Qualche post fa ho usato un libro per descrivere le subdole arti seduttive mercé le quali i libri acquistano i lettori nelle librerie. Quel libro era Zadig, deliziosa fiabuccia volterriana, sì insomma, di Voltaire. Ieri stavo sbirciando questo blog, e precisamente un post intitolato Contro il letteraturismo, definito dalla padrona di casa «convinzione che tutto sia ormai stato scritto, che il grande romanzo sia finito e che non ci siano più gli scrittori di una volta». Si tratta della nota posizione espressa ciclicamente – per lo più nei mesi estivi, ma senza disdegnare qualche puntata fuori stagione – da vecchie glorie delle patrie lettere ormai in stato di giubilazione (o mummificazione che dir si voglia).
Che c’entra? ti chiederai, o rapido e distratto lettore. Cos’è che coincide qui? E aspetta, no? non ho ancora finito. Hai fretta? c’è qualcuno che ti corre dietro? sei mica Casati che deve prendere l’autobus, no?