Archive for November, 2005

Accepire le ripetizioni come delle appassionate anafore

Friday, November 4th, 2005

Scritti corsariLa lettura lenta può vantare augusti antenati. Gli antichi rètori, per esempio, mandavano a memoria lunghe e complesse orazioni fin nei minimi particolari, inclusi i gesti del corpo e l’intonazione della voce, leggendo e rileggendo i testi fino a inciderli nella mente, predecessori inconsapevoli dei libri viventi che Ray Bradbury immaginò in Fahrenheit 451. Ma non occorre andare così lontano. Quella che qui ti offro, o internauta che ti muovi con passo da centometrista, è un’accorata esortazione alla lettura lenta di quel poeta che in questi giorni è in odore di laica santificazione.

«La ricostruzione di questo libro è affidata al lettore. È lui che deve rimettere insieme i frammenti di un’opera dispersa e incompleta. È lui che deve ricongiungere passi lontani che però si integrano. È lui che deve organizzare i momenti contraddittori ricercandone la sostanziale unitarietà. È lui che deve eliminare le eventuali incoerenze (ossia ricerche o ipotesi abbandonate). È lui che deve sostituire le ripetizioni con le eventuali varianti (o altrimenti accepire le ripetizioni come delle appassionate anafore).
Ci sono davanti a lui due "serie" di scritti, le cui date, incolonnate più o meno corrispondono: una "serie" di scritti primi, e una più umile "serie" di scritti integrativi, corroboranti, documentari. L’occhio deve evidentemente correre dall’una all’altra "serie". Mai mi è capitato nei miei libri, più che in questo di scritti giornalistici, di pretendere dal lettore un così necessario fervore filologico. Il fervore meno diffuso del momento.» (Pier Paolo Pasolini, nota introduttiva a Scritti corsari, 1975).

Il poeta usa qui un tono alquanto perentorio: per ben cinque volte ripete che il lettore deve compiere azioni necessarie, per poi giungere a pretendere da lui niente meno che fervore filologico. E quel fervore non implica forse il sesto dovere, quello che riassume tutta l’etica lettoria che il poeta pretende? E come chiamare questo dovere, se non il dovere di leggere con prudente lentezza?

Contro la scrittura creativa

Thursday, November 3rd, 2005

Scrittura creativaO navigatore errabondo e tendenzialmente dispersivo, concediti una breve sosta e fissa la tua attenzione sulla locuzione scrittura creativa.

L’unione in apparenza casta di quel sostantivo con quell’aggettivo è in realtà un accoppiamento innaturale e sfortunatamente non toccato dalla grazia dell’impotentia generandi. Il sostantivo preso di per sé solo, infatti, altro non definisce se non il graffiare del pennino o l’incidere dello stilo, attività prettamente umana e affatto innocua, com’è innocua la concia delle pelli o la trebbiatura del grano. Parimenti innocuo è l’aggettivo quando s’accompagna a sostantivi votati all’astrazione, quali fenomeno o atto, ma in compagnia di termini più prossimi alla terrigna concretezza della materia rivela un’insospettabile inclinazione alle più turpi perversioni.

Egli sa di appartenere alla nobile schiatta delle parole elevate, ma forse proprio per questo va in cerca di relazioni piccanti e deplorevoli con termini di più bassa estrazione sociale per procurarsi il piacere del frutto proibito, non tenendo conto delle conseguenze deleterie che derivano da ciò che egli considera innocenti scappatelle. Perché, vedi, l’espressione scrittura creativa potrebbe ancora essere tollerabile e addirittura divertente, se non creasse terreno fertile per abusi gravissimi.

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La morte dell’autore

Wednesday, November 2nd, 2005

EpigrafePer la parte cattolica della nostra società il 2 novembre è il giorno della commemorazione dei fedeli defunti, memoria che segue a ruota la festa di ognissanti, restando in certo qual modo contagiata dalla gaiezza che tutti – cristiani o meno – associano ai giorni di festa. Dal punto di vista della religione cristiana, poi, la morte non rappresenta soltanto la fine della vita terrena, ma soprattutto l’inizio della vita eterna. A maggior ragione, pertanto, la commemorazione dei defunti, pur non essendo strictu sensu una festa, non è nemmeno giorno di mestizia e di doglianza.

Qual giorno migliore di questo, dunque, per celebrare tutti assieme, noi lettori più o meno lenti, la gloria sempiterna degli autori passati, e in particolar modo di quelli trapassati?

Anche in letteratura, infatti, la morte dell’autore non segna soltanto un termine, una fine definitiva, ma anche l’inizio di una stagione nuova per i testi che il defunto letterato ha consegnato alla posterità.

Per noi italiani, poi, il 2 novembre è anche l’anniversario (quest’anno il trentennale) della dipartita di un grande autore che non nomino, onde non mescolare questo mio scanzonato divagare con gli innumerevoli attestati di stima e di seria commemorazione che in questi giorni inondano la regione letteraria della blogosfera nazionale.

Alla luce di codeste fauste coincidenze, proclamo senz’altro il 2 novembre festa mondiale degli autori defunti, e lascio a te, lettore blogghico insanamente frettoloso, il piacere di unirti alla gioiosa ricorrenza leggendo con doverosa lentezza quanto segue.

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