Una delle differenze fra lei e me è questa: lei abita in Inghilterra, io abito in Italia. Nonostante questo, quel che lei dice di provare in questo post dista da quello che provo io assai meno di quanto l’Inghilterra dista dall’Italia. Spero che sia uno sconforto passeggero e che gli istinti pasionari alla fine prevalgano.
A proposito di pogrom
May 17th, 2008A proposito di Fiera
May 9th, 2008Parola di Giulio Mozzi, che di libri e di fiere del libro se ne intende parecchio.
Alla domanda che farà da fil rouge alle centinaia di «eventi» che costellano la Fiera – «Ci salverà la bellezza?» – io proprio non so rispondere. Spero solo che ci salvi dalla Fiera.
Auguri Israele!
May 8th, 2008Sì, ci sono quelli che bruciano la bandiera di Israele e boicottano i libri degli israeliani, ma fortunatamente c’è anche gente che onora i libri e gente che le bandiere preferisce farle garrire al vento. Ancora più fortunatamente, gli imbecilli contano come il due di coppe con briscola bastoni, mentre gli altri ricoprono cariche istituzionali, dal comune di Trani fino alla presidenza della Repubblica.
Infine ci sono io – che conto come il due di coppe con briscola bastoni – che la bandiera di Israele la faccio garrire virtualmente in questa ridotta webbica. Auguri Israele!
L’altra minchiata di Fini
May 8th, 2008Per neutralizzare il significato politico dei fatti di Verona, l’ardito Gianfranco Fini non si è limitato a invocare la necessità di rieducare i cinque giovani (rectius: porci neonazisti) autori del massacro. Ha anche detto, come noto, che più gravi dei fatti di Verona sono stati quelli di Torino, che vado a riassumere: quattro o cinque imbecilli di estrema sinistra hanno bruciato bandiere israeliane e statunitensi per protestare contro la presenza di Israele alla Fiera del Libro.
Avrei voluto scrivere qualcosa anche su quest’altra minchiata del neopresidente della Camera, ma poi ho letto il post di Rosa sul tema e non ho altro da aggiungere.
Son ragazzi
May 6th, 2008Pare che la seconda e la terza carica della repubblica siano d’accordo su un punto: i cinque neonazisti che a Verona hanno massacrato Nicola Tommasoli sono vittime della società. Tocca punirli, certo, ma anche rieducarli. Cito da qui:
Renato Schifani: «Sono giovani che non stanno bene, che non hanno equilibrio. Giovani che chiedono di essere rieducati. È come se ci fosse un pezzo della gioventù italiana che non riesce a trovare un suo percorso e la severità della pena va coniugata con la funzione rieducativa».
Gianfranco Fini: «Quel gruppo neonazista va preso, messo in galera e rieducato, non ci può essere nessun tipo di solidarietà». «La società si deve interrogare sul perché questi giovani danno vita a questi comportamenti». «Si tratta di episodi gratuiti, fenomeno diffuso non solo in Italia ma anche in altri Paesi. Sono giovani che presi uno per uno, nove volte su dieci sono dei vili».
Su Schifani niente da dire, per carità: prima di parlare avrà atteso ordini superiori, per poi eseguirli con la diligenza e la caparbietà che da anni lo contraddistinguono, ma Fini? No, dico, Gianfranco Fini! Quello che vuole sbattere in galera chi fuma due canne e cacciare lo straniero a pedate dal patrio suolo, proprio lui mi tira in ballo la rieducazione dei delinquenti?
Confesso che cotanto inatteso anelito correttivo è per me una piacevole sorpresa, e già mi fingo il Fini araldo di una novella stagione di pedagogia popolare: egli vorrà che nelle scuole d’ogni ordine e grado i giovani siano educati a rispettare l’altro e le sue opinioni, nonché a difendere le minoranze dai pregiudizi; favorirà i corsi di educazione civica e lo studio della costituzione italiana; predicherà indefesso l’indipendenza delle virtù morali e civili dagli orientamenti sessuali e dalle appartenenze etniche e religiose.
Però mi sa che esagero un po’ con l’immaginazione. Mi sembra più realistico supporre che l’ardito pedagogo abbia della rieducazione un concetto leggermente diverso. Lo suppongo sulla base dell’unica riprovazione morale che gli è passata per la mente a proposito dei giovani in questione: «Sono giovani che presi uno per uno, nove volte su dieci sono dei vili».
So che a pensar male si fa peccato, ma non è che a quell’uno su dieci picchiatori fascisti immune da viltà l’onorevole Fini risparmierebbe il percorso rieducativo e concederebbe volentieri le attenuanti generiche?
Intervista
April 30th, 2008Nel blog della Graphe.it Edizioni è apparsa un’intervista a un tale che porta il mio stesso nome, cura questo medesimo blog e a quanto pare abita nella mia stessa città, è nato nell’anno in cui io stesso sono nato e ha due figli maschi, proprio come me. E il di lui ritratto mi rassomiglia in modo a dir poco inquietante. Al di là di queste sgomentevoli coincidenze, uno degli aspetti più interessanti dell’intervista è l’intervistatrice, una persona che riesce a essere gentilissima e a trasmettere simpatia anche per posta elettronica, dote invero non comune.
Corrispondenza di libreschi sensi
April 24th, 2008Appena ho visto il pacco misterioso di maria strofa mi sono incuriosito, e ancora di più quando ho visto la didascalia: Lo aspettavo da così tanti anni che non so se avrò mai il coraggio di aprire il pacco. Curiosità se possibile accresciuta dal primo parziale disvelamento del contenuto.
Sorbole! mi son detto. Un libro atteso da vent’anni e mancato per un soffio appena un anno fa. Sta’ a vedere che ha beccato la biografia dell’Ariosto in due volumi di Michele Catalano, Olschki 1930, assolutamente introvabile. Poi, guardando meglio la figura, il doppio tomo ritrovato mi è sembrato stranamente familiare.
Allora ho chiesto a maria strofa “Sarà mica quel libro lì?” e lei ha risposto così: Georges Feydeau, Teatro, Adelphi 1970. Sì, era proprio quel libro lì, ospite da poco più di un anno della mia lacunosa libreria, come da foto.
E quindi? – chiederà il lettore avido di trame complesse, intrecci arditi, stuporose agnizioni e morali della favola. Quindi niente. Questa è la storia e io l’ho raccontata. E questo è Georges Feydeau.
Morti presunte
April 23rd, 2008Il memorioso puntomaupunto ricorda a noi lettori distratti che oggi si celebra la Giornata mondiale del Libro indetta dall’Unesco. La data del 23 aprile fu scelta dai sagaci fondatori dell’iniziativa perché coincide con l’anniversario della morte di Shakespeare e Cervantes, ma – come lo stesso .mau. precisa nel post – la coincidenza delle date è illusoria. Vado di autocitazione da un post dell’anno scorso:
Oggi è il compleanno di William Shakespeare, ma è anche l’anniversario della morte sua e di Miguel de Cervantes. Come tutti sanno, in realtà di Shakespeare conosciamo solo la data di battesimo, il 26 aprile 1564, mentre la data di nascita non è accertabile. Pazienza: per un mostro sacro della letteratura mondiale di tutti i tempi un po’ di leggenda non guasta. Come forse non tutti sanno, poi, Shakespeare morì dieci giorni dopo Cervantes. In Spagna vigeva infatti il calendario gregoriano, in Inghilterra quello giuliano. Quando Cervantes morì a Madrid, il 23 aprile 1616, a Stratford-upon-Avon lunari e almanacchi segnavano il 13 dello stesso mese.
Anche questa coincidenza puramente convenzionale di decessi, però, non è del tutto certa. Nei commenti al mio post di un anno fa, infatti, l’illustre maria strofa disse di ricordare che la discrepanza fra le date di morte dei due autori era citata in una nota di Amleto e Don Chisciotte, libro di Turgenev in edizione Melangolo. Un rapido controllo confermò l’ipotesi: nella nota 19 a pagina 64, infatti, il traduttore Mario Alessandro Curletto avvisa che le fonti più accreditate datano al 22 aprile la morte di Cervantes.
Stando così le cose, si capisce che il 23 aprile 1616 fu meno funesto per la letteratura di quanto la vulgata faccia intendere. In quel giorno, alla fine dei conti, morì davvero soltanto lo scrittore peruviano Garcilaso de la Vega.
Dalla rete all’impianto stereo
April 22nd, 2008L’organigramma di Andrea Comotti è stato pubblicato in rete da vibrisselibri nell’ormai lontano novembre 2006, e a breve uscirà come audiolibro, a cura della GoodMood Edizioni Sonore. Si tratta di una versione drammatizzata del libro, recitata a più voci da attori professionisti e basata su un adattamento del testo a cura di Lucio Angelini. Qui e qui tutto quello che avreste voluto sapere sull’audioedizione in questione, compreso un assaggio di un minuto circa.
Salvo precedenti a me ignoti questo è il primo caso di libro pubblicato soltanto su media non cartacei. Un passaggio dal bit al bit insomma, dal pdf all’mp3, dalla rete all’impianto stereo o altro ordigno per la riproduzione del suono. Non posso prevedere se questo libro privo di carta ma dotato di voce sia il capostipite di una nuova tendenza o un caso isolato. Per ora noto soltanto una curiosa affinità con quanto accadde in tempi remoti.
Quando quel debosciato di Agostino vide gli occhi del pio Ambrogio vagare sulle pagine di un libro, senza che dalla sua bocca uscisse una sola parola del testo, rimase di stucco per la meraviglia, poiché a quei tempi era usanza comune farsi leggere i libri ad alta voce, o declamarli per sé stessi o per un piccolo pubblico. Con l’audiocomotti si torna dunque all’antico mediante la tecnologia del tempo presente.
Pertanto, o lettore, quando quest’estate chiederai a un tizio spaparanzato al sole con le mani dietro la nuca a far da cuscino «Che fai di bello?», ed egli ti risponderà «Sto leggendo L’organigramma di Andrea Comotti» non ti sgomenterai come l’Agostino del tempo che fu. Saprai già, infatti, che un libro può essere letto in molti e svariati modi e che non tutti richiedono il dono della vista o la spoliazione di innocenti foreste tropicali.
Luglio
April 17th, 2008Zitto in camera mia, e dormire fino a quando lei non sortirà dal pisolino, giunone adagiata su lenzuola bianche, nero e lustro il testile impiallacciato, lustra e nera la sottoveste di nailon, scuri accostati per tenere fuori il caldo e le mosche. Evadere è necessario, questo è chiaro, ma con accortezza. Se si sveglia sono guai. Se la sveglio fa la faccia cattiva fino a sera e grida, e ogni parola che dico merita scherno, e castigo ogni cosa che faccio.
Muoversi con prudenza, quindi. Ricorda: calibrare bene la forza applicata alla maniglia, che in questo caso non serve per aprire la porta (è solo accostata), ma per alzarla di qualche millimetro da terra. Spalancare velocissimo e poi accompagnare piano, in modo che ricada con dolcezza sui cardini. Combinando il lieve sollevamento con la rapidità d’esecuzione della manovra, si ottiene un’apertura silenziosa, esente da perniciosi cigolii e sfregamenti.
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Per rinfrancar lo spirito…
April 15th, 2008…tra un vaffanculo e l’altro:
Scoop! Hanno vinto i comunisti!
April 14th, 2008“I maoisti avrebbero ottenuto 61 seggi sui 108 già assegnati. E il trend si annuncia identico in tutte le circoscrizioni”.
Il resto qui.
Vota Consalvo! Vota Consalvo!
April 12th, 2008Proprio vero che la letteratura imita la vita, magari con qualche decennio o qualche secolo di anticipo. Quando Federico De Roberto fece tenere a un personaggio de I Vicerè il comizio elettorale di cui riporto un breve estratto, non poteva immaginare che a più di cent’anni di distanza sarebbe stato in gran parte riutilizzabile dai candidati alle prossime elezioni politiche. Lascio al lettore il piacere di decidere quali candidati odierni meglio incarnano l’inconsistenza e la farraginosità del programma presentato dal principe Consalvo. Il testo è tratto dalla versione integrale de I Vicerè disponibile sul sito della benemerita associazione Liber Liber
Grandi cartelloni multicolori incollati per tutta la città annunziarono l’avvenimento: «MEETING ELETTORALE. Cittadini: Domenica, 8 ottobre 1882, alle ore 12 meridiane, nella Palestra Ginnastica (ex convento dei PP. Benedettini) il Principe di Francalanza esporrà il suo programma politico agli elettori del 1° Collegio.» Seguivano le firme del comitato: un presidente, vecchio magistrato a riposo, ben visto da tutti i partiti e perciò messo a quel posto da Consalvo; poi sei vicepresidenti, più di cinquecento membri, otto segretari, ventiquattro vicesegretari.
Consalvo, con una mano sul velluto della balaustrata, voltato di fianco, aspettava. Ad un cenno del presidente, si volse alla folla:
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Al voto! Al voto!
April 11th, 2008Premesso che:
a. Andrò a votare
b. Non voterò scheda bianca
c. Non annullerò le schede
d. Voterò a sinistra del centro
faccio umilmente notare a chi in questi giorni, specialmente in area PD, sta lanciando campagne moralistiche contro chi ha deciso di non votare o di annullare le schede che:
1. Se vincerà il centrodestra non sarà perché una minoranza di elettori non ha votato, ma perché la maggioranza relativa dei votanti ha votato per il centrodestra.
2. La responsabilità di una sconfitta elettorale è di chi non è riuscito a farsi votare, non di chi non l’ha votato.
3. Se nessun partito rappresenta gli interessi di un elettore, quell’elettore ha tutto il diritto di non votare.
Il succo delle campagne antiastensioniste in corso è più o meno questo: “Se ti astieni e Berlusconi vince sarai tu il colpevole del disastro della nazione”. Questa frase è molto, troppo simile a quest’altra: “Se ti masturbi fai piangere Gesù”. Attenti a non soccombere al fattore Binetti, compagni.
L’ottavo
April 10th, 2008È arrivato l’ottavo vibrisselibro. L’autore è Carlo Cannella, il titolo è Tutto deve crollare, il contenuto non è meno apocalittico del titolo, l’immagine di copertina è di Marco Cannella, che in barba al familismo amorale non è parente dell’autore. Il resto ognuno può scoprirlo da sé. Basta seguire il link alla pagina di presentazione dalla quale, volendo, si può anche scaricare gratuitamente il libro.