Nel 1982, in quel libro squisito e purtroppo mai ristampato che è il Discorso dell’ombra e dello stemma, Giorgio Manganelli ricordava che dell’opera poetica di Cornelio Gallo è pervenuto a noi moderni un solo verso — Uno tellures dividit amne duas — e ci è pervenuto solo perché fu casualmente citato da un altro autore.
Cornelio Gallo (ca.70-26 a.c.) scrisse almeno quattro libri di elegie e alcune orazioni, come testimoniano alcuni suoi contemporanei o posteri illustri fra cui Virgilio e Quintiliano. Era un autore piuttosto famoso ai suoi tempi, non l’ultimo degli sconosciuti, e occupò anche dignitose cariche pubbliche prima di cadere in disgrazia presso Ottaviano e subire la confisca dei beni e la condanna all’esilio. Esule e povero in canna, lo sventurato si suicidò.
Manganelli forse ignorava, o forse non ritenne rilevante ai fini del Discorso, che nel 1979 altri nove versi di Cornelio Gallo uscirono dalla notte dei tempi su un papiro rinvenuto a Qasr Ibrim, antica città nubiana. Anche ai fini di questo discorso, in realtà, cambia poco se i versi superstiti sono uno o dieci, ma il loro ritrovamento a tappe rende l’idea di un disvelamento progressivo dell’opera perduta, idea utile per agganciare il misterioso caso di Antonio Stenelli, autore apparentemente estinto in soli quattro anni.
Ad Antonio Stenelli si addicono il condizionale e la diceria.
Nel 2006 (ma talvolta nel 2004, come da immagine in testa al post) avrebbe pubblicato un libro intitolato Pensieri inediti e sorprendenti con l’editore EuroZona, e inediti e sorprendenti sono anche i risultati che il callido lettore ottiene quando prova a cercare il bel tomo nelle librerie elettroniche: non solo il libro non si trova, ma pare che a) nessuna casa editrice abbia in catalogo Stenelli veruno e b) la casa editrice EuroZona non abbia mai lasciato tracce in rete, cosa che ai nostri giorni equivale a dire che non esiste.
In compenso si dice in giro che lo scrittore Gianfranco Mammi possiede una copia del libro stampata presso la tipografia Sograf Srl di via V. Alvari 36, 00155 Roma la quale tipografia, però, interrogata non rispose, almeno per ora.
A tutt’oggi, insomma, l’unico ponte tra il fantomatico libro e il vasto pubblico dei suoi aspiranti lettori è per l’appunto lo scrittore Gianfranco Mammi che di tanto in tanto cita lo Stenelli sul suo tumblr. Il tumblr del Mammi è per Stenelli ciò che il papiro di Qasr Ibrim fu per Cornelio Gallo. Con questo, sia chiaro, non intendo augurare a Mammi un oblio millenario, né allo Stenelli di fare la fine del Gallo.
Ai link sopra linkati troverete ampi stralci dei Pensieri inediti e sorprendenti. Qui mi limito a citarne uno che per via del mio cognome ha per me un profondo significato sentimentale:
Io confesso di esser molto razzista nei confronti dei tassinari. (pag. 44)