Archive for the ‘scrittura’ Category

In morte di Arturo Baldacci

Thursday, January 12th, 2006

R.I.P., tratto da thinksmart.typepad.comQuesto è un racconto DADIsta, costruito in base alle regole seguenti:

1. Estrarre da un generatore di numeri casuali, tipo questo, un elenco di interi positivi compresi fra 1 e 129878. In questo esempio sono stati estratti venti numeri.
2. Aprire il Dizionario della lingua italiana De Mauro Paravia.
3. Digitare URL del tipo http://www.demauroparavia.it/n, dove n è ciascuno dei numeri estratti.
4. Trascrivere su un supporto a piacere (file, bloc notes, lavagna, tavoletta di cera, ecc.) l’elenco delle parole corrispondenti ai numeri.
5. Affisare a lungo il mini-dizionario casuale così ottenuto, fino a convincersi che quella sequenza di parole compare ordinatamente in un racconto ben preciso (questa è la parte più difficile).
6. Una volta individuato il racconto, trascriverlo sul supporto di cui al punto 4, o altro supporto a piacere.

Nota: il meccanismo può funzionare anche con altri dizionari online, purché consentano di individuare un lemma in base alla sua posizione.

Il mini-dizionario casuale di questo racconto è il seguente:

73337 nefrotossico
117186 sura
41410 eufemisticamente
96647 rinòmo
122526 trasricchito
41501 euroconvertitore
71120 monarcato
64008 liquidarsi
108887 sismografo
101902 sbrancicato
26411 consorziare
83245 pirazolone
128676 vorticare
13493 bestemmia
117865 tacco
73570 neomaltusianismo
118724 Tazza
64434 lodo
88066 pròteo
72542 muro

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Un dizionario impazzito

Thursday, December 22nd, 2005

Giorgio Manganelli, tratto da www.villagevoice.comDice daldivano nei commenti a un paio di post fa:

Il mio vocabolario ha un fascicolo in meno, passa da effeminatore a facoltà senza colpo ferire; quando cerco un vocabolo vado sempre lì, in quello iato. il mio vocabolario diversamente abile mi corrisponde in modo uguale e contrario, se io non leggo lo scibile lui non lo contempla, se lui non lo contempla io non lo leggo. però perdo le ore di fronte al connubio effeminatore e facoltà (perché il mio vocabolario è anche sagace e io lo so, anche se non lo leggo tutto).

A parte il fatto che l’ho letto e riletto rischiando di cascarci dentro, perché quell’immagine del dizionario col buco nero ha una gran forza di gravità, questo pensiero mi ha fatto venire in mente un’intervista a Manganelli (toh! chi si rivede) apparsa sul Corriere della Sera nel giugno del 1990, poco dopo la sua morte (ora in La penombra mentale, Editori Riuniti 2001). Dopo aver chiacchierato di letteratura, delle sue sedute presso lo psicanalista junghiano Ernst Bernhard, di superstizioni e di menzogne, di centro e di periferia, insomma di una fetta ampiamente maggioritaria dello scibile umano, l’intervistatrice Caterina Cardona tenta di riepilogare con un’ultima domanda:

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L’incanto di pagina 49

Friday, December 2nd, 2005

Immagine tratta da home.earthlink.net/~cashinbook/pages/page-49.jpgNon potrebbe la vita essere tutta un sogno? In termini più precisi: c’è un criterio sicuro per distinguere il sogno dalla realtà, il fantasma dall’oggetto reale? [A.Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, pag. 49]

Ordunque lei mi chiede, egregio professor Schopenhauer, se non sia possibile che la vita tutta sia sogno. Se cioè l’uomo sia in grado di distinguere ciò che egli rappresenta alla propria coscienza in istato di veglia da ciò che gli appare quasi fantasmaticamente durante il riposo notturno. La domanda non è banale e richiede una risposta articolata e fondata su documenti di sicuro prestigio e autorità.

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Contro la scrittura creativa

Thursday, November 3rd, 2005

Scrittura creativaO navigatore errabondo e tendenzialmente dispersivo, concediti una breve sosta e fissa la tua attenzione sulla locuzione scrittura creativa.

L’unione in apparenza casta di quel sostantivo con quell’aggettivo è in realtà un accoppiamento innaturale e sfortunatamente non toccato dalla grazia dell’impotentia generandi. Il sostantivo preso di per sé solo, infatti, altro non definisce se non il graffiare del pennino o l’incidere dello stilo, attività prettamente umana e affatto innocua, com’è innocua la concia delle pelli o la trebbiatura del grano. Parimenti innocuo è l’aggettivo quando s’accompagna a sostantivi votati all’astrazione, quali fenomeno o atto, ma in compagnia di termini più prossimi alla terrigna concretezza della materia rivela un’insospettabile inclinazione alle più turpi perversioni.

Egli sa di appartenere alla nobile schiatta delle parole elevate, ma forse proprio per questo va in cerca di relazioni piccanti e deplorevoli con termini di più bassa estrazione sociale per procurarsi il piacere del frutto proibito, non tenendo conto delle conseguenze deleterie che derivano da ciò che egli considera innocenti scappatelle. Perché, vedi, l’espressione scrittura creativa potrebbe ancora essere tollerabile e addirittura divertente, se non creasse terreno fertile per abusi gravissimi.

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Nota a margine della marginalità

Thursday, October 13th, 2005

QuelleBetiseNoi lettori lenti seguiamo non senza qualche difficoltà le molto concitate diatribe letterarie contemporanee. Si tratta di discussioni affrontate con piglio autorevole e serio da protagonisti delle patrie lettere, tanto che lì per lì possono facilmente essere scambiate per questioni di vita o di morte per l’oggetto di turno: la letteratura, la poesia, il mercato librario, la cultura, la critica. Tuttavia il più delle volte le polemiche si smorzano e si esauriscono nell’arco di poche settimane: troppo poco per consentire al lettore lento di digerire la materia e formarsi un’opinione personale. Ah bei tempi, quando la Querelle des Anciens et des Modernes si protraeva per decine e decine d’anni!

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