Il «metodo Rodari», cioè la capacità di smontare e rimontare meccanismi non solo verbali per capire come sono fatti, è più necessario che mai, in tempi di omologazione, pressappochismo, appiattimento sulle immagini. Certo, comporta un po’ di impegno, perfino di fatica, parola oggi impronunciabile.
Ernesto Ferrero sulla Stampa racconta Gianni Rodari, che era nato il 23 ottobre del 1920, e suggerisce di ricordarsi di lui, di questi tempi. (via Pensieri spettinati, via corax, via Il Post)