Archive for the ‘libri e dintorni’ Category

La signorina Notte

Wednesday, April 9th, 2008

di Luigi Weber

BENEDETTO BENEDETTI – La signorina Notte (Guaraldi, Rimini, 2007), postfazione di Giampaolo Proni

Benedetto Benedetti, La signorina Notte, Guaraldi 2007Benedetto Benedetti è, come si usa dire spesso ma spesso a sproposito, una forza della natura. Qui lo dico con cognizione di causa. Io lo conosco da poco meno di dieci anni, ossia da quando, giovane redattore delle pagine culturali di un quotidiano della provincia di Rimini, ebbi la fortuna di leggere e recensire due suoi racconti, L’invornita e La buona sposa, (poi confluiti in questo bellissimo La signorina notte, uscito a dicembre 2007 per i tipi di Guaraldi grazie alla sottoscrizione di venticinque esponenti della cultura romagnola, tra cui Sergio Zavoli, Paolo Fabbri, Piero Meldini, Giampaolo Proni, e molti altri), e di conquistare per il nostro foglio alcuni straordinari pezzi-ritratto di Pasolini e di Fellini, cose degne di ben più alta sede, che lui distribuiva con somma noncuranza, come un vero aristocratico dello spirito che proprio non riesce ad avere pensiero per l’accumulazione, il risparmio, e persino per l’oculatezza.
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Vuoi leggere? Paga!

Wednesday, March 19th, 2008

O errabondo lettore, ti ricordi The Disney Trap? Era un video girato da Monica Mazzitelli contro la stupidità umana. Va be’, rettifico: era contro una specifica manifestazione fenomenica della stupidità, quella che spinge i legislatori ad attuare una tutela estremista di diritti particolari contro l’interesse generale.

All’epoca il bersaglio era la legge sui diritti d’autore, quella che vieta di leggere in pubblico una pagina di Joyce fino al 2011, o una di Pasolini fino al 2045, o una di Italo Calvino fino al 2055. Questa forma di oltranzismo legislativo ha varcato da tempo i confini di qualsivoglia ragionevolezza: una direttiva europea, infatti, obbliga le biblioteche a sborsare quattrini per il prestito di opere coperte dal diritto d’autore. Ennesimo balzello sulla diffusione della cultura, che immancabilmente andrà a colpire gli utenti, cioè i lettori.

A fronte di cotanta dabbenaggine Monica Mazzitelli si è vista obbligata a girare il secondo atto di The Disney Trap. Enjoy!

Marelibri.com

Monday, February 25th, 2008

Maremagnum.com, il portale delle librerie antiquarie italiane, ha stretto un accordo con analoghi portali europei. Il risultato è Marelibri.com, un motore di ricerca unificato sui cataloghi di duemila librerie sparse in Europa e non solo, per un totale di venti milioni di titoli.

I cinque siti fondatori sono:

Antiqbook.com (Olanda)
Livre-Rare-Book.com (Francia)
Maremagnum.com (Italia)
Prolibri.com (Germania)
Uniliber.com (Spagna)

Marelibri.com è ancora in fase di sperimentazione, ma la ricerca e gli ordini funzionano già discretamente. Il bibliofilo di passaggio, per esempio, potrà facilmente ordinare That Awful Mess on Via Merulana, New York, George Braziller. 1965, di tal Gadda, Carlo Emilio. L’ordine arriverà all’olandese Antiqbook.com e il pacco partirà dalla libreria Diversity Books di Mentone, ameno sobborgo balneare di Melbourne nello stato di Victoria, Australia. Il tutto per soli venti dollari americani più spese di spedizione.

Vuoi mettere la comodità?

Chi ha intenzione di avventurarsi al Salone del Libro di Parigi, potrà partecipare all’inaugurazione ufficiale di Marelibri.com alle ore 14 del 17 marzo, Porta di Versailles, stand D29.

Altri particolari in un articolo di Armando Torno sul Corriere della Sera.

Olé

Thursday, February 7th, 2008

Gualberto Alvino, Là comincia il Messico, PolistampaCe l’ha fatta, alla faccia di qualche tentativo andato a vuoto, uno dei quali mi vide tristo protagonista. Là comincia il Messico è un gran libro, siore e siori: andate, comprate (col 20% di sconto al sullodato link), leggete. Parola mia, non ve ne pentirete. La scrittura di Gualberto Alvino, tagliente e chirurgicamente esattissima, basta da sola al piacere della lettura. La storia narrata è di quelle che non si lasciano dimenticare. Ho detto.

Dalla quarta di copertina:
La solitudine, la rivolta contro il destino, la ferocia di Dio, l’inettitudine, la malattia, la morte, attraverso la storia di un intellettuale colpito da uno dei sintomi psichiatrici più spaventosi: le allucinazioni uditive. La voce narrante è la voce stessa della follia: quindi non prima, non terza, ma seconda persona; un basso continuo che distrugge gradualmente i pilastri su cui poggia la vita del protagonista, filologo e critico letterario di fama, il quale si trasformerà da dissettore di libri a scalco di corpi. Un processo di bestializzazione che riesce a essere una metafora dei nostri tempi. “Là comincia il Messico” è la frase che pronunciavano i banditi dei film western quando erano vicini al confine, oltre il quale nessuno avrebbe potuto acciuffarli. Qui indica il salto, l’orrenda metamorfosi che il personaggio si accinge a compiere.

Libreschi rovelli

Wednesday, February 6th, 2008

Là fuori, fuori dalle pagine e dalle copertine dei libri, ci sono cumuli di spazzatura ai bordi delle strade, mensilità insufficienti a procurarsi il necessario, rinunce forzate a desideri vitali, sensi di colpa per colpe mai commesse, dolore, sconforto, frustrazione e altre infelicità. Davanti a un simile tracollo dell’umano, un elementare senso di misura e di pudore dovrebbe suggerire a chiunque di astenersi da libreschi rovelli. Ma il lettore, si sa, è cocciuto e tetragono:

Lettore: non hai l’aria felice, fratello, che cosa ti turba?
Padre di famiglia: costringere i miei bambini ad astenersi dalla carne fino alla prossima busta paga, ecco cosa. E tu? Ho visto un’ombra attraversare il tuo bel sembiante. Qual è dunque il tuo cruccio?
L: Eh… problemi grossi, mio dolce amico…
PdF: Parla, orsù, apri il tuo cuore a chi ti vuol bene!
L: Non so…
PdF: Non temere, lascia che la tua angoscia sgorghi fino al mio orecchio.
L: Dicevo, non so se leggere l’ultimo libro di Giuseppe Genna, Hitler, oppure no. Vedi il punto dolente è che…
PdF: Lettore…
L: …c’è chi ne tesse le laudi e chi lo stronca, e io…
PdF: Lettore!
L: …non ho ancora deciso se… Ah, scusami, non ho inteso subito il tuo richia…
PdF: Lettore: ma vaffanculo, va’.

Antisemitismo a sinistra

Tuesday, February 5th, 2008

Gadi Luzzatto Voghera, Antisemitismo a sinistra, EinaudiDicevo appunto, appena un post fa, che una memoria selettiva, che ricorda i campi di sterminio dimenticando l’antisemitismo che li ha resi possibili, è una memoria poco efficace. Una prova indiretta di questo dato di fatto la stanno dando in questi giorni parecchi “intellettuali” di sinistra che sostengono il boicottaggio della Fiera del libro di Torino, rea di aver invitato Israele come paese ospite.

Questi intellettuali considerano Israele uno stato-canaglia, unico responsabile delle sofferenze dei palestinesi, e così facendo riproducono, senza sforzi apparenti né alcun barlume di consapevolezza, uno degli stereotipi antisemiti più duri a morire, quello che assegna agli ebrei il ruolo di carnefici: da uccisori di Cristo e dei bambini cristiani a sterminatori dei palestinesi.

Inutile ricordare a costoro che paragonare la condizione dei palestinesi a qualcosa di anche solo lontanamente simile alla Shoah è un’aberrazione. Inutile ricordare che da sessant’anni a questa parte Israele deve difendersi quotidianamente da attacchi militari e terroristici; inutile sottolineare che Gaza è amministrata da una classe dirigente sorda a qualsivoglia tentativo di dialogo. Niente da fare: colpa di Israele.

E così l’intellettuale Gianni Vattimo se ne esce tranquillamente con sconcezze come questa:

Chi boicotta non vuole affatto impedire agli scrittori israeliani di parlare ed essere ascoltati. Non vuole che essi vengano come rappresentanti ufficiali di uno Stato che celebra i suoi sessant’anni di vita festeggiando l’anniversario con il blocco di Gaza, la riduzione dei palestinesi in una miriade di zone isolate le une dalle altre (per le quali si è giustamente adoperato il termine di bantustan nel triste ricordo dell’apartheid sudafricana), una politica di continua espansione delle colonie che può solo comprendersi come un vero e proprio processo di pulizia etnica.

Apartheid, imperialismo, pulizia etnica, ecco le nuove colpe dei perfidi giudei secondo Vattimo. Il quale certamente non accuserà l’Egitto di apartheid per aver costruito un muro al confine con la striscia di Gaza; né diversi paesi arabi di pulizia etnica per aver espulso ottocentomila ebrei dopo il 1948. Che diamine, è antisionista, lui, mica antisemita!

Chissà se Vattimo o i vari comunisti italiani che gridano al boicottaggio di Israele hanno letto L’antisemitismo a sinistra, di Gadi Luzzatto Voghera. Temo di no, ma dovrebbero farlo. Sarebbe almeno un tentativo di prendere coscienza di un problema che esiste da parecchio tempo e che purtroppo non accenna a ridimensionarsi.

E chissà cosa faranno Vattimo e soci quando le loro minacce cadranno giustamente nel vuoto, e gli scrittori israeliani porteranno a Torino i loro libri, le loro idee, la cultura del loro paese. Boicotteranno anche i libri? Inciteranno le folle a bruciarli in piazza?

Shoah e memoria

Tuesday, January 29th, 2008

Raul Hilberg, La distruzione degli ebrei d'Europa, EinaudiParecchi giorni fa MMAX mi ha invitato a indicare un libro da inserire in un’ideale biblioteca della memoria, dove l’oggetto della memoria è la Shoah. Che io sia lento in tutto, anche a rispondere, ormai è cosa nota a chi ha la pazienza di seguire questo blog sonnacchioso. Questa volta, però, la causa del ritardo non è soltanto la lentezza, ma anche un’esigenza che definirei simbolica: lasciar passare il Giorno della memoria, verso il quale nutro qualche riserva.

Nel suo discorso in apertura della Giornata, il presidente Napolitano ha detto: «Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo mai la Shoah. Non dimentichiamo gli orrori dell’antisemitismo, che è ancora presente in alcune dottrine, e va contrastato qualunque forma assuma». Il presidente mette giustamente in relazione la Shoah con ciò che la rese possibile, invita a ricordare insieme le due cose, perché per rendere efficace il mai più che tanto risuona nel Giorno della memoria occorre conoscere le cause della Shoah per poter rimuovere quelle ancora in azione.

Le celebrazioni del 27 gennaio, almeno quelle che fanno notizia, tendono invece a concentrare il ricordo sulla fase terminale dello sterminio, quella a più alto impatto emotivo, lasciando parecchio sullo sfondo gli antefatti. Si parla molto di Auschwitz e di Dachau, di Fossoli e della Risiera di San Sabba, ma poco o nulla si dice dei meccanismi culturali e delle misure amministrative che precedettero i campi della morte.
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Viola e Paolin in libreria

Wednesday, January 23rd, 2008

Oggi esce in libreria Tana per la bambina con i capelli a ombrellone, di Monica Viola, pubblicato da Rizzoli. Dopodomani uscirà in libreria Una tragedia negata, di Demetrio Paolin, pubblicato da Il Maestrale. Il primo è un romanzo, il secondo un saggio di critica letteraria. Il trait d’union fra i due libri è il fatto che entrambi, prima di approdare in libreria, sono stati pubblicati in rete da vibrisselibri, e resteranno liberamente scaricabili qui e qui.

Come sempre accade, sono d’obbligo le congratulazioni ai due autori, ma in questo caso vanno estese alle due case editrici che hanno garantito il passaggio della scommessa di vibrisselibri dal campo delle ipotesi a quello dei fatti. La scommessa, per chi non la conoscesse, è che un libro pubblicato in rete con la formula del copyleft – previo lavoro editoriale canonico (valutazione, editing, promozione, ecc.) – può rivelarsi un buon affare per le case editrici “tradizionali” e per gli autori.

Rizzoli e Il Maestrale hanno accettato la scommessa. Ne attendiamo fiduciosi altri, per continuare a demolire con pazienza la falsa rappresentazione del copyleft come minaccia al diritto d’autore e ai bilanci delle case editrici.

Michele Mari – Verderame

Monday, January 7th, 2008

Michele Mari, VerderameVerderame (Einaudi 2007, €16,50) non è la prova migliore di Michele Mari, ma va detto che dopo un capo d’opera come Tutto il ferro della torre Eiffel (2002), superarsi non dev’essere impresa da poco nemmeno per questo talentuosissimo autore. La cifra di Verderame sembra essere quella del ritorno: ritorno alla prosa, dopo la parentesi poetica di Cento poesie d’amore a Ladyhawke, e ritorno a temi e ossessioni di vecchia data, dopo la performance erudita ed enciclopedica di TIFDTE.

Con Verderame Mari riporta la sua scrittura raffinata e colta in quel campo misto di terrori infantili, fantasia e ricordi già percorso in lungo e in largo in altri libri, e soprattutto nei racconti di Tu, sanguinosa infanzia (1997), che è peraltro citato indirettamente dall’illustrazione in copertina di Karel Thole, autore di innumerevoli copertine della mitica collana Urania negli anni sessanta. Un racconto incluso in Tu, sanguinosa infanzia si intitola appunto Le copertine di Urania, racconto in cui Mari intreccia la storia editoriale della collana con i suoi ricordi di compulsatore di quei libri e in particolare delle loro copertine spaventevoli e fantastiche, da lui definite «sempre e comunque, l’iconografia dell’angoscia».
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Jonathan Littell – Le benevole

Thursday, January 3rd, 2008

MachiavelliEbbene sì, l’ho fatto: ho letto Le benevole di Jonathan Littell, enorme supercorallo Einaudi dal prezzo tutt’altro che invitante di euro 24. Trama e informazioni bibliografiche al link sopraindicato.

L’indice di questo balenone verbale dichiara senza mezzi termini precise ambizioni musicali: Toccata, Allemanda I e II, Corrente, Sarabanda, Minuetto (in rondò), Aria, Giga. Sono tutti rimandi vezzosi alla musica barocca, peraltro citata spesso nel testo (Bach, Rameau, Couperin). Tuttavia il mastodonte di Jonathan Littell di musicale non offre granché. Da un testo in qualche modo imparentato con la musica il lettore si aspetterebbe, che so, alternanza di voci e stili, coralità, variazioni su temi ricorrenti. Invece no. Littell procede nella narrazione con piglio che definirei annalistico, piatto e monocorde, più adatto a un manuale di storia che a un romanzo o altra fattispecie letteraria.

Stile a parte, Littell non sembra comunque avere la stoffa del romanziere epico o storico: centinaia di pagine spese a dar conto di fatti, descrivere ambienti, tratteggiare profili psicologici, non riescono a restituire un quadro organico dell’epoca, e il protagonista Maximilien Aue – un ufficiale delle SS leggermente fantascientifico – non ce la fa ad assurgere a metafora di quegli uomini in generale che secondo il saggio uomo del sottosuolo di Dostoevskij non esistono, ma che anche Aue, al pari ogni personaggio letterario, ambisce a rappresentare, e fin dall’incipit:
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Vero è ben, Pindemonte!

Saturday, December 22nd, 2007

MachiavelliAnche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri

Leggendo questo post di Sergio Garufi su Nazione Indiana – e in particolare un riferimento ai sepolcri degli uomini illustri e ai luoghi che i medesimi frequentarono da vivi – mi è tornato in mente l’inane mio tentativo di scovare tracce del da me amatissimo Niccolò Machiavelli nei luoghi che lo videro corridore di boschi, uccellatore di tordi e gran giocatore di triche-trach.

La cosa risale a cinque anni fa, data che nel sistema di riferimento uèbbico coincide con la preistoria. Sull’episodio all’epoca ci ho pure scritto un post, che qui vado a trascrivere (sì sì, è corto, cortissimo).
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Canti emiliani dei morti

Monday, December 17th, 2007

Giuseppe Caliceti, Canti emiliani dei morti, vibrisselibri 2007Questa di Caliceti è la storia vera, personalissima, intima perfino, ma è anche una storia ricca di relazioni e interazioni con le migliaia di eventi e persone che la linea della vita calicetica ha intersecato svolgendosi. Storia privata, ma non priva di osservazioni e giudizi sul variegato e complesso ente pubblico definibile come non-Giuseppe Caliceti.

Sarà che sono emiliano, pur se non reggiano come l’autore; sarà che sono nato solo due anni prima di lui; sarà questo o sarà quello, non importa, ma nei Canti emiliani dei morti qualche frammento di un me stesso antico l’ho recuperato. Un’immagine sintetica e precisa della mia generazione, per esempio: La Grande Famiglia dei Bambini Adultizzati. E poi suoni, frasi, slogan, atmosfere, oggetti, personaggi, situazioni e musiche dei tempi belli.

Ma non si sgomenti il lettor giovine: i Canti sono anche per lui, mica solo per ultraquarantenni nostalgici. Se non proprio il suo immaginario e la sua memoria, vi troverà precisi riferimenti a processi di formazione culturale, politica, etica e sessuale che dovrebbero suonargli familiari, nonché fitti rimandi alla storia della letteratura italiana degli ultimi trent’anni vista e raccontata dall’interno, utilissimo complemento a manuali e antologie scolastiche.

E tutti, dico tutti i miei connazionali troveranno nei Canti la cara Patria, fotografata nel suo glorioso cammino dal paradigma della fabbrica a quello dell’ipermercato, e vedranno con i loro occhi la curiosa metamorfosi della Sinistra Italiana da farfalla a bozzolo, da genitrice di Gramsci a figlioccia di Veltroni. Scrittura privata e pubblica, quasi un marchio di fabbrica di Giuseppe Caliceti, che già nel 2000 teneva un Diario in rete, ben prima dell’avvento dei blog.

S’accostino fiduciosi i lettori, certi che non da ombelicali strazi saranno sopraffatti, ma piuttosto accompagnati per mano dal poeta a visitare luoghi e storie che in qualche misura li riguardano. Il libro a cui si allude in queste righe ovviamente non esiste o, per meglio dire, esiste soltanto la sua immagine elettronica, liberamente trasferibile dalla dimensione pubblica della Grande Rete a quella privata del disco fisso o della stampante di casa. Scaricarlo non costa nulla, leggerlo qualcosa rende.

Moderate i vostri appetiti

Thursday, November 29th, 2007

Baruch Spinoza, tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/SpinozaOggi, cioè ieri, cadeva il centenario della nascita di Alberto Moravia, ma dato che a me le cifre tonde non piacciono, ricordo piuttosto che il 24 novembre scorso ricorreva il 375° compleanno di Baruch Spinoza. Fin qui le notizie di pubblico dominio. Ciò che il pubblico ignora (e che per sua fortuna continuerà a ignorare nei secoli) è che circa un anno fa – forse proprio il 24 novembre, chissà – il prode letturalenta iniziava la lettura integrale dell’opera maggiore di Spinoza, l’Etica.

Di quella lettura ho un ricordo bellissimo. La consumai prevalentemente in treno, e in seguito a quell’esperienza posso garantire al casuale lettore di questa nota che l’Etica di Spinoza deve essere letta in movimento: il contrasto fra l’armonia esattissima e quasi glaciale delle spinoziane deduzioni geometriche e il caos inesplicabile del mondo visto dal finestrino di un Eurostar Intercity* vale la spesa del biglietto (vuoi del tomo spinoziano, vuoi dell’EurostarIntercity*).

Nonostante la lettura di cui sopra, a un’interrogazione liceale su Spinoza verrei mandato al posto con un bel due, massimo due e mezzo, e tuttavia una cosa almeno vorrei dirla a quello stronzo del prof: guardi, prof, io sono cresciuto in un mondo in cui la parola etica coincideva con prescrizione: fai questo e quest’altro; non fare questo e quest’altro. Ecco, l’Etica di Spinoza è la prima (e forse l’unica) etica che non prescrive alcunché. Mi ricordo solo un punto in cui il nostro si lascia scappare un’esortazione vagamente prescrittiva: “moderate i vostri appetiti!” Come dargli torto?

Spinoza era ebreo e alcuni ebrei suoi contemporanei non gli risparmiarono dispiaceri piuttosto pesanti – tra cui l’espulsione dalla comunità per eresia – dispiaceri non dissimili a quelli procurati ad Antonio Rosmini dai cattolici ottocenteschi. Ma i tempi cambiano, si sa, e se oggi i cattolici elevano Rosmini alla dignità di santo, gli ebrei hanno riconosciuto già da tempo la grandezza del loro compaesano Baruch Spinoza. Buon segno in entrambi i casi, segno che la stupidità umana non è infinita.

C’è un blog molto spinoziano a due passi da qui, quello di Massimo Adinolfi. E non tanto perché il musiliano filosofo ne sa a pacchi di Spinoza, quanto perché la quotidianità che costeggia il suo filosofare ricorda molto da vicino la molatura delle lenti. Poi c’è un altro blog molto spinoziano, Perle complottiste, spinoziano per la sua puntuale e ironica lotta contro il complottismo, l’ultima frontiera della superstizione. (grazie a mmax e ipazia e rosalucsemblog per la segnalazione).

Buon compleanno, benedetto Spinoza!

Per approfondire:
qui
e qui
pure qui
e anche qui

* Per questa modifica si vedano i commenti.

Lettore! vuoi diventare lettore?

Tuesday, November 27th, 2007

di vibrisselibri, dico. Bene, il primo passo consiste nel superare indenne la lettura dell’apposito bando.

Il libro, la rete e la memoria

Thursday, November 22nd, 2007

volo af 4590, tratto da en.wikipedia.org/wiki/Air_France_Flight_4590Chi si ricorda di Alice Brooking? Io, per dirne uno, l’avevo completamente rimossa dalla memoria.

Poi è successo che qualche giorno fa, a cena, il discorso sia caduto non ricordo come sul Concorde, l’ormai mitico aereo supersonico degli anni settanta. Le domande abituali dei miei figli spaziano da quanto è grande l’universo? a di cosa sono fatti gli atomi?, con tutto quello che sta in mezzo, aerei inclusi, e naturalmente non si sono lasciati sfuggire l’occasione di chiedere papà, che cos’è il Concorde?

Nel riferire loro il poco che sapevo sul mostro volante col naso a punta, mi sono ricordato che un disastro aereo ne causò il declino, fino alla definitiva scomparsa, e al contempo mi sono reso conto che di quel disastro ricordavo appena che fosse accaduto, mentre avevo dimenticato tutto il resto: il luogo, l’anno, il numero di vittime, figurarsi Alice Brooking.

Quel che si fa in questi casi è noto a tutti: google, wikipedia e via andare. Dopo le opportune ricerche il quadro dell’incidente si è riempito di dettagli precisissimi.
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