Lettera aperta di Armando Adolgiso a Stefano Boeri, assessore alla cultura del comune di Milano, per sollecitare un sostegno anche economico al benemerito Centro Studi Giorgio Manganelli. Spero che non resti lettera morta.
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Per il centro studi Giorgio Manganelli
Tuesday, September 6th, 2011Un sogno comune da realizzare
Tuesday, August 2nd, 2011di Lietta Manganelli
Da tempo stavo pensando a un raduno di manganelliani. Un fine settimana durante il quale studiosi, studenti, amanti e appassionati di Manganelli a qualsiasi titolo e livello, potessero incontrarsi, conoscersi, scambiarsi pareri e conoscenze, visionare trasmissioni televisive ormai storiche, ascoltare trasmissioni radiofoniche spesso dimenticate, insomma un incontro durante il quale ognuno possa raccontare il “suo” Manganelli.
Molte sono state le risposte positive che mi hanno spinto a cercare di realizzare concretamente questo progetto.
Dalla fine di Agosto un esperto del settore si occuperà di reperire una location a costo zero. Ora però è necessario conoscere il numero delle adesioni, per poter iniziare a programmare il tutto.
Se vi interessa, se volete partecipare, inviate una e-mail all’indirizzo manganelli@delam.it. Sarete contattati personalmente.
Grazie.
Lietta Manganelli
Intervista a Lietta Manganelli
Tuesday, July 12th, 2011Lo scrittore Angelo Ricci intervista Lietta Manganelli.
“La letteratura occupava, nella vita di Manganelli, una posizione di primissimo piano. Di difesa verso un mondo, quello delle emozioni, che lo turbava profondamente. Avrebbe potuto vivere senza rapporti umani, mai senza letteratura”.
O io sono stupido, o c’è un malinteso
Tuesday, June 14th, 2011Giovedì 16 giugno alle ore 17,30 nella Casa del Manzoni in via Morone 1 a Milano, si festeggia la ripresa delle pubblicazioni di «AUTOGRAFO», la rivista fondata da Maria Corti, in occasione dell’uscita del numero 45 dedicato a Giorgio Manganelli.
Intervengono i direttori della rivista Maria Antonietta Grignani e Angelo Stella con Mario Barenghi, dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, e Gian Luigi Beccaria, dell’Università di Torino e presidente del Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia.
Ingresso libero fino a esaurimento posti 02 86460403
***
Torna a uscire la celebre rivista fondata da Maria Corti con un volume dedicato a Giorgio Manganelli a vent’anni dalla scomparsa avvenuta a Roma nel 1990: saggi di Salvatore Silvano Nigro, Clelia Martignoni, Florian Mussgnug, Viola Papetti, Andrea Cortellessa, Maria Rosa Bricchi, Filippo Milani e Sara Lonati, con ricordi di Maria Corti, Lietta Manganelli, Lea Vergine e con sorprendenti appunti critici inediti, (da Cicerone a Fedro a Pratolini e Kafka: «Dopo aver letto America mi chiedo come si possa “interpretare” un libro di cui manca la conclusione… O io sono stupido, o c’è un malinteso») e un articolo disperso su Poe del 1948: «Per quanto tragica e folle, la terra di Poe è ancora affollata di angeli».
Abbonamento annuale alla rivista: euro 30
www.interlinea.com/autografo
0321 612571
Smartmanga
Monday, May 23rd, 2011Il sito del centro studi Giorgio Manganelli da oggi è disponibile per telefoni cellulari, tablet e PC con schermo piccolo a questo indirizzo: http://manganelli.altervista.org/mobile. Con Android va che è un piacere, e veder scorrere le copertine dei mangagnifici libri sullo schermino dello smartphone è una bella esperienza.
Dentro il cartone
Wednesday, May 4th, 2011Venerdì 6 maggio alle ore 21 presso la libreria Modo Infoshop di Bologna (Via Mascarella, 24/b), inaugurazione della mostra “Dentro il cartone” di Nicoletta Calvagna. Ugo Cornia legge pagine di Giorgio Manganelli. (via Gianfranco Mammi).
Interviste impossibili
Friday, April 8th, 2011Il Gruppo Archeologico Bolognese in collaborazione con il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta
LE INTERVISTE IMPOSSIBILI
Giorgio Manganelli intervista Tutankhamon
di Giorgio Manganelli
Tutankhamon è interpretato da Marco Mengoli
Giorgio Manganelli è interpretato da Davide Giovannini
Introduce l’intervista Barbara Faenza
Martedì 12 Aprile 2011 ore 21
Museo Civico Archeologico
Sala del Risorgimento
Via de’ Musei 8 Bologna
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Il suo corpo come una mappa
Monday, March 7th, 2011Dal risvolto dell’imminente prossimo libro di Giorgio Manganelli:
Avventurandosi in questa silloge di scritti inediti, stesi fra il 1940 e il 1982, chiunque credesse di conoscere Manganelli dovrà ricredersi, giacché l’intera sua produzione risulta illuminata come da una luce radente — quella che emana da un laboratorio segreto e traboccante di sorprese. A partire dal tenebroso racconto che dà il titolo al volume:
«M’ero disegnato il suo corpo come una mappa, con vene di strade e arterie di ramblas e avenues carotidee e i crescentes capezzolati e le esedre genitali».
***
Giovedì, 31 marzo 2011, ore 18.00
Presentazione del volume postumo di:
GIORGIO MANGANELLI, Ti ucciderò, mia capitale
a cura di SALVATORE SILVANO NIGRO
Adelphi, Milano 2011.
Saranno presenti Salvatore Silvano Nigro (curatore del volume) ed Ermanno Paccagnini.
Coordina Armando Torno
Sala XXIII della Pinacoteca Ambrosiana
Entrata da Piazza Pio XI, 2 – Milano
Per informazioni, 02 725731
Cento disegni per Centuria
Saturday, February 19th, 2011Per informazioni:
Istituzione Biblioteca Classense, Via Baccarini 3, 48121 Ravenna.
Tel 0544 482112 — segreteriaclas@classese.ra.it — www.classense.ra.it
Paolo della Bella in Wikipedia.
PRESENTAZIONE della mostra (Dal sito di Paolo della Bella)
di Carlo Tossi
«Ho l’impressione che i racconti di Centuria siano un po’ come i romanzi cui sia stata tolta tutta l’aria. Ecco: vuole una mia definizione del romanzo? Quaranta righe più due metri cubi d’aria. Io ho lasciato solo le quaranta righe: oltretutto occupano meno spazio, e lei sa bene che con i libri lo spazio è sempre un problema enorme».
Questa citazione di Giorgio Manganelli, Paolo della Bella ce l’ha scolpita in testa e l’accompagna da molto tempo in tutte le sue elucubrazioni artistiche; per lui, non a caso amante dei racconti più che dei romanzi, togliere l’aria non vuol dire necessariamente togliere il superfluo, convinto com’è che esista anche un superfluo necessario. Manganelli, sostiene della Bella con inconsueta risolutezza, ha tolto sì l’aria, ma solo quella cattiva: l’aria che asfissia… il lettore! Perché allora non “usarli” questi racconti fatti di sola aria balsamica, si è detto; e, proprio come Manganelli, si è imposto il formato (22×31,7). «Avevo per caso molti fogli da macchina leggermente più grandi del normale, – è sempre Manganelli che parla – e mi è venuta la tentazione di scrivere sequenze narrative che in ogni caso non superassero la misura di un foglio: è un po’ il mito del sonetto, cioè di una struttura rigida e vessatoria con la quale lo scrittore deve necessariamente misurarsi. Ma il fascino è tutto qui: in un tipo di scrittura che ti obbliga all’essenziale, che ti costringe a combattere contro l’espansione incontrollata. Insomma credo che se non avessi avuto quei fogli non sarei mai riuscito a scrivere questo libro».
Cento disegni per Centuria. Questa mostra non nasce per caso, anche se il caso gioca la sua parte, come direbbe Dubuffet; l’idea di farsi trascinare dai racconti di questo splendido libro, pieno di stimoli, di sollecitazioni e provocazioni, era troppo seducente e lusinghiera per un disegnatore, anch’esso anomalo, paradossale e, perché no, oserei dire manganelliano. Paolo della Bella non ha e non ha voluto illustrare i racconti, è un compito che non gli compete, lui non rappresenta, ma interpreta. D’altra parte non si trattava di fare un’operazione editoriale, che so un “libro parallelo” bensì una mostra, anche se una mostra di disegni tratti o ispirati da un libro di racconti assurdi, surreali, fantastici; scritti da «uno scrittore che non assomiglia a nessun altro, inconfondibile in ogni sua frase, un inventore inesauribile e irresistibile nel gioco del linguaggio e delle idee», come scrive Italo Calvino nell’introduzione all’edizione francese di Centuria datata 1985. Paolo della Bella che ha letto Manganelli, che lo ha “consultato”, perché credo che Manganelli sia un autore anche da consultare, ha per Centuria una venerazione particolare; questi cento piccoli romanzi fiume lo hanno ispirato, guidato e “ossessionato” con la loro verità menzognera, la loro stravagante bizzarria. Questi disegni, altrettanto menzogneri e apparentemente incoerenti, rappresentano, proprio come i racconti, la sintesi tra l’essenziale e la ricercatezza; tra la spontaneità e la costrizione. Tuttavia, anche per la natura stessa dei racconti, essi non hanno influito direttamente e/o necessariamente sui disegni, ma si sono insinuati nella coscienza critica, nella personalità, di questo curioso e stravagante artista. Egli ci racconta che dopo aver letto, anni fa, e riletto, di recente, proprio per predisporsi a questa impresa, Centuria, di averlo poi chiuso e, alla maniera di Paul Klee (scusatelo forse si è lasciato un po’ prendere la mano), ha «chiuso [anche] gli occhi per vedere»!
Pubbliche amnesie
Monday, January 3rd, 2011La stessa Lietta, lamenta giustamente in un suo intervento (…) che se l’apparato pubblico s’è dimostrato tanto distratto, non è venuta da parte dei privati troppa partecipazione. E conclude — comprensibilmente sfiduciata — che questo potrebbe in parte dare ragioni agli amministratori tanto dimentichi. Elegante pensiero, ma le cose non stanno così. I soggetti privati “possono” prestare ascolto, i soggetti pubblici “devono”.
(Tratto da una nota di Armando Adolgiso sulla smemoratezza delle istituzioni culturali nel ventesimo anniversario della morte di Giorgio Manganelli. Da leggere.)
Pubblico e “privato”
Saturday, December 18th, 2010[ricevo e pubblico. lt]
Mi accingevo a stendere un bilancio sul coinvolgimento pubblico alle “scommemorazioni” per i venti anni dalla morte di mio padre, Giorgio Manganelli, quando sono rimasta idealmente con la penna a mezz’aria.
Certo le amministrazioni pubbliche hanno fatto qualcosa, non lo nego: il “Cantiere Manganelli 2” a Roma, che anche se ridimensionato più volte in corso d’opera per mancanza di fondi, alla fine è risultato coinvolgente e interessante.
“La scommemorazione” presso l’Università di Pavia, a cura del Centro Manoscritti, con il suo apporto di studiosi manganelliani “storici” e non, ha presentato un panorama che più completo non si poteva, e ha registrato un “tutto esaurito” di pubblico.
Certo si poteva (e si potrebbe) fare ancora molto, se è vero, come si dice, che Manganelli è uno dei maggiori scrittori del Novecento… Ma a questo punto mi sorge spontanea una domanda: “Perché mai il “pubblico” dovrebbe impegnarsi economicamente per sostenere una iniziativa che al “privato” non interessa assolutamente?”
Mi spiego meglio: E’ girato in rete un mio appello per far sì che il nascente (o meglio, il non nato) Centro Studi Manganelli potesse continuare la sua attività di studio e di ricerca a favore di studiosi e di studenti, persone che in questi anni hanno usufruito delle attività del Centro stesso. Si chiedeva un minimo impegno personale economico, in modo che l’attività non pesasse tutta sulle spalle di una persona sola, che se prima, sia pure con fatica, poteva far fronte, ora non è più in grado di farlo.
La risposta? 6 persone, sì avete letto bene, sei.
A questo punto mi chiedo: per quale motivo il pubblico dovrebbe investire su delle iniziative che interessano a un così esiguo numero di persone? Che senso avrebbe? Potrebbe venir accusato, e nemmeno a torto, di sperperare il denaro pubblico!!!
Certo da un lato non mi meraviglia: è un costume italiano pensare che lo Stato debba fare e provvedere anche a quello che nessuno chiede, ma forse in questo caso un po’ di movimento dal basso, da quella che politicamente si chiama la “base”, avrebbe potuto convincere il “pubblico” che forse non sarebbero stati soldi sprecati. Bene questo movimento non c’è stato.
Una piccola e semplice considerazione: il sito di mio padre conta di più di 800 visitatori, sarebbe bastato che la metà di questi avesse contribuito con 50 euro ciascuno, per dare ossigeno al Centro e permettere la realizzazione di tutte quelle attività che erano state programmate o forse solamente sognate.
Temo a questo punto di dover, mio malgrado, dare ragione al ministro Tremonti: “Con la cultura non si mangia” E noi aggiungiamo, senza tema di smentita: “Se con la Divina Commedia non ci si mangia, con Manganelli non si beve nemmeno il caffè”.
Domanda epocale
Monday, December 6th, 2010Quando di me si sia fatto il catalogo dei liquami, e il censimento dei vermi, e il contrappello delle pelurie, che mai resterà di cui discorrere?
[G.Manganelli, Discorso sulla difficoltà di comunicare con i morti, in Agli dei ulteriori, Einaudi 1972, pag. 133]
Mangagenda
Saturday, November 27th, 2010Scheda della mostra
sedizioni, tel. 02 720 000 55, citofono10@me.com
E inoltre:
Presentazioni bolognesi dell’Album fotografico di Giorgio Manganelli, Quodlibet 2010:
Venerdì 3 dicembre, ore 18, Libreria delle Moline, Via delle Moline 3
Presenta Lietta Manganelli con Jean Talon e Filippo Milani
Venerdì 3 dicembre, ore 21, Spazio Bartleby, Via san Petronio Vecchio 30/a
Presenta Lietta Manganelli con Ermanno Cavazzoni e Filippo Milani
Una vertigine geometrica
Saturday, November 13th, 2010[Pericoli, Giorgio Manganelli, 1986, china su carta 35×28 cm, tratto da Tullio Pericoli, Woody, Freud e gli altri, Garzanti 1988]
Un libro non si legge; vi si precipita; esso sta, in ogni momento, attorno a noi. Quando siamo non già nel suo centro, ma in uno degli infiniti centri del libro, ci accorgiamo che il libro non solo è illimitato, ma è unico. Non esistono altri libri; tutti gli altri libri sono nascosti e rivelati in questo. In ogni libro stanno tutti gli altri libri; in ogni parola tutte le parole; in ogni libro, tutte le parole; in ogni parola, tutti i libri. Dunque questo «libro parallelo» non sta né accanto, né in margine, né in calce; sta «dentro», come tutti i libri, giacché non v’è libro che non sia «parallelo».
[Giorgio Manganelli, Pinocchio, un libro parallelo, Einaudi 1977, pag. 101]
[Qui termina la parte essenziale del post. Segue postilla]
Immagine vertiginosa, questa di Manganelli, ma è una vertigine non ignara di geometria, sebbene si tratti di una geometria imparentata con l’allucinazione. Immaginare una figura geometrica dotata di infiniti centri — e tale da contenere infinite figure parallele che a loro volta la contengono — è un’impresa da spaccarsi la testa. Eppure basta leggere due o tre libri per sentire verosimile questa rappresentazione della lettura, esperienza appunto vertiginosa, infinita caduta in un precipizio (un libro non si legge; vi si precipita), ma non priva di una sua geometrica esattezza.
Il precipizio è immobile. Il libro, infatti, sta, e come il libro stanno le parole, mentre il lettore è (quando siamo non già nel suo centro…). Il sistema universale che contiene tutti i suoi simili è immobile, ma predisposto per accogliere il moto del lettore in caduta. Si noti infine che il contenuto del libro comprende il lettore che vi precipita dentro. Durante la caduta il lettore occupa di volta in volta uno degli infiniti centri del libro — centri che supponiamo essere parole, spazi tra parola e parola e tra riga e riga, segni di interpunzione, pagine e margini — e da ognuna di queste posizioni provvisoriamente centrali il lettore ha accesso non solo al libro intero, ma a «tutti gli altri libri», cioè a quella parola che di questi tempi è pericolosissimo pronunciare: letteratura.
Abbiamo dunque un universo immobile e infinitocentrico, quindi infinitamente periferico, poiché ogni centro implica una periferia. Il libro, infatti, «sta, in ogni momento, attorno a noi». Il libro è costantemente periferia del lettore precipitante. La periferia è un luogo inafferrabile; «sta attorno», e una volta raggiunta non è più periferia, ma centro. Abitare in periferia è un paradosso, perché la periferia è irraggiungibile, quindi inabitabile. Il lettore non può abitare nel libro, ma solo essere costantemente e infinitamente al suo centro. E in questo essere si annida il mistero della lettura.
La visione di Manganelli è un rovesciamento totale del modo in cui la lettura viene comunemente intesa. Quante volte, lettore, ti sarà capitato di sentirti dire che un libro va capito, che un testo va compreso? Comprendere e capire sono verbi che suggeriscono un’azione di contenimento. Secondo questa lezione diffusa e, ahimè, completamente irragionevole, il lettore dovrebbe contenere il libro, esserne margine e periferia, fornirlo di confini. Ma il libro, avverte Manganelli, è «illimitato» e non tollera contenitore diverso da «tutti gli altri libri». Non si può capire un libro ma solo essere capiti dal libro. Non si può comprendere un testo, o una parola, ma solo esserne compresi. Non si può leggere, ma solo essere letti. In questo senso il mistero della lettura è tutto in quell’essere nel libro.
In realtà ci sarebbe un modo per capire i libri, per comprenderli: diventare libro, rinunciare alla cara figura antropomorfica che tanto amiamo contemplare allo specchio e trasmutarci in volumi rilegati o brossure o rotoli ricoperti di scrittura. Solo un ipotetico lettore-libro può contenere tutti i libri, capirli e comprenderli. Il lettore disposto ad affrontare questa metamorfosi è destinato a riempire di sé medesimo gli scaffali di molte librerie.
Giorgio Manganelli
Monday, November 8th, 2010Il 28 maggio 1990, vent’anni e rotti fa, moriva, ohimè!, il massimo fool d’ogni tempo delle patrie lettere: Giorgio Manganelli. Il giorno della sua morte coincide con il compleanno del mio migliore amico dell’adolescenza. Il giorno della sua nascita, il 15 novembre, coincide con il giorno in cui io nacqui, esattamente quarant’anni dopo di lui. Combinando il giorno della sua e della mia nascita e l’anno della sua morte, il 1990, si ottiene la data di morte di mio padre, amaro regalo di compleanno. Poi dicono che le cose accadono per caso.
Oggi, cioè ieri (il tempo manganelliano, si sa, ignora la diacronia), il mio amico Armando Adolgiso ha dedicato al nostro un servizio doppio sul suo quotidiano Cosmotaxi, che comprende un rapido e sapido botta e risposta con Lietta Manganelli, figlia del Mangagnifico e infaticabile curatrice della sua opera. Fiondatevi al succitato link per saperne di più.
L’opera più che meritoria di Lietta Manganelli oggi rischia di soccombere per mancanza di fondi. Ne ho già parlato, quindi sono titolato a replicare il messaggio fino alla noia: lettori di Giorgio Manganelli, allentate OGGI i cordoni della borsa! Se non volete che l’opera di recupero e conservazione di scritti manganelliani debba cessare per mancanza di fondi, sganciate OGGI il vostro obolo su uno dei seguenti conti, entrambi intestati a Manganelli Amelia Antonia:
— Conto corrente bancario: Cassa di Risparmio di Firenze, filale 5024 Navacchio (Pisa), IBAN: IT77 Z061 6070 9510 0000 0004 248
— Carta Postepay: 4023 6004 5085 3959
E se non avete voi il pekulio necessario, parlatene in giro, in rete e fuori. Qualche oscuro angelico mecenate vi ascolterà.