BOOOM!

April 26th, 2007

Bombasicilia magazine partyAggiornamento del 2 maggio. Bombasicilia su YouTube:

No, niente di grave. L’esplosione in epigrafe non ha nulla di tragico. Anzi, essa è tutta festosa, gaia e colorata come i fuochi d’artificio. Gli è che la già di per sé esplosiva rivista on-line bombasicilia ha deciso di fare un altro botto, passando su carta. Presentazione ufficiale a Roma fra pochi giorni. I dettagli a seguire. Per gli sperduti lettori di questo blog aritmicamente aggiornato, aggiungo che il numero zero della rivista contiene un mio racconto. In bocca al lupo macchiafogli!

IMMAGINATE un diciannovenne siciliano con la passione per la scrittura che, dopo l’incontro con la BombaCarta di Antonio Spadaro, decida di mettere su una rivista on-line.

IMMAGINATE che negli anni questa rivista cresca, vedendo nascere e morire decine di altre riviste elettroniche.

IMMAGINATE che un giorno questa rivista, con l’aiuto di un’appassionata redazione di macchiafogli e grazie a un coraggioso editore di Marsala, arrivi su carta:

ECCO LA MERAVIGLIA!

Dopo sei anni di attività on-line, BombaSicilia arriva su carta.

Oltre a un quotidiano in forma di blog e a una rivista in pdf , l’associazione fondata da Tonino Pintacuda nel 2001 e oggi diretta da Maura Gancitano e Maria Renda si arricchisce di un tabloid del costo di 2 euro che uscirà con cadenza trimestrale per i tipi di Navarra editore.

La presentazione ufficiale della rivista avverrà mercoledì 2 maggio alle ore 19 a Roma, presso il

Tuma’s Book Bar
Via dei Sabelli, 17 (San Lorenzo)
Infotel. 06 44704059 334-5752012
info@tumasbookbar.com

La formula sarà quella del Magazine Party: sarà possibile partecipare alla festa pagando un biglietto d’ingresso del costo di 5 euro che darà diritto a una copia della rivista e a un aperitivo.

Da Shakespeare a vibrisselibri, passando per un ciarlatano

April 24th, 2007

Ambulante, tratto da http://site.voila.fr/egbmn/colp/colport.htmOggi, ma ormai è già ieri, è il compleanno di William Shakespeare, ma è anche l’anniversario della morte sua e di Miguel de Cervantes. Come tutti sanno, in realtà di Shakespeare conosciamo solo la data di battesimo, il 26 aprile 1564, mentre la data di nascita non è accertabile. Pazienza: per un mostro sacro della letteratura mondiale di tutti i tempi un po’ di leggenda non guasta. Come forse non tutti sanno, poi, Shakespeare morì dieci giorni dopo Cervantes. In Spagna vigeva infatti il calendario gregoriano, in Inghilterra quello giuliano. Quando Cervantes morì a Madrid, il 23 aprile 1616, a Stratford-upon-Avon lunari e almanacchi segnavano il 13 dello stesso mese.

Una trecentina d’anni dopo codeste auguste dipartite, vendere lunari e almanacchi era uno dei molti mestieri di Arturo Frizzi (1864-1940), famoso girovago, ciarlatano, strillone e colporteur mantovano. La sua vita romanzesca è racchiusa in un libro intitolato Il Ciarlatano, pubblicato a sue spese nel 1912 presso la Tipografia cooperativa “La Provinciale” di Mantova. Qualche notizia in più sul Frizzi e sul suo libro è disponibile sul blog I tempi e le idee, qui e qui.
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[dtfn] XVII – Il sogno del racconto

April 18th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Ho scelto modelli grandi e inarrivabili per garantirmi un onesto e memorabile fallimento. Se imitassi quei raccontini da passeggio che spopolano nei repertori bibliografici di tutti i tempi, quelle storielle anemiche e frivole pubblicate a puntate sui feuilleton per sussurrare all’orecchio delle folle che tutto va bene e non c’è motivo di preoccuparsi, allora il mio fallimento sarebbe ben piccola cosa. Ho scelto invece di imitare le colonne portanti della letteratura, quei racconti epocali che segnano le svolte dell’umanità e delle idee, quelli che gridano a popoli ancora in formazione che il mondo non va bene così com’è, e che è tempo di rimboccarsi le maniche per rivoltarlo da sotto in su.
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Un film su Antonio Pizzuto

April 16th, 2007

Giovedì 19 aprile 2007, ore 17, sala Burcardo, via del Sudario 44, Roma

Fondazione Antonio Pizzuto
SIAE
Sindacato Nazionale Scrittori

invitano alla proiezione del film

Antonio Pizzuto 1893 – 1976
di Nosrat Panahi Nejad

a conclusione delle celebrazioni del 30° anniversario della scomparsa dello scrittore.

Interverranno:

Maria Pizzuto, presidente della Fondazione Antonio Pizzuto
Nosrat Panahi Nejad, curatore della rivista Quaderni Pizzutiani
Gian Maria Molli, giornalista Rai

(Se qualcuno ci farà un salto e avrà voglia di raccontarmi com’è andata, lo ringrazio fin d’ora)

Aggiornamento:
Oggi Armando Adolgiso segnala la proiezione del documentario, qui, aggiungendo notizie su Nejad e Molli, nonché un profilo di Pizzuto curato dal Molli medesimo.

Armando chiude l’articolo con una domanda-appello: Riusciremo mai a vedere questo documentario trasmesso da qualche network Tv? Disperare è legittimo, sperare è lecito. Accolgo e rilancio: Riusciremo mai a vedere questo documentario su YouTube? Magari!

Vibrisselibri a Senigallia

April 15th, 2007

Mercoledì 18 aprile, ore 18, presso la Sala Incontri dell’istituto, via Capanna, Senigallia (AN), l’Istituto Panzini di Senigallia presenta Parole, bit e gocce.

Occasione più unica che rara per incontrare in un colpo solo:
a. Due redattori di vibrisselibri (Gaja Cenciarelli e Pino D’Emilio)
b. Un’autrice pubblicata da vibrisselibri (Monica Viola)
c. Un buon bicchiere di vino marchigiano

Si parlerà di due libri qui molto amati, Extra Omnes di Gaja Cenciarelli e Tana per la bambina con i capelli a ombrellone di Monica Viola. E poi di copyleft, di liber liber e di vibrisselibri.

Il programma completo qui.

In memoria di Primo Levi

April 11th, 2007

L’11 aprile 1987 Primo Levi compiva il suo ultimo tragico volo. Vent’anni dopo, la magnifica Lina lo ricorda pubblicando sul suo blog un colloquio fra lei medesima e il grande alchimista della letteratura italiana. Una chicca da non perdere.

Per parte mia ricordo che il libro Chiacchiere di bottega di Philip Roth (Einaudi 2004) contiene una conversazione con Primo Levi datata settembre 1986, che da sola vale l’acquisto del volumetto. Quindi, o mio transeunte lettore, fila subito in libreria, compra e leggi, in memoria di questo grande ebreo italiano del secolo scorso.

Il gatto ha attraversato la strada

April 10th, 2007

Wanda Wulz, io gatto (1932), Copyright Foto Alinari, tratto da http://nicolas.lo.free.fred è andato a finire qui. Grazie a Marino Magliani che l’ha raccolto, gli ha dato una ciotola di latte e un angolo di salotto dove dormire al sicuro, lontano dalla bestia che lo insegue.

Vedere parole mie scritte in luoghi diversi da questo mi fa uno strano effetto, un misto di esultanza e di panico. Chissà, magari un giorno ci penso su e ci scrivo pure un post. Adesso non ho tempo.

Colgo l’occasione per dire che La poesia e lo spirito è un ottimo blog letterario multiautore, con un elenco di partecipanti da paura (vedi alla sezione Chi siamo). Ha iniziato le trasmissioni a fine gennaio, ma io l’ho scoperto solo pochi giorni fa.

Colgo l’occasione d’aver colto l’occasione, infine, per segnalare un altro blog letterario multiautore che ho scoperto solo oggi, per link ricevuto. Si chiama Cabaret Bisanzio e promette bene. Fra gli altri, ci scrive anche Rossella Messina, mica cotiche.

Epistola ad linkantem

April 4th, 2007

Ciao,
mi chiamo Autore Di Libri e sono il gestore del sito Nome Del Sito, www.indirizzodelsito.com
Ti scrivo perché ho notato che spesso nel tuo blog parli di libri. Siccome l’ho trovato interessante ho linkato il tuo blog (come puoi facilmente verificare) e mi chiedevo se potevi fare lo stesso…
Grazie e a presto

Caro Autore,
sono oltremodo felice d’averti indotto, mercè il mio periferico blogghetto, a onorarmi di cotanta missiva. Sono altresì commosso dalla magnanimità con cui tu – scrittore affermato e collaboratore di prestigiose riviste – hai voluto volgere il tuo sguardo su di me – umile lettore d’altri libri – fino al supremo dono di un link. Proprio la tua onesta grandezza d’animo mi obbliga a segnalarti prontamente l’avventatezza del tuo gesto, affinché tu non abbia a patire le tragiche conseguenze che gli sono connaturate a tal punto da essere affatto certe e inevitabili.

Forse perché eri immerso in quello stato di gioiosa euforia che gli slanci di generosità talvolta comportano, quando hai collegato il mio blog al tuo dev’esserti sfuggito che io sono lettore. Lettore! Ti rendi conto? Conosci forse nato di donna più losco e inaffidabile del lettore? Egli è schivo fino alla misantropia, subdolo, ingrato, doppio e – diciamolo apertamente – talvolta perfino sicofante. Abile dissimulatore, egli ama apparire onesto e probo, cittadino zelante, padre amoroso e sposo irreprensibile, nemico della menzogna e difensore dei più deboli.

Cave! In verità, il lettore è pronto a sterminare gli ultimi della terra per un libro, a testimoniare il falso per un capitolo, a vendere moglie e figli per un paragrafo, e la patria al nemico per una frase! Ti sembra il tipo d’uomo con cui mantenere relazioni stabili, collegamenti duraturi, o addirittura permalink? Ti esorto, caro Autore, rientra in te medesimo e tosto recidi il pernicioso legame che il tuo ineffabile altruismo ti ha condotto a stabilire con un individuo così meschino!

(O, in subordine, prendi nota del fatto che questo blog si chiama letturalenta, tutto minuscolo, non Letteraturalenta. Ecchecazzo!).

[dtfn] XVI – Pausa

April 2nd, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/

Dico e altre famiglie

March 28th, 2007

Mammifero italianoGiorgio Manganelli ha vissuto in prima persona, e in tempi non sospetti, la disgregazione dell’istituto familiare tradizionale: cacciato di casa dalla moglie in quanto «non solo inutile ma anche dannoso», nel libro in effigie egli stesso si definì «padre da marciapiede, recuperato solo dalla tenacia irragionevole di una figlia che ha un’intensa vocazione redentrice» (pag. 129). Cattivo marito e peggior padre, fu anche figlio irriverente e ingrato: «Nella mia infanzia io ho posseduto una famiglia normale – o piuttosto ne sono stato posseduto – vale a dire quel tipo di famiglia che, per vivere, ti fornisce di laurea e di una certa quantità di demenza» (pag. 51). Non so immaginare uomo più titolato a sondare il lato oscuro della famiglia italicamente intesa.

Manganelli era un frequentatore assiduo dell’ombra, un collezionista certosino di altri lati delle medaglie, un archeologo votato a riportare in superficie tutto ciò che il senso comune e le retoriche dominanti usano seppellire sotto spessi paludamenti oleografici e consolatori. Sul tema della famiglia, a questa sua innata predisposizione per le escursioni infere, aggiungeva una buona scorta di acidi corrosivi accumulata in anni e anni di esperienza diretta.

Io, al contrario di Manganelli, sono stato un figlio mediamente fortunato, sono sposato da vent’anni con una donna impareggiabile per molte virtù – non ultima la sopportazione delle persone moleste – e padre di due figli che chi me li tocca muore. Qualora monsignor Bagnasco intendesse rinforzare la progettata nota pastorale della CEI sui valori non negoziabili con uno spot sulla Perfetta Famiglia Prolifica ed Eterosessuale, mi candido fin d’ora al ruolo di protagonista. E tuttavia non posso vantare meriti particolari per le gocce di felicità che mi sono toccate in sorte: sono solo uno che può dire a buon diritto di avere più culo che anima, perché ho ben presente quanto le gioie familiari siano aleatorie e costantemente soggette a usura e reversibilità.
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[dtfn] XV – Del finale

March 27th, 2007

(Il manoscritto ritrovato di letturalenta. Frontespizio e indice)

Saku Paasilahti: De te, fabula narratur (1999), tratto da http://rikart.lib.hel.fi/Eccoci dunque giunti al gran finale, laddove i fili dispersi della trama si ricongiungono in un’epifania di senso, i conti apparentemente sbagliati finalmente quadrano, e i personaggi – sentendosi ormai prossimi alla fine – disvelano il loro ultimo segreto in uno slancio di generosa agnizione. Noto che stai calcolando il numero di pagine che mancano alla fine, e ti vedo un po’ scettico sulla possibilità che proprio in questo punto giaccia il mio finale, quando ancora così numerosi sono i segni che seguono. Capisco la tua perplessità, e in un certo qual modo la trovo anche sensata, ma tieni presente che, come già dissi fin dal secondo capitolo, il finale di un racconto è un concetto relativo, del tutto indipendente dal numero e dalla successione dei segni grafici in cui è stato trascritto. È ben vero che ogni racconto ha un inizio e una fine, o quanto meno una prima parola e un’ultima, ma sarebbe doloroso separare a forza ciò che cade fra questi due punti convenzionali da tutto ciò che precede e che segue. Prima di me ci sono miliardi e miliardi di parole, e dopo di me, ne sono certo, non ci sarà il diluvio. Io non sono altro che una breve scena di una lunghissima commedia iniziata chissà quando e votata per sua natura all’eternità. È già successo che il capocomico tagliasse qualche scena per salvaguardare l’insieme, e non è detto che io non sia la prossima.
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Epitaffio

March 26th, 2007

Quel che resta di maria stofaCredo di essere stato il primo a dare notizia della sua apparizione nel mondo dei blog, il 15 novembre 2006 – giorno del mio quarantaquattresimo genetliaco – seguito a ruota da Lucio Angelini, che il 16 novembre del medesimo a.d. titolava è ri-nata una stella.

La stella, ahimè, è stata meteora: il blog di maria strofa è scomparso. Al suo posto resta l’ammonimento tat twam asi, che – come la Strofa medesima spiegò in un recente commento qui su letturalenta – è tratto dalle Upanishad e significa «questo sei tu o tu sei quello, come forma di compassione universale di tutte le cose». Nel caso di specie indica un vuoto, ovvero il buco rimasto dopo l’estirpazione della voce di maria strofa dalla blogosfera, e dunque non può significare altro che tu sei il nulla, una versione orientale del biblico memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris.

Ti conosco da anni nella tua veste virtuale, Maria, e da pochi mesi nello scafandro carnale di cui madre natura ti ha rivestita. Conosco le tue intemperanze e la tua generosità e so che la seconda supera di svariate misure le prime. Arrivederci Maria. E dato che nella mia bildung personale i Pink Floyd contano parecchio più delle Upanishad, ti saluto alla loro maniera: Shine on you crazy diamond!

Pensavopeggio

March 22nd, 2007

PensavopeggioQualche tempo fa ho incontrato Rossella Messina, poco dopo l’uscita del suo libro Pensavopeggio. L’ho salutata, l’ho castamente abbracciata e baciata sulle gote, e infine ho pronunciato la più trista battuta che essere umano potesse concepire in quel contesto: «pensavo peggio».

L’occasione era alquanto conviviale, per mia fortuna, e così Rossella Messina, invece di manifestare tutto il disprezzo che cotanta scemenza avrebbe meritato, mi ha gentilmente sorriso. Osservando quel sorriso ho notato un particolare insolito: era circoscritto alla bocca, mentre gli occhi restavano serissimi. Lì per lì, lo confesso, la cosa mi ha intimidito: ho avuto l’impressione di essere benevolmente graziato da una metà della donna che mi stava di fronte, mentre l’altra metà emetteva su di me un giudizio di severità inaudita.

Racconto questo episodio – che per l’ordinario dovrebbe rientrare nel fascicolo “fatti miei e, al limite, di Rossella Messina” – perché alcune settimane dopo il fatto ho letto Pensavopeggio, e non ho potuto fare a meno di leggerlo alla luce di quel sorriso serio. Pensavopeggio è una raccolta di dialoghi minimi fra due protagonisti astratti che si chiamano Lei e Lui, talvolta affiancati da comparse come Un’amica o Il cameriere. Il tema è l’amore, come recita il sottotitolo del libro, ambientato nei luoghi classici di una coppia normale: la casa, il ristorante, la villeggiatura. Alcuni esempi:
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Il tetto

March 19th, 2007

tetto, tratto da http://www.panoramio.com/photo/9545Magnifica giornata, non c’è che dire. Limpida, serena, cristallina come solo certe giornate d’inverno sanno essere, ma anche pervasa da un tepore amichevole e incoraggiante. Le condizioni atmosferiche influenzano da sempre l’umore dei tetti e la qualità delle loro speculazioni. Non v’è chi non sappia, per esempio, che un temporale rende un tetto felice fino all’euforia, mentre gli ardori canicolari lo sprofondano in stati malinconici prossimi alla depressione. Le giornate come questa stimolano la nostra indole meditativa.

Che io sia tetto, a dire il vero, è un’affermazione meno scontata di quanto possa apparire, e meriterebbe forse il sostegno di robusti puntelli argomentativi. Non è ancora assodato, infatti, in che cosa consista la vera essenza di un tetto, né quali attributi lo distinguano dal non tetto: non la collocazione sopraelevata, che condivide con balconi e cornicioni; non la funzione di copertura, giacché anche i solai coprono; non la forma, che può essere la più varia, né tanto meno i materiali impiegati a costruirlo. Eppure chiunque, osservando una casa, è in grado di indicarne il tetto – posto che quella casa ne abbia uno.
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Tana per il sito di Monica Viola!

March 16th, 2007

Monica Viola, l’autrice del qui molto amato Tana per la bambina con i capelli a ombrellone, ha aperto il sito monicaviola.it, dove campeggia gloriosa la splendida copertina disegnata da al3sim. E ancora una volta Monica Viola fa le veci della mia memoria farlocca con una playlist che per me è come un deposito dei ricordi smarriti, come da mail che le ho mandato, e che volentieri pubblico:

Sorbole Mo’, hai messo su un sitarone che dire scintillante è dire poco! E quella playlist, santiddio, che nugolo di ricordi!

Te ne dico solo due: la prima volta che sentii Crocodile rock, alla radio, in cucina. Avevo 11 anni, ma ricordo ancora perfettamente quello che pensai ascoltando quel ritmo gioioso e quel Laaaa-la-la-la-la-laaaa in falsetto. Pensai: “cazzo! questa è tutta un’altra musica!”. (va be’, considerando che allora il top era Claudio Villa non è che ci volesse molto, ma pazienza :-))

E poi i Genesis, quelli di allora ovviamente, e in particolare The lamb lies down on broadway. The carpet crawlers non è mai mancata nelle spiaggiate della nostra compagnia elbana per almeno dieci anni, dal 1981 (e questo già dice quanti anni durava la musica) al 1990 compresi, col mio amico Luciano e io alle chitarre, e tutti a cantare “you’ve got to get in to get out” a squarciagola.

E poi tutto il resto! Non manca niente, forse solo i Pooh, ma posso capire :-)