ida Magli ha la stessa validità storica e lo stesso contenuto di conoscenza di quest’altra:

L’arte di friggere le patate è frutto dell’anima dei fratelli McDonald. [Io]

Con l’unica non trascurabile differenza che mentre io sparo minchiate nel mio privatissimo blog, Ida Magli le spara su un quotidiano a diffusione nazionale.

Buone domande

November 4th, 2009

La Corte europea per i diritti dell’uomo ha stabilito che l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche è una violazione della libertà religiosa. I vertici vaticani comprensibilmente si incazzano. Meno comprensibilmente i vertici politici italiani s’affrettano nella consueta genuflessione bipartisan col viso rivolto a S.Pietro.

«La presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo» sentenzia Mariastella Gelmini «ma è un simbolo della nostra tradizione». Non male per una che siede in parlamento anche grazie alla breccia di Porta Pia e che, come ministro, ha giurato fedeltà alla Costituzione nelle mani di un signore che abita al Quirinale, già residenza papale.

«Penso che su questioni delicate come questa» sussurra Pierluigi Bersani «qualche volta il buonsenso finisce per essere vittima del diritto. Un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno». E bravo pirla. Chissà come saranno felici i vescovi che vorrebbe intortarsi nel vedere il loro simbolo maggiore ridotto a innocuo relitto della storia.

Va be’, pazienza, si sapeva già che la logica non è un titolo richiesto per entrare in politica, ma i cattolici? Dico, possibile che i cattolici, dai vertici alla base, non percepiscano la doppiezza di queste difese d’ufficio?

Possibilissimo.

Per questo giro volentieri le domande di rosalucsemburg, che cattolica non è, ai cattolici italiani.

E’ diventata una bandiera, quel simbolo che volete imporre. Non vi offende questo? Non vi offende che quella croce – simbolo per voi di redenzione e di sacrificio diventi una sorta di “spada etnica”? Non vi turba che sia uno strumento invece che di amore di offesa, invece che di sacrificio di violenza? Non vi preoccupa che il messaggio universalista sia imposto come manifesto di identità, non da scegliere ma da subire? Che sia accostato alle “tradizioni” nostrane, al pari della tarantella o della amatriciana? Non pensate che questa serrata identitaria impoverisca di significato, invece che approfondirlo, quel simbolo che sostenete di amare?

Sono buone domande, secondo me.

Le vie del corpo

November 3rd, 2009

Sono una intera, non sono più un’accozzaglia di frammenti, di parti. Abbasso gli occhi per guardare la parte inferiore del mio corpo. Mi fermo davanti a una vetrina per vedermi tutta.

Prima la cosa più importante: filate subito a leggere lo splendido racconto Le vie del corpo di Gaja Cenciarelli, qui. Marsch!

Segue, meno importante assai, qualche mia noterella sul racconto medesimo.
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Ubuntu

November 2nd, 2009

— Mezz’oretta per scaricarlo dall’apposito sito e trasferirlo su CD-ROM.
— Mezz’oretta per farci un giro di prova senza installarlo, direttamente da CD.
— Mezz’oretta per installarlo, connettermi alla wireless di casa e via andare.

Il tutto su un portatile del 2002 che stavo per consegnare alla più vicina stazione ecologica, perché con Windows XP la mezz’oretta passava fra l’accensione e il momento in cui il lancio di un’applicazione qualsiasi poteva avere qualche speranza di successo.

Con Ubuntu il vecchietto si avvia in un minuto scarso, pronto a scattare in rete o dov’altro l’utente preferisca andare per dedicare il proprio tempo al cazzeggio o al lavoro o alla produzione di nuovi sistemi filosofici o alla creazione di versi imperituri o quant’altro.

Son cose che aiutano a guardare con un po’ di ottimismo il futuro del genere umano.

Bisognerebbe scrivere un libro

October 28th, 2009

Bisognerebbe scrivere un libro in cui non succede mai niente di importante.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui due signori si incrociano per strada. «Ciao» dice il primo «saranno trent’anni che non ci vediamo». «Proprio vero. Allora ciao» dice l’altro, e corre via.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui un uomo e una donna sono seduti al tavolino di un bar. Lei dice «sei carino», lui dice «sei carina», allora lei si alza, va alla cassa e dice «cappuccio e cornetto», la cassiera risponde «due e dieci», lei paga, esce dal bar e prende a destra, poi lui si alza, va alla cassa e dice «cappuccio e cornetto», la cassiera risponde «due e dieci», lui paga, esce dal bar e prende a sinistra.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui sono vietate le descrizioni generiche.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui invece di scrivere «la stanza è spaziosa» si scriverebbe «il pavimento contiene ventisette piastrelle venti per venti da est a ovest e trentatrè piastrelle venti per venti da nord a sud, quindi la stanza misura cinque metri e quaranta per sei e sessanta, che fanno trentacinque virgola sessantaquattro metri quadri: ne ho viste di più piccole».

Bisognerebbe scrivere un libro in cui invece di scrivere «portava un maglione amaranto» si scriverebbe «portava un indumento che gli avvolgeva il busto dal collo alla cintura e le braccia dalle spalle ai polsi, di un colore che a occhio e croce poteva essere un RGB 195,30,30».

Bisognerebbe scrivere un libro di critica spietata alle idee ricevute.

Bisognerebbe scrivere un libro in cui un insegnante di geografia delle medie entra in classe il primo giorno di scuola e dice «ragazzi, vi avranno detto non so quante volte che Roma è in Italia, che l’Italia è in Europa, che l’Europa è nell’emisfero boreale, che l’emisfero boreale è nel pianeta Terra e che il pianeta Terra è nel sistema solare. Sono tutte cazzate».

Bisognerebbe scrivere un libro in cui un teologo incontra un altro teologo e gli chiede «Dio esiste?» e l’altro risponde «dipende».

Bisognerebbe scrivere un libro, ma mica oggi.

E il negazionismo fa male al portafoglio

October 23rd, 2009

AmEx ha tolto a David Irving la possibilità di accettare carte American Express da chi vuole acquistare la sua paccottiglia negazionista, e con una motivazione inequivocabile: “The materials that he sells on his website are not consistent with the brand policies that we have in our merchant agreement” (in altre parole, non vogliamo essere associati a gente che vende schifezze).

David Irving nel 2000 citò Deborah Lipstadt per diffamazione davanti a una corte inglese, e perse la causa. Nelle motivazioni della sentenza il giudice lo definì negazionista, antisemita e vicino ad ambienti di estrema destra e neonazisti.

Auguro di tutto cuore a David Irving che tutti gli istituti finanziari seguano l’esempio di American Express, che egli si riduca a vendere i suoi libri porta a porta in cambio di una ciotola di riso, e che riceva come risposta standard sonore raffiche di pedate nel culo.

Potrebbe sostituire quel «Mi assumo la responsabilità» che sa tanto di «La ragazza ha fatto una cazzata ma io che ho le spalle larghe la copro» con un più consono «Il servizio l’ha firmato l’ultimo anello della catena alimentare ma ovviamente era rivisto aggettivo per aggettivo da me, ché qui magari ogni tanto ne sbagliamo una ma mica affidiamo i pestaggi a una ragazzina, dai, su, per chi ci avete preso»? Così, per non aver l’aria di quello che scarica il guaio sull’ultima povera crista che ha fatto i compiti richiesti

October 21st, 2009

Questa è la prima delle nove domande non particolarmente giornalistiche che Guia Soncini ha rivolto a Claudio Brachino in seguito alla toppa penosa con cui il Brachino medesimo tentò maldestramente di coprire quella gran porcata che fu il pestaggio mediatico del giudice Mesiano trasmesso da una rete televisiva controllata dal soggetto condannato da quello stesso giudice a sborsare settecentocinquanta milioni di euro di danni. Nove domande tutte da leggere (via Distanti saluti).

Giornalismo di qualità

October 19th, 2009

Shockdom sul killeraggio mediatico del giudice Mesiano

Albo su Shockdom, via Pensieri spettinati.

La vera novità ha nome Pizzuto

October 19th, 2009

Si apre oggi pomeriggio a Bagheria il convegno La vera novità ha nome Pizzuto, dedicato al mitico e qui molto apprezzato scrittore siciliano. Nei tre giorni del convegno interverranno studiosi di rango e di lunghe frequentazioni pizzutiane, come Gualberto Alvino, Walter Pedullà e Rosalba Galvagno, nonché giovani promettenti come Benedetta Panieri e Salvo Butera.

Qui la presentazione del convegno sul sito del comune di Bagheria.
Qui il pratico pieghevole con utili informazioni e il programma completo.

Cattive domande

October 15th, 2009

In questo articolo del Giornale a firma Renato Farina — ex-giornalista e oggi parlamentare del PdL — si legge:

Per me uccidere una persona è il delitto peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?

Farina si riferisce alla legge sull’omofobia presentata dalla deputata PD Anna Paola Concia e respinta ieri dalla Camera, dove con i voti di PdL (con una decina di eccezioni), dell’UdC e di Paola Binetti del PD è passata la pregiudiziale di incostituzionalità. (L’articolo è del 12 ottobre, il giorno prima della bocciatura, ma si riferisce esplicitamente a quella proposta di legge).

La frase di Farina è un ottimo esempio dei meccanismi di rimozione e negazione ai quali ricorrono i razzisti di ogni specie, inclusi gli omofobi, per rendere accettabile a sé medesimi l’odio che nutrono verso i loro simili.
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La geniale politica di marketing di Paravia

October 13th, 2009

tratto da: http://old.demauroparavia.itOrmai tutti sanno che il buon vecchio De Mauro online, il dizionario italiano più cliccato della rete, non è più disponibile. L’editore Paravia spiega laconicamente che l’opera non è più in linea “perché è fuori catalogo”.

Bella cazzata.

Chiudendo il sito l’editore ha fatto fuori una risorsa pubblicitaria gratuita e formidabile: molte persone in tutto il mondo sanno che Paravia è un editore solo perché usano il dizionario online. Senza contare che, grazie alla lungimiranza di Paravia, chi ha bisogno di consultare un vocabolario italiano in rete si rivolgerà inevitabilmente alla concorrenza.

Quindi, per premiare la geniale politica di marketing di Paravia, ecco nome e indirizzo di qualche valido concorrente:

Garzanti Linguistica (previa registrazione gratuita)
Treccani Online
Sabatini Coletti, Gruppo RCS
Aldo Gabrielli, Hoepli

In rete si può firmare una petizione per il ripristino del De Mauro. L’editore non se lo merita, ma io ho firmato.