Il resto è silenzio

October 16th, 2007

Armando Adolgiso, Il resto è silenzioChe Armando Adolgiso non sia immune da un sano furore iconoclastico nei confronti di qualsivoglia bellettrismo lo sapevo da un pezzo. Che lo fosse già venticinque anni fa non lo sapevo. Adesso lo so. Il resto è silenzio fu pubblicato dall’Adolgiso per l’appunto venticinque anni fa e in occasione dell’anniversario l’autore si è regalato una riedizione on-line, scaricabile dal suo sito.

Vorrei scrivere una lunga prefazione a questo capolavoro, ma altri più saggi e preparati di me l’hanno già fatto, lasciando nel libro una traccia indelebile del loro prezioso lavoro critico. È anche grazie a loro che Il resto è silenzio non potrà essere facilmente consegnato all’oblio.

Niente primarie

October 15th, 2007

Non sono andato a votare alle primarie del costituendo Partito Democratico. E siccome mi fa fatica scrivere un post sul perché e il percome non ci sono andato, rimando alle ineccepibili motivazioni di Ipazia. Aggiungo solo che non ho capito bene perché la cosa più urgente e improcrastinabile nella fase costituente di un partito sia l’elezione del segretario.

Nobel e legalità

October 12th, 2007

Il premio Nobel per la letteratura fu assegnato per la prima volta nel 1901 al poeta francese Sully Prudhomme, mentre nel 2007 è stato vinto da Doris Lessing, inglese, 88 anni fra pochi giorni, vecchia gloria letteraria dde sinistra dei tempi antichi, quando i comunisti erano comunisti, i fascisti erano fascisti e governavano i democristiani. La sua fama non è più quella di allora in questi tempi moderni in cui i fascisti e i comunisti sono specie protette e governa un democristiano.

Tra i candidati al Nobel del 2007 c’era anche Philip Roth, e infatti la Lessing ha ricevuto il premio a cinquantasette anni dal suo libro d’esordio The Grass is Singing, pubblicato in Inghilterra nel 1950. Se l’Accademia Svedese terrà questo passo, Philip Roth – che ha esordito nel 1959 con Goodbye, Columbus – vincerà il Nobel nel 2016, a soli 83 anni e con ben cinque anni di anticipo sulla Lessing, la quale – notizia imprescindibile – assieme al premio ha conquistato il primato di anzianità dei Nobel per la letteratura.

Come undicesima donna laureata, poi, la Lessing porta a sei il numero delle premiate negli ultimi cinquant’anni, interrompendo la parità con le premiate dei primi cinquant’anni. Non per niente fu molto amata delle femministe, Doris Lessing.

Ed è amata anche dai pacifisti, tanto che nell’anno del suo esordio letterario fu premiato Bertrand Russel, inglese come lei e come lei paladino della libertà e dei diritti umani, nonché ideatore di un celebre paradosso su barbe e barbieri da lui enunciato – coincidenza ricca di reconditi significati – nel 1901, anno di nascita del premio Nobel per la letteratura.

E questo ci riporta all’inizio del post, cosa che dimostra, nell’ordine, che in questo mondo tutto si tiene, che un terremoto in Cina può causare il battito d’ali di una farfalla svedese e che Doris Lessing non ha mai fatto la barba a Bertrand Russell.

N.B.: O lettore, se hai l’impressione che i sottili ragionamenti qui esposti siano leggermente sconclusionati e illogici, pensa che in Italia vive gente come Gianfranco Fini, convintissimo che l’illegalità si combatte aumentando le pene e costruendo più galere, o come Sergio Cofferati, più propenso a demolire che a costruire: sgomberare i centri sociali, tagliare i servizi comunali, chiudere i locali pubblici alle nove di sera, radere al suolo i campi nomadi. Poi si lamentano che la ggente si butta nell’antipolitica.

[dtfn] XXIV – Novella terza, La morte dell’Autore [4]

October 10th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/IV
Appena udii il tonfo inconfondibile che un corpo sovradotato di grasso produce quando si schianta senza controllo su un pavimento di legno, avrei voluto balzare in piedi per prestare soccorso, ma per un certo tempo rimasi impaniato nelle insidie basculatorie della poltrona, che sommate alle sue giravolte ribaltabili rendevano più che arduo il compito di abbandonarla.

Liberatomi infine in un sol colpo da quella trappola e da quella dell’intreccio del capitolo undicesimo – dove un maschio innominato volava in aereo da Gerusalemme alla volta di una barca ancorata di fronte a una spiaggia di Sharm‑El‑Sheik, barca già occupata da una femmina senza nome che uscita dall’ufficio era passata da un negozio prima di attraversare il centro per recarsi a casa e di lì, a nuoto, alla sullodata barca, dove stava leggendo Le avventure di Augie March – mi precipitai in biblioteca e lì lo vidi, atterrato da una forza enorme e misteriosa che l’aveva inchiodato su un fianco, le gambe lanciate all’indietro e leggermente flesse al ginocchio, i piedi uniti, le braccia distese in avanti, la testa un poco arrovesciata, formando nel complesso una figura simile a un coniglio che spicca il salto, quando si fosse escluso da quel quadretto il particolare del libro ancora stretto nella mano sinistra con il pollice conficcato fra le pagine a guisa di segnalibro.
Read the rest of this entry »

[dtfn] XXIV – Novella terza, La morte dell’Autore [3]

October 9th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/III
Lo stato mentale caotico determinato dall’affollarsi dei pensieri dimidiati non era percepito con chiarezza dall’Autore. Manteneva apparentemente il dominio dei suoi gesti e delle minime azioni del momento, anche se, a ben guardare, andare e venire dal balcone alla costosa poltrona iper‑snodata della scrivania, accendere sigarette per spegnerle quasi subito, mutare così spesso la postura, abbandonarsi talvolta a momenti che si sarebbero detti di riflessione, non fosse stato per quell’espressione ebete che li accompagnava, tutto questo si sarebbe presentato a un osservatore esterno come un segnale di nevrosi, se non di definitiva demenza.

Dai vertici dei cartigli dedicati ai luoghi si dipartivano sottili linee orizzontali che proseguivano fino all’estrema destra dello schema. All’interno della griglia formata da queste linee divisorie se ne muovevano altre più spesse, ognuna di un colore corrispondente a quello di un personaggio. La progressione orizzontale delle linee consentiva di seguire i personaggi nel tempo, mentre i loro movimenti verticali, a volte obliqui, riflettevano gli spostamenti fra i diversi luoghi.
Read the rest of this entry »

[dtfn] XXIV – Novella terza, La morte dell’Autore [2]

October 4th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/II
Tutto preso dal ricordo di quella lezione di poetica, solo alla fine l’Autore si rese conto di averla ripetuta a voce alta con lo stesso tono di voce della prima volta, e tastandosi le guance e i lati della bocca ritrovò al tatto la medesima espressione del volto. Ripeté ancora mentalmente la breve prolusione, non senza un certo compiacimento per l’acutezza della risposta, così ricca di citazioni e pregevoli inserti di letteratura italiana, russa e francese. Diderot, poi… Diderot… Ecco che dall’abisso magmatico dei pensieri iniziati e mai conclusi, risalì in superficie quella frase così assertiva e impudente: Con i piaceri violenti accade come con le pene profonde: sono muti.
Read the rest of this entry »

Il sesto

October 2nd, 2007

Riccardo Ferrazzi, I nomi sacri, vibrisselibri 2007Vibrisselibri offre ai lettori il suo sesto libro, come sempre completo di copertina e privo di carta. L’autore è Riccardo Ferrazzi, il titolo è I nomi sacri, il resto qui.

Dalla quarta di copertina:

Diverso è il percorso di Giorgio. Il suo è in fondo un cammino verso il sapere: le donne che incontra – Alba, Iside, Fedra, Odile/Odette (due gemelle), Silly Sally – sono i gradini di un percorso iniziatico che conduce a Sofia (dalle iniziali dei nomi delle donne): ma alla fine proprio Sofia si sottrae alla sua conoscenza. In conclusione del romanzo Giorgio, fatto savio dall’esperienza vissuta, rinuncia apertamente alla sapienza. (…) Lo scioglimento finale, che culmina con l’immagine dell’amplesso cosmico del sole e della luna nell’ultima eclissi del millennio, è di grande efficacia.

Buràn 3, Il conflitto

October 2nd, 2007

Buràn 3, Il conflittoÈ uscito il terzo numero di Buràn, la rivista che avvicina alla rete italiana voci e mondi remoti, grazie a un lavoro paziente e volontario di traduzione. In questo numero, intitolato Il Conflitto, Buràn ospita 48 voci di 24 paesi diversi, suddivise nelle consuete sezioni Il Materiale e L’Immaginario.

Ma la novità più interessante è che per questo numero Buràn ha potuto contare sulla collaborazione fattiva del British Council di Londra, che ha messo in contatto la redazione con giovani scrittori africani, e della Boston University, che ha messo a disposizione i testi della rivista Agni, e si è adoperata per ottenere dagli autori prescelti il permesso di pubblicazione. Una rete di collaborazioni che supera i confini virtuali di Internet, creando contatti e corrispondenze molto reali e concrete.

Da buon vibrisselibraio so bene che queste cose accadono immancabilmente quando si mettono in moto iniziative di editoria in rete, ma questo non mi esime dal ringraziare i redattori di Buràn per il loro lavoro, né tanto meno dall’augurare buona lettura ai lettori di Buran n.3, Il Conflitto.

XXIV – Novella terza, La morte dell’Autore [1]

October 1st, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/I
Dove mai è situato il confine fra ragione e istinto, geometria e caos, conoscenza e analfabetismo? Così andava interrogandosi da ore il taciturno e immobile Autore. Con i piaceri violenti accade come con le pene profonde: sono muti. Leggeva e rileggeva questa frase, l’Autore, a bocca chiusa. Apriva e richiudeva il Paradosso sull’attore. Lo riapriva senza fallo e senza alcun motivo apparente a pagina trentanove, e sempre gli occhi suoi ricadevano su quella frase, la percorrevano da sinistra a destra e la trasmettevano senza esiti apprezzabili al cervello, che si limitava a riecheggiarla, senza mai illuminarla del benché minimo baluginare di senso.
Read the rest of this entry »

Scoop! Trovata una versione inedita di Madame Bovary

September 28th, 2007

Jennifer Jones in Madame Bovary (1949), tratto da home.hiwaay.net/~oliver/Qualche giorno fa ho saputo da Ipazia che Clemente Mastella ha un blog. Ieri, via Candide, scopro che ce l’ha pure Giuliano Ferrara.

Son tempi duri.

La ragione grida di resistere, resistere, resistere, ma poi soccombe alla curiosità. Clicco il link al Ferrara-pensiero e vedo due post. Il primo è un’apostrofe a Prodi acciocché egli si dimetta. Sbadiglio fin dal titolo e passo senz’altro al post successivo, intitolato Oggi il sesso non è libero, è soltanto ridicolo. L’incipit, Ho una notizia per Giampiero Mughini – autore di un libro sulla rivoluzione sessuale – non è esaltante, ma continuo a leggere fino a quando, dopo appena due righe, mi imbatto in questa frase:

Il sesso era libero da prima del famoso Sessantotto, è sempre stato libero, basta leggere la Bibbia o San Paolo o le Confessioni o Madame Bovary.

Read the rest of this entry »

Verderame

September 27th, 2007

Michele Mari, VerderameDevo ricordarmi, devo ricordarmi, devo ricordarmi di comprare l’ultimo libro di Michele Mari, che si intitola Verderame.

Michele Mari, che io sappia, è l’unico scrittore di letteratura cosiddetta “alta” ad avere un vero e proprio seguito di fan, gente che attende con ansia l’uscita del suo prossimo libro. Ansia del tutto paragonabile a quella che assale i fan di autori più popolari. Ansia accresciuta dall’estenuante irregolarità del ciclo produttivo del Sommo: capace di starsene zitto per cinque anni e poi uscire di botto con due libri, come è successo quest’anno. Una sorta di doccia scozzese letteraria.

Credo che il successo di Michele Mari dipenda in buona misura dalla sua capacità di racchiudere in forme raffinatissime temi e miti popolarissimi. Leggere Io venia pien d’angoscia a rimirarti per credere. Il fan club marista si distingue dagli altri per il suo carattere appartato e schivo, per non dire ctonio e catafratto, forse ispirato ad analoghi tratti psicologici del Maestro. Dei maristi si sa a malapena che esistono: niente forum o chatline dedicate; un sito periferico – aggiornato di lustro in lustro – a celebrarne i fasti; niente raduni; niente azioni di guerrilla marketing o di flash mobbing.

Tutto ciò alimenta la leggenda che i lettori di Mari siano tipi strani, asociali, ambigui e non esenti da un vago e verecondo onanismo, non necessariamente mentale. Tutte frottole messe in circolazione da detrattori infami. Verderame è uscito senza clamori, quasi in sordina. Dubito che D’Orrico abbia insignito Michele Mari del consueto titolo di più grande scrittore vivente della settimana e i maggiori litblog nazionali l’hanno praticamente ignorato. E tuttavia il tam-tam è partito, le scolte vegliano, le retrovie fervono nell’attesa. Nulla potrà fermare la taciturna avanzata dell’invisibile Michele Mari fan club.

Stilos chiude?

September 24th, 2007

Il 25 settembre sarà in edicola l’ultimo numero del quindicinale Stilos, inventato e diretto da Gianni Bonina. Stilos uscì dapprima come supplemento settimanale del quotidiano La Sicilia, e dal giugno 2005 – sempre pubblicato dallo stesso editore del quotidiano – come quindicinale autonomo. Il resto qui.

Ecomafie – un convegno a Capua

September 20th, 2007

ECOMAFIE E INCENERITORI: TUMORI SENZA RUMORE

Capua, Palazzo Fazio (via Seminario),
ore 19.00 di domenica 23 settembre 2007

Read the rest of this entry »

Chi compra e chi vende

September 17th, 2007

Karl Marx, tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Karl_MarxLavora con noi! Entra anche tu nella grande famiglia della Persiconi Immobiliare SpA. Ti offriamo un lavoro stimolante in un ambiente collaborativo, eccezionali opportunità di crescita professionale e l’occasione di mettere le tue capacità al servizio di un grande progetto di crescita economica e culturale.

Promette bene, questa Persiconi Immobiliare SpA. Quasi quasi vado a vedere.

– Buongiorno signor Persiconi.
– Buongiorno! Ma prego, s’accomodi! Faccia come se fosse a casa sua! Casa sua! Ha capito la battuta? Casa sua, dato che siamo un’immobiliare, capisce? Ah ah ah ah!
Read the rest of this entry »

Questo blog sarà oscurato

September 14th, 2007

La natura ha orrore del vuoto, diceva Aristotele buonanima, quindi è naturale che il vuoto lasciato da un comico che si butta in politica sia prontamente riempito da un politico che si butta nel varietà.

Dice il commissario europeo Franco Frattini in un’intervista alla Reuters del 10 settembre scorso:

«Intendo portare avanti un esercizio di esplorazione con il settore privato (…) su come sia possibile usare la tecnologia per evitare che la gente usi o cerchi parole pericolose come bomba, uccidere, genocidio o terrorismo».

Alla domanda se un piano per bloccare le ricerche di alcune parole possa infrangere il diritto all’informazione e di espressione, Frattini – parlando al telefono – ha risposto: «Francamente, istruire le persone a creare una bomba non ha niente a che fare con la libertà di espressione, o con la libertà di informare la gente».

Da Franco Frattini non mi aspetto chissacché, ma devo dire che qui è riuscito a sorprendermi.

Nessuna sorpresa per la cosa in sé: Frattini propone di estendere all’UE alcuni esperimenti di controllo della rete già ampiamente falliti altrove. Casomai un piccolo brivido di inquietudine mi percorre nel constatare che il responsabile Libertà, Sicurezza e Giustizia della commissione sembra credere davvero che terroristi e delinquenti vari si affidino a Internet per imparare a fabbricare ordigni, e che impedire di cercare “bomba” in Google infligga loro un duro colpo.

Roba che a raccontarla per strada ridono anche i paracarri.

Ma fin qui, dicevo, niente di nuovo. Quello che mi ha sorpreso è che Frattini non si limita a guardare con sospetto i motori di ricerca, ma estende i suoi pruriti da censore all’uso di determinate parole. “Evitare che la gente usi o cerchi parole pericolose”, dice.

Già m’immagino trascinato in giudizio. Il Frattini, avvolto in un lungo saio con cappuccio, elenca con voce tonante i capi di accusa a mio carico:

  • Hai ripetuto bomba per ben sette volte. Reprobo!
  • Hai scritto uccidere qui e altrove. Delinquente!
  • Hai detto genocidio e l’hai anche ripetuto. Assassino!
  • Hai osato nominare il terrorismo con piglio recidivo. Nemico dell’umanità!
  • Non ho scampo, questo blog sarà oscurato e io sarò condannato al carcere duro per cospirazione.

    E non oso pensare all’orrendo destino che attende gli abitanti del comune di Bomba.