Era una notte di luna piena. Incipit alquanto banale, ne convengo, ma che altro si può dire di una notte di luna piena se non che era una notte di luna piena? Certo, uno scriba di solido mestiere e regolarmente iscritto al sindacato cercherebbe e forse troverebbe soluzioni più eleganti. Che so, potrebbe sostenere che la tenebra notturna cedeva il passo al fulgore pieno e rotondo di Selene; oppure potrebbe concentrarsi su un sasso, un timido sasso abitualmente grigio che, sfavillando come un diamante, proiettava un’ombra nerissima sulla sabbia candida di luce. Questi o altri artifizi aiuterebbero senz’altro lo scriba a guadagnare fama e recensioni positive, ma non cambierebbero di una virgola la nuda realtà dei fatti, ovvero che senza alcun dubbio era una notte di luna piena.
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