Stefania Prestigiacomo, ministro dell’ambiente, ha detto: “È finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Dobbiamo uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente, decidiamo tra un mese”.
E finalmente, grazie a uno slancio di sincerità diventato di pubblico dominio per caso, possiamo vedere in diretta le priorità di chi ci governa: vincere le elezioni è molto più importante della tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Fino a ieri la stessa Prestigiacomo puntava molto sul ritorno al nucleare, tanto da esporsi al pubblico ludibrio con minchiate come quella che il nucleare è ecologico perché non emette anidride carbonica. Fino a ieri la tattica giudicata vincente era quella di sparare minchiate, sapendo che sono minchiate, pur di creare il consenso necessario per realizzare un piano perfettamente inutile sotto il profilo della politica energetica, dannoso sotto quello ambientale, disastroso sotto quello economico.
Oggi, dopo essersi accorti di avere contro la maggioranza degli elettori, la tattica viene aggiornata: il nucleare, che fino a ieri era imprescindibile, viene messo nel dimenticatoio, non perché la Prestigiacomo o i suoi colleghi hanno finalmente capito che è un’idiozia, ma perché mette a rischio il consenso elettorale. Aspettiamoci di veder rispuntare a breve il ponte sullo stretto di Messina, perché è così che funziona. Una classe politica sana chiede il consenso per andare al potere, mentre questi figuri fanno il contrario: usano il potere per creare consenso attorno a cantieri miliardari, inutili o dannosi per i cittadini, ma utilissimi per distribuire favori e creare clientele.
Ieri ho detto che non mi vanto né mi vergogno di essere italiano, perché essere italiano non è un mio merito. Sono invece orgoglioso e fiero di non aver mai dato il mio voto a questi piazzisti.