Un lettore di Machiavelli intuisce facilmente che le parole virtù e fortuna avevano per lui un significato molto diverso da quello che hanno oggi. In estrema sintesi, la virtù era la capacità di organizzare le azioni per raggiungere un obbiettivo. La fortuna era ciò che accade al di fuori della volontà e delle azioni umane. Per noi, oggi, virtuoso è l’uomo che compie opere buone, il più delle volte intese come opere pie. Per Machiavelli virtuoso è l’uomo che compie opere assennate. Oggi intendiamo la fortuna come botta di culo, piacevole e inattesa sorpresa, come vincere alla lotteria. Machiavelli raffigurava la fortuna come un “fiume rovinoso, che quando ei si adira, allaga i piani, rovina gli arbori e gli edifici” (Il Principe, cap. XXV).
La virtù era invece l’argine che gli uomini possono costruire per impedire al fiume rovinoso di provocare rovine. Lo slittamento semantico è indice di un mutamento storico: negli ultimi cinquecento anni abbiamo perso la capacità di costruire argini, sostituendola con virtuosissime quanto inutili dichiarazioni di principio.
Un esempio che conosco per esperienza diretta. L’amministrazione comunale di Bologna, città che ancora oggi gode di un’immeritata fama di buon governo, si distingue per dichiarazioni di nobile contenuto ambientalista. Il sindaco di Bologna un anno fa annunciava giulivo di aver candidato Bologna a Capitale Green europea per il 2019. Peccato che alle dichiarazioni di intenti corrispondano azioni che vanno in direzione ostinata e contraria rispetto alla tutela dell’ambiente, che è appunto il tema del Green Capital Award. L’esempio più clamoroso è senz’altro l’intenzione di allargare l’asse autostradale e tangenziale che già oggi passa di fatto in mezzo alla città, avvelenando l’aria e i polmoni dei cittadini. Ma a questo si possono aggiungere altre chicche, come la costruzione di 9 nuovi supermercati nell’ultimo anno, l’intenzione di edificare 18 ettari ai Prati di Caprara, che è il più grande polmone verde della città, la prossima costruzione di 11 nuovi distributori di carburanti, e via di questo passo. Fortunatamente, a proposito di fortuna, la candidatura di Bologna a capitale green è stata scartata dalla giuria, segno che tutto sommato la virtù ancora alligna in qualche cuore umano.
Ma la cosa più notevole di questa politica oggettivamente dannosa sono le dichiarazioni di impotenza dell’amministrazione. A proposito dell’edificazione dei Prati di Caprara, la giustificazione è che “è prevista dal POC”, il piano operativo comunale, come se il POC fosse un’entità superna, un’Ananke, un esempio perfetto del rovinoso fiume della machiavelliana fortuna e non, come è, uno strumento di pianificazione urbanistica redatto proprio da quel Comune che lo invoca come destino ineludibile. Per l’allargamento della tangenziale e autostrada si rimanda alla procedura di VIA, la valutazione di impatto ambientale presso il ministero dell’Ambiente, come se il Comune non avesse e non avesse avuto voce in capitolo: da notare che il progetto parte da un accordo sottoscritto da Virginio Merola, che oltre che sindaco di Bologna è anche presidente della Città Metropolitana (ex provincia). Per gli 11 nuovi distributori e per i 9 nuovi supermercati si adduce l’ineluttabilità della famigerata direttiva Bolkenstein a tutela della libera concorrenza, come se il Comune non potesse opporsi a operazioni dementi come queste proprio in virtù di quel potere di pianificazione urbanistica, ovvero il POC invocato a scusante dell’altro scempio, che è appunto in capo ai comuni.
Mancando la virtù, si invoca la fortuna come causa della propria inettitudine.
Tema: descrivi alcune iniziative utili alla protezione dell’ambiente.
Svolgimento del sindaco di Bologna: allargare le autostrade, moltiplicare le automobili, tramutare 18 ettari di verde in palazzi, costruire tanti tanti supermercati.
Mancanza di visione, incapacità di adeguare i mezzi agli obbiettivi, incapacità, a monte, di darsi obbiettivi sensati, improvvisazione, arretratezza culturale, svicolamento penoso dall’assunzione di responsabilità. Questo è quel che resta della virtù politica dopo cinque secoli di storia. Che fare? Leggere Machiavelli, che altro, e grazie a lui ridere, deridere, irridere il rovinoso fiume della stupidità umana.