Qui fuori, fra le molte cose che si manifestano ai miei sensi, ce n’è una che fatico a comprendere e a descrivere, tanto da sentirmi obbligato a dubitare della sua presenza. Mi accorgo che desidero conoscere appieno il senso e gli effetti di codesto dubitare, e questo desiderio mi suggerisce – con tono amichevolmente perentorio – di rimandare il tentativo di identificare l’oggetto del dubbio, per riflettere un poco sulla parola presenza.
Essere presente significa essere al cospetto di qualcuno, essere manifesto, concreto, tangibile, corporeo, percepibile, evidente, ostentato, affrontabile. Una presenza è qualcosa con cui posso intavolare una discussione o una contesa o una colluttazione, qualcosa a cui posso in qualche modo applicare la preposizione contro: posso scagliarmi contro un muro, posso argomentare contro un’idea che non condivido, posso lottare contro una malattia.
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