Tre giorni fa, in apposita missiva, chiedevo all’on. Gianfranco Fini: “lei, onorevole Fini, approva le dichiarazioni di Enzo Raisi? Anche lei, onorevole Fini, ritiene che la commemorazione della strage di Bologna del 2 agosto 1980 sia — cito — «solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette»”? Nella lettera specificavo anche che la domanda era rivolta a Fini nella sua qualità di leader del nuovo gruppo parlamentare Futuro e Libertà, di cui Enzo Raisi fa parte.
Oggi è arrivata la cortese responsiva, da parte della segreteria presidenziale, in cui mi si informa — suppongo a mo’ di risposta alla mia domanda — che in occasione della commemorazione il presidente ha inviato un messaggio alle autorità cittadine e all’associazione dei familiari delle vittime in cui ha espresso, a nome di tutta la Camera dei deputati, vicinanza ideale e solidarietà ai familiari delle vittime e a tutti i partecipanti alla commemorazione. Seguono i saluti di rito.
(nota a margine: non riporto il testo esatto della risposta, per via di un divieto perentorio riportato in calce all’email che ho ricevuto: “Qualsiasi utilizzo, diffusione o riproduzione senza autorizzazione è proibita”).
Non avendo ricevuto risposte dirette alle mie domande, sono costretto a ricostruirle per interpretazione.
Mi sembra innanzitutto ragionevole arguire che con quel rimando a un suo messaggio ufficiale di vicinanza e solidarietà ai commemoranti, l’on. Fini abbia inteso dire che secondo lui la commemorazione della strage di Bologna è una manifestazione importante e degna di rispetto, degna financo di un messaggio ufficiale da parte della terza carica dello stato. Mi sembra anche lecito ipotizzare che l’on. Fini — noto per la sua onestà intellettuale e la sua coerenza — difficilmente avrebbe inviato un messaggio di solidarietà e vicinanza ideale se in cuor suo avesse pensato che la commemorazione della strage è solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette.
Dopo quanto arguito e ipotizzato, posso ricostruire con buona approssimazione la risposta che l’on. Gianfranco Fini mi avrebbe dato, qualora non avesse preferito, chissà perché, ciurlare nel manico: gentile signor Tassinari, non approvo le dichiarazioni di Enzo Raisi e non ritengo che la commemorazione della strage sia solo un’opportunità per una minoranza di poco conto per potersi esprimere con fischi e trombette.
Che fatica, però! A conclusione della simpatica vicenda, mi chiedo se apparirà mai sulla faccia della terra un politico capace di rispondere alle domande in modo diretto e pertinente.