Il titolo scelto da Giornalettismo per l’ultima fatica letteraria di Federico Moccia è acidissimo, ma non ingiusto: Povera Yara, dopo la morte le tocca anche Moccia.
Il fecondo re della prosa melenso-pop ha infatti deciso che il mondo non poteva fare a meno di uno svolazzo moccesco sulla tragedia di Brembate e, dopo lunga e sofferta riflessione ha partorito una lettera, che nel vano tentativo di commuovere tocca apici irraggiungibili di sentimentalismo posticcio e cattivo gusto, terminando con con un capolavoro di umorismo macabro involontario — “io e tutti gli altri che amano, piangiamo con te” — rivolto a una persona che disgraziatamente non potrà mai più piangere.
Se mai ci fosse bisogno di segni forti del declino civile ed estetico che affligge l’Italia, questo sgorbio di Moccia sarebbe perfetto. Vado a vomitare.