Posts Tagged ‘papa’

Dimissioni

Monday, November 22nd, 2010

Senza allontanarsi dal porto sicuro del sine die, Benedetto XVI ha considerato la possibilità delle dimissioni se una malattia non gli permettesse più di guidare la Chiesa.

Il Dalai Lama, invece, medita di ritirarsi a vita privata entro sei mesi. Siamo ancora nel campo delle ipotesi (meditare non è decidere), ma almeno c’è l’indicazione di una data, per quanto approssimativa.

Mara Carfagna ci ha messo giorno mese e anno: il 15 dicembre 2010 si dimetterà da parlamentare e ministro, e restituirà la tessera del partito.

Sbaglierò, ma secondo me il 16 dicembre saranno ancora tutt’e tre al loro posto.

Si è invece dimesso per davvero, e senza tanti preamboli, il ministro della giustizia Minoru Yanagida, giapponese, per aver fatto una battuta di spirito scorretta. Poi dicono che tutto il mondo è paese.

Donna, irlandese, cattolica, tosta

Friday, April 9th, 2010

Traduzione di una articolo apparso qualche giorno fa sul Washington Post, che ho beccato su segnalazione di Malvino. Come tutte le mie traduzioni, anche questa è da considerarsi di servizio, non professionale e tendenzialmente inaffidabile. lt.

A Sinead O’Connor le scuse del papa per gli abusi sessuali in Irlanda sembrano vacue

di Sinead O’Connor
Articolo apparso sul Washington Post il 28 marzo 2010

Quando ero bambina, l’Irlanda era una teocrazia cattolica. Quando un vescovo camminava per via, la gente si scansava per dargli strada. Se un vescovo partecipava a una manifestazione sportiva, la squadra si genufletteva a baciargli l’anello. Se qualcuno faceva uno sbaglio, invece di dire “nessuno è perfetto” noi dicevamo “Be’, certo, poteva capitare a un vescovo”.

L’espressione era più accurata di quanto noi stessi sapessimo. In questo mese papa Benedetto XVI ha scritto una lettera pastorale di scuse — più o meno — all’Irlanda per espiare decenni di abusi sessuali su minori da parte di preti di cui quei bambini presumibilmente si fidavano. Per molta gente del mio paese natale la lettera del papa è un insulto non solo alla nostra intelligenza, ma anche alla nostra fede e alla nostra patria. Per capire perché, bisogna rendersi conto che noi irlandesi abbiamo sopportato un genere brutale di cattolicesimo che ruotava attorno all’umiliazione dei bambini.
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