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La risposta (ricostruita) di Gianfranco Fini

Friday, August 6th, 2010

Tre giorni fa, in apposita missiva, chiedevo all’on. Gianfranco Fini: “lei, onorevole Fini, approva le dichiarazioni di Enzo Raisi? Anche lei, onorevole Fini, ritiene che la commemorazione della strage di Bologna del 2 agosto 1980 sia — cito — «solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette»”? Nella lettera specificavo anche che la domanda era rivolta a Fini nella sua qualità di leader del nuovo gruppo parlamentare Futuro e Libertà, di cui Enzo Raisi fa parte.

Oggi è arrivata la cortese responsiva, da parte della segreteria presidenziale, in cui mi si informa — suppongo a mo’ di risposta alla mia domanda — che in occasione della commemorazione il presidente ha inviato un messaggio alle autorità cittadine e all’associazione dei familiari delle vittime in cui ha espresso, a nome di tutta la Camera dei deputati, vicinanza ideale e solidarietà ai familiari delle vittime e a tutti i partecipanti alla commemorazione. Seguono i saluti di rito.

(nota a margine: non riporto il testo esatto della risposta, per via di un divieto perentorio riportato in calce all’email che ho ricevuto: “Qualsiasi utilizzo, diffusione o riproduzione senza autorizzazione è proibita”).

Non avendo ricevuto risposte dirette alle mie domande, sono costretto a ricostruirle per interpretazione.

Mi sembra innanzitutto ragionevole arguire che con quel rimando a un suo messaggio ufficiale di vicinanza e solidarietà ai commemoranti, l’on. Fini abbia inteso dire che secondo lui la commemorazione della strage di Bologna è una manifestazione importante e degna di rispetto, degna financo di un messaggio ufficiale da parte della terza carica dello stato. Mi sembra anche lecito ipotizzare che l’on. Fini — noto per la sua onestà intellettuale e la sua coerenza — difficilmente avrebbe inviato un messaggio di solidarietà e vicinanza ideale se in cuor suo avesse pensato che la commemorazione della strage è solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette.

Dopo quanto arguito e ipotizzato, posso ricostruire con buona approssimazione la risposta che l’on. Gianfranco Fini mi avrebbe dato, qualora non avesse preferito, chissà perché, ciurlare nel manico: gentile signor Tassinari, non approvo le dichiarazioni di Enzo Raisi e non ritengo che la commemorazione della strage sia solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette.

Che fatica, però! A conclusione della simpatica vicenda, mi chiedo se apparirà mai sulla faccia della terra un politico capace di rispondere alle domande in modo diretto e pertinente.

Due domande

Tuesday, August 3rd, 2010

Ieri sera ho inviato una lettera al presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, utilizzando l’apposito servizio “Scrivi al Presidente” disponibile qui. La lettera è questa:

Onorevole Presidente Gianfranco Fini,
Oggi, trentesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna, ho letto in un articolo online del quotidiano bolognese «il Resto del Carlino» che «Secondo Enzo Raisi, deputato finiano, “la scelta del Governo di non inviare rappresentanti ufficiali è stata fatta con lo spirito di evitare polemiche”. “Visto quello che continua a succedere ogni anno, hanno capito che era solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette”». L’articolo è qui: http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2010/07/31/364371-niente_ministri_sottosegretari.shtml.

Secondo recenti notizie di stampa, il deputato Enzo Raisi è fra i trentadue deputati che hanno aderito a “Futuro e Libertà”, il nuovo gruppo parlamentare da lei guidato. Proprio per il ruolo di leadership che lei svolge all’interno del gruppo parlamentare di cui fa parte il deputato Enzo Raisi, le rivolgo queste domande: lei, onorevole Fini, approva le dichiarazioni di Enzo Raisi? Anche lei, onorevole Fini, ritiene che la commemorazione della strage di Bologna del 2 agosto 1980 sia — cito — «solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette»?

Grazie per l’attenzione.

Luca Tassinari
Cittadino italiano e bolognese

Risposta alla risposta (poi la pianto, giuro)

Friday, March 5th, 2010

Gentile Segreteria Ministro,

grazie innanzitutto per la risposta, franca ma incompleta. Incompleta perché l’ultima mia domanda resta inevasa: quali rimedi propone il ministro per evitare che l’iniziativa giudiziaria abbia i contraccolpi temuti? Proverò a dedurre la risposta mancante dalle altre che gentilmente il ministro ha fornito per suo tramite.

Dalle risposte si intuisce che il ministro, parlando di possibili contraccolpi delle azioni giudiziarie sul “sistema”, si riferiva in particolare al sistema economico. Paventa infatti tracolli finanziari, fallimenti, perdita di posti di lavoro, problemi sull’erogazione di servizi pubblici importanti.

Preoccupazioni lecite, ma mi chiedo come possa sfuggire al ministro Scajola che non sono le inchieste giudiziarie a innescare questa reazione a catena di eventi infausti, bensì proprio i comportamenti illegali e truffaldini che le inchieste giudiziarie cercano di perseguire. I danni al sistema non vengono dai giudici che indagano, ma dagli imprenditori disonesti che falsano i bilanci per arricchirsi personalmente, magari appoggiandosi alla criminalità organizzata per riciclare i proventi delle loro truffe.

Una società quotata in borsa che ricorre a false fatturazioni per alterare i propri bilanci inganna gli azionisti e li espone al rischio di vedere vanificati i loro investimenti. Il caso Parmalat ricorda qualcosa al ministro Scajola? Se a questo si aggiunge il danno all’erario, mi sembra evidente che la causa dei “contraccolpi” temuti dal ministro non sia l’indagine giudiziaria, ma il comportamento di soggetti socialmente pericolosi (se le accuse saranno dimostrate, va da sé). Che il ministro Scajola non si renda conto di questa verità elementare sinceramente mi preoccupa.

Resta aperta la domanda inevasa: cosa propone di fare il ministro per evitare problemi al “sistema”? Auspica l’insabbiamento delle inchieste giudiziarie? Auspica che si affermi il vecchio adagio “vivi e lascia vivere”? Considera truffe ai danni dello stato e comportamenti penalmente rilevanti come uno scotto che vale la pena pagare a fronte di una illusoria “stabilità del sistema”? E di quale sistema? Un sistema che ammette la truffa, il falso in bilancio, la corruzione e il riciclaggio fra i normali strumenti di attività economica?

Cordialità.

Luca Tassinari

La risposta

Thursday, March 4th, 2010

[ieri alle 22:05 è arrivata la risposta alla lettera che avevo inviato qualche giorno fa. Eccola. lt]

Gentile signor Tassinari,

rispondo per conto del Ministro Scajola che la ringrazia per la sua email, del cui contenuto ha preso buona nota.

L’osservazione del Ministro è basata soprattutto sul buon senso. Dando per scontato che la giustizia deve fare il proprio corso, ho la sensazione che la diffusione mediatica di certe notizie, spesso amplificate e distorte, a seconda della convenienza politica di chi le pubblica, tenda a fare di tutte le erbe un fascio. Questo spesso porta a criminalizzare interi settori, a causa di pochi e ben individuabili disonesti.

Ma la criminalizzazione di un intero comparto produttivo, e qui sta il punto della questione, comporta anche altre pericolosissime conseguenze. Per esempio, se si trattasse di una società quotata in borsa, si potrebbe assistere ad un tracollo finanziario che, nelle circostanze più gravi, potrebbe portare anche al fallimento della società stessa. Ed ecco così, a causa di alcuni malfattori, che centinaia o migliaia di dipendenti perderebbero il posto di lavoro, mettendo un incredibile numero di famiglie in grosse difficoltà.

E consideriamo poi gli utenti di questa ipotetica società. Se fallisse, non potrebbero più godere dei servizi di cui fino a quel punto hanno usufruito. E quindi anch’essi avrebbero grossi problemi. Mettiamo che si tratti di clienti di una società telefonica, tanto per restare in tema: improvvisamente decine di migliaia di persone potrebbero trovarsi senza la linea, pur avendo sempre pagato le proprie bollette. Non Le sembra abbastanza?

E’ per questo che le inchieste giudiziarie, dovrebbero riguardare solo coloro che sono imputati di qualcosa e non l’intero sistema in cui essi operano. Occorre saggezza e prudenza.

Cordialmente,

Segreteria Ministro

Una lettera

Thursday, February 25th, 2010

Ho mandato una lettera al ministro Claudio Scajola, usando la pagina dei contatti sul sito della Camera dei deputati. La lettera è questa:

Signor ministro, poco fa ho letto sul Corriere on line questa sua dichiarazione:

«Ogni iniziativa giudiziaria che vuole riportare la legalità è ben accolta ma non c’è dubbio che ogni iniziativa giudiziaria ha dei contraccolpi. C’è bisogno di una moralità più forte ma anche di non destabilizzare il sistema». È durissimo il richiamo del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola a margine del secondo forum economico del Mediterraneo, in merito all’inchiesta su presunti episodi di corruzione che ha coinvolto il settore delle telecomunicazioni, in particolare Fastweb e Telecom Italia Sparkle. (l’articolo completo è qui).

Se la frase virgolettata è riportata correttamente, avrei qualche domanda da farle in proposito:

Che tipo di contraccolpi teme esattamente?
Quali pericoli vede per la stabilità del sistema?
A quale parte del sistema si riferisce (istituzioni, economia, politica, altro)?
Quali rimedi propone per evitare che l’iniziativa giudiziaria abbia i contraccolpi da lei temuti?

Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.

Luca Tassinari
(cittadino italiano residente a Bologna)