Archive for the ‘tempi moderni’ Category

Flotte

Friday, November 13th, 2009

La compagnia aerea inglese British Airways e la spagnola Iberia uniscono le flotte.

Ma tu pensa. Sembra ieri, poco più di quattrocento anni fa, quando l’Invincibile Armata spagnola veniva pazientemente sbaragliata dalla flotta inglese (e da qualche tempesta). Filippo secondo, Elisabetta prima: il risultato era già scritto nei nomi.

Il nome

Wednesday, November 11th, 2009

Rutelli fonda un nuovo partito (proprio una cosa di cui si sentiva la mancanza) e lo chiama Alleanza per l’Italia.

Il nome sembra una fusione di Alleanza Nazionale e Forza Italia. Che sia un modo diabolicamente astuto per suggerire la rotta e l’approdo del nuovo soggetto politico?

(Aggiornamento. Astutissimo davvero, il francescone. Apprendo, via Pensieri spettinati che lo apprende da Ideas Repository, che a quel nome qualcuno ci aveva già pensato: Gianfranco Fini).

Sia lode a Mara Carfagna

Tuesday, November 10th, 2009

Quando ci vuole ci vuole.

Mara Carfagna, ministro per le pari opportunità, ha lanciato la campagna istituzionale contro l’omofobia, iniziativa da lodare senza se e senza ma. Per chi come me vota a sinistra da oltre un quarto di secolo è un po’ triste vedere a destra tanto coraggio e determinazione nel perseguire un obbiettivo che dovrebbe essere un cavallo di battaglia della sinistra, una sinistra che non ha avuto la forza di liberarsi una volta per tutte della Binetti quando ha votato contro la proposta di legge Concia. Una sinistra che di fronte a temi vaticanamente sensibili preferisce invocare la libertà di coscienza, anziché difendere a spada tratta i princìpi di laicità e di civiltà che dovrebbero costituire l’asse portante della sua politica.

Ho avuto il piacere di ascoltare in radio la conferenza stampa che ha accompagnato l’iniziativa. Mara Carfagna non si è limitata a sostenerla genericamente, né ha tentato di nascondersi dietro a un dito quando le è stato fatto notare che una campagna di opinione non può essere un succedaneo della legislazione. Ha riconosciuto che questo è solo un primo passo, che c’è ancora molto da fare per sradicare i pregiudizi omofobici e transfobici, e si è impegnata a riportare la questione in Parlamento. Spero sinceramente che quando questo accadrà, il PD abbia il coraggio di schierarsi senza timore dalla parte dello stato di diritto, senza tentare ridicoli compromessi con le sue ali clericaleggianti.

Avercene di Carfagna, nel PD.

Mara Carfagna ha il coraggio di andare contro una mentalità diffusa nella sua stessa parte politica dove, va ricordato, militano personaggini come Renato Farina — quello che si chiedeva se sia più grave uccidere un omosessuale o un padre di famiglia — e Carlo Giovanardi — l’ominicchio secondo cui Stefano Cucchi è morto perché è un drogato.

Mara Carfagna ce l’ha questo coraggio e lo dimostra sul campo. Spero sinceramente che il placido Bersani la prenda come modello.

Anima russa

Thursday, November 5th, 2009

Il rituale ortodosso con la solennità dei suoi gesti, con il calore dei suoi canti, con l’intensa calma passione delle sue icone, è frutto dell’anima russa, di nient’altro che del popolo russo. [Ida Magli]

Questa affermazione di Ida Magli ha la stessa validità storica e lo stesso contenuto di conoscenza di quest’altra:

L’arte di friggere le patate è frutto dell’anima dei fratelli McDonald. [Io]

Con l’unica non trascurabile differenza che mentre io sparo minchiate nel mio privatissimo blog, Ida Magli le spara su un quotidiano a diffusione nazionale.

Buone domande

Wednesday, November 4th, 2009

La Corte europea per i diritti dell’uomo ha stabilito che l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche è una violazione della libertà religiosa. I vertici vaticani comprensibilmente si incazzano. Meno comprensibilmente i vertici politici italiani s’affrettano nella consueta genuflessione bipartisan col viso rivolto a S.Pietro.

«La presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo» sentenzia Mariastella Gelmini «ma è un simbolo della nostra tradizione». Non male per una che siede in parlamento anche grazie alla breccia di Porta Pia e che, come ministro, ha giurato fedeltà alla Costituzione nelle mani di un signore che abita al Quirinale, già residenza papale.

«Penso che su questioni delicate come questa» sussurra Pierluigi Bersani «qualche volta il buonsenso finisce per essere vittima del diritto. Un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno». E bravo pirla. Chissà come saranno felici i vescovi che vorrebbe intortarsi nel vedere il loro simbolo maggiore ridotto a innocuo relitto della storia.

Va be’, pazienza, si sapeva già che la logica non è un titolo richiesto per entrare in politica, ma i cattolici? Dico, possibile che i cattolici, dai vertici alla base, non percepiscano la doppiezza di queste difese d’ufficio?

Possibilissimo.

Per questo giro volentieri le domande di rosalucsemburg, che cattolica non è, ai cattolici italiani.

E’ diventata una bandiera, quel simbolo che volete imporre. Non vi offende questo? Non vi offende che quella croce – simbolo per voi di redenzione e di sacrificio diventi una sorta di “spada etnica”? Non vi turba che sia uno strumento invece che di amore di offesa, invece che di sacrificio di violenza? Non vi preoccupa che il messaggio universalista sia imposto come manifesto di identità, non da scegliere ma da subire? Che sia accostato alle “tradizioni” nostrane, al pari della tarantella o della amatriciana? Non pensate che questa serrata identitaria impoverisca di significato, invece che approfondirlo, quel simbolo che sostenete di amare?

Sono buone domande, secondo me.

Ubuntu

Monday, November 2nd, 2009

— Mezz’oretta per scaricarlo dall’apposito sito e trasferirlo su CD-ROM.
— Mezz’oretta per farci un giro di prova senza installarlo, direttamente da CD.
— Mezz’oretta per installarlo, connettermi alla wireless di casa e via andare.

Il tutto su un portatile del 2002 che stavo per consegnare alla più vicina stazione ecologica, perché con Windows XP la mezz’oretta passava fra l’accensione e il momento in cui il lancio di un’applicazione qualsiasi poteva avere qualche speranza di successo.

Con Ubuntu il vecchietto si avvia in un minuto scarso, pronto a scattare in rete o dov’altro l’utente preferisca andare per dedicare il proprio tempo al cazzeggio o al lavoro o alla produzione di nuovi sistemi filosofici o alla creazione di versi imperituri o quant’altro.

Son cose che aiutano a guardare con un po’ di ottimismo il futuro del genere umano.

E il negazionismo fa male al portafoglio

Friday, October 23rd, 2009

AmEx ha tolto a David Irving la possibilità di accettare carte American Express da chi vuole acquistare la sua paccottiglia negazionista, e con una motivazione inequivocabile: “The materials that he sells on his website are not consistent with the brand policies that we have in our merchant agreement” (in altre parole, non vogliamo essere associati a gente che vende schifezze).

David Irving nel 2000 citò Deborah Lipstadt per diffamazione davanti a una corte inglese, e perse la causa. Nelle motivazioni della sentenza il giudice lo definì negazionista, antisemita e vicino ad ambienti di estrema destra e neonazisti.

Auguro di tutto cuore a David Irving che tutti gli istituti finanziari seguano l’esempio di American Express, che egli si riduca a vendere i suoi libri porta a porta in cambio di una ciotola di riso, e che riceva come risposta standard sonore raffiche di pedate nel culo.

Potrebbe sostituire quel «Mi assumo la responsabilità» che sa tanto di «La ragazza ha fatto una cazzata ma io che ho le spalle larghe la copro» con un più consono «Il servizio l’ha firmato l’ultimo anello della catena alimentare ma ovviamente era rivisto aggettivo per aggettivo da me, ché qui magari ogni tanto ne sbagliamo una ma mica affidiamo i pestaggi a una ragazzina, dai, su, per chi ci avete preso»? Così, per non aver l’aria di quello che scarica il guaio sull’ultima povera crista che ha fatto i compiti richiesti

Wednesday, October 21st, 2009

Questa è la prima delle nove domande non particolarmente giornalistiche che Guia Soncini ha rivolto a Claudio Brachino in seguito alla toppa penosa con cui il Brachino medesimo tentò maldestramente di coprire quella gran porcata che fu il pestaggio mediatico del giudice Mesiano trasmesso da una rete televisiva controllata dal soggetto condannato da quello stesso giudice a sborsare settecentocinquanta milioni di euro di danni. Nove domande tutte da leggere (via Distanti saluti).

Giornalismo di qualità

Monday, October 19th, 2009

Shockdom sul killeraggio mediatico del giudice Mesiano

Albo su Shockdom, via Pensieri spettinati.

Cattive domande

Thursday, October 15th, 2009

In questo articolo del Giornale a firma Renato Farina — ex-giornalista e oggi parlamentare del PdL — si legge:

Per me uccidere una persona è il delitto peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?

Farina si riferisce alla legge sull’omofobia presentata dalla deputata PD Anna Paola Concia e respinta ieri dalla Camera, dove con i voti di PdL (con una decina di eccezioni), dell’UdC e di Paola Binetti del PD è passata la pregiudiziale di incostituzionalità. (L’articolo è del 12 ottobre, il giorno prima della bocciatura, ma si riferisce esplicitamente a quella proposta di legge).

La frase di Farina è un ottimo esempio dei meccanismi di rimozione e negazione ai quali ricorrono i razzisti di ogni specie, inclusi gli omofobi, per rendere accettabile a sé medesimi l’odio che nutrono verso i loro simili.
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La geniale politica di marketing di Paravia

Tuesday, October 13th, 2009

tratto da: http://old.demauroparavia.itOrmai tutti sanno che il buon vecchio De Mauro online, il dizionario italiano più cliccato della rete, non è più disponibile. L’editore Paravia spiega laconicamente che l’opera non è più in linea “perché è fuori catalogo”.

Bella cazzata.

Chiudendo il sito l’editore ha fatto fuori una risorsa pubblicitaria gratuita e formidabile: molte persone in tutto il mondo sanno che Paravia è un editore solo perché usano il dizionario online. Senza contare che, grazie alla lungimiranza di Paravia, chi ha bisogno di consultare un vocabolario italiano in rete si rivolgerà inevitabilmente alla concorrenza.

Quindi, per premiare la geniale politica di marketing di Paravia, ecco nome e indirizzo di qualche valido concorrente:

Garzanti Linguistica (previa registrazione gratuita)
Treccani Online
Sabatini Coletti, Gruppo RCS
Aldo Gabrielli, Hoepli

In rete si può firmare una petizione per il ripristino del De Mauro. L’editore non se lo merita, ma io ho firmato.

Quel che disse John Locke sulla bocciatura del lodo Alfano e sulle conseguenti rosicate isteriche di tutto il circo Silvio

Thursday, October 8th, 2009

Qui John Locke aveva manifestato la sua opinione su quel pateracchio incostituzionale noto sotto il nome improprio di Lodo Alfano.

John Locke, Secondo trattato sul governo, 1689.

163. (…) Il popolo non ha tolto al principe nulla che gli spettasse di diritto, ma ha solo dichiarato che quel potere che esso ha lasciato nelle sue mani, o nelle mani dei suoi antenati senza fissarne i limiti perché fosse esercitato per il loro bene, non era una cosa che si intendeva fosse usata in altro modo. Poiché il fine del governo è il bene della comunità, qualunque cambiamento sia introdotto in vista di quel fine non può essere un’usurpazione nei confronti di alcuno: nessuno infatti nel governo può avere un diritto che tenda ad altro fine. Sono usurpazioni solo quelle che pregiudicano o ostacolano il bene pubblico. Chi dice altrimenti parla come se il principe avesse un interesse distinto e separato dal bene della comunità, e non fosse istituito in vista di esso, il che è la fonte e la radice dalla quale sorgono quasi tutti i mali e i disordini che affliggono i governi monarchici. E, invero, se le cose stanno così, il popolo sotto il suo governo non è una società di creature razionali entrate in comunità per il loro reciproco bene: non sono uomini che hanno posto dei governanti sopra di sé per salvaguardare e promuovere il bene comune, ma devono essere considerati come un gregge di creature inferiori sotto il dominio di un padrone, che le tiene e le sfrutta per il proprio piacere e profitto. Se gli uomini fossero così privi di ragione e così bruti da entrare in società a tali condizioni, la prerogativa potrebbe essere ciò che alcuni uomini vorrebbero che fosse: un potere arbitrario di fare cose dannose per il popolo.

[Tratto da: Jonh Locke, Due trattati sul governo, a cura di Brunella Casalini, Pisa 2006]

Surrealismo burocratico

Tuesday, October 6th, 2009

una domanda del questionario ESTA, tratto da: https://esta.cbp.dhs.gov/esta/esta.htmlCome tutti sanno, ma forse anche no, per entrare negli Stati Uniti d’America bisogna compilare un questionario in cui si susseguono a ritmo incalzante domande del tipo «Ha mai fatto abuso di droghe o è mai stato tossicodipendente?», «Ha mai trattenuto o detenuto un minore, sottraendolo alla custodia di un cittadino statunitense al quale il bambino era stato affidato legalmente?», «È stato in passato, o è ora, coinvolto in attività di spionaggio o sabotaggio, o in azioni terroristiche?». A ciascuna domanda la mente e il corpo del malcapitato turista producono il seguente blocco simultaneo di pensiero e azione:

A) Rispondere meccanicamente NO, pur non cogliendo appieno il significato della questione;
B) Chiedersi con isterica ilarità chi è il genio che ha partorito un simile capolavoro di surrealismo burocratico;
C) Provare la netta sensazione che qualcuno lo stia trattando da perfetto idiota e
D) Domandarsi, non senza un intimo ghigno beffardo, cosa succederebbe a rispondere SÌ a una o più domande.

Quanto alla D), la propensione USA al grottesco amministrativo, peraltro candidamente pubblicato in rete, consente di formulare una cauta ipotesi.

Nel dipartimento del tesoro statunitense c’è un ufficio, l’OFAC, che secondo la breve presentazione del suo sito «amministra e attua le sanzioni economiche e commerciali basate su obbiettivi di politica internazionale e di sicurezza degli Stati Uniti contro specifici regimi e stati stranieri, terroristi, trafficanti internazionali di droga, persone coinvolte in attività collegate alla proliferazione di armi di distruzione di massa, e altre minacce alla sicurezza nazionale, alla politica estera o all’economia degli Stati Uniti».

Ecco, chissà, forse chi per disperazione o per divertimento risponde di essere un feroce terrorista o un fanatico delle sostanze psicotrope finisce negli elenchi dei sanzionati dell’OFAC, fra società cubane di import/export, organizzazioni diversamente umanitarie e privati cittadini, ma anche, per non farsi mancare proprio niente, in compagnia della «’NDRANGHETA ORGANIZATION, Italy» citata in questa lista, chissà perché senza indirizzo e codice fiscale, dati argutamemte omessi, suppongo, da quel boss distratto ma prudente che una volta, in vista di un viaggio d’affari a Chicago o a Los Angeles, a domanda rispose «SÌ, certo che sto cercando di entrare negli Stati Uniti per partecipare ad attività immorali o criminali», e aggiunse con malcelata irritazione «Perché, non si vede? E allora che me lo chiedi a fare?»

La marchesa uscì alle cinque

Tuesday, September 29th, 2009

John Everett Millais, The Marchioness of Huntly, 1870, tratto da: http://hoocher.com/John_Everett_Millais/John_Everett_Millais.htmIl fatto è un’astrazione, diceva Antonio Pizzuto, con ciò intendendo che la realtà non è un oggetto definito e dotato di confini, proporzioni, relazioni precise con altri oggetti, bensì un flusso continuo in cui nulla accade entro contorni esatti, ma dove, al contrario, tutto scorre e trascorre senza interruzioni o cesure. E proseguiva sostenendo che i fatti si raccontano, mentre la realtà si narra, dove narrare significa avvicinare il più possibile la scrittura all’inafferrabile flusso vitale, mentre raccontare significa compilare documenti statici e freddi. (Il tutto qui molto riassunto, ma l’originale è disponibile in A.Pizzuto, Le lezioni del maestro, Scheiwiller 1991, pagg. 37 e seguenti).

Per ottenere un fatto occorre ingabbiare un periodo lungo a piacere di quel flusso indefinito entro due date, anche coincidenti, due momenti arbitrari che segnano un inizio e una fine, e che definiscono al contempo ciò che precede e ciò che segue. La marchesa uscì alle cinque è un fatto (e quindi, pizzutianamente, un racconto). Per quanto possa sembrare paradossale, per rappresentare un fatto occorre fare violenza alla realtà, violentare la sua essenziale continuità facendola letteralmente a pezzi. La rappresentazione di un fatto è quanto di meno realistico si possa immaginare, e tuttavia il fatto è il nume tutelare di qualsivoglia realismo: atteniamoci ai fatti; fatti, non parole; la gente vuole i fatti; sono tutti slogan di chi si dichiara realista in politica.
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E l’antisemitismo fa male alla carriera

Wednesday, September 23rd, 2009

Farouk Hosni — quello che voleva bruciare i libri israeliani conservati nella biblioteca di Alessandria — è stato felicemente trombato:

PARIGI – Contestatissimo e accusato di antisemitismo, Faruk Hosni ha perso la corsa alla direzione dell’Unesco. Dopo cinque giorni di votazioni al cardiopalma è stato battuto sul filo di lana dalla bulgara Irina Bokova, diventata la candidata dei molti paesi che ritenevano inaccettabile l’elezione del ministro della Cultura egiziano.

(Due buone notizie in appena otto giorni. Che siano indizi di un’imminente svolta epocale? mah, boh, speriamo)