Copyleft festival

September 13th, 2007

copyleft festival

Per leggere il programma completo basta pigiare il tasto sinistro del topo dopo averlo puntato sull’immagine qui sopra.

Venerdì 14 (cioè domani) alle ore 18 vibrisselibri presenterà il libro Appuntamento col Notaio/Paura della Notte di Alessio Paša.

Pro memoria

September 11th, 2007

L’11 settembre dell’anno scorso rientravo dalle vacanze. Ma che memoria che hai! esclama stupito il lettore. Macché, rispondo, lo so soltanto perché sta scritto nell’archivio del blog. I blog servono anche a questo, in fondo. Quest’anno invece sono rientrato a casa il tre, e al lavoro il dieci (lo dico solo come promemoria per il post dell’anno prossimo).

Per il resto, mi limito a un link: Debunking 911.

Il populismo è di destra

September 10th, 2007

Il populista è un tale dotato di lunghe antenne che gli consentono di intercettare i malumori diffusi in quello che una volta si chiamava “popolo” e che oggi si chiama “la gente”. Il carisma del populista non si esaurisce nelle sue antenne, ma include la capacità di sintetizzare mugugni variegati e differenti in formule semplici e facilmente comunicabili (il “Roma ladrona” di Bossi, per fare un esempio). Il populista ha una predisposizione molto forte alla semplificazione.

Il populismo ha preso storicamente forme molto diverse, che vanno da un generico movimentismo fino all’instaurazione di regimi dittatoriali, ma il suo elemento distintivo è forse la rivendicazione di un rapporto diretto fra governanti e governati, fra leader e massa, saltando a piè pari qualsivoglia problema di rappresentanza. In un’ottica populista chi governa è l’interprete della volontà popolare, e quindi agisce su mandato diretto del popolo. In che modo il popolo gli trasmetta (e possa eventualmente revocargli) il mandato è un problema che il populista generalmente non si pone, perché per lui il leader pensa e agisce ‘come la gente comune’. La gente la pensa come me è il mantra obbligatorio del buon populista.
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Lector unius libri

September 7th, 2007

Honoré Daumier, Don Chisciotte e Sancio Panza (1868), tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Don_Chisciotte_della_ManciaQuando il lettore va in vacanza, la prima domanda che si pone è: e mo cosa leggo in vacanza? Se il lettore fosse esente da qualsivoglia traccia di demenza, si risponderebbe prontamente: qualche quotidiano, un rotocalco o due, la settimana enigmistica. Cose così. Invece no: egli vuol leggere libri. Essendo lettore, però, ha letto anche un elzeviro di Italo Calvino intitolato I buoni propositi, uscito il 12 agosto 1952 su «L’Unità», dieci anni prima che il lettore nascesse, potenza della provvidenza letteraria.

Memore dei moniti calviniani, il lettore ha portato in vacanza un libro solo, del quale poi, forse, sa il cielo, eventualmente, chissà, dirà una cosa o due. Nel frattempo s’accontenti (si fa per dire) il lettore del lettore di leggere Calvino.

I buoni propositi
di Italo Calvino

Il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino di altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli. Nell’approssimarsi delle ferie, il Buon Lettore gira i negozi dei librai, sfoglia, annusa, ci ripensa, ritorna il giorno dopo a comprare; a casa toglie dallo scaffale volumi ancora intonsi e li allinea tra i fermalibro della sua scrivania.
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[dtfn] XXIII – Letteratura e vita

August 10th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/L’intenso e fecondo rapporto fra letteratura e umanità non è perfettamente simmetrico. Avrai notato, credo, che nella nostra conversazione l’iniziativa è nelle mie mani: sono io che decido sia i tempi sia i contenuti del nostro amichevole dialogo, mentre tu non hai il potere di cambiarli o di proporre i tuoi. Questa situazione non dipende da protervia mia o da tua debolezza. È un aspetto naturale del rapporto fra uomini e racconti, e né tu né io abbiamo il potere di modificare la natura delle cose.

Il nostro campo d’azione è assai limitato, a ben pensarci. I racconti non possono fare altro che impastare parole attorno a un’emozione o a un pensiero umano mentre gli uomini non possono fare altro che reagire a quell’impasto con nuovi pensieri e nuove emozioni. E se gli uomini non possono modificare le parole dei racconti, è pur vero che i racconti non possono cambiare le emozioni e i pensieri degli uomini. Se io mi lascio prendere talvolta dal timore di annoiarti o di perderti, è proprio perché non posso intervenire sulle sensazioni che si affollano in te man mano che ti leggo. Certo, posso notare un momento di perplessità o di sconcerto, una pausa di riflessione o un moto di ilarità, ma non ho mai un quadro completo e preciso delle tue reazioni. Analogamente, credo, tu non hai una comprensione chiara e totale delle mie parole, ed è questo che alla fin fine ti convince che non sarebbe giusto modificarle, anche se di tanto in tanto qualcuna di loro ti infastidisce o ti irrita.
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Fenomenologia del complotto

August 6th, 2007

Domanda: Visto quello che è successo negli Stati Uniti, secondo lei esiste un problema pedofilia nella Chiesa?
Risposta: “È una montatura, hanno tirato fuori cose di 50 anni fa. Secondo me il Vaticano ha sbagliato a pagare gli indennizzi, quelle sono responsabilità personali. La verità è che, partendo dagli Stati Uniti, è in atto un’offensiva ebraico-radical chic che mira a screditare la chiesa cattolica. I pedofili sono ovunque nella società”. (don Piero Gelmini, 5 agosto 2007)

Chissà perché, quando la chiesa cattolica si trova al centro di qualche scandalo o disavventura giudiziaria, prima o poi arriva un esponente della chiesa cattolica ad evocare lo spettro del complotto ebraico. Dev’essere una specie di riflesso pavloviano. Poi il gaffeur di turno chiede scusa, nevvero: non sia mai che egli volesse offendere i fratelli maggiori, ci mancherebbe. Intendeva dire “massoni”, mica “ebrei”.

Ah, ecco, meno male. C’è qualcosa che non torna, però: non era stata la lobby gay a scatenare l’ultimo complotto anticattolico?

C’è un problema di fondo in questa proliferazione lobbistica: se i complottardi si ostinano ad andare ciascuno per conto proprio, le energie si disperdono e l’obbiettivo si allontana. Che si organizzino, dico io, che fondino una Federazione, una Lega, una Convenzione delle Lobby Antipapiste e mettano mano al Grande Complotto, ché con tutti ‘sti complottini non ci si raccapezza più.

E anche questa è fatta

August 3rd, 2007

Mentre l’italico popolo s’incolonna eroicamente verso il meritato riposo estivo, i primi due vibrisselibri escono dal limbo dorato dell’editoria digitale e s’apprestano a varcare le soglie dell’editoria papirizzata e delle librerie.

– Il saggio di Demetrio Paolin Una tragedia negata uscirà presso le edizioni Il Maestrale nella primavera del 2008, probabilmente in marzo.
– Il romanzo di Monica Viola Tana per la bambina con i capelli a ombrellone uscirà presso Rizzoli a fine gennaio 2008.

Ma come, dice, butti lì la notiziona così, quasi senza averne l’aria? Manco uno stappo di spumante? un corteo festante? un rave party editoriale? una sfilata di carri allegorici a Viareggio? Eh, dico, faremo festa, certo, ma pur sempre col nostro inconfondibile understatement, perdiana.

La transumanza dal bit alla carta è il tratto finale del lungo cammino che porta i vibrisselibri dall’oscurità alla piena luce. Diciamo che è un po’ come maritare le figliole: fin qui le abbiamo accompagnate noi vibrisselibrai, accudendole e proteggendole dalle insidie del vasto mondo, ma adesso sono grandi e andranno avanti con le loro gambe. In questi casi si fa festa, certo, ma non manca mai una lacrimuccia di commosso distacco.

Ma bando ai sentimentalismi: l’avventura continua. Altre fanciulle sono in età da marito, altre ancora lo saranno presto. EDITORI! Fatevi avanti, orsù, non siate timidi, appropinquatevi, corteggiatele e chiedete la loro mano. Non saremo così insensibili da negarvela

Là fuori qualcuno ci ama

August 1st, 2007

Fra le cose che si perdono crescendo (va be’, diciamo pure invecchiando), causando talvolta un lieve sussulto di nostalgia e di rimpianto, c’è il riconoscimento delle proprie imprese da parte degli altri. Non parlo di encomi solenni, né di elogia aulici e altisonanti, bensì di quei piccoli segnali che lasciano intendere, quasi di soppiatto, che qualcuno che non sei tu apprezza il frutto della tua fatica e del tuo impegno.

Da piccoli, da molto piccoli, è sufficiente conquistare la stazione eretta o emettere suoni simili a parole perché un nugolo di astanti esploda in grida di giubilo e applausi da stadio. Da grandi, prodursi in un triplo salto mortale o scrivere la Récherche sono imprese che hanno ottime probabilità di passare quasi inosservate. Niente di grave, beninteso. Anzi, è bene che sia così: aiuta a collocare la gratificazione in quello che si fa, al netto degli applausi. Ciò non toglie che quando da adulti capita di intercettare uno di quei piccoli segnali, proprio la loro progressiva rarefazione li fa apprezzare ancora di più.

Questa cogitabonda premessa mi serve per dire a Elena F. Ricciardi che la sua inattesa attenzione alla produzione di vibrisselibri è per me uno di quei piccoli segnali, quindi mi sembra giusto mandarle a mia volta un segnale di apprezzamento. Ma che ha fatto Elena per scatenare questa tempesta segnaletica? Facile: ha letto tutti i vibrisselibri pubblicati fin qui e a tutti ha dedicato una recensione, dimostrando sul campo che i nostri libri sans papier sono libri a tutti gli effetti, anche prima che qualche editore papirizzato se ne renda conto.

Il catalogo di Elena F. Ricciardi è questo:

Andrea Comotti, L’organigramma
Demetrio Paolin, Una tragedia negata
Monica Viola, Tana per la bambina con i capelli a ombrellone
Eugenio De Medio, Nenio
Alessio Paša, Appuntamento con il notaio

Misteri della rete

July 30th, 2007

Il 13 marzo 2006 ho scritto un post intitolato Attenzione: blog comunista!, credo in occasione di una delle molte cretinate sparate in campagna elettorale dall’allora presidente del consiglio. Il mistero della rete è che questo post continua a raccogliere commenti da oltre un anno. L’ultimo è arrivato il 26 luglio scorso, in esplicita risposta al commento precedente, datato 2 luglio.

Sembra insomma che questo innocentissimo post abbia creato una specie di “comunità virtuale” estemporanea, che lo usa come terreno di scambio di opinioni (e anche di fesserie, ci mancherebbe) su comunismo e zone limitrofe. Immagino che il “medium” di questi incontri quasi fantasmatici sia Google, ma non ho né il tempo né la voglia di cercare conferme.

Qualora qualche sociologo di passaggio fosse interessato al fenomeno, può seguirlo in diretta qui.

Un libro come tutti gli altri

July 27th, 2007

fettaIeri sul Corriere della Sera è uscito un articolo di Luigi Ferrarella dedicato alla presenza delle vittime del terrorismo in molti libri usciti di recente. Nell’articolo viene citato anche Una tragedia negata, che – come anche le suocere dei giornalisti sanno – è un saggio di Demetrio Paolin pubblicato da vibrisselibri.

Oggi Giulio Mozzi, dalla quiete del suo buen retiro vulcaniano, nota che l’articolo di Ferrarella «Cita il libro del Paolin come se fosse un libro qualunque. Un libro come un altro. Un libro che non ha bisogno di precisazioni. Un libro, in somma. Fatto e finito. Come tutti gli altri».

Ecco, anche questo è un risultato concreto dell’attività di vibrisselibri, un risultato in linea con quello che dicevo qualche giorno fa, cioè questo: là fuori, nel vasto mondo malato di velocità, qualcuno ogni tanto si ferma a leggere i libri che noi parsimoniosamente mettiamo in circolazione. Li legge, li commenta, li cita di striscio in un articolo di giornale, e poi – chessò – magari li consiglia ad amici e parenti, li salva su una chiavetta USB per portarseli nella casetta di campagna, li gira per email alla mamma o alla suocera, ecc.

Son soddisfazioni.

[dtfn] XXII – Margini

July 24th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Sempre nuove insidie sorgono a minacciare la salutare e necessaria comunione fra umanità e letteratura, e non è facile far fronte a tutte con pari efficacia, ammesso che sia possibile anche solo individuarle. Il commento tenta di rubarci letture smontandoci a pezzi e circondando il nostro testo di una tal mole di parole dotte e ragionevoli da renderlo di fatto inaccessibile. I banditi che fanno carta straccia delle nostre tradizioni morali in cambio di grandi tirature riducono l’arte del racconto all’imitazione piatta e volgare degli aspetti più superficiali della vita umana, rinunciando a cercare cupe o luminose assonanze con le angosce più ineffabili, i piaceri più inconfessabili, il dolore più inesprimibile, la gioia più afasica.

L’uno e gli altri blandiscono l’umanità con false promesse di significati comprensibili e rimedi efficaci contro le incertezze e la precarietà dell’esistenza. Venite a me, dice il commento, fidatevi! Io vi rivelerò tutti i segreti del racconto, anche i più riposti. Seguitemi fiduciosi e capirete! State con noi, aggiungono i banditi. Noi abbiamo le storie che desiderate, quelle che parlano di voi, della vostra vita di tutti i giorni! Accostatevi a noi senza timore, e vi mostreremo come superare qualsiasi dolore e come conquistare la felicità qui e ora! Spudorate menzogne! Eppure non sono questi gli unici pericoli, e forse non sono nemmeno i più temibili. Hai ben visto come noi racconti siamo capaci di difenderci dalle interpretazioni, e puoi giurare che anche i banditi non hanno gioco facile: cercano in tutti i modi di costringerci ai margini della nostra società per indebolirci e ridurci al silenzio, ma non sanno che i margini sono il nostro habitat naturale, e che le rotte periferiche sono le nostre preferite.
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La cinquina

July 20th, 2007

Ovvero i cinque libri pubblicati da vibrisselibri negli otto mesi trascorsi dalla fondazione a oggi. Succede che là fuori qualcuno ne parla, segno che qualcuno li legge, segno che non furono pubblicati invano.

Elena F.Ricciardi su Appuntamento con il notaio di Alessio Paša.
Gianna Morselli su Tana per la bambina con i capelli a ombrellone di Monica Viola.
Antonella Pizzo su Nenio di Eugenio De Medio.
Intervista di Michele Trotta a Demetrio Paolin, autore di Una tragedia negata.
E infine Ramona Corrado e Pino D’Emilio su L’organigramma di Andrea Comotti.

Di L’organigramma deposito qui il celebre frammento dedicato alla cerimonia del tè freddo alla pesca, degna risposta brianzola ad analoghi riti nipponici.

Il sole cossigava a picco e anche la sete di Nicotrain picconava apicalmente da non poter dilazionare oltre il rendez-vous col bicchiere mezzo litro di tè freddo alla pesca, che si era preparato sue proprie mani la mattina. Tè persicato, rècipe. Mettere a bollire il pentolone per rigatoni alla truppa e tuffarvi, pena che le bolle pigliano furiosamente ad aggallare, le fesine di quattro pesche gialle mature, col gialdone che trapassa ormai nel marrone, debitamente depilate e fatte opportunamente raggiungere, dopo che la broda ha preso a sprigionare il persico aroma, da quattro bustine di tè, sacrosantamente twining’s earl grey. (Da neppur carezzare la malpensata di un succedaneo.) Dar la mossa al cronografo, attendere il quinto passaggio a ore dodici, rimuovere le bustine smunte, con debita strizzatina ultima inferta dal mestolo di legno di ciliegio contro il cilindro d’acciaio, e dipoi cascatellare a pioggia lo zucchero q.b. (minimo sei cugiarate robuste a schiena d’asino), indi canonicamente rugare col predetto mestolo ligneo in moto alterno destrorso e sinistrorso per agevolarne il totale vivifico scioglimento. Una sgocciolata bondante di limone (da un minimo di uno a un massimo di due frutti, evitare le mezze misure) e di un’arancia gialla (rossa guai!), con somma cura che il beverone non si contamini di un’inseminata (all’uopo ricorrere al provvidenziale colino), darà il tocco finale del capolavoro. Penultimo tocco, pardon: il finale voglion le teiche divinità che appannaggio sia della gradazione pack primaverile del frigo.

La pizza e il mugiko

July 17th, 2007

fettaLa calura, si sa, favorisce l’evaporazione dell’acqua e degli umani, che in gran parte d’acqua sono composti. A questa osservazione naturalistica se ne aggiunga una d’ordine poetico: calura fa rima con clausura. Da codesti assiomi si evince che un individuo appartenente alla specie umana esposto a temperature elevate cercherà di ostacolare l’evaporazione di sé medesimo, imponendosi uno stile di vita claustrale.

Gli effetti del suddetto comportamento – dettato forse dal comune istinto di sopravvivenza, forse dalle superiori doti intellettuali dell’umano genere – sono le più disparate: stanchezza, indolenza, attacchi improvvisi di misantropia, sublimi onanismi mentali, visioni mistiche di campi innevati, e un generico rilassamento morale, che nei casi più acuti può spingere alle azioni più inconsulte, come seguire con interesse un talk show d’argomento socio-politico.

Questo, in sintesi, è quello che ho risposto a Fabio, che giusto ieri mi mandava un’email per invitarmi a mangiare una pizza, lui Mario e io. «Scusa neh» ha risposto Fabio quasi subito «ma non facevi prima a dire che non ne hai voglia?». Al che, lo confesso, mi sono risentito, ma mi sono armato di pazienza e ho risposto a mia volta:
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[dtfn] XXI – Autodifesa

July 12th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/So che potrebbe sembrarti strano, se non presuntuoso, che io mi commenti da me. L’ho fatto nel mio capitolo quinto, l’ho rifatto nel vigesimo e non posso prometterti che non lo rifarò.

Se io fossi, poniamo, un racconto naturalistico, uno di quei racconti che erigono solidissimi recinti verbali attorno al loro intreccio e a tal punto lo cingono e lo circoscrivono da renderlo affatto indistinguibile dall’artifizio retorico che lo esprime, probabilmente non avrei bisogno di commentarmi: il monumento delle mie caratteristiche grammaticali e sintattiche coinciderebbe con ogni possibile interpretazione. Anche se fossi un dialogo filosofico ben congegnato, uno di quelli che procedono ordinatamente all’esposizione del proprio tema, dando conto di ogni argomento favorevole e contrario e tutti discutendoli per arrivare a una conclusione ineccepibile, non avrei motivo di fermarmi di tanto in tanto a commentarmi: il mio stesso procedimento dialettico, infatti, darebbe spazio a tutte le ragioni e a tutte le obiezioni.
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Notiziole sparse

July 9th, 2007

Negli ultimi giorni è successo che:

1. Sono stato eletto nel consiglio direttivo di vibrisselibri assieme a Gaja Cenciarelli.
2. Sono entrato nella redazione di La poesia e lo spirito assieme a Gaja Cenciarelli.

Il giorno prima di entrare nella redazione di La poesia e lo spirito, il medesimo blog aveva ospitato una mia intervista a Gaja Cenciarelli. Morale della storia: è tutta una conventicola!

3. Giulio Mozzi è stato eletto presidente e tesoriere di vibrisselibri.

Dato che vibrisselibri non ha una lira, Giulio Mozzi sarà il tesoriere più disoccupato della nazione, quindi il più felice.

4. C’è stato il Premio Strega, bisognerà pur dire qualche cosa, no?

Certamente, apposta ho letto diversi post a riguardo su svariati blog, e il vincitore assoluto è Antonio Pagliaro.